Disastro all’ombra della Madunina

Le vogliamo spendere due parole sul disastro elettorale di Milano? Sì: ben ti sta. Il soggetto, chiaramente, è quella massa informe e inanime chiamata PdL. Ma anche a Berlusconi un po’ gli sta bene. Primo: in molti hanno provato ad accusare il Premier per la troppa nazionalizzazione dell’appuntamento milanese. Dato che l’uomo non è stupido deduco che un suo intervento così diretto è causa soprattutto di sondaggi segretissimi che prospettavano, con settimane di anticipo, il cataclisma avvenuto nell’urna. Dunque, non è colpa di Berlusconi (perché a suo modo – e ha sempre funzionato – ha tentato di risollevare una situazione ormai disastrosa). Ma allo stesso tempo è decisamente colpa di Berlusconi: è colpa sua se la politica italiana è praticamente immobile da mesi, è colpa sua se non riesce proprio ad evitare di parlare di Tremonti come suo successore pochi giorni prima di un voto decisivo (scatenando probabilmente le ire del “Celeste” e della sua influente corrente ciellina), è colpa sua se a distanza di tre anni dalla sua fondazione il PdL è ancora in uno stato più che embrionale, guidato da personalità che semplicemente, a mio modo di vedere, saranno portate per fare altro, non certo per guidare questo tipo di movimento. E’ colpa sua se non ha ancora capito che a fianco degli yesmen deve avere anche persone capaci di andargli contro (quando le cose non vanno bene). Ma questi sono, come sempre, discorsi generali. Vagheggiamenti.

A Milano invece la colpa è soprattutto della Moratti, del suo parlare poco della città, di Expo, di grandi opere, del suo essere troppo “chic” e a volte troppo lontana dalla gente comune, del suo tentare di impostare una campagna “alla Berlusconi” senza essere Berlusconi. A Milano la colpa è della Lega (nessuno ha capito che fine abbiano fatto i suoi elettori milanesi). E’ colpa dei candidati, quella di non aver spulciato punto per punto il programma dell’avversario per evidenziarne le problematiche.

Insomma, se ci fosse ancora bisogno di una conferma ufficiale.. eccola: il PdL, questo PdL, non ha futuro. Oggi è Milano, domani saranno le politiche. Davvero ci aspetta un’altra campagna elettorale a base di “comunisti”?

In ogni caso, tra sette giorni si gioca lo spareggio. Pisapia è ora dato per favorito da chiunque. In effetti i punti da recuperare sono tanti. Ma per il bene di Milano spero che il “miracolo” avvenga. Non perché la Moratti mi piaccia, ma perché non è pensabile lasciare oggi (alla vigilia dell’Expo) questa città in mano alla sinitra.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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