Rischiatutto

Premessa: non voto Renzi.

Se potessimo fare un riassunto di tutto ciò che è stato detto e scritto riguardo la crisi di governo (con la minuscola) attualmente in atto credo che vi meravigliereste di quanto sia esiguo, anche tra gli insospettabili, il numero di persone che ha criticato Renzi nel merito dei problemi sollevati.

L’esecutivo è innegabilmente bloccato da mesi, senza la forza (o la volontà?) di prendere posizioni e di andare oltre i DPCM o i Decreti Legge. Non è così che si governa un Paese. O almeno non dovrebbe esserlo.

La gestione del “Recovery Found” e quello che sta succedendo oltre oceano sono quindi solo due pretesti per cambiare una situazione che stava diventando insostenibile.

Quindi il problema è solo il rischio di andare ad elezioni anticipate durante una pandemia? Tralasciando il fatto che questa possibilità rimane, ad oggi, ancora molto remota (e nel palazzo, di nuovo minuscolo, lo sanno tutti bene), ma in Democrazia non bisogna mai avere paura del volere del Popolo, né tantomeno si dovrebbe pubblicizzare questa paura a reti e giornali quasi unificati.

Ma veniamo a noi e al mio umile pensiero.

Renzi ha permesso al “Conte 2” di vedere la luce per evitare una presidenza Salvini e, soprattutto, per poter contare più del suo attuale bacino elettorale stimato.

Sempre Renzi, essendosi accorto di non poter esercitare sull’esecutivo l’influenza che voleva, ha già cercato altre volte di ribaltare il tavolo, ma poi è arrivata la pandemia e tutto è stato rimandato. Ora, con i due temi a cui facevo riferimento poco sopra, non poteva più aspettare e soprattutto non aveva più interesse a restare in una maggioranza in cui non riusciva a far sentire la propria voce.

Da qui il ritiro delle ministre e il “congelamento” della posizione di Italia Viva.

Il piano, a me, sembra piuttosto chiaro, partendo dalla annunciata astensione al Senato: Conte raggiungerà la maggioranza relativa dei voti e sarà possibile contare i “costruttori”. Renzi raggiungerà così alcuni importanti traguardi:

  1. Costringerà Conte a riconoscere l’assenza di una maggioranza assoluta, senza la quale non si può governare e che gli farebbe perdere la posizione di superiorità che attualmente detiene
  2. Renderà palese (più di quanto già non lo sia) la completa trasformazione del M5S in un partito “come tutti gli altri”, ora più interessato che mai a “recuperare” voti al di fuori del proprio gruppo pur di restare al potere, dopo aver passato anni ad accusare per azioni simili (e assolutamente legittime in una Democrazia Parlamentare) i politicanti con i peggiori insulti
  3. Evidenzierà la posizione “subalterna” del PD nei confronti di un Presidente del Consiglio che non li avrebbe mai rappresentati in una situazione normale e che anzi potrebbe essere interessato a ridurre il loro bacino elettorale con un movimento personale (perché i voti pro-Conte non arriverebbero certo dal destra-centro)
  4. Potrà sempre rivendicare la sua posizione “decisionista” e il fatto di avere “regalato poltrone” agli affamati di politica, sempre quelli che promettevano di “ribaltare tutto” in pochi anni

A questo punto la palla passerà quasi sicuramente al Presidente della Repubblica che, preso atto dell’astensione decisiva di Italia Viva, potrebbe cercare di formare un nuovo Governo con la attuale maggioranza (Renzi compreso, e magari con qualche altro Senatore disponibile). Italia Viva potrebbe quindi tornare ad esercitare un potere non indifferente, chiedendo ad esempio l’indicazione di un nuovo nome per Chigi (ad esempio il “tecnico” Lamorgese). Come si potrebbero opporre, a questo punto, M5S e PD di fronte ad un nome di questo tipo?

Prima di ricorrere allo scoglimento delle Camere (che, ricordiamo, rimetterebbero in gioco l’elezione del suo successore) Mattarella potrebbe anche provare la strada di un Governo di larghe intese (il famoso “Governo Draghi”) e in questo caso Renzi potrebbe fare proprio il successo di aver favorito la nascita di un esecutivo che, almeno sulla carta, sarebbe più libero di prendere decisioni anche difficili per il futuro dell’Italia.

E se, alla fine, dovessimo tornare a votare? Renzi potrebbe sempre contestare al Governo uscente di non aver rimesso mano alla legge elettorale dopo aver fortemente voluto il Referendum e cercare quindi una strada per rendere più “pesante” il proprio peso elettorale.

Ovviamente, nonostante gli ultimi rumors, c’è anche la possibilità che Conte, il M5S e il PD riescano a trovare un numero sufficiente di voti al Senato per arrivare a quota 161 e dimostrare a Mattarella di potere andare avanti senza Italia Viva. Renzi ha già detto che, in questa eventualità, passerebbe all’opposizione. Ma come verrebbe percepita questa soluzione dall’elettorato italiano e dalle istituzioni internazionali? Non molto bene, secondo me. E, sempre Renzi, potrebbe usare la cosa a proprio favore nel 2023.

Insomma, secondo me Renzi non ha sbagliato. Il “Conte 2” non ha né la forza né la volontà di affrontare davvero i problemi del Paese ed è necessaria una scossa. Costi quel che costi.

Ricordo infine che nel 2011, in una situazione di emergenza, Berlusconi non ha esitato a rimettere il proprio mandato nelle mani di Napolitano per favorire la nascita del Governo Monti, nonostante tutto quello che poi è emerso riguardo quei giorni complicatissimi per il nostro Paese.

PS: solo a me il fatto che vengano attribuiti ad un Presidente del Consiglio senza un partito alle spalle virgolettati come “O questo governo o le elezioni anticipate” fa un po’ paura?

Luca

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