Questioni “Popolari”

E’ iniziato il 2011, Berlusconi è ancora Presidente del Consiglio e siamo di nuovo qui con i buoni propositi della classe politica per l’anno nuovo. Ma io sono davvero stufo di alcune “incongruenze”.. del tipo:

“Eliminato” politicamente il fattore Fini, Berlusconi si è rimesso in moto per colmare anche il gap numerico che lo separa dalla maggioranza assoluta alla camera dei deputati. Dicono i suoi che ora ci sono i 10 voti necessari per creare il famoso “gruppo di responsabilità” alla Camera utile a catalizzare i voti di chi ha a cuore le sorti del paese e non vuole elezioni subito (tradotto: il gruppo di quelli che, in caso di elezioni, non verrebbero rieletti perdendo il lauto stipendio). Scusate, ma la prima mossa (all’interno di PDL e Lega) non dovrebbe essere quella di far dimettere alla Camera i Ministri-Deputati in modo da riassegnare quei seggi a persone che possono (almeno in teoria) essere sempre presenti alle votazioni?

Dopo Fini (o prima di questo ultimo, secondo alcuni) il problema più grande per Berlusconi resta Tremonti. Il “socialista di Dio” è “accusato” di non volere appoggiare misure popolari (come l’abbassamento delle tasse) in modo da non contribuire all’innalzamento del gradimento nei confronti di Berlusconi e magari ritrovarsi con più fondi nel portafogli quando vorrà fare il suo “showdown” e annunciare la sua corsa per Palazzo Chigi (ovviamente solo se sostenuto dalla lega). Che Tremonti aspiri a quel posto non è poi un mistero, ma è altrettanto vero che i pretendenti sono tanti (escluso Fini restano Formigoni, Frattini e altri ancora, ma soprattutto il “ggggiovane” Angelino Alfano). Forse Tremonti ha capito che le sue quotazioni sono in discesa, e avrebbe perfino minacciato il Cavaliere di fondare un proprio partito. In merito ci sarebbe da spendere almeno qualche parola, ma ci sono altri (certamente più qualificati di me) che l’hanno fatto, e io vi rimando a loro anche e soprattutto perché condivido molto queste opinioni. Vi invito per questo a leggere gli articoli di Camelot e Kuliscioff. Certo è che Berlusconi dovrebbe capire che è DAVVERO arrivato il momento di affrontare la questione della successione, magari con un bel congresso democratico in cui gli iscritti votano il loro leader e non si va per acclamazione (ma forse Mr. B. sta aspettando di capire se e quando si andrà ad elezioni anticipate, in quel caso sarebbe ancora lui il candidato Premier).

Ultima questione: la gestione del partito. Berlusconi ha più volte dichiarato di voler rivoltare il PDL come un calzino (è necessario soprattutto per evitare questioni legali con fini che sarebbe co-detentore del logo e del simbolo del pdl). Se dunque la necessità è reale è il caso di analizzare tempi e modi di questo cambiamento. Bisogna dire immediatamente che non si tratterà di una operazione indolore: FLI è nato come un nuovo partito per differenziarsi proprio dal PDL, mentre in questo caso si tratterebbe di gettare nel cestino una esperienza politica di soli tre anni. Impossibile (anche se sarebbe il massimo per il Cavaliere) tornare alla “sua” Forza Italia che per gli elettori è e deve restare morta e sepolta per non dare adito ad accuse di involuzione. Si dice che il Premier sia alla ricerca di un nome composto da una sola parola (per evitare anonimi acronimi), breve ed immediato: qualcosa come “Popolari”. Ma perché anche questa volta gli studi di marketing precedono inesorabilmente i progetti politici? Diavolo, si sta parlando (di nuovo..) di qualcosa che deve sopravvivere nel tempo, quando cioè Berlusconi non ne sarà più il leader. Non è il caso di badare prima ai contenuti, alla selezione dei candidati e all’organizzazione interna? O si vuole un ennesimo raccoglitore di voti in cui magari far confluire i vari Scilipoti, Razzi ecc.. (non ho nulla contro Scilipoti e Razzi, era solo per fare un esempio di politico che non proviene certo dalle fila del centrodestra)? E poi, Silviuccio, “Popolari” sarà anche corto ed immediato, ma puzza in modo insopportabile di anni ’50!

Sebrerebbe che la prossima mossa sia di Berlusconi. E invece, lo sappiamo bene, non è così: tutto, ma davvero tutto dipenderà dal pronunciamento di metà gennaio sul legittimo impedimento. In caso di riscontro negativo le elezioni non ce le leva più nessuno, mentre se la risposta fosse più “accondiscentente” si potrebbe ricominciare a riflettere su tante cose, a partire dai tre punti che ho evidenziato qui sopra.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Un commento su “Questioni “Popolari””

  1. Personalmente, ci sono ragioni complesse che rendono la STRUTTURA di Forza Italia, partito di quadri, un punto di forza per il successo berlusconiano: quasi tutti i dirigenti di Forza Italia sono Commercialisti, una figura di riferimento per gli italiani che sogliono a queste categorie dare il loro portafoglio. Intendiamoci, non sono le Tv a fare il successo di Silvio (all’inizio dell’impresa sì, non ora), perchè altrimenti tra mafia, bunga bunga, gaffe dei vari Lupi, Cicchitto etc. il partito sarebbe già finito da un pezzo. Ciò non significa che il partito di Berlusconi vada bene; ma certo così si spiega la potente forza di inerzia che sorregge il successo berlusconiano dopo quasi 18 anni!

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