Grazie Mille

Quando si vedono le montagne che non c’è foschia / […] Quando mi alzo e sento che ci sono / […] Quando sento un pezzo splendido, che mai pensavo bello così / […] Quando vedo i miei sorridere / Quando ho l’entusiasmo di fare / […] Quando il mondo mi sembra migliore, anche solo per un attimo / Quando so che ce la posso fare, sento che… Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo… Grazie mille!”.

Qualcuno, durante questi mesi, ha parafrasato il 2020 dicendo “Non ho l’età di mio nonno ma posso già raccontare una guerra”. Forse un po’ forte, ma di sicuro rende l’idea di cosa tutti noi abbiamo dovuto affrontare in questo anno.

Chi più, chi meno, siamo stati tutti messi alla prova da novità che non avevamo previsto e da cambiamenti tanto repentini quanto inaspettati.

Non spenderò molte parole sull’emergenza sanitaria, né su come le nostre istituzioni abbiano saputo reagire (spoiler: male!).

In questo breve pensiero preferisco concentrarmi su quanto di buono ci ha portato, anzi, mi ha portato questo 2020. E quello che ho scritto poco sopra rimane valido, anche in positivo.

Ho imparato a superare qualche limite che mi ero auto-imposto. Ho permesso a nuove strade di aprirsi e credo di averle percorse fino a dove mi è stato possibile. Ho scoperto posti nuovi, anche quando non ci si poteva spostare lontano. Ho conosciuto Persone, anche quando i contatti non potevano essere troppo stretti. Ho cercato di tirare fuori il meglio da ogni prezioso giorno, apprezzandone l’unicità.

E mi piace pensare che, in un anno “normale”, le cose magari non sarebbero andate così bene per me.

Per questo, alla fine di tutto, sento che… “Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo… Grazie mille!”.

Luca

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La vita ai tempi del CoVid-19

Sei mesi fa è successa una cosa. È come quando arriva un forte vento, pronto a trasformarsi in uragano ma senza ancora annunciarsi. E questo “giovane” uragano ha bruscamente interrotto la routine che, giorno dopo giorno, si ripeteva ormai da qualche settimana.

Solita sveglia. Solita colazione. Solito viaggio in macchina e solito parcheggio. Solito treno (ritardi a parte). Solita camminata. Solito ufficio. Ore di lavoro e poi il ritorno, uguale all’andata ma al contrario. Palestra? Dipende, se non è troppo tardi e se non sono troppo stanco. Poi doccia, cena e un po’ di TV oppure una birretta con gli amici. Poi a letto, pronto a ricominciare.

Ma un giorno, dopo gli allarmi provenienti dal “lontano est”, ecco il primo caso italiano di CoVid-19. E subito dopo il secondo, il terzo e così via. Appare subito chiaro che nella mia Lombardia sta succedendo qualcosa di importante. Di diverso. Di pericoloso.

Prima che la situazione degenerasse è la mia stessa azienda che mi consiglia di iniziare a lavorare da casa. Faccio il consulente informatico e fortunatamente lo Smart Working nella mia società è una realtà già da qualche mese. Ma, chissà come mai, fino a questo 26 di febbraio ci è sempre sembrato di “appropriarci di qualcosa che non ci spetta” quando decidiamo di lavorare da casa. Quanti problemi per nulla.

Ma non mi era mai capitato di lavorare per più di due giorni di fila da casa. Intanto la situazione intorno a me precipita e la Lombardia sembra sempre più una “zona di guerra” (virgolette obbligatorie). Mi sento un privilegiato. Mancano ancora due settimane al lockdown nazionale e devo ammettere che, con così poco preavviso, l’organizzazione del lavoro di tutti i giorni da remoto, per me e per i miei colleghi, non è sempre facile. Le infrastrutture di rete dei Clienti non sono pronte ad una simile emergenza e la VPN spesso gioca brutti scherzi. Ma intanto siamo tutti a casa e molto più al sicuro di chi continua ad usare mezzi pubblici e a chiudersi in piccoli uffici sovraffollati.

Mi mancano i colleghi. Mi manca l’interazione umana. Mi mancano le pause ignoranti e le battute di un sarcasmo che va capito. Che piacevole scherzo del destino (ma questa è un’altra storia).

Piano piano il mondo sembra dividersi in due: da una parte il dramma di famiglie che soffrono e che vengono divise da un virus che qui da noi sembra colpire molto più duro che altrove, dall’altra parte una quotidianità che giorno dopo giorno ti fa riscoprire cose che avevi quasi dimenticato. Che bello sfruttare il sole della primavera che avanza e lavorare dal proprio giardino. Che bello chiamare (o videochiamare) persone che non vedi da un po’. Che bello non dover fare tutto di corsa la sera. Che bello poter usare quotidianamente quel tapis-roulant che da troppo tempo stava spento in cantina. Che bello vivere un po’ in famiglia senza la fretta della vita di prima.

Passano le settimane e mi sento più rilassato. Fortunatamente in famiglia il Covid non ha fatto danni. Continua a mancarmi molto il contatto umano con amici e colleghi ma ormai abbiamo re-imparato ad usare il cellulare anche per telefonare e dopotutto sembra comunque di essere insieme.

Intanto il lavoro procede. E procede, secondo me, molto bene. Se facciamo il conto delle ore si lavora molto più di prima ma la “leggerezza” di non dover affrontare viaggi lunghissimi per andare e tornare dall’ufficio non ha eguali.

È un risultato storico: l’Italia sembra essere entrata tutto d’un tratto nel ventunesimo secolo rivalutando lo Smart Working laddove possibile. “Smart”, appunto. Perché se una sera ho un impegno alle 17:30 sono libero di gestirmi il mio tempo come voglio senza nulla togliere agli obiettivi che ci siamo prefissati ma anche senza dover incastrare mille cose con l’occhio sempre sull’orologio.

È da qui che mi piacerebbe ripartire. Dall’idea di un lavoro che si sposi meglio e al meglio con la nostra vita quotidiana, bilanciando più razionalmente le cose. Lavorare a stretto contatto con i colleghi è importante, fondamentale. Ma ci sono lavori per cui un paio di giorni a settimana da remoto permettono a tutti di vivere una vita migliore e, di riflesso, lavorare meglio.

Spero che questa possa essere una delle tante riflessioni che questi stranissimi sei mesi ci hanno insegnato e che non vada tutto perso e dimenticato con il passare del tempo.

Italia, non tornare nel ventesimo secolo dove il lavoro è sempre e solo “sotto lo sguardo del padrone”. C’è un Mondo là fuori da scoprire e una vita da vivere. Luca

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Questione di Honor

Come vi raccontavo qualche sera fa ho (finalmente, dirà qualcuno) deciso di comprare un nuovo smartphone.

Il motivo principale è che il mio amato Lumia 650, fidato “soldatino da produzione” da ormai due anni, non ha particolarmente apprezzato la vacanza in Messico dello scorso aprile: da allora il telefono si riavvia spontaneamente molto più spesso, i celebri “Sto caricando…” si moltiplicano e prolungano giorno dopo giorno anche sulle funzionalità di sistema e quelle poche App che ancora sto usando sono scese ben al di sotto del limite di usabilità (Facebook, ad esempio, non resta aperta per più di 30 secondi consecutivi).

“Ripristina” – direte voi – “e tutto tornerà come nuovo”.

C’è un tema di fondo ben più importante da considerare: la strategia mobile di Microsoft è fallita. Windows 10 Mobile (il “fu” Windows Phone 7/8/8.1) è moribondo e nessuno correrà in suo soccorso. E Andromeda, per il momento, è solo una enorme galassia che tra qualche miliardo di anni ci ingloberà tutti.

Dopo un avvio in clamoroso ritardo rispetto ad Apple e Google, la piattaforma mobile di Microsoft ha faticato molto a muovere i suoi primi passi, almeno 3 anni dietro alla concorrenza. Nonostante una strategia aziendale poco oculata (2 reboot della piattaforma in meno di 4 anni) in alcuni Paesi WP era riuscito a ritagliarsi una dignitosa fetta di mercato, grazie a terminali economici ma quasi sempre molto ottimizzati. In Italia per alcuni mesi la quota di mercato di WP è stata addirittura superiore a quella di iOS!

Poi è arrivato Windows 10 Mobile e tutto è cambiato. Non proprio come speravano a Redmond. Il primo segnale dei problemi all’orizzonte l’abbiamo avuto quando Microsoft ha pubblicato Windows 10 Mobile molti mesi dopo il debutto di Windows 10. Poi la scelta scellerata di escludere molti dei Lumia in commercio dal supporto ufficiale per il nuovo sistema e, dulcis in fundo, il colpo di genio: l’aggiornamento ufficiale non sarebbe stato distribuito in automatico con Windows Update ma sarebbe stata necessaria un’apposita App. Incredibile.

Ho installato comunque Windows 10 Mobile Build 1511 sul mio Lumia 820 e ho apprezzato talmente tanto il sistema e la sua idea di fondo da investire altri 100€ per un Lumia 650, uno dei telefoni “nativi” Windows 10. Tutto bello, ma per fortuna non ho investito molti più soldi in un Lumia 950.

Microsoft ha smesso di credere in Windows 10 Mobile quasi subito, ma questo non cancella i quasi sei anni di piacevole utilizzo.

Ora è tempo di guardare altrove.

La prima regola che mi sono dato è stata quella di stare il più lontano possibile dalla piattaforma di Apple. Niente iCosi, niente piattaforma chiusa e soprattutto niente iTunes!

La scelta, obbligata, è stata allora Android. In realtà per me si tratta di un “ritorno a casa” dato che dal 2011 al 2012 ho usato con pochissima soddisfazione un HTC Wildfire.

Mi sono documentato, non volevo spendere una fortuna. E alla fine ho scelto l’Honor 10.

Dopo cinque giorni di utilizzo devo dire che mi trovo bene e che, sotto alcuni aspetti, è decisamente un altro mondo.

Certo, quelle mattonelle mi mancano, ma il mondo va avanti..

A breve altri “estratti” di questa mia nuova vita!

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Caccia allo Smartphone

Che strano ritrovarsi a leggere recensioni, studiare specifiche e analizzare benchmark di smartphone senza quel famigliare e quasi rassicurante logo a forma di finestra sulla scocca che mi accompagna ormai da sette anni.. Ma la vita è anche e soprattutto questo: cambiamento.

Insomma: mi serve un nuovo cellulare. E mi serve ormai da qualche mese. Per questo nelle ultime settimane mi sono (ri)fatto un po’ di cultura.

I requisiti erano e restano molto semplici:

  1. La dimensione: scordiamoci i 5 pollici, non ne fanno più. Ma le dimensioni complessive devono essere paragonabili a quelle del mio attuale Lumia 650
  2. Il sistema operativo: non c’è molta scelta, se escludiamo iOS
  3. RAM: 4 o più GB di RAM
  4. 64 GB di ROM + SD o 128 GB di ROM senza SD
  5. Processore: SD835/Kirin970
  6. Velocità connessione: 4G
  7. Accessori: Jack, IrDA
  8. Prezzo: 300-450€

Chi avrà la meglio?

Presto, molto presto, lo saprete 🙂

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Il Papa annuncia le Dimissioni

Dimissioni Papa

E poi un giorno, mentre stai lavorando, ti cade un’occhiata sulla Home del Corriere (a cui vanno i crediti dell’immagine) e leggi questo Flash: “Papa lascia Pontificato dal 28 Febbraio”.
Che siate atei o credenti, di questa o di quell’altra religione, occorre prendere coscienza dell’importanza del momento storico che stiamo vivendo, eccezionalmente in diretta: le “dimissioni” (non so neanche se il termine è corretto) del Capo della Chiesa Cattolica sono una assoluta rarità, che mancava da più di mezzo Millennio.
Io non voglio scendere nei dettagli della “rinuncia”. Ci penseranno autorevoli vaticanisti, instancabili giornalisti e incorreggibili complottisti. Io no. Posso al massimo tenermi per me quel paio di idee che ho in testa.
Voglio solo rimarcare l’enorme importanza di questa giornata che probabilmente resterà nei libri di Storia per molto tempo.
Ora cosa succede? Che dalle ore 20 del 28 Febbraio prossimo il Vaticano va in Sede Vacante e che dopo un paio di settimane i Vescovi si riuniranno in Conclave per eleggere il nuovo Papa. Tutto il resto è Storia, da scrivere prossimamente.

Di seguito il testo del messaggio pronunciato da Benedetto XVI:

Carissimi Fratelli,
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice. Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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2012 Top&Flop

Fuochi Artificiali

Come al solito, allo scoccare della mezzanotte, all’alba di un nuovo anno, ecco che lo schedulatore di WordPress vi regala quelli che sono i miei personalissimi pensieri su questo 2012 che ci stiamo per lasciare alle spalle.

Cerchiamo di organizzarlo con una “Top 5” e una “Flop 5”, per mettere in evidenza cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato, a mio parere, in questi 365 giorni.

TOP 5

1) Gli amici. Perché a volte va bene prendersi un attimo per sé stessi, ma non si può davvero pensare di vivere senza quelle serate o quelle vacanze che, anche solo per delle cazzate, ti ricorderai per un bel po’ di tempo. Grazie a tutti, ai vecchi e ai nuovi. Grazie davvero!

2) Il Lavoro. Permettersi di mettere al secondo posto della classifica un Contratto a tempo Indeterminato (ooops.. l’ho detto!) vuol dire che l’anno non è andato poi così male 🙂 Grazie a chi mi ha supportato/sopportato durante questi due anni di lavoro “a tempo determinato”, grazie a chi mi ha fatto crescere e grazie a chi ha deciso di credere in me. Credo di aver ricambiato fino ad oggi questa fiducia e spero di continuare a farlo nei prossimi anni.

3) La Juventus. Finalmente, dopo qualche anno di disperazione, ecco tornata la vecchia Juve! Grazie ad un mercato decisamente azzeccato (Conte, Pirlo, Vidal su tutti) e ad una mentalità da “provinciale affamata” questa squadra ha macinato risultati su risultati, fino ad arrivare all’apoteosi, al Capitano (a proposito, grazie ancora di tutto!) che alza la Coppa senza mai una sconfitta, alla vittoria di un Campionato in cui nessuno (tantomeno il sottoscritto) avrebbe scommesso un Euro. E poi la ripartenza, sempre uguale, un paio di sconfitte ma una marcia che ha portato questa squadra agli Ottavi di Champions, ai Quarti di Coppa Italia e ad un vantaggio in Campionato di 8 punti sulla seconda. Non male. Non male davvero!

4) Il Bosone di Higgs. Perché questa è la vittoria della Scienza. Niente altro da aggiungere.

5) Il salto nel vuoto di Felix Baumgartner, metafora dell’umanità, sempre spinta verso nuove sfide. Da vincere senza se e senza ma.

FLOP 5

1) Silvio Berlusconi. Sì, proprio lui. Avevo apprezzato la “scelta” di dimettersi lo scorso Novembre e la decisione di lasciare il Partito in mano ad altri. Poi ha capito che nulla funzionava e ha (avrebbe) deciso di tornare in campo in prima persona, dopo settimane di indecisione. Ci pensate? Ci ritroveremo di nuovo il Cavaliere come candidato alla Presidenza del Consiglio! Con quale programma? Ma, soprattutto, con quali promesse da fare agli Italiani?

2) Il Governo Tecnico. “Decisione Obbligata”, “Percorso Obbligato”. Quante volte lo abbiamo sentito. L’esecutivo di Monti ha fatto qualcosa di buono ma in generale ha fatto poco e male. Il Governo Tecnico non è riuscito ad imporre a sufficienza le sue decisioni sul Parlamento Politico. E alla fine hanno vinto ancora loro. Male, una grandissima occasione sprecata.

3) Chi ha plasmato a suo piacimento le indicazioni provenienti dai calendari Maya circa la data (presunta) del 21/12/2012 e chi gli ha dato troppo credito.

4) La XVI Legislatura. Iniziata con una maggioranza bulgara a favore di Berlusconi, sembrava la volta buona per portare a casa un paio di riforme strutturali e qualche provvedimento liberale. Ma poi, come ho scritto sopra, hanno vinto loro. E tra due mesi ci troveremo a votare con la stessa legge elettorale, in un Paese che non riesce a fare a meno dei Berlusconi e dei Bersani (e dei loro uomini), declassato dalle agenzie di rating e con gli indici di disoccupazione alle stelle. Ah già, ma lo Spread è diminuito.

Ho finito, andate in pace!

Buon anno a tutti!

[Omnia / Luca Zaccaro]

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It’s the End of the World as we know it

Maya - 21/12/2012

“And I feel Fine”, cantavano i R.E.M.

Proprio in questo istante, alle ore 11:11 (UTC) del 21/12/2012 dovrebbe concludersi la “Quinta Era” Maya e, come credono alcuni, iniziare l’Apocalisse.

Io i Quattro Cavalieri non li ho ancora intravisti.. saranno rimasti bloccati sull’A4 anche loro 🙂

Il Sole è sorto e nessun meteorite ha fatto capolino nel cielo.. Sappiamo benissimo che non succederà proprio un bel niente, se non che il nostro Sole sarà praticamente allineato con il centro della Via Lattea e che inizierà quella che possiamo chiamare la “Sesta Era” moderna.

In ogni caso non potevo lasciarmi scappare l’occasione di “documentare” questo momento sul blog 🙂

Spazzati via i deliri catastrofisti però sarebbe il caso di chiedersi se davvero non è ora di iniziare una “nuova Era”.. senza cataclismi, senza alluvioni, venti solari o inversione dei poli. Senza aspettare la nostra estinzione a causa di un meteorite o dell’esplosione di un super vulcano.

Semplicemente prendere ad una ad una le cose che non vanno nel mondo in cui viviamo tutti i giorni e iniziare a sistemarle.

Proviamoci!

PS: i crediti per l’immagine in apertura vanno all’autore originale

[Omnia / Luca Zaccaro]

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