Pillole di Grande Juve

L’ultima volta che ho visto una partita del genere da parte della Juventus ero ancora al Liceo. Non sembra, ma a fare bene i conti è passato parecchio tempo dal maggio del 2006 e dall’ennesimo scudetto “facile”. Facile, ci tengo a sottolinearlo, perché quella squadra in Italia non aveva rivali. Mica per le altre storielle che ci hanno costruito attorno. Ma torniamo al presente. Uno stadio spettacolare, stracolmo. Una bolgia capace di diventare, come nei sogni di Agnelli, il dodicesimo giocatore della Juve. Una squadra umile, decisa e tonica che, da settima in campionato l’anno passato, accoglieva in casa i Campioni d’Italia. Poi il fischio d’inizio. Novanta minuti in cui il Milan non è riuscito a ragionare nemmeno su un pallone. Gioco, grinta e corsa. Tanta corsa. Calato questo tris ieri sera non ce n’è stato per nessuno. Intendiamoci, in campo non c’erano i grandi campioni.. i Messi, i Ronaldo. C’era una buona Squadra, formata da qualche vecchia (mi si perdoni il termine) gloria e da giovani volenterosi. Una Squadra dunque. Con la “S” maiuscola. Perché è così che oggi in Italia si vincono le partite. Quando il Napoli riesce a rifilare tre “papine” alla Grande Inter. Una difesa granitica che da sicurezza permette ai centrocampisti di non preoccuparsi di quello che accade dietro e di pensare solo e soltanto a non far ragionare gli avversari, macinando chilometri e invenzioni. Chiaro, è tutto più facile quando hai un Pirlo in questo stato di grazia, ma come ho già detto non è merito dei singoli se ieri sera ha vinto la Juve. C’è ancora parecchio da migliorare.. ad esempio bisognerebbe insegnare a Vidal che la porta ha una ampiezza di circa 7 metri per due e non è quella del rugby. Bisognerebbe far fare a Krasic un corso intensivo di Italiano perché quest’anno che c’è da seguire alla lettera le istruzioni dell’allenatore pare esserci qualche problema di troppo nella comprensione. Bisogna spiegare a Chiellini che se aspira ad essere il migliore in Italia prestazioni come quelle di ieri sera devono essere la norma e non l’eccezione. Bisogna spiegare a Marchisio che lo spirito con cui si entra in campo deve essere sempre quello visto ieri. Bisognerà anche spiegare a Del Piero (e questo non sarà semplice) che in partite come questa, dove il ritmo è tutto, potrebbe non esserci spazio per un fuoriclasse che, nonostante tutto, si avvia ai 37 e non può certo garantire queste prestazioni. Ma non si preoccupi, il campionato è ricco di partite in cui la sua invenzione di giornata può fare la differenza.
Bisognerà infine spiegare a Conte che se si azzarda a mollare la presa, a far solo trasparire una briciola di soddisfazione, a “rilassarsi” e rilassare la squadra potrebbe rovinare tutto quello che ha costruito fin ora e che gli juventini aspettavano da cinque anni. Continuate così.
Una nota di colore: Metro (giornare gratuito di Milano) titola “A Torino vince una Juve fortunata” e, poco sotto, “per larghi tratti il Milan ha avuto in mano il pallino del gioco creando diverse palle gol”. Ecco, non so cosa sia successo ma evidentemente dalle parti della Redazione il segnale di Sky arriva parecchio disturbato.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Juve, giudizio sul mercato estivo

Inutile, per ora, sbraitare contro Marotta o Agnelli. La Juve non è in grado di lottare alla pari con Inter e Milan? Non c’è da stupirsi! I campioni, quelli che fanno la differenza in campo, cercano una squadra che possa dare loro tanti soldi e buone speranze di vittoria, soprattutto in ambito internazionale. Sappiamo bene che entrambe le prerogative ci sono state tolte nel 2006 quando un processo più o meno giusto (ironia..) ci ha punito (perché solo Moggi era il male assoluto del calcio) e spedito in serie B. Addio alle vetrine internazionali ma soprattutto addio a tanti soldoni. Non abbiamo mai avuto alle spalle un Presidente in grado di investire milioni di euro, ma i premi per le vittorie italiane ed europee (con conseguenti gratificazioni sportive) hanno sempre attratto grandi campioni, complice sicuramente un team che di mercato ne capiva davvero tanto. Da quel momento, senza più soldi e con una società da rifondare, il destino della squadra è apparso chiaro: ci sarebbero voluti anni per tornare anche solo ad essere protagonista in ambito nazionale. Purtroppo le scelte fatte dalla passata dirigenza (Blanc/Secco) sembrano aver ulteriormente allungato i “tempi di ripresa” della Vecchia Signora con i risultati che tutti noi abbiamo ancora bene impressi in mente quando ripensiamo allo scorso campionato.
Ma torniamo a noi: si rinfaccia all’attuale dirigenza che il Milan compra Ibra e Robihno mentre da noi arriva Rinaudo. Io ripeto che, per quanto detto sopra, non c’è da stupirsi.
Durante questa campagna acquisti sono arrivati (in prestito o a titolo definitivo) Bonucci, Lanzafame, Martinez, Motta, Pepe, Storari, Krasic, Aquilani, Quagliarella e Rinaudo mentre sono partiti Cannavaro, Chimenti, Caceres, Giovinco, Immobile, Molinaro , Poulsen, Trezeguet, Camoranesi e Zebina.
Basta dare una lettura veloce al paragrafetto qui sopra per capire quali erano le reali (e ovvie) intenzioni della dirigenza: “far fuori” tutte le “vecchie zavorre”, che costavano in termini di ingaggio e non rispondevano adeguatamente sul campo, e dare spazio ai giovani (soprattutto italiani) affinché si possa costruire da subito una squadra vincente tra qualche anno. Insomma, quello che andava fatto nel 2007.
Detto questo, mi permetto di contestare qualche decisione: in primis la cessione di Diego, venduto in tutta fretta (e mistero) senza guadagnarci un euro alla squadra che ci ha preso in giro per oltre un mese nella trattativa per Dzeko. Successivamente reputo palesemente errata la scelta di allontanare dalla squadra una validissima e giovane risorsa come Giovinco (che non siamo stati mai in grado di valorizzare davvero). A pensarci bene poi mi sembrano troppi i 12 milioni spesi per Martinez. Con qualche mossa differente forse era meglio riscattare Caceres.
Detto questo, voglio ribadire che non si poteva fare molto meglio di così. Dzeko, il grande rimpianto, non sarebbe mai arrivato senza la certezza di giocare in Champions League nell’arco di due anni. Quanto a Krasic invece spero che il suo si riveli davvero l’acquisto in grado di sostituire l’insostituibile Pavel Nedved su quella dannata fascia..
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Juve, un presidente di nome Agnelli

Mi perdoni l’Avvocato, non è il caso di paragonare le glorie vissute negli anni novanta con questo schifo che noi tifosi bianconeri siamo costretti a sorbirci ultimamente, ma forse ci siamo. Forse questo è il punto di svolta: John Elkan, fresco presidente di Fiat, ha dato una volta per tutte il benservito a quel Blanc che nessuno di noi dimenticherà facilmente. Da oggi il Presidente della Juve sarà Andrea Agnelli, nipote dell’indimenticato Avvocato.

L’insediamento, che avviene in uno dei momenti più bui della storia recente della squadra, promette bene: con Agnelli dovrebbero trovare posto a Torino Benitez e ben 80 milioni di euro di liquidità per il mercato estivo, a cui bisognerà aggiungere alcune cessioni che sembrano inevitabili. C’è la possibilità e (sembra) anche la volontà di far tornare la Vecchia Signora ai lustri di un tempo. Noi tifosi lo speriamo davvero..

[Omnia/Luca Zaccaro]

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