Apocalypse Now

È finitaÈ finita questa lunghissima giornata politica. È finita questa vomitevole farsa di FLI a favore del Governo. È finita forse la storia stessa di FLI. Certo, direte voi, è finita anche la storia del Governo Berlusconi IVÈ finita in verità anche la supponenza di Di Pietro (uno degli artefici, più o meno indirettamente, della vittoria del Cavaliere). È finito tutto. È il giorno dell’apocalisse.
Come certo saprete, “apocalisse” non vuol dire solo “fine”, ma anche e soprattutto “nuovo inizio”. Sì perché oggi si chiude un giorno, una stagione, un’era. Ma da domani i dadi ricominceranno a rotolare veloci.
Verso quale futuro?
Oggi Berlusconi ha stravinto, ha stracciato tutti. Nessuno ha retto. Inutile cercare di portare il discorso sul fatto che il Governo non ha ottenuto i 316 voti corrispondenti alla maggioranza. Non facciamo gli stupidi: nessuno con briciolo di intelligenza poteva pensare che oggi in gioco ci fosse la sopravvivenza del Governo. Il Berlusconi IV, quello nato due anni fa, è finito oggi insieme alle aspirazioni politiche di Gianfranco Fini. Un Governo non si regge sui voti dello Scilipoti di turno.
Oggi è andata in scena la sfida finale (?) tra due avversari-ex-amici che di politico aveva davvero poco. Questo è quello che è successo oggi.
Almeno così è come la penso io. Il Paese non meriterebbe davvero di vedere di nuovo scene come quelle accadute oggi dentro e fuori dai Palazzi della Capitale.
Domani Berlusconi si sveglierà senza Governo, ma con un potere che forse non ha mai avuto dal 1994 ad oggi: ha dimostrato ancora, una volta per tutte, ai “palazzari” (concedetemi il neologismo) che i conti non si possono fare senza l’oste e, almeno in democrazia, nemmeno senza l’elettorato. Da qui si capisce che quello che si aspetta il sottoscritto ora non sono niente altro che le elezioni. Probabilmente, e per certi versi anche a ragione, Berlusconi tenterà per lo meno di tirare avanti ancora qualche settimana/mese con una maggioranza allargata. Ma questo scenario non può che essere giudicato in corso d’opera.
Fini, all’alba delle tre del pomeriggio, si è ritrovato a dover dichiarare al microfono della “sua” Camera la vittoria schiacciante del suo nuovo acerrimo nemico. In un pochi minuti è passato dalla prospettiva della poltrona di Palazzo Chigi e dalla guida del “Terzo Polo” al limbo politico. Difficile (anche se non impossibile) ritenere che le intenzioni di FLI (e di Fini stesso) non escano fortemente ed inevitabilmente ridimensionate dalla giornata di oggi. Come potrebbe Fini guidare una coalizione se non risce a tenere insieme una ristretta componente Parlamentare? Non dimentichiamo che la fiducia a Berlusconi è arrivata grazie alle decisioni di uomini vicini al Presidente della Camera. Mi spiace davvero per Fini. In linea di principio, l’ho ripetuto più volte, la sua era una battaglia giusta contro questo PDL che non era certo quello che tutti noi avevamo in mente. Ha però clamorosamente “cannato” i modi e soprattutto i tempi della sua protesta. E poi ha commesso un plateale e incredibile errore: quello di rimanere attaccato alla sua poltrona. Oltre all’effettivo fastidio nel vedere riunioni-fiume nello studio della terza carica dello Stato volte solamente a convincere gli indecisi, se Fini oggi fosse stato seduto tra i banchi della Camera, invece che sullo scranno più alto, l’esito della votazione sarebbe stato molto diverso. E poi, sinceramente, ci ha messo troppo odio.. non si può andare dalla Annunziata a fare certe dichiarazioni dopo che per 16 anni sei stato considerato da tutti come il delfino perfetto. Gianfranco, mi spiace ma hai dimostrato di non avere molto “tatto” in certe cose della politica. E per uno che fa politica da quando è nato non è bello.
FLI vuole lanciare un’OPA sul centrodestra? Benissimo: sia d’ora in avanti più chiara e coerente (a partire dal suo Presidente) e prometto che non avrò pregiudizi la prossima volta che sarò nella cabina elettorale.
Casini invece gongola: da oggi è ufficialmente il capo di tutti quelli che vogliono sfidare il bipolarismo (se ce ne sono rimasti), per non parlare del fatto che lui ora, al contrario di altri, può andare in giro a vantarsi di non aver perso pezzi per strada, nel giorno del giudizio.
La Lega di per sé non rientra nel discorso, agli uomini di bossi oggi andava bene qualsiasi risultato.
Il PD invece è ancora una creatura evanescente: ne è la prova il fatto che la mozione che poteva decretare la fine di Berlusconi non veniva dagli uomini di Bersani ma da Fini e Casini. Per non parlare della dichiarazione di Calearo (tutta da verificare naturalmente) che ha detto che dal PD gli hanno “chiesto” di votare per Berlusconi..
L’altro grande, grandissimo sconfitto della giornata di oggi è sicuramente Antonio di Pietro, l’inascoltabile padrone dell’Italia dei Valori che ha scelto le candidature dei due Deputati che oggi hanno salvato il suo arci-acerrimo nemico, il Diavolo di Arcore. Per non parlare dell’ennesimo discorso da querela rivolto alla quarta carica dello Stato.
Domani, dopo quello che ho detto, mi aspetto le dimissioni di Fini, Di Pietro e forse (ma non ci spero) di Berlusconi stesso. Perché forse alle urne c’è una alternativa percorribile: un Governo disposto davvero a lavorare per il bene del Paese prendendo un sacco di decisioni impopolari. Chiaro che Berlusconi non potrebbe guidare una iniziativa del genere. E ora che ha avuto, finalmente, la sua vittoria finale potrebbe pensare di farsi da parte da vincitore assoluto (momentaneamente o a titolo definitivo) a favore di soluzioni più moderate e condivise. Ma questa è davvero fantapolitica.
Adesso sta scendendo la sera, sta arrivando la notte. Perché è chiaro che prima della rinascita bisogna assistere al tramonto.
A domani, Italia!

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Un “Compleanno di Merda”

Diciamolo subito, forte e chiaro, in modo che non siano possibili altre interpretazioni.

Chi si aspettava una giornata “risolutiva” è rimasto deluso su ogni possibile fronte.

Partiamo dal peggio del peggio visto nella diretta televisiva di ieri: Antonio di Pietro. Il Leader di IdV non ha fatto altro che riversare fango (per non dire altro) sulla quarta carica dello Stato, il Presidente del Consiglio. Lo ha accusato, nell’ordine di essere un “pregiudicato illusionista”, un “successore di Nerone”, per finire con la ciliegina sulla torta: Berlusconi è uno “stupratore della democrazia”. Di Pietro andrebbe formalmente richiamato per il pessimo spettacolo offerto ieri all’Italia, e il Presidente della Camera non ha fatto molto per impedire questo scempio. Solo un paio di richiami formali, oltretutto sotto richiamo di Berlusconi.

Tralasciando gli interventi “inutili”, tipo quello di Casini e dei vari “terzopolisti” passiamo a quello di Bersani. Dopo aver “suggerito” a Berlusconi di candidarsi al Nobel per la pace ha detto che “la nuova stagione inizia oggi (ieri, ndr) e saremo noi ad aprirla”. Insomma, per l’ennesima volta “zeru proposte concrete” da quello che dovrebbe essere il principale partito di opposizione.

Ma veniamo alle questioni importanti. Berlusconi è arrivato alla Camera senza sapere cosa lo aspettava, questo era evidente (e basterebbe a smontare molte delle accuse di “mercantaggio”). Alla fine ha scelto di dar retta alle “Colombe”, capitanate dal solito Letta, e ha pronunciato un discorso in perfetto stile riappacificante, come se nulla fosse successo in questi ultimi due mesi. Discorso che tralaltro non perderò tempo ad analizzare dato che penso lo abbiano già fatto in molti due anni fa. Insomma, il Cavaliere si è calato in un personaggio che gli stava stretto, strettissimo, e lo ha fatto (con poche speranze) per tentare di allargare il più possibile il suo “bacino di maggioranza”. Dopo essere rimasto (sempre sotto consiglio di Letta) tutto il giorno a Montecitorio, più che altro a farsi offendere gratuitamente, ha replicato un po’ più piccato. Ma alla fine il risultato non è valso l’attesa: 342 voti a favore, ben più della maggioranza richiesta (e molti di più rispetto alla maggioranza del 2008), ma non abbastanza per andare avanti senza Fini e l’MPA. A Berlusconi sono mancati i voti di LD, di qualche PRI e di qualche assente/astenuto.

Si possono spendere ore ad analizzare la giornata di ieri, ma la verità è una sola: Berlusconi deve mettersi a trattare con Fini se vuole andare avanti. Esito più che prevedibile.

E il Cavaliere ha deluso chi voleva un colpo di mano: nessun attacco a Fini, nessuna dimissione, nessuna maggioranza allargata.

Ma anche Fini e i suoi hanno deluso: chi credeva davvero un un sincero patto per concludere legislatura dovrà ammettere che l’annuncio (scontato ormai) del nuovo partito dato in una giornata come questa non è certo un buon segno.

E poi, come ho già detto, come ha fatto Bocchino a votare la fiducia a un “pericolo per la democrazia”?

Ma lasciamo perdere. Sono tutti discorsi inutili. Berlusconi ha due sole possibilità: andare avanti facendosi inevitabilmente logorare da Fini o andare alle urne a Marzo (ipotesi suggerita dalla Lega).

Nel primo caso si prospettano due anni e mezzo forse addirittura più vuoti e inutili di quelli appena trascorsi, senza la minima traccia di vere riforme liberali. E no, non ditemi che Berlusconi le ha promesse. Con questi numeri non si andrà da nessuna parte. Nel secondo caso, a meno che le cose cambino in pochi mesi, Berlusconi non riuscirà a tornare a Palazzo Chigi. E addio Lodo Alfano.

Quale delle due strade pensate che sceglierà Berlusconi? Non lo, ma entrambe non promettono nulla di buono.

Non c’è che dire. E’ stato proprio un compleanno di merda.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Elezioni, e poi?

Portare il Paese ad elezioni anticipate, che siano queste in autunno o in primavera, è una idea sciagurata: in piena fase di ripresa da una crisi senza precedenti dal dopoguerra ad oggi la stabilità (soprattutto economica) dell’Italia, faticosamente riabilitata a suon di duri provvedimenti come la finanziaria appena varata, sarebbe di nuovo compromessa.

Ciò detto, Berlusconi non ha tutti i torti quando spera nelle urne: sa di non voler ripetere in prima persona l’esperienza di Prodi, ogni volta a fare i conti in Aula ma sa anche di non potersi permettere soluzioni “alternative” o “tecniche” come quella proposta oggi da Bersani. Il perché è semplice: nel dicembre del 1994 il suo Governo, eletto dal Popolo, venne sfiduciato dalla Lega. Si trovò una soluzione, il Governo Dini, che doveva appunto essere “tecnica” per poi dare di nuovo la parola ai cittadini. Sappiamo tutti come andò a finire.

Il ragionamento del Cavaliere è dunque lineare: ho ricevuto un forte mandato elettorale e cercherò di portarlo a termine con tutta la buona volontà.

Ma l’iniziativa finiana, più numerosa di quanto pronosticato, ha fatto saltare il banco. Berlusconi potrebbe trovarsi a dover mediare ogni volta con Fini, Casini, Rutelli e Lombardo. Senza contare, ovviamente, la Lega. Nella mente del Cav. si fa largo l’idea che non era questo il volere degli elettori. Se non potrà portare a termine la legislatura con gli equilibri parlamentari che ne hanno caratterizzato l’inizio allora l’unica via è ripresentarsi al Paese, a dispetto della Crisi e di quanto detto all’inizio. Meglio la chiarezza che i tentennamenti. Senza contare che se non si vota subito Fini riuscirà ad organizzarsi, mentre lo scopo di Berlusconi è proprio impedire che un politico di professione come il Presidente della Camera riesca a tessere la sua tela. Guardate cosa è riuscito a fare in pochi giorni!

Ammettiamo dunque che in una qualsiasi delle votazioni tra Settembre e Dicembre il Governo venga messo in minoranza dai finiani, specie se con la richiesta della Fiducia. Berlusconi, sperando nella lealtà della Lega (che d’altro canto non ha ancora ottenuto il Federalismo) andrà da Napolitano per ribadire di non voler accettare un nuovo incarico. Il Capo dello Stato allora si troverà di fronte ad un bivio: sciogliere le Camere o affidare un incarico ad un Governo sostenuto da PD, UDC, FLI e forse IDV. In pratica agli sconfitti delle ultime elezioni. In ogni caso, è il ragionamento di Berlusconi, si creerebbero le condizioni per “cavalcare” l’indignazione popolare.

L’ipotesi del voto è dunque molto più percorribile di quanto si possa credere ascoltando i discorsi dei nostri politici. Pare infatti che il Cav. dedicherà l’intera estate alla pianificazione della “sua” campagna elettorale.

Ma cosa (o meglio, chi) potrei mai votare ad Aprile 2011? Di certo, per incolmabili distanze culturali, nulla che stia a sinistra del PD. Nessuna chance nemmeno per l’IDV a causa soprattutto del comportamento del suo Leader e dei più alti vertici del partito. Discorso simile per il Movimento di Grillo, che ha dichiarato di volersi presentare alle prossime politiche. Non c’è niente da fare, di Grillo non mi fido. Il Partito Democratico di per sé non è votabile perché non sembra offrire proposte concrete per guidare il Paese. E, stando ai dati delle ultime tornate elettorali, non sono l’unico a pensarla così. Casini e il suo “Partito di centro”, eventualmente alleato con Rutelli e Lombardo, sono i fieri discendenti di quella casta politica che ha cannibalizzato il potere in Italia fino al 1994 e questo, unitamente al dimostrato e dimostrabile trasformismo dei suoi protagonisti, mi sembra una motivazione più che valida per cercare altrove. La Lega, di per sé, non è affatto distante da molte delle mie idee ma c’è qualcosa che non torna, qualcosa che mi impedisce di affidare a loro il mio voto: sarà forse l’abissale vuoto tra il Partito e il suo Simbolo, quel Bossi ormai consumato dal tempo e dalla malattia. Il mio voto, insomma, andrebbe ad un apparato politico (rappresentato dalla corrente di Maroni) o ad un centro di “aizzamento popolare” contro Roma Ladrona? Come avrete notato ne restano due. E qui iniziano i dubbi: potranno, vorranno quelli di FLI presentarsi da soli? In caso positivo, e se il loro programma sarà concepito dal “fulcro liberale” composto da quelli di Libertiamo, allora ci sono buone possibilità di orientarsi in quella direzione. Certo però che votare Fini in cerca di Liberalismo suona davvero strano.. Ma se così non fosse, se il neonato gruppo finiano valesse davvero meno del 5% (An valeva poco più del 9% due anni fa), con che faccia andrebbero a chiedere un patto elettorale a Berlusconi? E cosa vedrebbe un elettore, confuso dall’affossamento del Governo per poi corrergli appresso? Mah.. In teoria, comunque, il mio voto sarebbe “prenotato” dal PDL (o da ciò che ne resta). Ma qui Berlusconi deve avere chiara una cosa: eliminato Casini, eliminato Fini, i prossimi eventuali errori sarebbero esclusivamente affar suo. Sarebbe inconcepibile andare a votare PDL con la paura che venga riproposta certa gente ai vertici del neo partito Berlusconiano. Prima di conquistarsi il mio voto servirà dunque una profonda riorganizzazione del partito, un programma davvero coraggioso e liberista, più posti nel Governo per quelli come Antonio Martino e meno potere, molto meno potere ai signori del Socialismo. Dopo la finanziaria appena varata, è tempo di dare al Paese una spinta per ripartire. E’ l’ultima occasione, davvero l’ultima occasione per mettere in atto quella promessa di “nuovo miracolo italiano” che gli elettori della prim’ora attendono impazienti dal 1994.

Appunto, e se Berlusconi, spinto dalla situazione sfuggitagli di mano, decidesse di dare una virata all’esecutivo in senso fortemente liberista senza passare per il voto? Come si comporterebbe la maggioranza dei finiani di fronte a proposte addirittura migliori di quelle contenute nel famoso “programma di Governo”? Sarebbe La soluzione (con la “L” maiuscola) per incenerire le manovre di Palazzo che vogliono, metaforicamente, la sua testa.

Ma, lo sappiamo tutti, sto sognando ad occhi aperti. Iniziamo dunque a cercare la mia tessera elettorale, ben conscio del fatto che il voto nullo resta sempre una scelta percorribile.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Ohibò

«Da giorni si aggira per le redazioni dei giornali e nel circuito politico della Capitale uno strano personaggio che sta offrendo a buon mercato un dossier di 12 foto che mi ritrarrebbero insieme indovinate a chi? No, niente escort. I miei interlocutori sarebbero, anzi sono, il colonnello dei carabinieri Mori ed il questore della polizia di Stato Contrada. Insieme a loro nella foto ci sarebbero anche alcuni funzionari dei servizi segreti. […] Naturalmente un acquirente si è subito fatto avanti: il solito quotidiano che, pur di buttare fango sul sottoscritto, acquista qualunque cosa, anche a prezzi esorbitanti, costi che poi si sommeranno a quelli che dovrà pagare per la querela che farò, e che si aggiungerà alla denuncia che ho già provveduto a depositare alla magistratura, perchè questa volta sono venuto a conoscenza per tempo della trappola. […] Il copione si sta per ripetere anche questa volta, come per tutte le fasi elettorali precedenti. Questa volta il “bidone” che il solito giornale sta costruendo è davvero sporco e squallido: quello di voler far credere, utilizzando alcune foto del tutto neutre, che io sia o sia stato al soldo dei servizi segreti deviati e della CIA per abbattere la Prima Repubblica perchè così volevano gli americani e la mafia. Certo che ce ne vuole di fantasia… e anche di arroganza per ritenere che gli italiani siano tutti così allocchi da bersi una panzana del genere»

Eh, no! Mi spiace per voi ma questa volta non è Silvio Berlusconi a parlare, e quel “solito giornale” non è nemmeno “Repubblica”. Strano vero? A sentire questa parole, questa cantilena, sembra proprio l’ennesimo discorso del vittimista per autonomasia. E invece ciò che avete letto poco sopra, tratto dal sito del Corriere, è un estratto del discorso di Antonio Di Pietro, leader dell’IdV che vive a pane e antiBerlusconismo.

Per farla breve Di Pietro ci informa che stanno girando (e presto verranno pubblicate) foto che potrebbero compromettere la sua persona se viste da un occhio che non conosce la verità. Beh, ha ragione. Un’immagine senza storia può stravolgere il vero. Immaginate che un giorno, per strada, un uomo vi chieda una sigaretta. Voi gliela porgete e poi lo salutate cortesemente. Pochi giorni dopo venite a sapere da un giornale che ha pubblicato una foto che ritrae quel momento, che il simpatico fumatore era un pericoloso malavitoso. Per chi vede quella foto sarà facile collegare voi a lui. Da quel momento potreste essere considerati malavitosi a vostra volta.

Quindi, da questo punto di vista, Di Pietro ha perfettamente ragione: non basta una foto qualsiasi per dimostrare qualcosa. Chiaro che se uno scatto mi ritrae mentre rubo al supermercato è una cosa, ma se vengo fotografato vicino a una persona non è detto che io conosca la sua vita per filo e per segno.

Benissimo. Ma allora perché, come al solito, vige la legge dei “due pesi e delle due misure”? Perché Berlusconi, fotografato sorridente a fianco di una diciottenne nel giorno del suo compleanno, è automaticamente un malato, un pervertito eccetera e Di Pietro invece è estraneo a ciò che si vorrebbe dimostrare? Se è vero quello che abbiamo detto prima, allora deve essere vero sempre.

Splendido poi il riferimento alle tornate elettorali.. facciamo finta di non collegare gli attacchi che dal 1994 vengono rivolti a Berlusconi con le scadenze elettorali?

E poi la denuncia.. quando è Berlusconi a denunciare si tratta di vile attentato alla libertà di espressione, ora è un passo doveroso.

Ah ecco, il giudizio sugli italiani.. Quando è Di Pietro a dire che non siamo stupidi va tutto bene, quando invece è Berlusconi a dire che il giudizio finale viene dai cittadini allora è chiaramente un’offesa da parte del re-tiranno.

Potrei continuare, ma credo di essermi spiegato. Non basta una foto per scrivere la Storia. E questo vale per Di Pietro, ma deve necessariamente valere anche per Berlusconi.

In fondo si tratta di Coerenza..

PS: se per caso non verrete mai a sapere questa storia, sappiate che io l’ho letta qui.

[Omnia/Luca Zaccaro]

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Nuovo anno, vecchie Ossessioni

Passano gli anni, ma l’ossessione di Di Pietro nei confronti di Berlusconi resta sempre la stessa. Sapete quale è il guaio? Che, probabilmente, non si tratta di un mero calcolo politico.

E’ da poco iniziato il 2010 e il “Boss” dell’Italia dei Valori se ne esce con dichiarazioni come queste: “Graviano? Una ricompensa”. Si riferisce ovviamente alla decisione di limitare l’isolamento diurno per uno dei due fratelli mafiosi. Andiamo avanti ad ascoltare: “Dopo il silenzio omertoso del boss e, al di la’ delle intenzioni, rischia di apparire come una ricompensa. Se il buongiorno si vede dal mattino ‘mala tempora currunt’, il nuovo anno non inizia bene. La revoca dell’isolamento diurno al mafioso Graviano e’ un segnale inquietante che non aiuta certo la credibilita’ della giustizia”. Devo davvero commentare o è abbastanza chiaro che si tratta di una follia? E poi, una volta tanto, Di Pietro non potrebbe guardare un po’ cosa accade in casa sua?

Cambiamo soggetto, senza ovviamente allontanarsi dall’IdV.. parliamo dell’ex magistrato di Catanzaro De Magistris che rilancia il suo “lodo”: “La proposta di fondo – scrive l’ex magistrato sul suo blog – è questa: garantiamo a Berlusconi la possibilità di lasciare l’Italia senza conseguenze. Non c’é trucco e non c’é inganno: solo il bisogno di ritornare ad essere una nazione democratica e civile”.

“Una provocazione”, si affretta a dire. Certo.. Ma le Riforme che servono al Paese non si fanno con i provocatori e gli ossessionati.

Bersani, se proprio vuoi c’è Casini..

[Omnia/Luca Zaccaro]

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Il “caso Noemi”: alcune considerazioni

Giuro, non volevo. Ma i “poteri forti” mi obbligano a scrivere riguardo il rapporto tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e la diciottenne Noemi Letizia.

Facciamo un patto: prima io scrivo due righe sul fatto, ma poi voi mi sopportate mentre discuto di come questo argomento sia diventato l’unica cosa di cui sembra necessario parlare a dieci giorni dalle elezioni. Vi sta bene?

Iniziamo: tutto nasce dal divorzio mezzo-stampa tra Veronica Lario e Silvio Berlusconi. Una vicenda che ha ancora molti lati oscuri. Anzi no, a parer mio tutto nasce nel luglio del 2008 quando scoppiò lo scandalo sessuale che doveva portare Berlusconi dritto dritto alle dimissioni. Ammettetelo, sembra quantomeno scorretto considerare questi due eventi come non correlati. Non arriverò, come ha fatto Rotondi, a sospettare che ci sia qualcuno pronto ad “uccidere” Berlusconi. Ma che in segreto qualcuno ambisca a sputtanare (perdonate il francesismo) pubblicamente il Cavaliere mi sembra assodato. Dunque Berlusconi conosce una ragazza ed è addirittura andato a farle un saluto durante la festa per i suoi (di lei, ndr) diciott’anni. Scandalo! Questa fanciulla lo chiama affettuosamente “papi”. Repubblica, ma siamo sicuri sia in buona compagnia, decide che questo dovrà essere il casus belli ed inizia a supporre. Cosa di preciso? Non si sa. Spesso si contesta a Berlusconi il vizio di fare una dichiarazione e smentirla il giorno dopo, ma il quotidiano non si discosta molto da questo comportamento. In principio sembrerebbe di capire che Noemi sia, udite udite, la figlia illegittima del Cavaliere. Caspita, chissà quali prove avranno quelli di Repubblica! Poi invece il padre di lei si dice prontissimo a fare il test del DNA. Eh no, la storia della figlia illegittima non regge più. Bisogna cambiare strada. Noemi Letizia passa allora da figlia a “fidanzata” del Premier. A parte il fatto che davanti alla legge un eventuale rapporto sessuale tra un settandaduenne e una diciassettenne consenziente (si parla di capodanno, e la nostra era ancora minorenne) vale quanto la mia parola in un trattato di filosofia, anche qui le prove latitano! L’ex fidanzato della giovane ragazza (che DAW racconta essere stato condannato per rapina) racconta di un capodanno in Sardegna con altre trenta ragazze. Beh, di certo Repubblica avrà fonti più credibili di questa.. o forse no? Si monta un caso di sesso senza portare prove sul chi, sul come, sul dove e sul quando e, soprattutto, sul cosa. Accidenti, sono le “cinque W” del giornalismo! Altro che le “dieci domande”. Ci illustrino lorsignori di Repubblica i termini in cui questo amore si sarebbe consumato! E, possibilmente, senza pensare che le parole di un Premier siano moralmente inferiori a quelle di un ragazzo. A me questa montatura sa tanto di bufala. Molto più che in altri casi. Ma davvero pensate che Berlusconi sia così stupido da irrompere ad una festa “proibita” sapendo che al suo seguito c’erano fotografi e reporter? Lo credete così stupido? Suvvia, e allora come avrebbe ordito tutte le oscure trame di cui l’avete accusato in questi quindici anni? Secondo me la prima verità in tutta questa storia arriva dalla bocca del sempre attento Umberto Bossi che dice: “Onestamente, Berlusconi i suoi anni ce li ha. Vabbè che c’è il Viagra ma ci credo poco”. Tradotto in Italiano questo è un invito: “Attenzione sinistri, mollate questo tasto, questa volta è innocente e alle europee i risvolti di questa storia potrebbero distruggervi  e portare Berlusconi vicino al 45%”. E qui vorrei concludere con una notazione: ammettiamo che una relazione ci sia davvero stata. Certo, non sarebbe la cosa migliore che si può vedere in Italia ma niente di così grave. Dimissioni per lesa moralità? Andiamo, ora volete farci credere che l’Italia è un Paese morale? Caso mai le dimissioni le deve chiedere l’opposizione e sono assolutamente d’accordo con Di Pietro che ha avuto il coraggio di provarci. Lui sì ci guadagnerà. Ma certamente non a discapito del Premier.

Ora però mi lasciate sfogare un pochino.

Quello che sta accadendo è scandaloso. Si lascia lavorare Berlusconi incontrastato (l’opposizione non esiste) e poi, puntualmente, a un mese dalle elezioni, qualcuno (e non è l’opposizione, visto che non esiste) se ne esce con degli scoop sul Cavaliere. Nel 1994 addirittura fu un avviso di garanzia (poi risolto in un nulla di fatto) a far cadere il primo Governo Berlusconi! Ma senza andare così indietro con la mente pensate al 2008 e alle accuse di compravendita di Senatori. Suvvia.. E questa volta nulla è cambiato. L’opposizione non si “oppone” al Premier? Allora deve farlo qualcun altro. Ed ecco, puntuali come un orologio svizzero, le motivazioni della condanna di Millis da parte della Gandus che, pur non essendo Berlusconi imputato per via del lodo Alfano, tirano in ballo il Premier. E come se non bastasse ecco quelli di Repubblica a spingere sul gossip. Da notare che è previsto anche un attacco da parte della magistratura di Napoli (come scrive il Corriere). Ma guarda un po’.. la Giustizia sarà pure lenta ma con Berlusconi è puntualissima!!

Andremo a votare per le elezioni europee e, né da una parte né dall’altra sento parlare di Europa. Ma vabbè, vogliamo parlare di queste elezioni come di un Referendum (l’ennesimo) su Berlusconi? Bene. Cosa fa la sinistra per convincere gli Italiani a non votare il Cav? Attacca il Governo sui provvedimenti che ha preso (e ce ne sarebbe di puntualizzazioni da fare)? No. Attacca Berlusconi per una presunta scappatella. Il Partito Democratico è allo sbando e questo, ahimè, fa malissimo alla nostra Democrazia. Attendiamo solo di vedere cosa accadrà dopo la tornata elettorale e nel congresso di autunno degli uomini di Franceschini.

Nota: avevo deciso di votare Berlusconi alle Europee, poi ci stavo ripensando. Ora non ho più dubbi. Scriverò Berlusconi sulla scheda. Come risposta a tutto questo, perdonatemi la citazione, ciarpame.

[Omnia/Luca Zaccaro]

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