Apocalypse Now

È finitaÈ finita questa lunghissima giornata politica. È finita questa vomitevole farsa di FLI a favore del Governo. È finita forse la storia stessa di FLI. Certo, direte voi, è finita anche la storia del Governo Berlusconi IVÈ finita in verità anche la supponenza di Di Pietro (uno degli artefici, più o meno indirettamente, della vittoria del Cavaliere). È finito tutto. È il giorno dell’apocalisse.
Come certo saprete, “apocalisse” non vuol dire solo “fine”, ma anche e soprattutto “nuovo inizio”. Sì perché oggi si chiude un giorno, una stagione, un’era. Ma da domani i dadi ricominceranno a rotolare veloci.
Verso quale futuro?
Oggi Berlusconi ha stravinto, ha stracciato tutti. Nessuno ha retto. Inutile cercare di portare il discorso sul fatto che il Governo non ha ottenuto i 316 voti corrispondenti alla maggioranza. Non facciamo gli stupidi: nessuno con briciolo di intelligenza poteva pensare che oggi in gioco ci fosse la sopravvivenza del Governo. Il Berlusconi IV, quello nato due anni fa, è finito oggi insieme alle aspirazioni politiche di Gianfranco Fini. Un Governo non si regge sui voti dello Scilipoti di turno.
Oggi è andata in scena la sfida finale (?) tra due avversari-ex-amici che di politico aveva davvero poco. Questo è quello che è successo oggi.
Almeno così è come la penso io. Il Paese non meriterebbe davvero di vedere di nuovo scene come quelle accadute oggi dentro e fuori dai Palazzi della Capitale.
Domani Berlusconi si sveglierà senza Governo, ma con un potere che forse non ha mai avuto dal 1994 ad oggi: ha dimostrato ancora, una volta per tutte, ai “palazzari” (concedetemi il neologismo) che i conti non si possono fare senza l’oste e, almeno in democrazia, nemmeno senza l’elettorato. Da qui si capisce che quello che si aspetta il sottoscritto ora non sono niente altro che le elezioni. Probabilmente, e per certi versi anche a ragione, Berlusconi tenterà per lo meno di tirare avanti ancora qualche settimana/mese con una maggioranza allargata. Ma questo scenario non può che essere giudicato in corso d’opera.
Fini, all’alba delle tre del pomeriggio, si è ritrovato a dover dichiarare al microfono della “sua” Camera la vittoria schiacciante del suo nuovo acerrimo nemico. In un pochi minuti è passato dalla prospettiva della poltrona di Palazzo Chigi e dalla guida del “Terzo Polo” al limbo politico. Difficile (anche se non impossibile) ritenere che le intenzioni di FLI (e di Fini stesso) non escano fortemente ed inevitabilmente ridimensionate dalla giornata di oggi. Come potrebbe Fini guidare una coalizione se non risce a tenere insieme una ristretta componente Parlamentare? Non dimentichiamo che la fiducia a Berlusconi è arrivata grazie alle decisioni di uomini vicini al Presidente della Camera. Mi spiace davvero per Fini. In linea di principio, l’ho ripetuto più volte, la sua era una battaglia giusta contro questo PDL che non era certo quello che tutti noi avevamo in mente. Ha però clamorosamente “cannato” i modi e soprattutto i tempi della sua protesta. E poi ha commesso un plateale e incredibile errore: quello di rimanere attaccato alla sua poltrona. Oltre all’effettivo fastidio nel vedere riunioni-fiume nello studio della terza carica dello Stato volte solamente a convincere gli indecisi, se Fini oggi fosse stato seduto tra i banchi della Camera, invece che sullo scranno più alto, l’esito della votazione sarebbe stato molto diverso. E poi, sinceramente, ci ha messo troppo odio.. non si può andare dalla Annunziata a fare certe dichiarazioni dopo che per 16 anni sei stato considerato da tutti come il delfino perfetto. Gianfranco, mi spiace ma hai dimostrato di non avere molto “tatto” in certe cose della politica. E per uno che fa politica da quando è nato non è bello.
FLI vuole lanciare un’OPA sul centrodestra? Benissimo: sia d’ora in avanti più chiara e coerente (a partire dal suo Presidente) e prometto che non avrò pregiudizi la prossima volta che sarò nella cabina elettorale.
Casini invece gongola: da oggi è ufficialmente il capo di tutti quelli che vogliono sfidare il bipolarismo (se ce ne sono rimasti), per non parlare del fatto che lui ora, al contrario di altri, può andare in giro a vantarsi di non aver perso pezzi per strada, nel giorno del giudizio.
La Lega di per sé non rientra nel discorso, agli uomini di bossi oggi andava bene qualsiasi risultato.
Il PD invece è ancora una creatura evanescente: ne è la prova il fatto che la mozione che poteva decretare la fine di Berlusconi non veniva dagli uomini di Bersani ma da Fini e Casini. Per non parlare della dichiarazione di Calearo (tutta da verificare naturalmente) che ha detto che dal PD gli hanno “chiesto” di votare per Berlusconi..
L’altro grande, grandissimo sconfitto della giornata di oggi è sicuramente Antonio di Pietro, l’inascoltabile padrone dell’Italia dei Valori che ha scelto le candidature dei due Deputati che oggi hanno salvato il suo arci-acerrimo nemico, il Diavolo di Arcore. Per non parlare dell’ennesimo discorso da querela rivolto alla quarta carica dello Stato.
Domani, dopo quello che ho detto, mi aspetto le dimissioni di Fini, Di Pietro e forse (ma non ci spero) di Berlusconi stesso. Perché forse alle urne c’è una alternativa percorribile: un Governo disposto davvero a lavorare per il bene del Paese prendendo un sacco di decisioni impopolari. Chiaro che Berlusconi non potrebbe guidare una iniziativa del genere. E ora che ha avuto, finalmente, la sua vittoria finale potrebbe pensare di farsi da parte da vincitore assoluto (momentaneamente o a titolo definitivo) a favore di soluzioni più moderate e condivise. Ma questa è davvero fantapolitica.
Adesso sta scendendo la sera, sta arrivando la notte. Perché è chiaro che prima della rinascita bisogna assistere al tramonto.
A domani, Italia!

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Fate ridere

Terzo polo, riunioni allargate, conte all’ultimo sangue. Fate entrare anche loro… e siamo a 317!

Dopo la riunione di oggi tra FLI+UDC+API+MPA+LD sembra essere nata ufficialmente una nuova maggioranza parlamentare che si dice pronta a votare in blocco la sfiducia a Berlusconi.

E poi via con i messaggi ridicoli, quelli del tipo “Berlusconi deve continuare a governare”, “Berlusconi deve dimettersi di sua spontanea volontà”, “Se viene sfiduciato non è riproponibile”, senza dimenticare i “Chi non vota la sfiducia verrà espulso da FLI”.

Ma la volete smettere? Mettetevi il cuore in pace: mancano 12 giorni al 14 dicembre. 12 giorni che passerete in vacanza visto che la Camera è chiusa fino alla votazione decisiva (quanta indignazione in merito!).

Non sfracellateci i coglioni ogni santo giorno con queste dichiarazioni in puro “politichese”.

E’ in corso l’ultimo (ma sarebbe più giusto dire l’ennesimo) tentativo in ordine di tempo nato con l’unico scopo di far fuori Berlusconi. Altro che governi di emergenza, di salvezza, di responsabilità.. se avete i numeri e il coraggio andate a Montecitorio, dite a voce alta un bel “SI” alla sfiducia, prendetevi davanti al Paese tutte le responsabilità del caso e poi ci spiegherete in tutta tranquillità cosa succederà dopo.

Pare abbastanza ovvio che in questa occasione Berlusconi non ha margini di trattativa: anche se otterrà la fiducia saranno pochi voti, molto probabilmente di convenienza.

Con Berlusconi (con questo Berlusconi) non si continua, un Governo tecnico non può durare dopo che l’obiettivo principale (mandare a casa B.) è stato portato a termine.

Quelli che accusano il Cavaliere di voler perdere tempo perché non vuole dimettersi di sua spontanea volontà mi spiegano perché non sono allo stesso tempo a favore di nuove elezioni subito (con questa legge elettorale)?

Ah già, “per il bene dell’Italia”..

PS: Fini, sulle alleanze ti avevo avvertito.. per quanto mi riguarda sarebbero “Zeru Voti”

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Crisi di Governo (e di buonsenso)

In questi giorni, dipinti da molti come le “idi di Marzo” dell’avventura politica di Berlusconi, se ne sentono di tutti i colori. Probabilmente (si spera) la colpa è dovuta alla particolarità della situazione. Tutti i “giocatori” sono in qualche modo coinvolti e può darsi che l’emozione e l’incertezza su ciò che sta per accadere faccia loro dire cose che non stanno né in cielo né in terra.

La prima è una considerazione generale: oggi, come promesso, la compagine di FLI ha rassegnato le dimizzioni dal Governo. Tutti titolano che la Crisi è iniziata, evidenziando la convocazione per domani al Quirinale di Fini e Schifani (presidenti di Camera e Senato). In realtà sappiamo che Berlusconi è fortemente intenzionato a portare (legittimamente) la crisi in Parlamento quindi, finché non sentiremo il Cav gridare “Che fai, mi voti contro?” (e finché non vedremo i voti contrari di FLI) questa crisi non può affatto dirsi aperta.

In secondo luogo commentiamo la comica affermazione di Berlusconi in cui si dice intenzionato, in caso di fiducia dal Senato e sfiducia alla Camera, a chiedere lo scioglimento solo di questa ultima. Seppur si tratta di una ipotesi effettivamente percorribile secondo la tanto amata Costituzione, l’idea è tutt’altro che geniale. Ma ve lo immaginate il nostro Paese alle prese con una doppia elezione separata di Camera e Senato? Già il sistema è macchinoso di suo, se poi invece che migliorarlo andiamo in questa direzione.. per non parlare poi dei costi! No. E’ una strada decisamente improponibile. Il Cavaliere questo lo sa e farebbe meglio a concentrarsi sulle cose serie piuttosto che continuare a rilasciare dichiarazioni di questo tipo.

Terza osservazione per tutti i “futuristi” che ora sembra siano stati infettati di colpo dalla “Berlusconite”: cambiare idea è legittimo. Abbandonare un progetto perché non ci si sente più partecipi è assolutamente concesso se non addirittura una dimostrazione di coerenza (ma solo se in precedenza si è lottato per cambiare questo sistema dall’interno). Ma da qui ad affermare ai quattro venti di essere pronti a tutto pur di cacciare per sempre Berlusconi da Palazzo Chigi la strada è lunga! Vi siete accorti di colpo che Berlusconi è in realtà la reincarnazione di Satana? Benissimo, ma almeno non fate finta di aver vissuto nella reggia del Padrone negli ultimi sedici anni! Fini in realtà ha più volte cercato di porre rimedio a questa incoerenza non mancando di ringraziare il Cavaliere per alcune scelte fatte nel passato, ma se stiamo a sentire alcuni dei suoi “fedelissimi” sembra quasi che FLI non sia altro che una corrente dell’Italia dei Valori! Questo, scusate, ma non è tollerabile! E poi, almeno, mettetevi d’accordo: capisco che mettendo insieme FLI, UDC, API, PD e SL Berlusconi e la Lega li battete di sicuro, ma non mi sembra giusto nei confronti dei vostri (potenziali) elettori continuare in mezzo a tanta confusione. Ci fate capire quello che volete fare? Chiederete un Governo tecnico? Oppure le elezioni? E in tal caso correrete da soli o stipulerete un patto con l’UDC e l’API? Oppure siete seriamente tentati dal “Carrozzone – Unione 2.0”? So che forse non è il caso di parlare di queste cose prima delle dimissioni di Berlusconi ma per carità, fate un po’ di chiarezza perché dalla Terra si fa davvero fatica a capirci qualcosa!

Ultima osservazione rivolta a Bersani e a tutto il PD: prima la scena gli viene rubata (letteralmente) da Di Pietro. Poi ecco spuntare Fini. Ma volete comportarvi come se foste davvero il maggior partito di opposizione? Segnali come l’esito delle primarie di Milano (svoltesi ieri, vittoria del candidato ex PRC e sostenuto da Vendola su quello sostenuto dal PD) dovrebbero far riflettere! Dovete aspettare che sia Di Pietro a chiedervi di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del Governo? Se per voi è una strada percorribile dovevate avere per primi il coraggio delle vostre azioni!

Mi fermo qui, solo perché il resto bisognerà valutarlo in seguito a quello che accadrà in Parlamento.

PS: sembra che le cose stiano effettivamente andando avanti più o meno così.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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I have some difficulties..

Berlusconi durante la riunione del G20 confida al collega Vietnamita di avere “qualche difficoltà al momento” parlando, ovviamente, della situazione politica italiana.

Gli aggiornamenti in breve sono questi: Berlusconi in pratica ha offerto a Fini la possibilità di entrare direttamente nel Governo (con un rimpasto senza crisi formalizzata) ma questi ha declinato l’invito ripetendo che vuole le dimissioni del Premier.

Le due strade possibili a questo punto sono due: dimissioni spontanee e preventive del Cavaliere o sfiducia in Aula da parte di Fli dopo l’approvazione della Finanziaria e dopo aver ritirato i suoi esponenti dal Governo (lunedì). In entrambi i casi, visto il clima, si tratterebbe di “crisi al buio” ovvero senza la certezza da parte dell’attuale Presidente del Consiglio di ricevere dal Presidente della Repubblica l’incarico di formare un nuovo Governo (come è accaduto, per esempio, a Prodi nel Febbraio 2007).

Lo stesso Berlusconi infatti “respira” nell’aria, nonostante tutto, la voglia di più parti di liberarsi di lui. E per questo non sembra intenzionato a farsi da parte per primo. Vuole sfruttare anche la minima occasione per addossare tutta la colpa della crisi su Fini (che poi è il suo obiettivo da settimane). Del resto per aprire una crisi è necessario che qualcuno lo sfiduci in Aula e chi potrebbe essere se non Fini stesso?

A quel punto, incassata la Sfiducia, Berlusconi potrebbe salire al Colle “più tranquillo”. Potrebbe chiedere il reincarico o puntare dritto verso le elezioni. Nel primo caso costringerebbe Fini a tornare tra le fila della maggioranza, nel secondo si preparerebbe alla campagna elettorale più “cattiva” della sua avventura politica.

Per quanto mi riguarda, arrivati a questo punto, la sfiducia parlamentare è l’unica strada percorribile. Si possono dire davvero tante cose sul conto di Berlusconi ma bisogna ammettere che non ha tutti i torti quando dice di non potersi più fidare né di Tizio né di Caio.

Ancora una volta conteranno i fatti più che le parole e i proclami. E la cosa divertente (se così si può dire) è che questa volta il Cavaliere rischia di essere l’unico a spingere verso una soluzione politicamente e istituzionalmente corretta.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Fini ripiomba nel 2005

Ho trovato il discorso di Fini molto istituzionale, pieno di buoni propositi e belle idee. Un po’ come era accaduto a Mirabello. Ma le buone notizie, ahime, si chiudono qui.

Per quanto mi riguarda sono infatti decisamente deluso. Non per quanto in futuro Fini potrà fare con il suo partito, ma per quello che è intenzionato a fare oggi: la conclusione, quella che tutti attendevano, è stata presa. Fini ha scelto la strada (impervia) del rimpasto di Governo.

Le possibilità erano 3: accettare la mano tesa di Berlusconi, chiedere un rimpasto o sfiduciare il Premier. La prima e l’ultima erano in qualche modo scelte di responsabilità, mentre quella intrapresa ha un sapore squisitamente politico.

Fini infatti ricade nella tentazione di criticare Berlusconi e il PDL e lo fa con toni decisamente più pesanti di quelli utilizzati a Mirabello. Per carità, ha una maledetta ragione quando si lancia contro la politica economica di Tremonti, contro l’eccessiva personalizzazione del partito di Berlusconi, contro l’arretratezza in materia di diritti civili e soprattutto contro la golden share della Lega (cita come esempio l’utilizzo dei fondi FAS per accontentare gli allevatori), ma commette di nuovo il gravissimo errore di dimenticare che il PDL (il partito finito, quello che va superato) è stata la sua casa fino a qualche mese fa. Nonostante abbia ricordato solo questa mattina ad un giornale tedesco come sia stato uno sbaglio fondare il PDL insieme a Berlusconi (a proposito, ma dove sarebbe oggi senza il PDL stesso?), Fini aveva il diritto ed il dovere di denunciare ufficialmente tutto questo senza aspettare l’inevitabile deferimento (che in verità è andato a cercarsi).

Che senso ha chiedere oggi, in questa situazione, un passo indietro a Berlusconi per ritrovarsi poi intorno ad un tavolo per ripartire sulla base di “4-5 missioni indispensabili” quando lo stesso Presidente della Camera ha passato gli scorsi due anni e mezzo a criticare senza mai proporre davvero qualcosa di concreto nelle sedi appropriate?

Fini poi si lascia andare e, forse a causa dell’ambiente a lui molto favorevole, abbassa la guardia e commette degli errori: il primo lo fa parlando della Lega. Muove delle giuste critiche al partito di Bossi ma la sensazione è quella di un complesso di inferiorità in quanto il suo partito non viene riconosciuto come interlocutore privilegiato del PDL come accade invece con gli uomini del “Senatur”. Il secondo errore è riferito al Bipolarismo e alla necessità che l’avversario non torni poi ad essere un nemico dopo le elezioni. Qui forse Fini si scorda di come era iniziata la legislatura e di come sia stato il PD a tornare a scagliarsi contro il solito Berlusconi (già dopo pochi mesi di Governo). Il terzo grave errore (ripreso, come vedremo, da Berlusconi) lo commette parlando proprio di rimpasto. Prima si lamenta del fatto che il Parlamento sia stato spesso esautorato per colpa del Governo e poi chiede l’apertura di una crisi passando direttamente la palla al Presidente del Consiglio. Ma senza dubbio la cosa sconvolgente, già segnalata da alcuni analisti, è che il Presidente della Camera (terza carica dello Stato), Presidente di un partito che minaccia di passare all’opposizione, chieda direttamente le dimissioni del Presidente del Consiglio (quarta carica dello Stato). Insomma, la “cadrega” di Montecitorio non sarà certo nelle disponibilità del Presidente del Consiglio, ma non vale nemmeno il contrario!

Ma a parte tutto, se è vero tutto quello che Fini ha detto, che senso ha chiedere un rimpasto? Che senso avrebbe un nuovo Governo con Berlusconi? Che senso ha ritirare Ministri e Sottosegretari da un Governo che si può far cadere in ogni momento? Nessuno crede davvero che la strada indicata da Fini sia percorribile. E tutti sanno bene che non sarebbe nemmeno (del tutto) colpa di Berlusconi se la situazione a questo punto precipitasse. Fini voleva rispedire il “cerino” nelle mani del Cavaliere ma a me pare solo che abbia evidenziato una sua NON-assunzione di coraggio e responsabilità. Forse il Paese non può permettersi elezioni, ma nemmeno un nuovo Governo di questo tipo!

Quanto a Berlusconi e al PDL non c’è ancora una risposta ufficiale ma da ciò che filtra dai soliti “ambienti vicini” Berlusconi avrebbe detto di non aver alcuna intenzione di dimettersi. Il Cavaliere avrebbe detto (come è nella sua natura) che se Fini vuole “andargli oltre” deve venire in Aula e avere il coraggio di sfiduciarlo, di fronte al Parlamento e al Paese intero. Il cerino quindi rimane nelle mani di Fini perché il Governo è intenzionato a continuare a lavorare e l’unico modo per mutare lo “status quo” è un voto di sfiducia.

Sembra avverarsi almeno in parte quello che avevo “predetto” qualche giorno fa. Fini vuole rivivere il 2005 e il Berlusconi-bis ma si ricordi che anche quella volta il Cavaliere era dato per spacciato..

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Ore 13:40, è la fine del PDL (o forse no..)

Va in onda, praticamente in diretta Nazionale, lo strappo finale, clamoroso tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Durante la direzione del PDL il livello di tensione tra i due è stato tale che si sono superate persino le parole, arrivando addirittura a gesti di minaccia e sfida. Uno spettacolo indecoroso, non c’è dubbio.

Fini contestava a Berlusconi la gestione monarchica del partito e la poca attenzione alle riforme vere, l’altro faceva notare che certo non giova un bastiancontrario che in pubblico contesta ogni decisione del Presidente del Consiglio e capo del proprio partito.

La fine si consuma quando Berlusconi accusa Bocchino e soci (e, indirettamente, Fini stesso) di “esporre il partito al pubblico ludibrio”. Il Presidente della Camera si alza dalla platea e si dirige sotto al palco, puntando l’indice contro il capo del Governo. Poco dopo il Premier invita a Fini a lasciare lo scranno più alto di Montecitorio se intende tornare subito alla politica attiva. Questi gli risponde ironicamente (ma neanche troppo); “Sennò che fai, mi cacci?”.

E’ chiaro, questo è un punto di non ritorno. Ma non aspettiamoci, almeno nel breve periodo, un addio da parte di Fini. Infatti, se è vero che Berlusconi ha ragione quando parla di osservazioni politiche che non si addicono ad un Presidente della Camera, tantomeno se fatte in pubblico, bisogna dare atto a Gianfranco che le questioni che pone sono serie e vanno affrontate.

Non dimentichiamoci poi di guardare anche l’altro lato della medaglia: per Fini il PDL è una grandissima risorsa capace di generare il 40% dei voti e con l’atteggiamento tenuto oggi, al contrario di quanto pensano in molti, si è candidato dritto dritto alla sua guida in un futuro prossimo, quando il PDL non sarà più il partito di Berlusconi e dovrà per forza imparare a fare a meno di lui. Quel giorno, quando sfiderà Tremonti, potrà affermare senza ombra di dubbio di non essere “l’erede” del Cavaliere ma di brillare di luce propria. Potrà aspirare, insomma, a quel vasto bacino elettorale moderato che però ce l’ha su a morte con l’attuale Premier.

La questione semmai è se e quando questo scenario si realizzerà. Non posso escludere che Berlusconi, piazzata qualche riforma molto gradita al Paese, decida di chiamare tutti alle urne. A quel punto il peso politico di Fini verrebbe azzerato totalmente, insieme a quello dei suoi fedelissimi. Se invece il Governo dovesse portare a termine la legislatura, allora la strada verso la guida del partito non sarebbe poi così tanto in salita per Gianfranco. E’ impensabile, almeno allo stato attuale, una nuova candidatura di Berlusconi a Palazzo Chigi nel 2013.

Vediamo ora cosa accadrà nei prossimi giorni, quali saranno le reazioni del mondo politico e dell’elettorato a questo scossone senza precedenti se guardiamo alla storia politica del centrodestra negli ultimi 15 anni. Perlomeno possiamo finalmente dire che Fini si è assunto la responsabilità delle proprie azioni e della propria azione politica.

Oggi, ha ragione Fini, si chiude l’era dell’unanimismo, caratteristica costante e purtroppo negativa dell’era Berlusconiana. Per la prima volta Berlusconi dovrà confrontarsi con una opposizione interna e organizzata.

Ma alla fine, per il PDL, potrebbe essere solo un bene.

[Omnia/Luca Zaccaro]

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E’ tutto FINIto?

L’immagine qui sopra, che giganteggia anche nell’home page del Corriere, segna un punto di non ritorno nella storia politica del centrodestra italiano: le strade di Fini e Berlusconi si sono definitivamente separate.

Aveva resistito allo tsunami della fine della CDL e, un po’ a malincuore, aveva deciso di far confluire la “sua” AN nel PDL. Poi ha conquistato la poltrona della Camera e ha perso di vista i resti del suo partito, “fagocitati” dall’area forzista e da Berlusconi in persona.

Ora, dopo la  vittoria “osteggiata” alle regionali (solo l’ultima di una serie innumerevoli battaglie della “guerra fredda”), è arrivato il faccia a faccia con il Premier, un giorno dopo l’incontro tra lo stesso Berlusconi e Bossi. E’ chiaro che qui si stanno pianificando non solo le grandi riforme, ma anche la geografia politica del centrodestra dopo il 2013 (avete per caso sentito le sparate sul premier leghista?). E Fini forse ha capito che il suo potere d’acquisto è notevolmente diminuito di recente.

Il presidente della Camera avrebbe minacciato, secondo quanto viene riferito da fonti della maggioranza, l’ipotesi di creare in Parlamento gruppi autonomi dal Pdl.

Berlusconi, dal canto suo, avrebbe risposto: «Rifletti bene su questa decisione di dar vita a gruppi autonomi perché se lo farai l’inevitabile conseguenza dovrebbe essere quella di dover lasciare la presidenza della Camera»

Nulla da eccepire: se Fini ha deciso di percorrere questa strada è liberissimo di farlo, ma prima deve rinunciare al ruolo che il PDL, tutto il PDL, gli ha permesso di ricoprire.

In realtà c’è anche una seconda possibilità: se Fini decidesse di dar vita ad un gruppo parlamentare e se i suoi “fedelissimi” avessero i numeri per decidere le sorti del Governo, allora dovrà essere Berlusconi stesso a dimettersi.

In ogni caso una cosa è certa: l’idillio (vero o presunto) tra Berlusconi e Fini è finito. E quasi sicuramente lo è anche il PDL come speranza di un partito di destra moderno e non Berlusconi-centrico.

Male per l’Italia. Bene per Berlusconi che accresce ancora di più il suo potere politico.

[Omnia/Luca Zaccaro]

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Silvio, Lascia o Raddoppia!

Quello che è successo è chiaro a tutti: Gianfranco Fini, Presidente della Camera, si è fatto beccare mentre scambiava opinioni personali sul Premier con Nicola Trifuoggi (già odiato dal Cav. per un suo tentativo di spegnere le sue TV private nel 1984).

Riporto per completezza i passaggi più importanti del Fini-pensiero: “confonde la leadership con la monarchia assoluta”, “confonde il consenso con l’immunità”, “il riscontro delle dichiarazioni di Spatuzza … è una bomba atomica”.

Fini si difende: avrebbe semplicemente detto in tono colloquiale ciò che ha sempre detto in pubblico. Ha ragione.

Qui infatti non si tratta della persona-Fini, e neanche del Presidente-Fini. Se Fini oggi si presentasse alle elezioni con alcune delle sue recenti esternazioni scritte su una specie di programma, molto probabilmente non avrei difficoltà a votarlo (e nessuno, berlusconiano, dovrebbe averne, date le molte similitudini con il clima del ’94).

Qui il problema è che il vice capo del partito spara a zero sul suo capo, senza mediazioni e senza che questo sia presente. Se poi aggiungiamo che è merito di Berlusconi se ora Fini è arrivato alla attuale poltrona e se chiudiamo il discorso sull’ormai non troppo velato disegno di accerchiamento nei confronti del Cav. la situazione si fa pesante.

Cerco di ripetermi perchè so di non essermi spiegato: negli ultimi mesi Berlusconi è stato vittima di una massiccia campagna mediatica portata avanti dal gruppo Repubblica/Espresso e alcuni media internazionali. Fini non ha mai preso in modo chiaro le difese del suo capo-partito. Questo ci sta. Poi la Magistratura è tornata a confrontarsi con il Cavaliere: prima il Lodo Alfano, poi le decisioni sul caso Mills e infine il gioco di cifre sul processo breve.Neanche in questo caso dal Presidente della Camera sono arrivati messaggi di piena solidarietà. Anche questo ci sta, ma intanto le voci di un piano anti-Berlusconi iniziano a circolare. Ecco poi tutta la faccenda dei presunti rapporti tra Silvio e la mafia. In un clima del genere Berlusconi si aspettava dichiarazioni di vicinanza da parte di Fini. E invece ecco il fuori-onda.

Il problema non è cosa Fini pensi di Berlusconi, ma il modo e la tempistica con cui lo ha infelicemente e casualmente (?) fatto sapere agli italiani.

Al diavolo la dialettica interna al partito, e pure la libertà di espressione. Ci sono situazioni (soprattutto se non si è in clima elettorale) in cui PUBBLICAMENTE non bisogna lasciarsi scappare certe cose. Berlusconi ora è ufficialmente sfiduciato dal co-fondatore del suo partito.

Non che questo sia un problema per il Governo (Fini, nell’attuale scacchiere politico, non conta molto) ma è un danno di immagine incredibile per la maggioranza e un grande boccone amaro da digerire per il Cavaliere che difficilmente rivedremo al fianco dell’attuale Presidente della Camera, comunque vadano le cose.

Torniamo al titolo. Fini continua a rimanere il più papabile successore di Berlusconi alla guida del PDL. Ma oggi a mio parere ha perso la possibilità (molto importante) di una investitura diretta. Ma non è per forza così che andranno le cose. Il fatto che ora i dissidi tra i due siano divenuti di pubblico dominio scombina tutti i piani fin qui possibili. Forse, in casi estremi, si potrebbe addirittura arrivare allo scioglimento del PDL così come lo conosciamo oggi. Ok, è un’ipotesi abbastanza remota ma non da scartare completamente. Berlusconi, colpito nella sua umanità, è capace di colpi di testa difficilmente prevedibili (il predelino, ricordate?).

A mio parere così non si può andare avanti. Un Presidente del Consiglio con un mirino puntato addosso non può continuare a svolgere il suo lavoro senza rimetterci la sanità mentale. Urgono decisioni per uscire dall’empasse che dura più o meno da maggio. O dal 2005, se vogliamo essere cattivi.

Conferenza stampa a reti unificate? Dimissioni e fuga ai Caraibi? Espulsione di Fini? Elezioni anticipate? Nuova ricandidatura del Cav?

Non lo so, ma aspettare inerti che qualcuno prema (metaforicamente, nda) il grilletto mi sembra davvero poco saggio.

Silvio, lascia o raddoppia!

[Omnia/Luca Zaccaro]

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