Fini, Berlusconi, il PDL e il futuro

Non so.. c’è ancora più di una cosa che non mi torna.. parlo ovviamente di quanto accaduto ieri a Mirabello (e di tutte le reazioni generate in seguito).

Per carità, Fini ha fatto un bel discorso, scritto molto bene e recitato con la giusta dose di emozione e caparbietà. Ma sui contenuti, molti dei quali condivisibili, c’è da fare qualche appunto.

Fini come prima cosa dice di voler dare “un contributo di chiarezza su quel che è accaduto e su quel che accadrà”. Ma in realtà, denunce di metodi stalinisti a parte, “dimentica” qualcosa quando parla della vicenda che l’ha portato alla quasi-espulsione dal partito che ha contribuito a fondare. C’è da dire, infatti, che è verissimo che all’interno di un partito, soprattutto se liberale, deve essere garantita la facoltà di critica e dissenso, ma la colpa di Fini, secondo Berlusconi, è stata quella di un continuo attacco al governo mezzo-stampa, giorno dopo giorno, per di più da uno scranno istituzionale come quello di Palazzo Madama. Insomma, secondo Berlusconi, di “panni sporchi” bisognava prima parlarne in famiglia. E su questo punto non si può non essere d’accordo con il Cavaliere. La “chiarezza” su quel che è accaduto è quindi stata fatta “a metà”, proponendo un solo punto di vista. E “su quel che accadrà” il discorso è identico: Fini, in pratica, ha annunciato la nascita del suo nuovo partito. Ma senza mai dirlo apertamente. Il partito insomma esiste ma “se non lo dico non si può farmelo dire”. Vedi sopra.. interpretazioni, interpretazioni e ancora interpretazioni..

Ma andiamo avanti..

Il discorso di Fini inizia parlando del PDL al passato (e questo deve avere un valore), e continua entrando nel campo di quello che è stato definito come una rivisitazione del “ma anche” pensiero di Veltroni: il Presidente della Camera dice che il Governo ha contrastato bene la crisi finanziaria MA ANCHE ha sbagliato ad operare “tagli lineari”, dice che il federalismo è necessario MA ANCHE che bisogna fare particolare attenzione al Mezzogiono, e via dicendo..

Fini passa poi al capitolo della giustizia. E qui non si può che condividere le sue parole: la Magistratura va rispettata anche se in essa vivono delle costole ultra-politicizzate; bene uno scudo giudiziario per le alte cariche dello stato ma no a provvedimenti retroattivi; viva il garantismo ma guai a cadere nel desiderio di impunità. Fini ha in pratica offerto a Berlusconi la sua disponibilità a votare il Lodo Alfano costituzionale a condizione che non vengano proposte leggi retroattive potenzialmente in grado di interrompere i processi in atto. Come ho detto sopra, sono d’accordo.

Passiamo poi al capitolo “Governare non vuol dire comandare”, “viva la meritocrazia”, “non esistono eresie” e via dicendo.. belle parole, se non fosse che Fini ci ha abituato, quando era a capo di AN, a frequenti “azzeramenti” del partito in seguito a ribellioni (o presunte tali) dei suoi colonnelli. Insomma, critica Berlusconi per la sua gestione aziendale del partito ma anche lui in quanto a “lettere di licenziamento” non scherza..

Fini, per costruirsi un futuro, deve necessariamente guardare al passato. Per questo motivo ringrazia pubblicamente e “senza ironia” Berlusconi per quello che ha fatto per l’Italia (e per Fini stesso, ndr) nel 1994 quando decise di scendere in campo in prima persona per combattere la “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto. Naturalmente Gianfranco si affretta a precisare che gratitudine non vuol dire sudditanza e che quindi è più che lecito esprimere opinioni diverse da quelle del “padrone”. Discorso già affrontato nelle prime righe di questo articolo.

Inizia ora la parte più controversa del discorso di Fini: dice che “il PDL come l’avevamo pensato non esiste più”, che si tratta solo di una “riedizione allargata di Forza Italia” e che quindi Futuro e Libertà non può “rientrare in qualcosa che non esiste più”. Qui c’è un grave errore (o, più probabilmente, l’ennesima “dimenticanza”): il PDL, giova ricordarlo, è nato nel novembre del 2007 dal “Discorso del Predelino”. Berlusconi aveva profetizzato più volte la caduta del Governo Prodi sulla finanziaria. Fini e Casini, allora alleati del Premier all’opposizione, videro in quella “profezia mancata” l’atto finale della guida berlusconiana. Il momento di entrare in scena da protagonisti. Sbagliavano. In poche ore Berlusconi organizzò grandi manifestazioni di piazza e, dopo la raccolta di qualche milione di firme, annunciò la nascita di un nuovo partito all’interno del quale confluiva Forza Italia. Ecco come è nato il PDL: un altro partito Berlusconi-centrico capace di attrarre nella sua orbita tutte le forze di centrodestra (Fini compreso, appena aperta la crisi del Governo Prodi). Caro Gianfranco, il PDL è nato così. Trasformarlo in un grande partito liberale di centrodestra era, col tempo, compito dei suoi membri. Era compito anche e soprattutto tuo, indicato senza ombra di dubbio come il successore di Berlusconi alla guida del PDL stesso. Un partito non nasce “pronto”, va costruito. Berlusconi l’ha creato in pochissimo tempo come solo lui sa fare, usando la sua personalità. Era compito di un politico lungimirante (quale sei tu) guidare insieme al Cavaliere il processo di trasformazione. E questo non si fa con le “sparate” in TV, ma “rompendo i maroni” dall’interno per smuovere le acque dopo l’inizale assestamento degli organi di partito in seguito alla vittoria elettorale. Insomma, tirando le fila, il PDL sarà pure il partito che hai contribuito a fondare, ma anche quello che hai contribuito a distruggere. Se davvero di partito morto si tratta..

Piccolissima parentesi sul caso di Montecarlo. Fini critica pesantemente le campagne di stampa ordite contro di lui dai media controllati dal PDL e capeggiati da “Feltri l’infame”. Ma questo suo atteggiamento in cosa dovrebbe renderlo diverso da quel Berlusconi che critica i giudici “comunisti”? Feltri ha provato a ricordarglielo ieri sera da Mentana, ma senza ricevere risposta. Pensato solo a cosa sarebbe successo se Berlusconi avesse definito “infame” il direttore di un giornale a lui avverso solo perché lo attaccava con la storia della Noemi Letizia di turno.

Fini si dimostra poi convinto del fatto che non si possa andare ad elezioni anticipate e usa questa sua condizione per “sfottere” chi lo minaccia in questo senso, dicendo di non avere paura e che, d’ora in avanti, il tavolo delle trattative (si riferisce alle cene con Bossi) avrà un inquilino in più. Roba da vecchia politica. Dice di voler contribuire attivamente a portare a termine la legislatura ma fa capire che da oggi in poi si farà come vorrà lui.

Inizia quindi un accenno di discorso programmatico (federalismo, riforme costituzionali, riforma elettorale, quoziente famigliare ecc), in larga parte condivisibile, quando sul più bello si accorge di aver parlato anche troppo e saluta il pubblico con la promessa che “l’azione di Futuro e Libertà andrà avanti”.

Per quanto mi riguarda, l’ho già detto più volte, la prossima volta che si andrà a votare non avrò alcun problema a scegliere Fini se il suo sarà davvero un programma liberale. Ma se mi metto per un attimo nei panni di Berlusconi, con tre anni di fuoco incrociato davanti, non mi fiderei mica di “quello là”.

Per questo motivo, in conclusione, credo che molte delle osservazioni fatte da Fini siano corrette e che il suo (presunto) programma di Governo liberale sia davvero in larga parte condivisibile. Ma chiedo vera chiarezza: per prima cosa non si può guidare un partito (o presunto tale) quando di lavoro fai il Presidente della Camera, quindi prima cosa servirebbero le dimissioni da quel ruolo istituzionale. Quanto al resto, ora che hai scoperto le carte, non cercare di nasconderti dietro l’operato di questo Governo di Berlusconi (che tu appoggeresti). Consideri il PDL finito e la leadership di Berlusconi sbagliata. Abbi il coraggio di dichiarare chiusa anche l’esperienza di questa legislatura e presentati agli elettori con il tuo nuovo progetto. Sono sicuro che il risultato stupirebbe un po’ tutti.

Nota a margine: mai, mai e ripeto MAI per quanto mi riguarda tollererò alleanze con l’UDC o l’API di turno. Il futuro sta nel Bipolarismo: il tuo movimento è “condannato” a formare federazioni con le altre forze di centrodestra contro le forze di centrosinistra. Il centro, il Terzo Polo non è francamente tra le cose che servono al Paese.

Vabbè, ne è uscita praticamente una lettera aperta..

[Omnia / Luca Zaccaro]

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