Sognando il Tricolore – Puntata 2

Eccoci alla seconda puntata di una serie di articoli per cercare di capire come finirà questo stranissimo campionato di calcio di Serie A.
Partiamo dai dati certi: mancano 4 giornate (35, 36, 37, 38), 12 punti in ballo. La classifica è questa:

I dati certi, ereditati dalle giornate precedenti, sono questi: la corsa scudetto è affare esclusivo di Juventus e Milan, mentre i bianconeri sono aritmeticamente qualificati alla prossima Champions League senza dover affrontare i preliminari.

Partendo dalla corsa scudetto, essendo la Juventus davanti al Milan anche per quanto riguarda gli scontri diretti, le probabilità aritmetiche di vincere lo scudetto sono per i bianconeri dell’82%. Passando però al lato più “sportivo”, lo Juventus Stadium ospiterà la sua squadra solo due volte mentre i milanisti giocheranno in casa tre volte (se contiamo anche il derby). Calendario alla mano sembra ora che il cammino della Juventus sia molto più in discesa di quello del Milan (che deve affrontare ancora Atalanta e Inter). Il cammino della Juventus sembra agevolato anche dal fatto che la penultima giornata (quella che, ad oggi, potrebbe consegnarle lo scudetto) la vedrà impegnata prima del Milan, dopo che per molte giornate ha dovuto giocare conoscendo già il risultato dei milanisti.
Ecco lo scorcio finale di campionato per quanto riguarda la lotta scudetto:

GIORNATA 35
Novara – Juventus (Domenica 29/04/2012 15:00)
Siena – Milan (Domenica 29/04/2012 15:00)
GIORNATA 36
Juventus – Lecce (Mercoledì 02/05/2012 20:45)
Milan – Atalanta (Mercoledì 02/05/2012 20:45)
GIORNATA 37
Cagliari – Juventus (Domenica 06/05/2012 15:00)
Inter – Milan (Domenica 06/05/2012 20:45)
GIORNATA 38
Juventus – Atalanta (Domenica 13/05/2012 20:45)
Milan – Novara (Domenica 13/05/2012 20:45)

Passiamo ora alla Champions League: sappiamo che la Juventus è aritmeticamente qualificata senza preliminari alla prossima edizione della Champions League e, da questa giornata, è in compagnia del Milan, anch’esso QUALIFICATO SENZA PRELIMINARI. Il terzo posto, utile per guadagnare i preliminari della massima competizione europea, è invece traguardo possibile per molte squadre, anche se in corsa sembrano rimanere Lazio, Napoli, Inter Udinese e Roma.

Stesso discorso per i due biglietti di Europa League: l’aritmetica non da ancora sicurezze, la lista delle pretendenti è grossomodo quella fatta sopra per la Champions. Maggiori indicazioni in questo senso arriveranno nelle prossime giornate.

Per quanto riguarda invece il discorso retrocessione arriva il primo verdetto: dopo la sconfitta contro la Juventus, il Cesena è ARITMETICAMENTE RETROCESSO, mentre per gli altri due posti sembrerebbero maggiormente a rischio Genoa, Lecce e Novara.

Due parole sulla partita della Juve: nei due anni passati partite come queste sarebbero finite con un misero pareggio se non, addirittura, con una bruciante sconfitta a causa di un gol preso in contropiede. Oggi i bianconeri hanno la difesa migliore d’Italia (e, probabilmente, d’Europa) e hanno imparato a crederci fino all’ultimo. Conte manda in campo 5/6 attaccanti e alla fine trova il gol con il redivivo Borriello, al primo centro con la Signora. Un gol pesantissimo che serve ad aumentare ancora di più le possibilità di portarsi a casa uno scudetto che avrebbe del clamoroso.

Ci vediamo al prossimo appuntamento Lunedì 30/04/2012 per commentare la situazione dopo la giornata 35.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Ciao Milan

Il 10 è per sempre. Mi ha fatto effetto, devo ammetterlo (photo credits: LaStampa). Vedere la Storia, la Leggenda vivente indossare la maglia rossonera. Ma, in fondo, era sempre un numero 10. E Seedorf credo che si meriti questo onore.

Il palcoscenico è lo “Juventus Stadium” di Torino che, a quanto pare, ospiterà la finalissima di Europa League nel 2014.

Gli attori erano Juve e Milan, sicuramente le due migliori squadre d’Italia in questa stagione.

Lo spettacolo è la semifinale di ritorno di Coppa Italia.

Poca roba, fino a qualche anno fa. Troppo il tempo da dedicare a Campionato e Champions. Ma, dopo le singolari conseguenze di “Calciopoli”, questa era per la Juve la prima vera occasione di giocarsi l’accesso ad una finale. La possibilità di tornare a vincere qualcosa. Conte non ha fatto nulla per nasconderlo. “E’ la partita più importante dell’anno”. E se è vero che forse non vale lo stesso per il Milan, il solo fatto di avere di fronte l’amico-nemico di sempre riesce a caricare i giocatori al di là di quelle che sono le vere prospettive del campo. Ne viene fuori una sfida che riflette quelli che erano i pronostici: tanto gioco, tanto impegno e tanti gol. La Juve, pur rimaneggiata per la Coppa (come è sempre stato quest’anno), spende il 101%. E il Milan non è da meno. Conte affida le chiavi della sua Creatura al “Fabbricante” (per dirlo “alla Matrix”). “Questa è la partita di Del Piero”. L’ultima del grande Campione contro il Milan. E lui, come al solito, si carica sulle spalle la sua Squadra e la porta in campo. E ci mette pure la firma, con un’infilata da prima punta.

Poi il gioco la fa da padrone fino al centoventesimo minuto. Fino al fischio finale. La Juve è in finale.

Ma non è ancora finita. Del Piero deve rendere onore allo Stadio e ad uno dei suoi avversari storici, il Milan. Seedorf (anche lui, probabilmente, all’utlima sfida contro la Juve) gli si avvicina e gli chiede la maglia. Alex accetta e si infila il “10” dell’amico. Poi riabbraccia i compagni e si dirige sotto la curva. Con la maglia del Milan.

E’ una scena, a mio parere, bellissima. Del Piero è il Leader della Juve e non deve più dimostrare niente a nessuno. E il fatto di indossare la maglia di un avversario è solo il modo migliore di rendergli onore.

La cosa importante, fondamentale, è che non sia altro numero all’infuori del 10.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Pillole di Grande Juve

L’ultima volta che ho visto una partita del genere da parte della Juventus ero ancora al Liceo. Non sembra, ma a fare bene i conti è passato parecchio tempo dal maggio del 2006 e dall’ennesimo scudetto “facile”. Facile, ci tengo a sottolinearlo, perché quella squadra in Italia non aveva rivali. Mica per le altre storielle che ci hanno costruito attorno. Ma torniamo al presente. Uno stadio spettacolare, stracolmo. Una bolgia capace di diventare, come nei sogni di Agnelli, il dodicesimo giocatore della Juve. Una squadra umile, decisa e tonica che, da settima in campionato l’anno passato, accoglieva in casa i Campioni d’Italia. Poi il fischio d’inizio. Novanta minuti in cui il Milan non è riuscito a ragionare nemmeno su un pallone. Gioco, grinta e corsa. Tanta corsa. Calato questo tris ieri sera non ce n’è stato per nessuno. Intendiamoci, in campo non c’erano i grandi campioni.. i Messi, i Ronaldo. C’era una buona Squadra, formata da qualche vecchia (mi si perdoni il termine) gloria e da giovani volenterosi. Una Squadra dunque. Con la “S” maiuscola. Perché è così che oggi in Italia si vincono le partite. Quando il Napoli riesce a rifilare tre “papine” alla Grande Inter. Una difesa granitica che da sicurezza permette ai centrocampisti di non preoccuparsi di quello che accade dietro e di pensare solo e soltanto a non far ragionare gli avversari, macinando chilometri e invenzioni. Chiaro, è tutto più facile quando hai un Pirlo in questo stato di grazia, ma come ho già detto non è merito dei singoli se ieri sera ha vinto la Juve. C’è ancora parecchio da migliorare.. ad esempio bisognerebbe insegnare a Vidal che la porta ha una ampiezza di circa 7 metri per due e non è quella del rugby. Bisognerebbe far fare a Krasic un corso intensivo di Italiano perché quest’anno che c’è da seguire alla lettera le istruzioni dell’allenatore pare esserci qualche problema di troppo nella comprensione. Bisogna spiegare a Chiellini che se aspira ad essere il migliore in Italia prestazioni come quelle di ieri sera devono essere la norma e non l’eccezione. Bisogna spiegare a Marchisio che lo spirito con cui si entra in campo deve essere sempre quello visto ieri. Bisognerà anche spiegare a Del Piero (e questo non sarà semplice) che in partite come questa, dove il ritmo è tutto, potrebbe non esserci spazio per un fuoriclasse che, nonostante tutto, si avvia ai 37 e non può certo garantire queste prestazioni. Ma non si preoccupi, il campionato è ricco di partite in cui la sua invenzione di giornata può fare la differenza.
Bisognerà infine spiegare a Conte che se si azzarda a mollare la presa, a far solo trasparire una briciola di soddisfazione, a “rilassarsi” e rilassare la squadra potrebbe rovinare tutto quello che ha costruito fin ora e che gli juventini aspettavano da cinque anni. Continuate così.
Una nota di colore: Metro (giornare gratuito di Milano) titola “A Torino vince una Juve fortunata” e, poco sotto, “per larghi tratti il Milan ha avuto in mano il pallino del gioco creando diverse palle gol”. Ecco, non so cosa sia successo ma evidentemente dalle parti della Redazione il segnale di Sky arriva parecchio disturbato.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Juventus, anno zero

Gli occhi lucidi sembravano davvero autentici. Cosa che in mezzo al mare di ipocrisia che bagna il mondo del calcio non fanno di certo male. Lo stadio è spettacolare e lo spettacolo è stato all’altezza delle aspettative. Il Presidente, visibilmente emozionato, ha presentato la nuova Juventus. Perché, come ha detto Caressa, da questo nuovo stadio nasce necessariamente anche una nuova Società. Che deve lasciarsi alle spalle quanto accaduto negli ultimi cinque anni e ritornare a vincere come ha sempre fatto nella sua gloriosa storia. Mi è piaciuta tanto la rivendicazione dei 29 scudetti (e a chi si lamenta dell’assenza della Triade posso solo dire che questa frase serve anche e soprattutto a ricordare il suo prezioso lavoro negli anni novanta) e la sfilata di stelle (a proposito, ma Nedved e Zidane?) e di allenatori (che bello vedere Lippi in lacrime) ma la parte sicuramente più bella è stata la “scenetta” della Panchina (quella della fondazione), calata in mezzo al campo e “calcata” dai due pilastri della Juve: Boniperti e Alessandro Del Piero. Quest’ultimo, emozionato come e forse più degli altri, ha ringraziato Torino per tutto quello che gli ha dato in questi diciotto anni. Praticamente le prove generali per l’addio di Giugno. Poi i memoriali delle grandi vittorie e delle tragedie (come quella dell’85). Da domani però sarà sfida vera. Lo stadio è nuovo ma la squadra è quella del mercato estivo 2011. E puoi avere lo stadio più bello del mondo (non esageriamo, d’Italia..) ma per tornare grande tra le grandi le partite le devi vincere sul campo. In effetti la partita con il Parma è stata l’esordio migliore che si potesse immaginare, una vittoria netta, con la squadra padrona del gioco e mai in difficoltà. Grandissimi Pirlo e Del Piero, bene tutti gli altri. E’ iniziata la storia della nuova Juventus..

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Juve – Giudizio sul mercato estivo

Come da tradizione eccomi qui a commentare il mercato estivo della Juve. Iniziamo subito col dire che Aguero era uno di quei “colpi impossibili da Tuttosport”. Nessuno ci aveva mai neppure sperato. Altra storia per Rossi. Se le cose fossero andate diversamente (e se la Juve si fosse mossa un po’ prima e con un po’ più di decisione) il colpo era assolutamente fattibile. Ma tant’è. I due “colpacci” del mercato sono stati sicuramente Mirko Vucinic dalla Roma per 15 mln e Arturo Vidal dal Bayern per 10,5 mln. Sicuramente due abili giocatori (almeno il primo, il secondo non lo conosco bene). Mi lascia solo un po’ sospetta la cifra totale spesa per questi due rinforzi: non so se valgono così tanto. Checché se ne dica un altro grande acquisto della Juve è stato Andrea Pirlo, preso a parametro zero dal Milan. Se il giocatore riuscirà a mantenere uno stato di salute accettabile le sue qualità non possono essere messe in discussione. Se n’è andato da Milano perché là gli offrivano un annuale. Qui ha trovato pace per parecchi mesi, forse gli ultimi della sua lunga e vittoriosa carriera. In chiusura di mercato arriva Elia dall’Amburgo per 9 mln. Stesso discorso fatto per Vidal: saranno stati soldi ben spesi? Ci sono poi Ziegler (svincolatosi dalla sua squadra precedente) e Estigarribia (in prestito). Mi lascia invece qualche dubbio la cifra spesa per acquistare a titolo definitivo Lichtsteiner: il ragazzo corre e anche tanto, ma così tanto da giustificare 10 mln? Ah ecco.. la compartecipazione di Giaccherini, giovane promettente. Bene. Sessione interessantissima invece sotto il fronte partenze: ci siamo liberati finalmente di Tiagio, Grygera e Martinez (quest’ultimo è in prestito) e di Traorè, Melo, Lanzafame, Saliamidzic e Sissoko. Per alcuni mi dispiace, per altri meno. Fatto sta che i loro ingaggi pesavano eccome e la società credo abbia preso decisioni giuste. Mi spiace in particolare per Aquilani, ma le circostanze non hanno permesso di fare di più. Per quanto riguarda Amauri invece pare che abbia rifiutato diverse opzioni e sembra che la Juve sia ora orientata a metterlo fuori rosa. Un’ultima nota va riservata all’allenatore.
Conte è giovane ma ha dimostrato una certa preparazione. L’obiettivo è sempre quello: fare il “salto” ad una squadra di livello. Sarà lui a riportare la Juve ai fasti di un tempo?
Intanto il mio giudizio sul mercato è un 6,5/10. Si poteva fare molto di più ma senza coppe europee è già stato fatto molto. Di seguito la rosa 2011/2012 aggiornata al 31/08/2011 (Wikipedia).
N. Ruolo Giocatore
1 P Gianluigi Buffon (vice-capitano)
2 D Marco Motta
3 D Giorgio Chiellini
5 C Michele Pazienza
6 D Fabio Grosso
7 C Simone Pepe
8 C Claudio Marchisio
9 A Vincenzo Iaquinta
10 A Alessandro Del Piero (capitano)
11 A Amauri
13 P Alexander Manninger
14 A Mirko Vučinić
15 D Andrea Barzagli
16 D Reto Ziegler
18 A Fabio Quagliarella
19 D Leonardo Bonucci
20 A Luca Toni
21 C Andrea Pirlo
22 C Arturo Vidal
24 A Emanuele Giaccherini
26 D Stephan Lichtsteiner
27 C Miloš Krasić
29 D Paolo De Ceglie
30 P Marco Storari
32 A Alessandro Matri
33 D Frederik Sørensen
34 C Luca Marrone
35 C Elio De Silvestro
38 C Giuseppe Ruggiero
44 P Mario Kirev
?? C Marcelo Estigarribia
?? C Eljero Elia

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Che vittoria!

Che bei ricordi.. quando la Grande Juve batteva 3 a 1 il Real Madrid in quella che molto probabilmente è stata la sua miglior partita dell’ultimo cinquantennio.. altri tempi, calcisticamente parlando.

Sì perché dopo le fin troppo frettolose decisioni del 2006 la Juve è cambiata. E’ diventata, per necessità di cose, una squadra di Serie B costretta a rinascere dalle proprie stesse ceneri con una rosa fortemente impoverita e una dirigenza rasa al suolo da un vero e proprio “editto”. Non si poteva più pensare alle notti d’Europa. C’era da muovere le gambe e ritrovare al più presto la Serie A, facendo conto solo sulle forze dei “vecchi” rimasti e su quelle di giovani sconosciuti che allora si chiamavano, tanto per fare un nome, Giorgio Chiellini.

Tornati in Serie A ci eravamo illusi di aver subito ritrovato la squadra di un paio d’anni prima. Ma era solo una impressione. Scelte dirigenziali poco azzeccate e giocatori non più così legati al “sentimento Juve” hanno reso palese che lo spirito non era quello originale.

Questa sera, dopo una stagione da settimo posto, la Juve arriva a San Siro senza il suo uomo migliore, squalificato per un eccesso di “severità” che non sarà facile da rivivere. Di fronte aveva una squadra dai nomi imponenti come Ibra, Robinho e Pato. Come se non bastasse a pochi minuti dal calcio d’inizio subisce l’infortunio dell’altro suo giocatore “in palla”: Chiellini abbandona dopo una lista ininterrotta di partite che partono dal precampionato.

In campo la partita sembra segnata: il Milan domina il campo e nei primi 15 minuti genera una quantità notevole di palle gol. Ma la porta difesa dall’ottimo Storari resta inviolata. Poi uno stacco imperioso di Quagliarella regala ai bianconeri un vantaggio insperato e (fino a quel momento) forse immeritato. Inizia un’altra partita. Il Milan è sempre pericoloso ma gli juventini stringono i denti e chiudono tutti i buchi. Ad un certo punto i bianconeri si ritrovano senza difensori per via di un infortunio a De Ceglie, e Pepe viene “sacrificato” come terzino. La sofferenza là dietro aumenta a dismisura ma il catenaccio tiene sempre meglio. Tanto che il Milan ad un certo punto perde un po’ di smalto e di convinzione. E’ in questo clima che arriva l’ennesimo gol di un Del Piero che stando ad ascoltare i “bene informati” era da considerarsi finito dopo l’infortunio del 1999. Il 179° gol del Capitano rende più marcato il vantaggio della Vecchia Signora e porta Pinturicchio in cima ad una montagna da dove ora potrebbe guardare tutti dall’alto in basso, se non fosse che stiamo parlando di un trentaseienne decisamente poco portato ad un certo tipo di atteggiamenti. Il Milan trova l’1-2 su una azione che evidenzia la stanchezza dei giocatori in maglia bianconera. Gli ultimi minuti (compresi i 5 di recupero) scorrono davvero lentamente e la Juve pensa ormai solo a difendere la palla. Fino a quando un brivido in zona d’attacco (un rigore su Inzaghi negato perché l’attaccante era in evidente posizione irregolare) mette la parola fine a questi novanta minuti di fuoco.

Brava la Juve. Per come si è sviluppata, questa è la “tipica” vittoria di una squadra che affronta i suoi limiti e lotta, unita, fino alla fine. La Juve è rinata? Presto per dirlo. Ma certe prestazioni portano il morale alle stelle e sentire parlare Felipe Melo (autore di una eccellente partita) di un gruppo finalmente affiatato e formato da un’unica grande testa è sintomo che qualcosa di diverso ci sia davvero.

Complimenti davvero a tutti.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Un nome che è (già) leggenda

Non ci sono parole per descrivere il Capitano che oggi ha raggiunto uno degli ultimi traguardi che la Juve aveva da offrirgli: 178 gol. Come Boniperti, il Presidente che l’ha portato a Torino. Da oggi (o dal prossimo gol) Alex potrà guardare davvero tutti dall’alto in basso, sicuro o quasi che nessuno potrà mai raggiungerlo. Mira a quota 200 in serie A? 22 gol sono tanti, ma se continua a giocare e segnare così il rinnovo non dovrebbe essere un problema e allora potrà davvero lasciare una firma inarrivabile nella storia della Juve.

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Juve, giudizio sul mercato estivo

Inutile, per ora, sbraitare contro Marotta o Agnelli. La Juve non è in grado di lottare alla pari con Inter e Milan? Non c’è da stupirsi! I campioni, quelli che fanno la differenza in campo, cercano una squadra che possa dare loro tanti soldi e buone speranze di vittoria, soprattutto in ambito internazionale. Sappiamo bene che entrambe le prerogative ci sono state tolte nel 2006 quando un processo più o meno giusto (ironia..) ci ha punito (perché solo Moggi era il male assoluto del calcio) e spedito in serie B. Addio alle vetrine internazionali ma soprattutto addio a tanti soldoni. Non abbiamo mai avuto alle spalle un Presidente in grado di investire milioni di euro, ma i premi per le vittorie italiane ed europee (con conseguenti gratificazioni sportive) hanno sempre attratto grandi campioni, complice sicuramente un team che di mercato ne capiva davvero tanto. Da quel momento, senza più soldi e con una società da rifondare, il destino della squadra è apparso chiaro: ci sarebbero voluti anni per tornare anche solo ad essere protagonista in ambito nazionale. Purtroppo le scelte fatte dalla passata dirigenza (Blanc/Secco) sembrano aver ulteriormente allungato i “tempi di ripresa” della Vecchia Signora con i risultati che tutti noi abbiamo ancora bene impressi in mente quando ripensiamo allo scorso campionato.
Ma torniamo a noi: si rinfaccia all’attuale dirigenza che il Milan compra Ibra e Robihno mentre da noi arriva Rinaudo. Io ripeto che, per quanto detto sopra, non c’è da stupirsi.
Durante questa campagna acquisti sono arrivati (in prestito o a titolo definitivo) Bonucci, Lanzafame, Martinez, Motta, Pepe, Storari, Krasic, Aquilani, Quagliarella e Rinaudo mentre sono partiti Cannavaro, Chimenti, Caceres, Giovinco, Immobile, Molinaro , Poulsen, Trezeguet, Camoranesi e Zebina.
Basta dare una lettura veloce al paragrafetto qui sopra per capire quali erano le reali (e ovvie) intenzioni della dirigenza: “far fuori” tutte le “vecchie zavorre”, che costavano in termini di ingaggio e non rispondevano adeguatamente sul campo, e dare spazio ai giovani (soprattutto italiani) affinché si possa costruire da subito una squadra vincente tra qualche anno. Insomma, quello che andava fatto nel 2007.
Detto questo, mi permetto di contestare qualche decisione: in primis la cessione di Diego, venduto in tutta fretta (e mistero) senza guadagnarci un euro alla squadra che ci ha preso in giro per oltre un mese nella trattativa per Dzeko. Successivamente reputo palesemente errata la scelta di allontanare dalla squadra una validissima e giovane risorsa come Giovinco (che non siamo stati mai in grado di valorizzare davvero). A pensarci bene poi mi sembrano troppi i 12 milioni spesi per Martinez. Con qualche mossa differente forse era meglio riscattare Caceres.
Detto questo, voglio ribadire che non si poteva fare molto meglio di così. Dzeko, il grande rimpianto, non sarebbe mai arrivato senza la certezza di giocare in Champions League nell’arco di due anni. Quanto a Krasic invece spero che il suo si riveli davvero l’acquisto in grado di sostituire l’insostituibile Pavel Nedved su quella dannata fascia..
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Ciao David

Prima dell’inizio di questa nuova stagione da parte della Juve voglio salutare, come hanno fatto in tanti tra ieri e oggi, un grande giocatore che, dopo essere entrato di diritto nella storia della Vecchia Signora, ha deciso dopo 10 anni di andare alla ricerca di nuove avventure. Senza clamore, senza scandali. David Trezeguet lascia Torino con 171 gol, una media di 17 a stagione. Forse non si tratta dell’addio di un “Del Piero”, ma di certo David si è guadagnato, sul campo, queste attenzioni. Un po’ come era capitato per l’addio di Pavel Nedved. Ultima nota la dedico proprio a Del Piero: voglio complimentarmi con lui per l’ottimo e spontaeo post di saluto sul suo sito personale. Un grande capitano si distingue anche per queste cose:

[note]Caro David,

è arrivato il momento di dirsi ciao. Ho perso il conto delle stagioni che abbiamo giocato insieme e dei gol che abbiamo fatto. Di sicuro, siamo la coppia che ne ha segnati di più nella storia della Juventus, più di Charles e Sivori – due immensi campioni – e questo lo sai bene è un grande orgoglio per entrambi.

Quante formazioni in questi anni finivano così: Del Piero e Trezeguet, Trezeguet e Del Piero. Quante vittorie, quante delusioni (per fortuna, molte meno delle soddisfazioni che ci siamo tolti), quanti abbracci: non c’è altro compagno con cui io abbia giocato di più.

Diciassette gol all’anno di media, come il tuo numero di maglia: questo basta per dire che bomber sei. Ma per me che ho giocato al tuo fianco, non c’è bisogno di numeri. Ritengo sia stato un onore fare coppia in campo con uno dei più grandi attaccanti del mondo, in assoluto.

Adesso le nostre strade si dividono, nel calcio succede. Ti saluterò nello spogliatoio, ma mi fa piacere farlo anche pubblicamente: in bocca al lupo per la tua nuova avventura. Avremo tanti bei ricordi da condividere, la prossima volta che ci vedremo.

Arrivederci, David.[/note]

Ovviamente mi unisco ai saluti, augurando a Trezeguet e alla Juve una stagione ricca di soddisfazioni.

PS: come indicato sul sito ufficiale di Del Piero ho pubblicato contenuti protetti da copyright citando la relativa fonte senza averli ceduti a terzi in qualsiasi titolo.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Passano gli anni (18) ma la Juve è sempre Alessandro Del Piero

Alessandro Del Piero, classe 1974. 36 anni suonati, 18 stagioni con la Juventus. Un’icona. Un idolo. Difficile definirlo in altro modo.

Se poi il mito, la leggenda, riesce ancora a deliziare il suo pubblico con prodezze come quella regalata stasera in Europa League allora vuol dire che siamo di fronte ad un caso “da manuale”.

Nel giorno dell’addio “silenzioso” a Diego (chissà se ci spiegheranno mai il perché di questa partenza) e dell’acquisto “riparatore” di Quagliarella, il protagonista del mercato juventino resta sempre lui, Alessandro Del Piero, il colpo di mercato più azzeccato della Juve OGNI ANNO, da diciott’anni a questa parte.

PS: ciao Diego e buona fortuna. Non dovevano cederti, ce ne pentiremo 🙁

[Omnia / Luca Zaccaro]

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