Sipario

Nel 2008 ho votato Silvio Berlusconi. Sapevo che avrebbe raccolto una maggioranza numericamente importante sia alla Camera che al Senato e, non senza scendere a compromessi con me stesso su qualche questione, ho deciso di concedergli il mio voto nella speranza che, in mezzo a tutto quello che sarebbe potuto accadere, sarebbe saltato fuori anche qualche provvedimento davvero utile per curare e cambiare questo Paese malato.

Speravo. Mi illudevo.

Come ho avuto modo di riconoscere pubblicamente su questo blog a partire dalla metà del 2010 il Governo Berlusconi IV si è dimostrato assolutamente inadeguato a risolvere i problemi dell’Italia e a contrastare la tremenda crisi che ha avvolto tutto l’Occidente. Ho sempre dato la colpa di questo fallimento in primo luogo al Cavaliere (in quanto capo assoluto della maggioranza) senza mai dimenticare che in realtà i colpevoli erano numerosi.

Ho apprezzato la “decisione” di farsi da parte nel Novembre del 2011 e il tentativo di far crescere il partito senza di lui e ho criticato aspramente la decisione finale di ricandidarsi alle elezioni 2013.

E’ palese che non voterò Silvio Berlusconi (né tantomeno il PdL) alle prossime elezioni Politiche.

Stop. Niente altro da dire in merito.

Volevo regalarvi i “My Two Cents” riguardo l’evento mediatico di ieri sera che, mio malgrado, mi sono sorbito per intero. Perché sapevo che alla fine non avrei cambiato idea, ma lo sentivo come un (ultimo) atto dovuto.

Berlusconi da Santoro (e da Travaglio, da Vauro, dal pubblico ostile e in terra straniera). Una di quelle cose che non ricapiteranno più.

Partiamo dagli obiettivi che le due parti probabilmente si erano prefissati: Santoro sperava di fare audience e, perché no, punzecchiare il Cavaliere per minarne la credibilità (?), Travaglio sapeva di avere “l’occasione della vita” e lo stesso Berlusconi voleva dimostrare il suo “coraggio” e voleva arrivare a fine serata senza essere stato “distrutto” politicamente.

Quello che mi sono trovato di fronte, sin dai primi minuti di trasmissione, è stata una occasione persa. Non che io nutrissi qualche speranza, ma alla fine più che una tribuna politica in cui si parlasse di futuro e di programmi si è trattato di un talk-show, un varietà di intrattenimento.

Pericoloso, perché abbandonando la Strada Maestra non si può che fare un favore all’ospite del giorno. Che infatti non ci mette molto a trasformare il programma in cui teoricamente doveva essere la vittima nell’ennesimo comizio. Con grande maestria, bisogna ammetterlo, Berlusconi è riuscito a plasmare la serata: invece che parlare alla “Testa” degli italiani (con dati, programmi, idee) ha imboccato i binari a lui tanto cari della “Pancia” calandosi nel pensiero dell’Italiano Medio e raccontandogli favole. Santoro, che sicuramente è molto bravo in quello che fa, non è riuscito a invertire la rotta e questa non può che essere considerata una vittoria clamorosa del Cavaliere. Perché una volta partito non lo si può fermare. Certo, non ha detto nulla di nuovo e non ha fatto cambiare idea a nessun cittadino già schierato ma sicuramente ha riconquistato voti in quel bacino elettorale che si era prefissato di “colpire”. Magistrale, davvero. Bravo anche a non perdere (quasi) mai il controllo, complice un Santoro forse troppo “soft”.

Ad un certo punto in redazione devono essersi accorti della piega che stava prendendo la serata e hanno giocato la carta-Travaglio. La sua prima “filippica” ha deluso praticamente tutti. Zero. Poi ha utilizzato la seconda occasione per ricordare quanto brutto e cattivo sia Berlusconi, quale fosse la radiografia della sua situazione giudiziaria e quanti amici poco raccomandabili lo abbiano affiancato in questi anni. Un’altra occasione clamorosamente sprecata. Marco non ha aggiunto NULLA di nuovo a quanto gli italiani non sapessero già. E il Cavaliere, glissando abilmente quasi tutti gli attacchi, ne è uscito se non vincente almeno non sconfitto. Un pareggio che sa di successo fuori casa. Anche la malaugurata idea di leggere quella “letterina” potrebbe infine aver giovato al Cavaliere. In qualche modo ha dimostrato, facendosi bloccare da Santoro, che quel tipo di interventi non sono poi così interessanti.

Chapeau.

Alla fine della lunga serata ci ritroviamo un Santoro che sicuramente avrà fatto il botto di ascolti ma che altrettanto sicuramente non è riuscito a “colpire” il suo ospite (anzi, certi servizi sono sembrati più un Endorsement), un Travaglio che secondo me ha sprecato la ghiotta occasione e un Berlusconi che ha fatto la figura del Gladiatore combattente nell’arena degli avversari, non ha perso un singolo voto tra i “fedelissimi” e, pur non avendo detto letteralmente NULLA, ha sicuramente smosso le acque del bacino elettorale degli “indecisi”.

Non c’è che dire. Se dovessimo eleggere un vincitore non avremmo dubbi in merito.

Confermo tuttavia tutto quello che ho scritto all’inizio. Ho simpatia nei confronti di Berlusconi ma sono convinto che non sia adatto a guidare il Paese (né lui, né il PdL né l’alleato leghista) in un momento delicato come quello che stiamo vivendo.

Andrò a votare? Cosà deciderò? La risposta, forse, in un prossimo articolo.

Per quanto mi riguarda questa volta cala davvero il sipario sul ventennio Berlusconiano. Politicamente mi sono già espresso e anche mediaticamente, per quanto bravo, è lontano anni-luce dai vecchi tempi de “L’Italia è il Paese che amo”.

Time to go ahead

[Omnia / Luca Zaccaro]

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