Smacchiature

Elezioni 2013

Mi immagino il brivido che corre lungo la schiena di Berlusconi mentre osserva il distacco sempre più esiguo che separa la sua coalizione da quella di centrosinistra.. “E ‘mo cosa m’invento per non tirar fuori i soldi del rimborso IMU”? Poi, fortunatamente per lui, la rimonta ha rallentato e il premio di maggioranza è stato assegnato a Bersani.

Permettetemi di iniziare proprio da questo risultato. E permettetemi di farlo, lo ricordo, da “spettatore esterno” (ho votato Fare, quindi non “tifavo” certo per questa rimonta). Sono giovane, è vero. Ma tutte le maratone elettorali di cui ho memoria hanno un leitmotiv comune: il Cavaliere e la sua straordinaria capacità di raccogliere voti. Il 1994 non lo scomodo neanche, tanto lo conoscete tutti. Nel 1996 la leggenda (ormai si tratta di questo) racconta che il voto popolare premiò Berlusconi ma la maggioranza andò a Prodi per via della legge elettorale. Nel 2001 fu una vittoria schiacciante, senza appello. Nel 2006 l’uomo di Arcore riuscì nella incredibile impresa di recuperare innumerevoli punti ad un centrosinistra già dato per vincente (ricordate il colpo di genio delle “tre punte”?) fino a risultare secondo per soli 24.000 voti (e un sacco di dubbi su presunti brogli) e costringere Prodi, ancora lui, a Governare senza una solida maggioranza al Senato. Nel 2008 assistemmo al “bis” di quanto accaduto sette anni prima, successo clamoroso. E poi ci sono le elezioni di ieri. Un distacco che solo un mese fa sfiorava i 10 punti. Un PdL, orfano del suo leader, osservare preoccupato la soglia del 10%. Ora sappiamo come è andata a finire. Inutile. Ha vinto ancora lui. E ha vinto non perché ha preso più voti degli altri (non è così) ma perché ha centrato IN PIENO l’obiettivo che si era esplicitamente prefissato: arrivare a tallonare il centrosinistra per sedersi al tavolo delle trattative in posizione di rilievo dall’alto di un risultato elettorale imponente seppur non vincente. Sarebbe stata una sconfitta (sto parlando SEMPRE E SOLO di Berlusconi, non del PdL né tantomeno del Paese) vincere queste elezioni. Non avrebbe potuto governare e non avrebbe saputo cosa fare. Così facendo avrà voce in capitolo su qualunque decisione, senza probabilmente mai metterci la faccia (qualcuno ha detto Alfano?). Inutile dire che questa rimane una vittoria esclusivamente personale. Il Paese, come è ovvio, non ci guadagna nulla. In quest’ottica, se permettete, va inquadrata la sua scelta di allearsi di nuovo con la Lega: sapeva benissimo di non poter più governare con gli uomini di Maroni. A lui servivano esclusivamente per “fare bottino”. Senza contare ovviamente il futuro della Lega stessa che ora riparte da un misero 4% senza avere più il sostegno della base. Il prezzo da pagare per questo “diabolico” piano? Solo la Lombardia. Una quisquilia.

E arriviamo, come promesso, a Grillo. Ha vinto, ha “fatto il botto”. Chi se l’aspettava? Tutti, fuorché i conduttori delle maratone elettorali in TV. Ammetto che il 23-25% era un risultato difficile da prevedere, ma si sapeva benissimo che il movimento avrebbe sfondato “quota 20%”. Grazie anche e soprattutto ai politici “navigati”, all’estabilishment della stampa e alla loro straordinaria capacità di fomentare nell’elettore medio un senso di smarrimento e ripudio che lo portava ogni giorno di più verso chi cavalcava (abilmente) questi sentimenti. Avete mandato in Parlamento più di 150 cittadini sicuramente motivati e spinti dalle migliori intenzioni ma inesperti, impreparati e forse alla mercé di quel sistema che cercavano di combattere. Andate a spiegare ai mercati che abbiamo dato la maggioranza dei voti ad un partito che vuole promuovere un referendum per uscire dall’Euro. Buona fortuna! Ora, a parte tutto, parte di questi neo-politici (quelli eletti al Senato) saranno determinanti per la tenuta di un qualsivoglia Governo. Cosa faranno? Rispetteranno il “diktat” del guru che non vuole assolutamente stringere alleanze o faranno prevalere il senso di responsabilità derivato dal voto ricevuto? Mistero..

Mi sto quasi annoiando da solo.. quand’è che arriva il turno del PD? Eccolo! Oh, per chi se lo fosse perso.. questi qua hanno buttato via una vittoria sicura come lo sono solo la morte e le tasse e lo hanno fatto proprio bene! Voglio dire, provateci voi! Non so se il risultato sarebbe stato tanto eclatante! Hanno indetto le primarie e lo scontro “vero” con Renzi aveva portato il partito a raggiungere valori altissimi nelle preferenze degli italiani. Poi sappiamo come sono state organizzate effettivamente le primarie, sappiamo come è finita quella operazione di “rottamazione” proposta da Renzi e desiderata da tantissimi elettori, abbiamo visto i candidati. E poi, soprattutto, non abbiamo più visto chi quelle primarie le ha vinte! Seriamente, dove è stato Bersani da capodanno a.. ieri? Dov’era mentre Berlusconi imperversava in ogni programma radio/televisivo? Dov’era il suo programma? “Puff”, spariti. Davvero, fatico a ricordarmi una batosta tanto eclatante. Direte, “ma alla fine hanno vinto”. Sì, vabbé, ciao 🙂

Monti, il simpatico tecnocrate che ha “salvato” il nostro Paese, a queste elezioni non voleva proprio partecipare. E come dargli torto? Dopo la caduta del suo Governo tecnico praticamente passava le giornate a prendere le misure del Quirinale per ordinare i mobili nuovi in vista del trasloco di Aprile. Avrebbe rappresentato la continuità e avrebbe continuato a “rassicurare i mercati” dall’alto della sua nuova posizione mentre Bersani governava saldamente il Paese grazie ad una vittoria elettorale netta. Poi, invece, le cose non sono andate così e io non so davvero spiegarvi il perché. Non so come abbiano fatto Casini, Fini e i vari Montezemolo a convincere l’uomo della Bocconi a fare quello che ha fatto. Voglio dire, Monti in campagna elettorale.. ma ve lo immaginavate? E in effetti è stato un disastro. Il Senatore a Vita non aveva (e non doveva avere) la minima idea di come si imposta un aspro confronto elettorale. Quello è l’habitat naturale dei politici navigati. E i risultati sono stati chiari fin dal primo giorno con continui errori mediatici e “gaffe” di non poco conto. Alla fine comunque porta a casa un risultato discreto, non tanto per i voti raccolti (non si sa ancora se sarà decisivo al Senato) ma più per aver reso possibile un mezzo miracolo: ha cannibalizzato l’UDC e FLI che con lui si erano coalizzati fino a spingere Gianfranco Fini fuori dalla Camera e a far eleggere Casini solo grazie al ripescaggio del “miglior perdente”. Scusate se è poco.

Adesso bisognerà aspettare ancora qualche ora per avere la ripartizione ufficiale dei seggi, dopodiché si potrà iniziare a pensare al futuro: le nuove camere dovranno riunirsi entro metà Marzo e subito dovranno eleggere i due Presidenti. Mai come ora servirà una prima mediazione.. impossibile pensare a due esponenti PD. Poi, a ruota, inizieranno le consultazioni al Quirinale e Napolitano dovrà dare una indicazione su chi avrà il compito di (tentare di) formare un Governo. Bersani, il prescelto, dovrà allora cercare un intesa con tutti, mentre Berlusconi se la riderà sornione. Non è escluso che alla fine l’ingrato compito non tocchi a qualche altro esponente del PD (Enrico Letta, tanto per fare un nome) oppure ancora che non vengano scelte altre esotiche forme di rappresentanza (Governo di Salute, Governo di Unità ecc..). Insomma, alla fine una soluzione si troverà per forza, perché Napolitano non può sciogliere nuovamente le Camere perché si trova nel “Semestre Bianco”. E infatti, di qui a un paio di mesi (Aprile, mi sembra), bisognerà riunire i mille e passa delegati per eleggere il suo successore. Qui, a quanto pare, Bersani e Monti, insieme, avrebbero i voti per mandare al Colle un candidato a loro gradito. Ma i giochi non sono così semplici. Non azzardo previsioni, ma vedo perdere quota le ipotesi più “politiche” che si facevano strada qualche giorno fa (Prodi). Se dovessi sbilanciarmi direi che il prossimo Presidente della Repubblica sarà un outsider gradito a destra, centro e sinistra (il M5S in questo caso non avrebbe praticamente voce in capitolo).

In ogni caso, dopo questa enciclica, ci tenevo a ribadire il mio più incredibile stupore. Non potevo nemmeno immaginare un esito finale come questo. Mi aspettavo, parlando in generale, un CSX sopra al 35%, un CDX di poco sopra al 20% e praticamente al pari del M5S. Il risultato di Monti, invece, l’avevo previsto abbastanza bene. Non riesco a capire cosa abbia portato così tanti elettori a dare di nuovo fiducia a Berlusconi, sapendo che NON AVREBBE GOVERNATO. Davvero, non ci riesco. Illuminatemi!

Quanto a Fare, purtroppo, non c’è stata “trippa per gatti”. Certo, si sono giocati quasi ogni possibilità di elezione con la vicenda Giannino ma anche senza quell’enorme passo falso dubito, visti i numeri, che avrebbe superato il 4% alla Camera. Di questo parlerò prossimamente in un altro post.

Ora vi lascio al live blogging dello spoglio regionale, con un testa a testa annunciato tra Maroni e Ambrosoli in Lombardia.

Venite a trovarmi su https://www.lucazaccaro.it/special/elezioni2013 se ne avete voglia.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Elezioni Regionali 2010: Vincitori & Vinti

Vince la Lega: come da un po’ di tempo a questa parte ci si aspettava un ottimo risultato della Lega Nord e puntualmente siamo qui a parlare del successo di Bossi&Co, anche se forse non è stato uno tsunami come qualcuno aveva predetto. La Lega ottiene ottimi risultati anche dove non era scontato, piazza due Governatori (di cui uno certo e uno a sorpresa) e realizza il sogno del suo fondatore. Se qualcuno non l’avesse notato ieri è nata ufficialmente la “Padania”: L’asse Piemonte-Lombardia-Veneto e il progressivo radicamento nelle zone settentrionali dell’Emilia. Non c’è stato il tanto ventilato sorpasso al PDL a parte in Veneto, ma comunque i risultati sono più che soddisfacenti per i dirigenti del partito che ora faranno valere questo nuovo peso acquisito per spingere sulle riforme care a tutto il popolo del Carroccio.

Vince Berlusconi: inutile negarlo, il suo partito era in estrema difficoltà, il suo Governo rischiava di finire come quello di Fillon in Francia, e la sua stessa immagine era offuscata da tutto il ciarpame che conosciamo bene. Ma restare passivi ad aspettare la sconfitta non è certo da lui. È sceso in campo, di nuovo, e di nuovo ha fatto ciò che di rado accade in politica: ci ha messo la faccia. Ha caricato queste elezioni regionali di significato politico, le ha trasformate, come sempre quando vuole vincere, in un referendum sulla sua persona. Ha “adottato” la finiana Polverini, lasciata a piedi dal partito che lui stesso ha fondato e l’ha portata comunque alla vittoria, una clamorosa vittoria. Quando c’è lui si vince (Lazio), quando lascia lavorare il partito è un disastro (Puglia). Verrebbe da dire che un uomo solo è più forte del partito di maggioranza relativa nel Paese, ma non è certo una bella immagine per la democrazia nostrana, quindi per ora faremo finta di sperare che il PDL resisterà anche dopo di lui. Ora il Premier ha una grande possibilità: ha davanti tre anni senza elezioni in cui può (deve) riformare da capo a piedi il Paese, gestendo al meglio il rapporto con la Lega ma anche con Fini che, in ogni caso, resta il più papabile pre la successione. La congiuntura economica e la volontà popolare gli permetteranno di portare avanti questo progetto. Ma attenzione, non possiamo più sbagliare.

Vince la Polverini: prima ancora dei risultati definitivi è scesa in piazza, si è fatta sollevare,ha stappato lo spumante e giù a canna. Certo non è l’immagine del politico liberale che vorremmo vedere vincere, ma questa lavoratrice tutta d’un pezzo ha sconfitto la sinistra anche se “azzoppata” politicamente. Certo, ha avuto dalla sua l’intervento personale di Berlusconi (e non è poco), ma se ha Roma la missione “travaso dei voti” è riuscita è anche merito suo. Auguri!

Vince Grillo: da persona intelligente quale è, ha capito che qui “c’era trippa per gatti” e si è messo all’opera. La sua lista “5 stelle” ha ottenuto risultati importanti in tutte le regioni in cui si è presentata. Emblematici i casi dell’Emilia (7%) e del Piemonte (dove ha sottratto a Bresso i voti che le servivano per vincere su Cota). Se è vero che questi risultati sono un sintomo sociale che riguarda tutto il Paese, è anche un dato di fatto che i voti intercettati provengono tutti o quasi dal PD. Un altro problema per Bersani.

Perde il PD: Fassino (mica uno qualunque) diceva ieri che il centrosinistra “ha vinto in più regioni”, quando non ci voleva certo il Di Pietro della situazione per capire che “questa tornata l’ha vinta il centrodestra” e che “l’Umbria non conta come la Lombardia”. Il PD come progetto politico è ormai fallito, o forse non è mai nato. Dopo la sconfitta in Piemonte, Lazio, Calabria e Campania Bersani potrebbe anche rassegnare le sue dimissioni. Io spero che ciò non avvenga, ma il segretario del PD è entrato ufficialmente nella lunga lista degli “sconfitti da Berlusconi”.

Perde l’UDC: ormai inutile quasi ovunque, è giunto il tempo di organizzare la missione “travaso massiccio di voti” senza inclusioni di sorta. Cesa e Casini hanno perso la scommessa contro Berlusconi e il Bipolarismo

Perde il PDL: vanno giù i consensi per il Popolo della Libertà, e questo è un problema. Come ho ripetuto più volte, se Berlusconi vince (o stravince) ma il suo partito non sfonda allora il problema è da ricercare proprio all’interno dell’organigramma della creatura politica. Io continuo a sperare che prima o poi ci si sieda attorno a un tavolo per definire bene persone, ruoli e programmi. Serve anche che chi aspira alla successione inizi a mettere in tavola proposte concrete. Perché se oggi il PDL viaggia intorno al 30% è merito solo e soltanto di chi incarna in una sola persona più della metà di questi consensi. Continuando così c’è il rischio che tra pochi anni il PDL-senza-Berlusconi si trasformi in una costola della Lega, la quale è stata capace di crescere dirigenti capaci e radicati nel territorio.

Perde Fitto: Vendola in Puglia ha ottenuto un ottimo risultato. Ma la sua vittoria è frutto anche (per non dire soprattutto) degli errori grossolani commessi dal PDL in quella regione. Lo “sceriffo” del partito in Puglia, Fitto, ha sbagliato per la seconda volta. Ci sarà un motivo se Berlusconi era contrario alla candidatura di Palese. Non capisco comunque perché Fitto ricopra ancora incarichi importanti all’interno del partito quando in passato c’è stato chi, come Pisanu, è stato punito pesantemente perché (come dicono i bene informati) ha catturato (con le forze dell’ordine ovviamente) Provenzano un giorno dopo le elezioni del 2006 e non un giorno prima.

Perde Fini: la Polverini era una sua idea ma la vittoria se l’è presa tutta Berlusconi. Dal suo scranno dorato, dall’Olimpo di Montecitorio, l’abile e intelligente Fini sta sprecando, a mio parere, tutte le chance di fare breccia nel cuore dei suoi futuri elettori. Che invece di “Chigi” punti ad altri Palazzi?

Per concludere ecco i risultati definitivi e una cartina riassuntiva della situazione italiana dopo questo turno. Per il risultato delle sole regionali 2010 fate riferimento al post di ieri:

Piemonte
Cota (CDX) 47,32% – Bresso (CSX) 46,90%
Lombardia
Formigoni (CDX) 56,10% – Penati (CSX) 33,27%
Veneto
Zaia (CDX) 60,15% – Bortolussi (CSX) 29,07%
Liguria
Biasotti (CDX) 47,85% – Burlando (CSX) 52,14%
Emilia
Bernini (CDX) 36,72% – Errani (CSX) 52,06%
Umbria
Modena (CDX) 37,70% – Marini (CSX) 57,24%
Lazio
Polverini (CDX) 51,14% – Bonino (CSX) 48,32%
Campania
Caldoro (CDX) 54,25% – De Luca (CSX) 43,04%
Basilicata
Pagliuca (CDX) 27,92% – De Filippo (CSX) 60,81%
Calabria
Scopelliti (CDX) 57,72% – Loiero (CSX) 31,39%
Toscana
Faenzi (CDX) 34,40% – Rossi (CSX) 59,70%
Marche
Marinelli (CDX) 39,71% – Spacca (CSX) 53,17%
Puglia
Palese (CDX) 42,20% – Vendola (CSX) 48,70%

Ok, io ho finito con questa prima analisi del voto. Voi volete aggiungere qualcosa?

[Omnia/Luca Zaccaro]

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Elezioni Regionali 2010: Liveblogging!

Eccoci qui, come promesso! In alto la cartina dell’Italia. In bianco le regioni in cui si vota. Quando inizieranno ad arrivare i primi risultati (anche provvisori) si colorerà in questo modo: azzurro per le regioni in cui è in vantaggio il CDX, arancione per le regioni in cui è in vantaggio il CSX, blu per le regioni certe (o quasi) al CDX e rosso per le regioni certe (o quasi) al CSX. Aggiornamenti vari nel form qui sotto in cui potete partecipare tutti.

Buon live-blogging 😉

PS: CoverItLive non funziona, proviamo quest’altro servizio..

[Omnia/Luca Zaccaro]

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Elezioni Regionali 2010: il tempo del voto

UPDATE 28/03/2010 22:40

Affluenza alle 22 ferma al 48% contro il 56% del 2005.

Crollo di 10% nel Lazio che certo non avvantaggia la Polverini che già non potrà avvalersi della lista PDL

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Come sapete oggi si vota nelle 13 regioni che sulla cartina non sono colorate di grigio. Sempre dalla cartina potete vedere qual è la situazione attuale: Lombardia e Veneto sono saldamente governate dal Centrodestra, mentre tutte le altre hanno amministrazioni “rosse”. Per votare c’è tempo fino alle 22 e domani dall 7 alle 15.

Subito dopo la chiusura delle urne, domani alle 15 circa (o forse un po’ più tardi), inizierà qui su Omnia un liveblogging per seguire exit polls e risultati in diretta.

Passiamo ai dati reali. A mezzogiorno aveva votato il 10,2% degli aventi diritto (rispetto al 13% della stessa rilevazione nel 2005). Appena arrivato, il dato delle 19 conferma il trend: ha votato il 35,4% contro il 42% di cinque anni fa. C’è da dire che molto probabilmente questi sono i dati provenienti dalle 9 regioni monitorate direttamente dal Ministero dell’Intero e che quindi i dati reali potrebbero essere leggermente diversi. Impossibile comunque avvicinarsi anche solo lontanamente ai dati registrati il 3 e 4 aprile 2005. Alla chiusura dei seggi avevano votato più di 2 aventi diritto su 3.

Personalmente non caricherei di significato il dato sull’astensionismo: le regionali del 2005 furono molto più “significative” di queste. La neonata Unione di Prodi cavalcò in quell’occasione il periodo di difficoltà dell’esecutivo di Berlusconi e si adoperò “per non lasciare a casa nemmeno un elettore”. I risultati li conosciamo: 11 a 2.

Vabbè, lasciamo le considerazioni sull’astensionismo al loro tempo. Ora vi do l’appuntamento a domani per il liveblogging qui su Omnia più o meno alle 3 del pomeriggio. A presto!

[Omnia/Luca Zaccaro]

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Elezioni Regionali 2010: lunedì il LiveBlogging!

Domenica e lunedì i cittadini di Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria andranno a votare per le Elezioni Regionali. Quella che vedete sopra è la cartina che mostra l’attuale colore politico delle regioni interessate da questa tornata, il cui risultato risale al 2005. In rosso ovviamente le regioni amministrate dal centrosinistra, in blu quelle del centrodestra. In grigio sono segnate quelle regioni in cui non si andrà a votare. Il risultato di cinque anni fa fu schiacciante: 11 a 2 per la sinistra.

Ora le cose sono un po’ cambiate.. se diamo uno sguardo alle corse clandestine (sapete di che parlo, vero?) capiamo che Lombardia, Veneto e Calabria sono decisamente colorate di blu così come Emilia, Toscana, Marche, Umbria e Basilicata restano dipinte di un rosso profondo. Liguria e Puglia tendono al rosaceo, segnale che potrebbero esserci sorprese dell’ultima ora. La Campania invece viene descritta (anche se non so perché) di azzurro chiaro. Chiudono Piemonte e Lazio con un “Too close to call” che rende possibile ogni risultato (qui i distacchi sono davvero calcolati sui decimi di punto).

Forse è il caso di parlare di vittoria e sconfitta prima di Lunedì. Partendo dai risultati del 2005 al centrodestra potrebbero andare bene i risultati di 3-10, 4-9, 5-8 fino al clamoroso 6-7. Resta sottointeso che il centrosinistra risulterà comunque vincente se si conta il totale delle regioni: non dimentichiamo che le roccaforti rosse sono tutte incluse in questa tornata e che, delle regioni escluse, 5 su 7 sono attualmente amministrate dal centrodestra (Friuli, Abruzzo, Molise, Sicilia e Sardegna). Bersani potrà considerare una vittoria il risultato di 9-4 (anche se perderebbe 2 regioni rispetto al 2005), ritenersi soddisfatto con 8-5, mentre tutti gli altri scenari possibili sarebbero disastrosi.

In caso di sconfitta in Piemonte o Lazio il futuro del PD sarebbe alquanto a rischio.

Con questi dati in mano (che non mi sono inventato io, sono quelli su cui si discute in questi giorni) vi do appuntamento a Lunedì 29 Marzo qui su Omnia a partire dalle 15 (più o meno) con un live-blogging sui risultati fino a tarda serata con i commenti dei diretti interessati.

Non mancate 😉

[Omnia/Luca Zaccaro]

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Elezioni Regionali: Che Fare?

Tra due settimane saremo chiamati alle urne per le Elezioni Regionali. Come ogni tornata che si rispetti (almeno negli ultimi 15 anni) è arrivato puntuale il solito avviso di garanzia a Silvio Berlusconi. Questo ormai non fa più notizia, ma per essere chiari voglio specificare da che punto di vista: è alquanto ridicolo (e statisticamente improbabile) che il susseguirsi di indagini su Berlusconi portino sempre all’avviso di garanzia a pochi giorni dal voto. Non è più credibile.

Ma non è questa la questione di cui voglio parlare. Quando c’è da votare per le politiche, da barrare il simbolo con scritto “Berlusconi Presidente” sapete che non ho mai avuto dubbi, ma qui è tutto diverso. Qui mi si chiede di votare semi-sconosciuti (se escludiamo Formigoni) con la promessa che “faranno il bene della Regione”. Come se un comune cittadino abbia la possibilità (e il tempo) di andare a controllare ogni settimana cosa viene effettivamente fatto in consiglio. Se poi a tutto questo aggiungiamo il plateale casino abilmente messo in scena dal mio (?) partito con la presentazione delle liste il dubbio si fa serio: andare a votare? E, in caso affermativo, per chi?

Capite che vedere al TG che un partito che aspira a raggiungere percentuali bulgare non abbia uomini e organizzazione capaci di presentare con i dovuti tempi e modi una lista di persone non è per nulla confortante, soprattutto se si pensa che questo è più o meno ciò che dobbiamo aspettarci dopo Berlusconi.. Nessuna strategia, nessun appeal mediatico, niente di niente. Se il capo non scende dall’Olimpo sembriamo una lista civica qualunque. E’ davvero questo il mio partito? Lo dico e lo ripeto, forse, per l’ultima volta. Probabilmente andrò a votare e alla fine voterò PDL, non tanto per l’idea del partito in sè ma più per mancanza di alternative (dando per scontato che la Lombardia debba restare in mano al centrodestra..). Ma se dopo questa ennesima tornata elettorale tutto nel PDL dovesse rimanere com’è c’è il serio rischio che il mio voto sia perso per sempre.

E’ tempo che chi ha intenzione di succedere a Berlusconi giochi le sue carte per spiegare come intende gestire questo grande, grandissimo partito.

In fondo Maggio è vicino..

[Omnia/Luca Zaccaro]

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Caos-Liste: Decreto inutile

Come sapete benissimo il CDM ha approvato un Decreto interpretativo in materia di liste elettorali che il Presidente della Repubblica ha firmato. Apriti cielo! Popolo viola in piazza, Di Pietro chiama il (suo) popolo alle armi e avanza l’ipotesi di Impeachment per Napolitano e il PD che neanche in questa occasione riesce a vincere la propria incapacità di decidere.

Alla fine della giornata scopriamo che, in fondo in fondo, di quel Decreto (a cui resto contrario di principio) non c’era poi così tanto bisogno dato che il TAR ha riammesso la lista di Roberto Formigoni in Lombardia ma vabbè, qualcosa si doveva fare perché – parole di Napolitano“Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista contestati dall’ufficio competente costituito presso la corte d’appello di Milano”.

Tant’è: andremo a votare. Ma il PDL rischia davvero di perdere molti punti per questo casino sulle liste.

Quando si dice essere autolesionisti..

PS: una nota per i santerellini: andate a leggervi DAW per vedere l’ipocrisia di chi ha più volte usufruito di “aiutini” in materia di liste..

[Omnia/Luca Zaccaro]

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Libertà di voto (e di vergogna)

Caspita, lottano tutti i giorni (anche e soprattutto all’interno del suo stesso partito, senza mezzi fini) per eliminarlo, per guadagnare poteri. Ma quando c’è da metterci la faccia per risolvere i clamorosi errori compiuti da chissachì, guarda caso, a scendere in campo è sempre lui. Aveva detto “Delego, agite voi..” riferendosi alla presentazione delle liste per le regionali e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma come pensano quelli del PdL di sopravvivere a Berlusconi? Continuando così? Comunque, lasciamo per un attimo da parte il caso della lista romana “mai presentata” e spostiamoci nella molto più importante Lombardia per parlare dell’esclusione del listino di Formigoni. Qui si parla di mandare al voto una intera regione senza possibilità di votare per chi, in quel caso, raggiunge di norma i 2/3 delle preferenze: capite anche voi che relegare il tutto ad un semplice “le regole vanno rispettate” non basta. La democrazia ne risulterebbe davvero indebolita. Serve dunque una soluzione politica per ridare ai cittadini la loro libertà di voto, da esercitare valutando liberamente se il PdL questi voti se li merita davvero.

Anche dall’altra parte sembra che questo l’abbiano capito e il solito Silvio è subito salito al Colle per un colloquio con Napolitano che però non sembra aver ancora risolto la questione. Nei prossimi giorni seguiremo l’evolversi della questione, ma le vie percorribili sono a grandi linee 3: o si va a votare in Lombardia senza Formigoni (molto improbabile), o si fa ricorso ad una legge o un ddl (soluzione da evitare ad ogni costo) o ci si siede attorno ad un tavolo e, offrendo le dovute contropartite, si rinvia il voto di qualche settimana.

Resta il fatto che, in alcuni casi, il partito di Governo ha fatto davvero una pessima figura. Ma gli sta bene a quelli del PdL: si ricordino che il futuro del partito non può prescindere da Berlusconi, a meno che non sia lui stesso a dettare i passi e le condizioni del suo progressivo (e normale) passaggio di testimone.

PS: la lista della Polverini in Lazio è stata riammessa.

[Omnia/Luca Zaccaro]

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