Se questa è la premessa..

Il 29 Settembre (compleanno di Berlusconi, ndr) il Premier si presenterà alla Camera per fare un discorso programmatico e vedere se l’Aula, quell’Aula, è disposta a garantirgli la maggioranza per portare a termine tale programma nei prossimi 3 anni. Detto così non c’è nulla di male: un Governo crede di aver perso la maggioranza “elettorale” e modifica il suo programma per tentare di garantirsi la fiducia di altri gruppi o anche di singoli parlamentari.

Se non fosse per tutto ciò che sta accadendo in queste ore.

Da una parte il PDL, quello che ne rimane, che tenta incessantemente e anche un po’ goffamente di raggiungere “quota 316”, ovvero di “convincere” un manipolo di Deputati ad abbandonare il loro attuale gruppo parlamentare per confluire in quello guidato da Cicchitto. L’intento Berlusconiano è chiaro: ottenere la maggioranza assoluta (col la Lega) senza aver bisogno del voto dei Finiani e dell’MPA (che ha appena annunciato il quarto governo di Lombardo in Sicilia in due anni, con il PD e senza il PDL). In cambio è disposto, smentite a parte, ad accontentare singole personalità offrendo loro incarichi parlamentari o posti in lizza nelle future elezioni. Già di per sé questo “mercato” è avvilente, ma può essere accettato se lo si fa passare come l’unica alternativa alle urne (considerazione vera).

Dall’altra parte c’è invece l’epilogo (?) del “Montecarlo-Gate”: in pratica il Ministro della Giustizia di Santa Lucia, tale Lorenzo Rudolph Francis, ha (avrebbe) scritto una lettera al suo capo di governo informandolo del fatto che le due società Printemps Ltd e Timara Ltd, con sede legale nello stesso paradiso fiscale, sono riconducibili a Giancarlo Tulliani. In pratica, se diamo per buona questa notizia, Fini (in qualità di leader di AN) avrebbe venduto un immobile a prezzo stracciato a società off-shore di proprietà del cognato che poi avrebbe trovato come inquilino affittuario lo stesso Tulliani. I finiani, Bocchino su tutti in diretta TV, si sono affrettati a smentire tutto e ad accusare (neanche a ipotizzare..) l’uso privato di servizi segreti italiani e GDF da parte Valter Lavitola (direttore dell’Avanti! e uomo del Premier in sudamerica). Dal canto suo il già citato Ministro della Giustizia ha però confermato la veridicità del documento al “Fatto”.

Capito? Abbiamo due possibilità: o il Presidente del Consiglio italiano è un orditore di trame oscure e internazionali volte a destabilizzare l’ordine democratico mettendo praticamente in stato d’accusa la terza carica del suo stesso Stato (e in tal caso dovrebbe dimettersi in un battito di ciglia) e nel frattempo Fini si rivelerebbe solo come un po’ “distratto”, non essendosi accorto che tra sei miliardi di possibili affittuari quella casa era finita proprio al cognato, oppure la tanto decantata (proprio dai finiani) “questione morale” dovrebbe costringere Fini alle dimissioni (e all’oblio politico) per consegnare la maggioranza e il centrodestra (di nuovo) nelle mani di Berlusconi.

In entrambi i casi non ci vedo nulla di buono per le sorti del centrodestra e dell’Italia.

Ma tant’è, i due hanno deciso di sfidarsi “all’ultimo sangue”, della serie “ne rimarrà uno solo”.

Le mie osservazioni sono comunque semplici e credo assolutamente condivisibili. La prima è che, dopo averlo accusato pubblicamente e in diretta sulla TV di Stato di essere “un pericolo per la Democrazia”, Bocchino e i suoi dovrebbero immediatamente presentare una mozione di sfiducia verso il Presidente Berlusconi da far votare alle camere, e la seconda è che se Berlusconi dovesse riuscire a trovare 316 Deputati disposti a sostenerlo in questa Camera il prossimo 29 settembre Fini dovrebbe dimettersi dalla presidenza di Montecitorio per dedicarsi al suo gruppo (o a quello che ne rimarrebbe) e al nascente partito.

Credo proprio che farò un bel Live-Blogging per l’occasione 😉

[Omnia / Luca Zaccaro]

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4 commenti su “Se questa è la premessa..”

  1. da notare come in questo particolarissimo momento il PD non trovi di meglio da fare che, udite udite, LITIGARE!

    Ci sarebbe da ridere ma non è il caso..

  2. La partita politica è molto meno lineare e definita di quanto si sia portati a ritenere, limitandosi alla superficie. Anzitutto, i fatti di cui si accusa Fini non paiono destinati a chiarirsi, aldilà del facile clamore mediatico.
    Se ieri è uscita la dichiarazione del Ministro della Giustizia di St.Lucia, non c’è da sopravvalutare quanto detto: il pronunciamento del Ministro prende posizione su aspetti meramente formali, dicendo che l’atto è autentico nella provenienza e che al momento sono in corso accertamenti su Tulliani, ma non si dice nulla di definitivo. Non è peregrino quanto dicono “il fatto” e “repubblica” che una simile presa di posizione sia stata resa necessaria pessimo “ritorno di immagine” del paradiso fiscale: le sole voci di possibili infiltrazioni di “servizi” in un Paese Off-Shore avrebbero arrecato danni ad un Paradiso fiscale la cui risorsa strategica è la segretezza. L’unico effetto certo di simile presa di posizione credo sarà quella di rendere ancora più opaca e impermeabile la posizione dello Stato di St. Lucia, con probabile rarefazione delle informazioni e impossibilità di accertare l’effettiva proprietà della casa di Montecarlo. Quindi, il dilemma resterà insoluto ancora per molto. E’ poi di pochi minuti fa la dichiarazione di un Avvocato vicentino che ha individuato pubblicamente in un suo cliente il Proprietario della casa, escludendo rapporti fiduciaria sia con Fini, sia con i fratelli Tulliani, sia con eventuali società off-shore. L’impressione, pertanto, è che lo stallo perduri e che, alla fine, Berlusconi non riuscirà ad individuare la “prova schiacciante” che aspetta per inchiodare e distruggere Fini. Politicamente, il decorso di queste vicende non è chiaro: è vero che FLI può provocare una crisi di governo, ma, al punto in cui sono arrivati, gli conviene di più adoperarsi per il “ribaltone” (in modo da dimostrare l’effettivo possesso della ‘golden share’ della maggioranza), piuttosto che andare ad elezioni anticipate. Il decorso della crisi, alla fine, non sarebbe altro che il Governo Tecnico e l’isolamento di Berlusconi: prezzo che il leader PDL non intende certo pagare.

  3. Non lo so, se FLI punta davvero sul ribaltone e poi Berlusconi riesce davvero a trovare 316 Deputati pronti a sostenerlo allora per FINI e per TUTTI I FINIANI sarebbe la FINE POLITICA, diventerebbero numericamente insignificanti. Saranno disposti a rischiare tanto? Secondo me se dai del “pericolo per la democrazia” al Presidente del Consiglio (come un Di Pietro qualunque) poi non puoi votargli la fiducia..

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