Incidenti Mortali

“Si è trattato di un incidente”. Ormai neanche lui crede alle sue stesse parole. Berlusconi cerca di minimizzare, di spegnere con un soffio quello che in realtà è un incendio di proporzioni immani, (quasi) mai viste. La maggioranza parlamentare che sostiene il Governo è stata battuta sul rendiconto dello Stato, uno dei passaggi parlamentari più importanti. Nei due precedenti c’è sempre stata la crisi di Governo. Ma per Berlusconi è un “incidente”. Poco importa se al voto mancava Scajola (arrivato alla Camera con lo stesso Cavaliere), poco importa se i responsabili sono proprio i “Responsabili” (non pervenuti). Poco importa se Bossi, uno che la politica la conosce bene, si è “intrattenuto” con i giornalisti mentre stava per iniziare il volo. Poco importa se chi si occupa del Bilancio, l’amico Tremonti, è arrivato “solo venti secondi” dopo la chisura della votazione. Si è trattato di un incidente. Ma chi vogliamo prendere per il culo? E’ una sentenza politica. “Silvio, alza i tacchi!”. E, arrivati a questo punto, l’idea è da tenere seriamente in considerazione. Perché, si sa, gli incidenti accadono. Ma a volte, purtroppo, sono (politicamente) fatali.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Le Idi di Marzo

Questo è probabilmente il post più difficile che cerco di pubblicare da quando scrivo di politica. Si parla di Italia, di Futuro, di Giustizia e, ovviamente, di Silvio Berlusconi.

L’era Berlusconiana si avvia inesorabilmente al termine: nel 2013, data “ufficiale” delle prossime elezioni politiche, il Cavaliere avrà 77 anni. Decisamente troppi per pensare di amministrare un Paese complicato come l’Italia.

Il vero problema è che, a quanto pare, sono in molti a cercare in ogni modo di mettere fine prematuramente alla legislatura e conseguentemente all’avventura politica di Berlusconi. Illudendosi che questa sia la via maestra per ricostruire una Nazione finalmente libera dal malvagio tiranno.

Poveri! In diciassette anni non hanno ancora capito nulla del Cavaliere, del suo modo di fare politica e del Berlusconismo in generale. A quest’ora avrebbero dovuto realizzare che l’unico modo per liberare davvero l’Italia da Berlusconi è quello di vincere limpidamente (non come nel 1996 e nel 2006) una consultazione politica sulla base di un programma di governo solido e condiviso.

E invece eccoli di nuovo (il PD? E chi l’ha mai detto?), come in un eterna lotta tra gatto e topo, a cercare di “catturare” il Cavaliere con il supporto di alcune componenti (per loro stessa determinazione) fortemente politicizzate della Magistratura.

Berlusconi non si sconfigge mettendolo in galera. Anche perché, fatevene una ragione, non è una cosa semplice. In questa infinita lotta in corso da 17 anni tra Berlusconi e le Procure di mezza Italia (Milano in particolare) i risultati parlano chiaro. E non c’è bocciatura di Lodo che tenga, il Cavaliere continua ad andare avanti supportato da più di un terzo dell’elettorato.

Ci hanno provato con (presunte) iscrizioni a logge massoniche, (presunte) mazzette, (presunte) frodi economiche, (presunte) compravendite di Parlamentari, addirittura con (molto presunti) rapporti con la malavita. Niente. Ora sono tornati all’attacco. Con la Figa. Puntano tutto sullo sporco e falso moralismo che spesso abbonda nel nostro Paese.

Berlusconi è accusato di concussione (ma su questo non stanno insistendo, tanto alla “ggggente” non gli interessa) e di sfruttamento della prostituzione minorile. Apriti cielo! Un settantenne ha (avrebbe, in realtà, anche se i dubbi possono essere più o meno fondati) rapporti sessuali con ragazze minorenni, in cambio di aiuti economici, “sociali” o lavorativi.

Chiariamoci: si tratta di presunti reati ed è assolutamente necessario svolgere le relative indagini e accertare anche la più piccola violazione di legge (e a quel punto punire l’imputato in tutti e tre i gradi di giudizio). Ma quello che non posso proprio sopportare è la macchina da guerra messa (nuovamente) in moto dai “soliti” e con l’unico obiettivo di distruggere un cittadino. La Giustizia, quella con la “G” maiuscola, non si dovrebbe mai comportare così, nemmeno se si sta dando la caccia al Diavolo in persona. Indagini rivelate passo per passo a mezzo stampa, iscrizioni nel registro degli indagati (parlo di quella di Berlusconi) prima smentite categoricamente e poi sbattute in faccia all’Italia il giorno successivo alla parziale bocciatura del Legittimo Impedimento, indagini assegnate sempre agli stessi responsabili palesemente schierati da anni contro l’imputato, mezzi e uomini impiegati per sbirciare nella vita privata di un cittadino manco si trattasse del più sanguinario criminale della storia (roba che se usavano lo stesso schieramento di forze in altri ambiti oggi probabilmente non avremmo più mafiosi) e tante altre stranezze, o meglio “particolarità”, che non sono davvero degne di un Paese civile.

Volete arrestare Berlusconi? Indagate (in silenzio, please), trovate prove schiaccianti (ce ne saranno pure, è o non è un pericoloso criminale?) e condannatelo. Non buttate in aria ogni volta un puttanaio del genere!

Il guaio vero è che non si vuole arrivare all’arresto di Berlusconi, ma solo al suo totale sputtanamento all’Estero ma soprattutto agli occhi del “suo” elettorato. E qui mi ricollego al discorso fatto in apertura: non è questo il modo di battere il Berlusconismo (di cui, ricordiamolo, il Cavaliere è solo un esponente, seppur il più importante). Fino a quando non si riuscirà a mettere in campo una vera alternativa non c’è indagine che tenga.

PS: ho detto vera alternativa, quindi escluderei a priori il “Terzo Polo” e QUESTO Partito Democratico.

“Vabbé – dirà l’unico lettore capace di arrivare fino a questa riga – ma perché hai detto che questo era il tuo articolo più difficile? Fino ad ora non hai fatto altro che raccontare le solite stronzate da Berlusconiano!”.

Giusto, veniamo al dunque. Scordiamoci per un istante le escort, le feste e i “bunga-bunga”. Ammettiamo che niente di tutto questo sia mai accaduto.

IO, BERLUSCONIANO DA QUANDO HO LA TESSERA ELETTORALE (anche da un po’ prima in realtà), CHIEDO A BERLUSCONI DI RASSEGNARE SPONTANEAMENTE LE DIMISSIONI DA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, INDICARE AL CONGRESSO DI PARTITO UN SUCCESSORE E PORTARE CON LUI (O CON CHIUNQUE ALTRO VENGA DESIGNATO DAGLI ORGANI COMPETENTI) IL PAESE A NUOVE ELEZIONI.

Non perché va a letto con le (quasi) diciottenni. Non perché controlla una buona fetta dell’informazione. Non perché glielo chiede Fini (o Casini, o Bersani, o Di Pietro), non certo per certificare la sua sconfitta di fronte alla magistratura politicizzata (non è affatto così).

Io chiedo al Capo del Governo di dimettersi perché il Governo che amministra non sta dando (e nulla indica che sarà in grado di farlo nel prossimo futuro) all’Italia le risposte di cui un Paese come il nostro ha bisogno. Siamo ad un passo del federalismo, possiamo finalmente (forse) guardare al futuro dopo la disastrosa crisi economica che ha colpito l’occidente in questi tre anni, è tempo di fare dell’Europa qualcosa di vero e noi siamo qui, ogni giorno, a discutere di quanto sia cattivo Berlusconi e di quanto siano comunisti i giudici.

Analizziamo con occhi critici il quarto governo Berlusconi: (stra)vince le elezioni, si insedia in pompa magna e butta lì tre mesi di colpi di teatro (vedi Napoli) in cui tutti sono amici (vedi rapporti Berlusconi-Veltroni). Poi iniziano a circolare le prime voci su presunte telefonate “piccanti” tra Silvio e una esponente politica, forse addirittura una Ministra. Da quel luglio 2008 in poi si riaccende la lotta con una certa magistratura e i toni tornano ad essere quelli del periodo 2004-2006. Inizia la crisi e in Italia si pensa solo a come sputtanare il Presidente del Consiglio (da una parte) e di come scampare, almeno per un po’, a queste nuove accuse (dall’altra). Poi arrivano le Noemi e le D’Addario. I rapporti con Fini si fanno sempre più freddi, ma poi il PDL stravince anche le regionali. “Fase nuova” si diceva. E invece no. Caso Mills (da una parte) e legittimo impedimento (dall’altra). Poi arriva la separazione tra i due cofondatori e la risicata fiducia del 14 Dicembre. “Fase nuova” si diceva anche stavolta. E invece ecco puntuali il “Ruby-gate” (da una parte) e i videomessaggi “incazzati” (dall’altra).

Insomma, Silvio, c’è un Paese da portare nel futuro, che cazzo! Pensi di essere vittima di un accanimento giudiziario? Posso anche essere d’accordo. Invochi una riforma della Giustizia che ripulisca certi settori troppo politicizzati? Eh no! Questa benedetta riforma potevi farla nel 2008, in tempi non sospetti e soprattutto con decine di deputati di maggioranza. Oggi, forse, sarebbe stato il tempo di qualche riforma per l’Italia!

Sei stanco. Sei solo. Sei sconfortato. Pensi di essere ingiustamente vittima di un attacco senza precedenti nella storia del nostro Paese. Ti chiedi perché i tuoi nemici ti dipingano come un diavolo e come mai i tuoi presunti amici cerchino solo di spillarti un po’ di soldi, un lavoro o qualche regalo. Stai portando avanti un divorzio scaturito da accuse pesanti e a mezzo stampa da parte della tua ormai ex moglie. Hai perso in pochi mesi l’amata mamma, qualche altro famigliare e gli amici di una vita (Sandra, Raimondo e Mike su tutti).

Fossi al tuo posto probabilmente sarei già crollato da un pezzo. Evidentemente sei molto più forte di me. Ma mi sembra palese che non sei più nelle condizioni di guidare il Paese. Indica tu stesso il percorso da seguire per andare avanti e spiega come solo tu sai fare agli elettori, ai cittadini, che hai deciso di fare un passo indietro non perché vuoi riconoscere la tua sconfitta, ma anzi perché vuoi continuare la tua lotta (con la chiara intenzione di vincerla) senza però causare all’Italia altri mesi, forse anni di immobilismo in attesa del “verdetto finale”.

Cosa credi che impedirebbe la vittoria del “successore designato” a quel punto? Questo PD? il Terzo Polo? Di Pietro? E come, essendo venuto meno il punto principale dei rispettivi programmi elettorali (eliminare Berlusconi, ndr)?

A quel punto si tratterebbe solo di portare a termine la tanto agognata riforma della Giustizia, da esibire come l’ultimo trionfo. E poi, ma solo a processi conclusi (tanto non hai nessuna paura a presentarti davanti ai giudici, giusto?) e dopo una riforma semi-presidenzialista della Costituzione, potresti anche pensare di fare una “capatina” al Colle, giusto per far incazzare a morte tutti i tuoi detrattori.

Restare a capo di un Governo che non governa, continuando dall’ufficio di Palazzo Chigi questa sanguinaria guerra contro una parte della magistratura a discapito di una Nazione che non ne può più di questo immobilismo non è certo quello che si può definire il giusto comportamento per “il Paese che ami”.

Pensaci, perché queste parole e questi pensieri vengono da un tuo elettore e non da un “mangia-bambini”.

Ok, ci siamo, ho quasi finito. Manca solo un’ultima nota: cosa c’entra il titolo con tutto l’articolo?

Semplice.

Se Berlusconi dovesse per puro caso (sono un illuso..) ascoltare questi consigli, le elezioni in quel periodo sarebbero la fine, in un colpo solo, per PD, Fini, Casini, Rutelli e Toghe Rosse (oh, questo non è – ancora – un partito!).

Ma se questa guerra frontale dovesse continuare allora, portato a casa il federalismo, le Idi di Marzo saranno fatali per Silvio Berlusconi. Per il politico, per l’editore, per l’imprenditore. Ma soprattutto per l’uomo.

Ho finito davvero. Scusatemi il lunghissimo sfogo ma ho poco tempo e le riflessioni vanno condensate in un unico post. Abbiate pietà 😉

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Fate ridere

Terzo polo, riunioni allargate, conte all’ultimo sangue. Fate entrare anche loro… e siamo a 317!

Dopo la riunione di oggi tra FLI+UDC+API+MPA+LD sembra essere nata ufficialmente una nuova maggioranza parlamentare che si dice pronta a votare in blocco la sfiducia a Berlusconi.

E poi via con i messaggi ridicoli, quelli del tipo “Berlusconi deve continuare a governare”, “Berlusconi deve dimettersi di sua spontanea volontà”, “Se viene sfiduciato non è riproponibile”, senza dimenticare i “Chi non vota la sfiducia verrà espulso da FLI”.

Ma la volete smettere? Mettetevi il cuore in pace: mancano 12 giorni al 14 dicembre. 12 giorni che passerete in vacanza visto che la Camera è chiusa fino alla votazione decisiva (quanta indignazione in merito!).

Non sfracellateci i coglioni ogni santo giorno con queste dichiarazioni in puro “politichese”.

E’ in corso l’ultimo (ma sarebbe più giusto dire l’ennesimo) tentativo in ordine di tempo nato con l’unico scopo di far fuori Berlusconi. Altro che governi di emergenza, di salvezza, di responsabilità.. se avete i numeri e il coraggio andate a Montecitorio, dite a voce alta un bel “SI” alla sfiducia, prendetevi davanti al Paese tutte le responsabilità del caso e poi ci spiegherete in tutta tranquillità cosa succederà dopo.

Pare abbastanza ovvio che in questa occasione Berlusconi non ha margini di trattativa: anche se otterrà la fiducia saranno pochi voti, molto probabilmente di convenienza.

Con Berlusconi (con questo Berlusconi) non si continua, un Governo tecnico non può durare dopo che l’obiettivo principale (mandare a casa B.) è stato portato a termine.

Quelli che accusano il Cavaliere di voler perdere tempo perché non vuole dimettersi di sua spontanea volontà mi spiegano perché non sono allo stesso tempo a favore di nuove elezioni subito (con questa legge elettorale)?

Ah già, “per il bene dell’Italia”..

PS: Fini, sulle alleanze ti avevo avvertito.. per quanto mi riguarda sarebbero “Zeru Voti”

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Se Berlusconi perde la Carfagna..

Mara Carfagna, 35 anni. Ballerina, Miss Cinema 1997, sesta classificata a Miss Italia 1997, Laureata in Giurisprudenza con 110 e Lode nel 2001, show-girl fino al 2006 poi Deputata di Forza Italia (elezioni 2006) e PDL (2008). Ricopre l’incarico di Ministro per le Pari Opportunità dal maggio dello stesso anno.

In molti la ritengono “frutto politico” di Silvio Berlusconi. Senza dubbio deve ringraziare il Cavaliere per averle offerto un posto che però non ha mai dimostrato di non meritare. Anzi: se guardiamo una foto ricordo dei Ministri scattata l’8 Maggio 2008 possiamo notare che uno (Scajola) è stato costretto a dimettersi per una (presunta) irregolarità riguardo una casa di Roma, un altro (Zaia) ha lasciato per prendere la guida del Veneto, uno (Bondi) sta per subire una mozione di sfiducia relativamente al crollo di Pompei, un altro ancora (Bracnher) non è durato che un paio di giorni e per finire Ronchi se n’è andato con Fini. Questo breve elenco di politici “politicanti” serve per chiarire una volta per tutti che non è detto che in questo campo l’esperienza sia una assoluta assicurazione. Capita invece che a volte la troppa abitudine a vivere vicende squisitamente politiche porti a decisioni e/o comportamenti che, visti dalla gente comune, suonano come l’ennesima dimostrazione dell’opportunismo in cui si distinguerebbero, secondo appunto visioni del “popolo”, gli appartenenti alla Casta.

Ammetto di non poter giudicare l’azione della bella Carfagna in qualità di Ministro, ma solo perché sono io a non avere le basi per formulare un giudizio. Pare però che il suo lavoro non sia stato affatto disprezzato. O per lo meno ha passato gli ultimi due anni a lavorare invece che comparire un giorno sì e l’altro pure in tutte le trasmissioni per chiedere più soldi o per accumulare visibilità. Non dimentichiamo inoltre il record di preferenze ottenute nelle recenti elezioni (in Campania).

Quello che voglio dire è che forse, zitta zitta, Mara è una delle poche che può davvero definirsi un “politico” nella concezione originale del termine: prende voti, ottiene incarichi, lavora per portarli a termine e cerca di ritagliarsi un posto sempre migliore nel partito in cui milita.

Come avrete letto, Mara ha annunciato che dopo aver votato la fiducia a Berlusconi il 14 Dicembre rimetterà il suo mandato da Ministro e darà le sue dimissioni da Deputata. Dice di non riconoscersi più nel suo partito, dice di vivere perennemente in contrasto con la dirigenza pidiellina nella “sua” Campania e sostiene di sentirsi “inuntile” in quanto le sue considerazioni non vengono ascoltate dalla dirigenza. A questo bisogna aggiungere tutte le “malelingue” che da sempre ricoprono di insulti e sospetti la bella Deputata e, recentissimamente, i forti contrasti con la Mussolini e chi come lei la accusa di intrattenere rapporti politici con Bocchino e con i finiani.

Partiamo con il dire che non sta scritto da nessuna parte che due politici appartenenti a schieramenti diversi non possano parlare, discutere di politica o di quello che gli pare. Questa è la concezione di politica che regna in Italia, dove l’altro è per forza di cose il nemico appestato da combattere ad ogni costo. Io, l’ho già detto, sono convinto che in politica la fedeltà (concetto diverso dalla riconoscenza) non esista. Capire di dover cambiare strada è legittimo se lo si fa con coerenza. Ma qui siamo di fronte a qualcosa di diverso: se davvero la Carfagna dovesse decidere di abbandonare ogni suo ruolo politico (ma anche se dovesse decidere di passare con Fini) questo non sarebbe che la conferma di quello che ho scritto poco sopra. Solo un “politico” vero rinuncia di colpo al ruolo di Ministro e di Parlamentare per questioni ideologiche. Molti, seppur ignorati dalla dirigenza del loro stesso partito, non ci penserebbero minimamente a chiudere gli occhi e fare finta di nulla. Se non altro per il lauto stipendio mensile e tutto ciò che vi ruota intorno.

Comprendo che forse il senso questo mio post non sia ancora chiaro, tento allora di arrivare al sodo: Berlusconi sta navigando verso il voto del 14 dicembre cercando in ogni modo di recuperare qualche “indeciso” (soprattutto alla Camera). Questo è legittimo. Quello che forse non stiamo considerando è che se il Governo dovesse sopravvivere avremmo un aumento generale di percezione di quello che possiamo definire un “grande mercato”, mentre la Politica, con la P maiuscola, sarebbe sempre più latitante.

Ecco perché per principio sono più favorevole alle urne: andare avanti con un Governo sostenuto da una maggioranza “d’interesse” è ben altra cosa che dare al Paese una immagine di bella politica.

Per questo motivo, se le intenzioni di Mara Carfagna sono oneste e se le sue lamentele rimarranno inascoltate (e ovviamente se davvero lascerà baracche e burattini), voglio schierarmi fin da ora dalla sua parte.

Se Berlusconi perde la Carfagna sarà solo ed esclusivamente peggio per lui: da lui veniva l’idea che la politica deve essere mestiere per tutte le donne e gli uomini onesti e volenterosi. Il suo quarto Governo rischia invece di continuare a vivere sostenuto quasi esclusivamente dai “professionisti”, vecchi volponi che sono nel giro da più di cinque lustri e che non hanno alcuna intenzione di abbandonarlo.

PS: ringrazio il blog di Mara Carfagna per l’immagine che ho utilizzato in apertura.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Crisi di Governo (e di buonsenso)

In questi giorni, dipinti da molti come le “idi di Marzo” dell’avventura politica di Berlusconi, se ne sentono di tutti i colori. Probabilmente (si spera) la colpa è dovuta alla particolarità della situazione. Tutti i “giocatori” sono in qualche modo coinvolti e può darsi che l’emozione e l’incertezza su ciò che sta per accadere faccia loro dire cose che non stanno né in cielo né in terra.

La prima è una considerazione generale: oggi, come promesso, la compagine di FLI ha rassegnato le dimizzioni dal Governo. Tutti titolano che la Crisi è iniziata, evidenziando la convocazione per domani al Quirinale di Fini e Schifani (presidenti di Camera e Senato). In realtà sappiamo che Berlusconi è fortemente intenzionato a portare (legittimamente) la crisi in Parlamento quindi, finché non sentiremo il Cav gridare “Che fai, mi voti contro?” (e finché non vedremo i voti contrari di FLI) questa crisi non può affatto dirsi aperta.

In secondo luogo commentiamo la comica affermazione di Berlusconi in cui si dice intenzionato, in caso di fiducia dal Senato e sfiducia alla Camera, a chiedere lo scioglimento solo di questa ultima. Seppur si tratta di una ipotesi effettivamente percorribile secondo la tanto amata Costituzione, l’idea è tutt’altro che geniale. Ma ve lo immaginate il nostro Paese alle prese con una doppia elezione separata di Camera e Senato? Già il sistema è macchinoso di suo, se poi invece che migliorarlo andiamo in questa direzione.. per non parlare poi dei costi! No. E’ una strada decisamente improponibile. Il Cavaliere questo lo sa e farebbe meglio a concentrarsi sulle cose serie piuttosto che continuare a rilasciare dichiarazioni di questo tipo.

Terza osservazione per tutti i “futuristi” che ora sembra siano stati infettati di colpo dalla “Berlusconite”: cambiare idea è legittimo. Abbandonare un progetto perché non ci si sente più partecipi è assolutamente concesso se non addirittura una dimostrazione di coerenza (ma solo se in precedenza si è lottato per cambiare questo sistema dall’interno). Ma da qui ad affermare ai quattro venti di essere pronti a tutto pur di cacciare per sempre Berlusconi da Palazzo Chigi la strada è lunga! Vi siete accorti di colpo che Berlusconi è in realtà la reincarnazione di Satana? Benissimo, ma almeno non fate finta di aver vissuto nella reggia del Padrone negli ultimi sedici anni! Fini in realtà ha più volte cercato di porre rimedio a questa incoerenza non mancando di ringraziare il Cavaliere per alcune scelte fatte nel passato, ma se stiamo a sentire alcuni dei suoi “fedelissimi” sembra quasi che FLI non sia altro che una corrente dell’Italia dei Valori! Questo, scusate, ma non è tollerabile! E poi, almeno, mettetevi d’accordo: capisco che mettendo insieme FLI, UDC, API, PD e SL Berlusconi e la Lega li battete di sicuro, ma non mi sembra giusto nei confronti dei vostri (potenziali) elettori continuare in mezzo a tanta confusione. Ci fate capire quello che volete fare? Chiederete un Governo tecnico? Oppure le elezioni? E in tal caso correrete da soli o stipulerete un patto con l’UDC e l’API? Oppure siete seriamente tentati dal “Carrozzone – Unione 2.0”? So che forse non è il caso di parlare di queste cose prima delle dimissioni di Berlusconi ma per carità, fate un po’ di chiarezza perché dalla Terra si fa davvero fatica a capirci qualcosa!

Ultima osservazione rivolta a Bersani e a tutto il PD: prima la scena gli viene rubata (letteralmente) da Di Pietro. Poi ecco spuntare Fini. Ma volete comportarvi come se foste davvero il maggior partito di opposizione? Segnali come l’esito delle primarie di Milano (svoltesi ieri, vittoria del candidato ex PRC e sostenuto da Vendola su quello sostenuto dal PD) dovrebbero far riflettere! Dovete aspettare che sia Di Pietro a chiedervi di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del Governo? Se per voi è una strada percorribile dovevate avere per primi il coraggio delle vostre azioni!

Mi fermo qui, solo perché il resto bisognerà valutarlo in seguito a quello che accadrà in Parlamento.

PS: sembra che le cose stiano effettivamente andando avanti più o meno così.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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I have some difficulties..

Berlusconi durante la riunione del G20 confida al collega Vietnamita di avere “qualche difficoltà al momento” parlando, ovviamente, della situazione politica italiana.

Gli aggiornamenti in breve sono questi: Berlusconi in pratica ha offerto a Fini la possibilità di entrare direttamente nel Governo (con un rimpasto senza crisi formalizzata) ma questi ha declinato l’invito ripetendo che vuole le dimissioni del Premier.

Le due strade possibili a questo punto sono due: dimissioni spontanee e preventive del Cavaliere o sfiducia in Aula da parte di Fli dopo l’approvazione della Finanziaria e dopo aver ritirato i suoi esponenti dal Governo (lunedì). In entrambi i casi, visto il clima, si tratterebbe di “crisi al buio” ovvero senza la certezza da parte dell’attuale Presidente del Consiglio di ricevere dal Presidente della Repubblica l’incarico di formare un nuovo Governo (come è accaduto, per esempio, a Prodi nel Febbraio 2007).

Lo stesso Berlusconi infatti “respira” nell’aria, nonostante tutto, la voglia di più parti di liberarsi di lui. E per questo non sembra intenzionato a farsi da parte per primo. Vuole sfruttare anche la minima occasione per addossare tutta la colpa della crisi su Fini (che poi è il suo obiettivo da settimane). Del resto per aprire una crisi è necessario che qualcuno lo sfiduci in Aula e chi potrebbe essere se non Fini stesso?

A quel punto, incassata la Sfiducia, Berlusconi potrebbe salire al Colle “più tranquillo”. Potrebbe chiedere il reincarico o puntare dritto verso le elezioni. Nel primo caso costringerebbe Fini a tornare tra le fila della maggioranza, nel secondo si preparerebbe alla campagna elettorale più “cattiva” della sua avventura politica.

Per quanto mi riguarda, arrivati a questo punto, la sfiducia parlamentare è l’unica strada percorribile. Si possono dire davvero tante cose sul conto di Berlusconi ma bisogna ammettere che non ha tutti i torti quando dice di non potersi più fidare né di Tizio né di Caio.

Ancora una volta conteranno i fatti più che le parole e i proclami. E la cosa divertente (se così si può dire) è che questa volta il Cavaliere rischia di essere l’unico a spingere verso una soluzione politicamente e istituzionalmente corretta.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Fini ripiomba nel 2005

Ho trovato il discorso di Fini molto istituzionale, pieno di buoni propositi e belle idee. Un po’ come era accaduto a Mirabello. Ma le buone notizie, ahime, si chiudono qui.

Per quanto mi riguarda sono infatti decisamente deluso. Non per quanto in futuro Fini potrà fare con il suo partito, ma per quello che è intenzionato a fare oggi: la conclusione, quella che tutti attendevano, è stata presa. Fini ha scelto la strada (impervia) del rimpasto di Governo.

Le possibilità erano 3: accettare la mano tesa di Berlusconi, chiedere un rimpasto o sfiduciare il Premier. La prima e l’ultima erano in qualche modo scelte di responsabilità, mentre quella intrapresa ha un sapore squisitamente politico.

Fini infatti ricade nella tentazione di criticare Berlusconi e il PDL e lo fa con toni decisamente più pesanti di quelli utilizzati a Mirabello. Per carità, ha una maledetta ragione quando si lancia contro la politica economica di Tremonti, contro l’eccessiva personalizzazione del partito di Berlusconi, contro l’arretratezza in materia di diritti civili e soprattutto contro la golden share della Lega (cita come esempio l’utilizzo dei fondi FAS per accontentare gli allevatori), ma commette di nuovo il gravissimo errore di dimenticare che il PDL (il partito finito, quello che va superato) è stata la sua casa fino a qualche mese fa. Nonostante abbia ricordato solo questa mattina ad un giornale tedesco come sia stato uno sbaglio fondare il PDL insieme a Berlusconi (a proposito, ma dove sarebbe oggi senza il PDL stesso?), Fini aveva il diritto ed il dovere di denunciare ufficialmente tutto questo senza aspettare l’inevitabile deferimento (che in verità è andato a cercarsi).

Che senso ha chiedere oggi, in questa situazione, un passo indietro a Berlusconi per ritrovarsi poi intorno ad un tavolo per ripartire sulla base di “4-5 missioni indispensabili” quando lo stesso Presidente della Camera ha passato gli scorsi due anni e mezzo a criticare senza mai proporre davvero qualcosa di concreto nelle sedi appropriate?

Fini poi si lascia andare e, forse a causa dell’ambiente a lui molto favorevole, abbassa la guardia e commette degli errori: il primo lo fa parlando della Lega. Muove delle giuste critiche al partito di Bossi ma la sensazione è quella di un complesso di inferiorità in quanto il suo partito non viene riconosciuto come interlocutore privilegiato del PDL come accade invece con gli uomini del “Senatur”. Il secondo errore è riferito al Bipolarismo e alla necessità che l’avversario non torni poi ad essere un nemico dopo le elezioni. Qui forse Fini si scorda di come era iniziata la legislatura e di come sia stato il PD a tornare a scagliarsi contro il solito Berlusconi (già dopo pochi mesi di Governo). Il terzo grave errore (ripreso, come vedremo, da Berlusconi) lo commette parlando proprio di rimpasto. Prima si lamenta del fatto che il Parlamento sia stato spesso esautorato per colpa del Governo e poi chiede l’apertura di una crisi passando direttamente la palla al Presidente del Consiglio. Ma senza dubbio la cosa sconvolgente, già segnalata da alcuni analisti, è che il Presidente della Camera (terza carica dello Stato), Presidente di un partito che minaccia di passare all’opposizione, chieda direttamente le dimissioni del Presidente del Consiglio (quarta carica dello Stato). Insomma, la “cadrega” di Montecitorio non sarà certo nelle disponibilità del Presidente del Consiglio, ma non vale nemmeno il contrario!

Ma a parte tutto, se è vero tutto quello che Fini ha detto, che senso ha chiedere un rimpasto? Che senso avrebbe un nuovo Governo con Berlusconi? Che senso ha ritirare Ministri e Sottosegretari da un Governo che si può far cadere in ogni momento? Nessuno crede davvero che la strada indicata da Fini sia percorribile. E tutti sanno bene che non sarebbe nemmeno (del tutto) colpa di Berlusconi se la situazione a questo punto precipitasse. Fini voleva rispedire il “cerino” nelle mani del Cavaliere ma a me pare solo che abbia evidenziato una sua NON-assunzione di coraggio e responsabilità. Forse il Paese non può permettersi elezioni, ma nemmeno un nuovo Governo di questo tipo!

Quanto a Berlusconi e al PDL non c’è ancora una risposta ufficiale ma da ciò che filtra dai soliti “ambienti vicini” Berlusconi avrebbe detto di non aver alcuna intenzione di dimettersi. Il Cavaliere avrebbe detto (come è nella sua natura) che se Fini vuole “andargli oltre” deve venire in Aula e avere il coraggio di sfiduciarlo, di fronte al Parlamento e al Paese intero. Il cerino quindi rimane nelle mani di Fini perché il Governo è intenzionato a continuare a lavorare e l’unico modo per mutare lo “status quo” è un voto di sfiducia.

Sembra avverarsi almeno in parte quello che avevo “predetto” qualche giorno fa. Fini vuole rivivere il 2005 e il Berlusconi-bis ma si ricordi che anche quella volta il Cavaliere era dato per spacciato..

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Eccoci qui, Fini chiede la testa di Berlusconi

Eccoci qui, forse, all’atto finale. Prendendo “spunto” dal caso della giovane Marocchina Ruby (sul quale non ho speso e non ho intenzione di spendere nemmeno una parola) Fini ha deciso di chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio. Qualche settimana fa fui io stesso ad invitare il capo di Futuro e Libertà ad un atto di responsabilità riguardo la necessità o meno di continuare a tenere in vita questo Governo, ma oggi ho qualcosa da dire in merito..

Prima cosa: in questi casi più che in altri le parole sono davvero nulla se non vengono poi certificate da un atto “fisico”, tangibile come un “NO” alla Camera. Fini di fatto ha sfiduciato il Premier. Ora, anche dal PDL, chiedono a Fini una risposta chiara e senza possibilità di fraintendimenti. Fini ha deciso? Ci voti contro. Oppure stia zitto.

Seconda cosa: dall’enturage del Cavaliere è emerso che il Premier sembra rilassato, come se si fosse liberato da un macigno. Evidentemente si vuol far passare l’idea che Berlusconi stesse solo aspettando il momento in cui tutta questa vicenda sarebbe diventata di dominio pubblico (con tutte le conseguenze del caso). Probabilmente è davvero così, ma le possibili letture sono almeno due. La prima è quella più semplice, che vuole un Berlusconi ormai alle strette, costretto a rassegnare volontariamente le dimissioni per evitare un voto contrario del Parlamento e la rottura dei rapporti tra il PDL e la Chiesa. La seconda è un po’ più “fantasiosa” ma non per questo meno possibile. A me tutta questa vicenda sembra sempre più strana, sia per come è venuta fuori sia per come si sta evolvendo. Berlusconi in pratica non si sta difendendo (se non con i soliti anatemi). E se questo non fosse un sintomo di estrema debolezza? Se fosse invece la prima mossa di una precisa strategia per arrivare allo “Scacco Matto”? Diamo per certe, in questa ricostruzione fantasiosa, le elezioni a Marzo 2011. Nel 2008 si verificò la crisi di Prodi a metà gennaio e si andò alle urne tre mesi dopo. Seguendo questa ipotetica linea temporale allora diciamo che Berlusconi lascerà “scorrere” gli eventi che porteranno alla fine del suo quarto Governo senza tentare di resistere ma senza nemmeno dimettersi per decisione personale. Diciamo che Berlusconi punta a farsi sfiduciare (da Fini, ovviamente) entro la fine di Novembre o al massimo entro i primi giorni di Dicembre. Dopo una settimana di consultazioni il Presidente della Repubblica, riscontrata l’impossibilità di un Governo Tecnico, indirà nuove elezioni prima di Natale. A quel punto, con le famiglie rilassate e riunite davanti alle televisioni nel periodo natalizio, Berlusconi se ne uscirà con uno dei suoi “colpi da maestro” (magari proprio sul caso di Ruby) volto in primo luogo ad “irridere pubblicamente” chi ha sfiduciato un Governo su basi quantomeno dubbie. Da lì a Marzo inizierà una campagna elettorale così violenta che verrà ricordata per molto tempo. C’è da ricostruire l’immagine di un Leader e di un non-partito. Il PD non riuscirà a tenere il passo di un Berlusconi che in queste cose è un maestro assoluto. Risultato? Vittoria per Berlusconi e per la Lega. Senza Fini. E poi? Non ne ho idea. Quello che è certo è che Silvio non resterà ancora per molto a farsi cuocere a fuoco lento come sta accadendo ora. Ha le caratteristiche (e le possibilità) per giocarsi il tutto per tutto pur di non darla vinta a quello che ormai è diventato il suo nemico giurato.

C’è solo un punto oscuro. Come molti hanno osservato, anche al Senato ci sarebbero i numeri per un Governo tecnico. Questo accadrebbe perché molti senatori PDL non accetterebbero lo scioglimento delle Camere vedendo la possibilità di essere rieletti minacciata dalla forza della Lega. Ma questo in realtà è un non-problema. Appurato che l’importante è lo stipendio a quattro zeri a fine mese, si tratterebbe di trovare un alternativa al ruolo di Parlamentare.

Se anche solo una riga di quello che ho scritto dovesse verificarsi tutto dovrebbe avvenire nelle prossime due settimane.

PS: state pensando che io appoggerei (in toto) una azione del genere se si tramutasse in realtà? Beh, allora non avete capito niente.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Caro Gianfranco, non si fa così

Prologo: come ho avuto modo di spiegare in tutti i post su Fini/FLI io NON sono contro Gianfranco. Se alle prossime elezioni presentasse un programma liberale e candidati credibili io non avrei problemi a dargli il mio voto.

Detto questo, Fini ha sempre detto giustamente che Berlusconi ha il diritto e il dovere di governare, ma è altrettanto vero che se potrà continuare o meno a farlo dipende essenzialmente solo da FLI, ovvero da Fini stesso. Inutile quindi “obbligare” Berlusconi a fare il capo del Governo se poi un giorno sì e l’altro pure si minaccia un altro esecutivo.

Parliamoci chiaro: attualmente esiste, sia alla Camera che al Senato, una maggioranza trasversale pronta a formare un esecutivo che non comprenda il PDL (o sarebbe meglio dire Berlusconi). Se non altro perché molti senatori “nordisti” del PDL temono di non venire rieletti a causa del maggior potere della Lega in quell’area.

Ad oggi l’unica cosa che ci tiene lontani da tale scenario è il voto di FLI a favore del governo. Capito il paradosso? Fini, capo di FLI, dice che se Berlusconi cadesse non sarebbe un golpe esprimersi a favore di un nuovo governo. Ma abbiamo capito che Berlusconi può cadere solo se FLI gli fa mancare l’appoggio. Ma sono solo io a vedere una situazione tragicomica?

E poi il fatto che qualcosa sia già successo in passato non basta assolutamente a legittimarlo: stia attento dunque il Presidente della Camera perché, stando alle sue ultime dichiarazioni, il ribaltone del 1995 fu una scelta “corretta”. Bisogna fare una distinzione in merito: un conto è la formazione di un nuovo governo durante una legislatura senza che vengano sostanzialmente cambiati gli equilibri interni (esempio: Berlusconi II / III nel 2005), tutt’altra cosa è stravolgere la volontà dei cittadini che durante le elezioni politiche hanno espresso una precisa volontà mandando al governo forze “destinate”, almeno per 5 anni, all’opposizione.

Numericamente, come ho già scritto, è possibile la formazione di un nuovo Governo con l’appoggio (o l’astensione) di tutte le forze tranne PDL e Lega. Ma come ci si giustificherebbe di fronte ai cittadini?

Se Fini vuole davvero smarcarsi da Berlusconi allora segua il mio consiglio: tolga apertamente la fiducia al PDL e chieda a Napolitano di sciogliere le Camere, in modo da presentarsi responsabilmente di fronte agli elettori con il suo nuovo progetto.

PS: giuste le critiche al “partito carismatico”. Ma il grande errore di Fini è quello di averle tirate fuori oggi, da oppositore, senza mai essere andato in passato oltre le “stoccate” televisive, chiedendo ad esempio la convocazione di riunioni straordinarie (o altre iniziative di questo genere).

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Un “Compleanno di Merda”

Diciamolo subito, forte e chiaro, in modo che non siano possibili altre interpretazioni.

Chi si aspettava una giornata “risolutiva” è rimasto deluso su ogni possibile fronte.

Partiamo dal peggio del peggio visto nella diretta televisiva di ieri: Antonio di Pietro. Il Leader di IdV non ha fatto altro che riversare fango (per non dire altro) sulla quarta carica dello Stato, il Presidente del Consiglio. Lo ha accusato, nell’ordine di essere un “pregiudicato illusionista”, un “successore di Nerone”, per finire con la ciliegina sulla torta: Berlusconi è uno “stupratore della democrazia”. Di Pietro andrebbe formalmente richiamato per il pessimo spettacolo offerto ieri all’Italia, e il Presidente della Camera non ha fatto molto per impedire questo scempio. Solo un paio di richiami formali, oltretutto sotto richiamo di Berlusconi.

Tralasciando gli interventi “inutili”, tipo quello di Casini e dei vari “terzopolisti” passiamo a quello di Bersani. Dopo aver “suggerito” a Berlusconi di candidarsi al Nobel per la pace ha detto che “la nuova stagione inizia oggi (ieri, ndr) e saremo noi ad aprirla”. Insomma, per l’ennesima volta “zeru proposte concrete” da quello che dovrebbe essere il principale partito di opposizione.

Ma veniamo alle questioni importanti. Berlusconi è arrivato alla Camera senza sapere cosa lo aspettava, questo era evidente (e basterebbe a smontare molte delle accuse di “mercantaggio”). Alla fine ha scelto di dar retta alle “Colombe”, capitanate dal solito Letta, e ha pronunciato un discorso in perfetto stile riappacificante, come se nulla fosse successo in questi ultimi due mesi. Discorso che tralaltro non perderò tempo ad analizzare dato che penso lo abbiano già fatto in molti due anni fa. Insomma, il Cavaliere si è calato in un personaggio che gli stava stretto, strettissimo, e lo ha fatto (con poche speranze) per tentare di allargare il più possibile il suo “bacino di maggioranza”. Dopo essere rimasto (sempre sotto consiglio di Letta) tutto il giorno a Montecitorio, più che altro a farsi offendere gratuitamente, ha replicato un po’ più piccato. Ma alla fine il risultato non è valso l’attesa: 342 voti a favore, ben più della maggioranza richiesta (e molti di più rispetto alla maggioranza del 2008), ma non abbastanza per andare avanti senza Fini e l’MPA. A Berlusconi sono mancati i voti di LD, di qualche PRI e di qualche assente/astenuto.

Si possono spendere ore ad analizzare la giornata di ieri, ma la verità è una sola: Berlusconi deve mettersi a trattare con Fini se vuole andare avanti. Esito più che prevedibile.

E il Cavaliere ha deluso chi voleva un colpo di mano: nessun attacco a Fini, nessuna dimissione, nessuna maggioranza allargata.

Ma anche Fini e i suoi hanno deluso: chi credeva davvero un un sincero patto per concludere legislatura dovrà ammettere che l’annuncio (scontato ormai) del nuovo partito dato in una giornata come questa non è certo un buon segno.

E poi, come ho già detto, come ha fatto Bocchino a votare la fiducia a un “pericolo per la democrazia”?

Ma lasciamo perdere. Sono tutti discorsi inutili. Berlusconi ha due sole possibilità: andare avanti facendosi inevitabilmente logorare da Fini o andare alle urne a Marzo (ipotesi suggerita dalla Lega).

Nel primo caso si prospettano due anni e mezzo forse addirittura più vuoti e inutili di quelli appena trascorsi, senza la minima traccia di vere riforme liberali. E no, non ditemi che Berlusconi le ha promesse. Con questi numeri non si andrà da nessuna parte. Nel secondo caso, a meno che le cose cambino in pochi mesi, Berlusconi non riuscirà a tornare a Palazzo Chigi. E addio Lodo Alfano.

Quale delle due strade pensate che sceglierà Berlusconi? Non lo, ma entrambe non promettono nulla di buono.

Non c’è che dire. E’ stato proprio un compleanno di merda.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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