Sipario

La Storia è un susseguirsi di giornate come quella di oggi.

Momenti spesso così cataclismatici da stravolgere lo status-quo e spalancare le porte ad un futuro completamente nuovo, impossibile da immaginare.

Oggi è morto Silvio Berlusconi.

Oggi, 12 giugno 2023, inizia per tanti versi un nuovo capitolo della storia d’Italia.

Che il Cavaliere fosse ormai vicino al traguardo della sua imprevedibile maratona di vita era noto a tutti. Che Silvio Berlusconi potesse morire era ancora tutto da dimostrare.

Oggi è morto Silvio Berlusconi.

Oggi è il giorno in cui giudizi positivi e negativi sulla sua vita si sospendono. Oggi è il giorno in cui bisogna solo riconoscere il peso che un solo uomo ha avuto nelle vite di tutti noi.

Nel bene o nel male, Berlusconi ha profondamente segnato un’epoca, non solo in Italia.

Questo blog, come anche il suo predecessore che oggi non trovate più online, ha contenuto tante delle mie riflessioni sugli eventi che hanno caratterizzato questo Paese. E molti di loro erano collegati a Berlusconi.

Per questo, nel salutare il Cavaliere, credo sia giusto riconoscere una volta per tutte come esaurito il compito di queste pagine.

Ciao Silvio, e un saluto grande anche a tutti voi che avete letto e commentato con me in questi quindici anni.

Luca

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Elezioni a salve

elezioni-2018

Premessa: è tanto, troppo tempo che non scrivo qualcosa. Chi mi conosce sa che non è stato un periodo semplice. Agli altri, probabilmente, non interessa.

Mancano tre settimane al voto del 4 marzo. Una tornata elettorale che, a livello nazionale, appare sempre di più come un “colpo a salve”.

Sarà colpa della discutibile legge elettorale, dell’evoluzione tripolare o forse anche della disarmante incapacità di questa classe politica nazionale di offrire alternative credibili, ma secondo gli ultimi dati (ad esempio quelli di YouTrend) la “quota 474” (ovvero la somma dei 316 Deputati e 158 Senatori necessari per avere una maggioranza autonoma in Parlamento) appare ancora lontana per tutti i possibili apparentamenti post-voto.

Nello scenario più probabile, ovvero la vittoria numerica della cosiddetta “coalizione di centrodestra”, i seggi alla Camera sarebbero 284 e quelli al Senato 140. Nessuna possibilità di proporre a Mattarella un Governo autonomo. L’unica flebile possibilità di non gettare al vento questa consultazione (sempre numericamente parlando) sarebbe uno spostamento di circa 600.000 voti alla Camera e 400.000 voti al Senato a favore di Berlusconi & Co., almeno stando ai conteggi fatti da Piepoli su La Stampa del 09/02.

E se le cose non andassero così? Nessuna alternativa: sommando i voti di PD e Forza Italia il “Renzusconi-bis” si fermerebbe ben lontano dal quorum, mentre un accordo tra PD e M5S apparirebbe numericamente più forte ma politicamente inconsistente.

Cosa può fare dunque un singolo elettore di fronte a questo scempio? Beh, al massimo leggersi i programmi elettorali e fare qualche valutazione personale.

Escludiamo a priori tutto quello che sta a sinistra di “Liberi e Uguali” perché culturalmente e politicamente parlando sono lontani anni-luce dal mio pensiero e dalle mie convinzioni.

Passando poi al partito di Grasso e Boldrini, i due presidenti “scesi in campo”, non riesco a trovare in loro nient’altro che la costola sinistra del Partito Democratico, esiliata giorno dopo giorno dall’avvento di Renzi.

Già, il PD di Renzi… quello partito con ottimi propositi una volta “scippato” Palazzo Chigi a Enrico “stai sereno” Letta ma che poi si è perso nei personalismi, nelle rivalità e nei giochi della politica (tutto ciò che in verità il “rottamatore” diceva di voler combattere). Niente fiducia dunque per chi ora cerca, con qualche anno di ritardo, il parere ed il favore del popolo. Che in verità un assaggio di risposta l’aveva già dato quel giorno di dicembre del 2016.

Veniamo ora ai sempreverdi prati del centrodestra. Come potrebbe Berlusconi non essere ancora il leader morale di questa coalizione? Un raggruppamento di forze politiche tenute insieme solo da delicati legami artificiali, quasi una metafora delle plastiche dell’ex Cavaliere ormai ultra-ottantenne. Parliamoci chiaro, qui si è sostenuto e votato Berlusconi nel 2006 e nel 2008 ma dopo la rottura dell’Idilio con i cittadini del 2009 (“che fai, mi cacci?” e così via) nulla da quelle parti è più riuscito a stuzzicare l’interesse di un elettore liberale e liberista. Stendiamo un velo pietoso sui fatti del 2010/2011, sull’esilio e sulla complessa operazione di “restyling mediatico” che ha riportato comunque l’incandidabile Silvio al centro di un gioco a cui però non può più giocare. Come è possibile che, a 20 giorni dal voto, non si conosca ancora l’eventuale Premier designato? Tajani? Letta? Maroni? E come è possibile continuare a condurre una campagna elettorale in cui si sta promettendo tutto ed il contrario di tutto? Fornero o no? Flat tax o no? E con che soldi? Leva militare di nuovo obbligatoria? Ma andiamo… Berlusconi è stanco. Ma ad essere ancora più stanco è il partito stesso che di nuovo si fa chiamare “Forza Italia” neanche fossimo ancora nel 1994 ma che in più di venti anni non ha saputo andare oltre al partito personale nato da quel videomessaggio consegnato ormai ai libri di storia.

E quasi per magia siamo arrivati a parlare della Lega “non più Nord” di Salvini, che per queste elezioni ha escluso la “pancia” del partito a favore di intellettuali di spessore come Bagnai e Borghi. Ammettiamo che il centrodestra rastrelli quei 600.000 voti necessari ad avere una maggioranza parlamentare e che la Lega prenda un solo voto in più di Forza Italia. Con quali programmi e quale sostegno Salvini salirebbe al Colle per chiedere l’incarico di formare un Governo? “Salve Presidente, sono qui per chiedere il mandato di sbattere la porta in faccia all’UE e mandare definitivamente questo Paese in malora”. Non suona molto bene. Non sto dicendo che l’Unione Europea sia il bene assoluto e che un allontanamento dagli stretti vincoli di Bruxelles sia pura utopia, ma penso che sia chiaro a tutti che le “sparate” funzionano solo in campagna elettorale. Governare il Paese è tutta un’altra storia.

Non spenderei invece più di due righe per il restante 4%, quello dei cartelloni 6×3 con slogan tipo “Qui si fa l’Italia”. Cosa siamo, nel 1860?

Finito? Neanche per sogno! C’è ancora, sorprendentemente per quanto mi riguarda, quasi un terzo dell’elettorato attivo che probabilmente continuerà a consegnare il suo preziosissimo voto ad un partito, movimento o come diavolo si chiama che sarà indiscutibilmente il più rappresentato in Parlamento. Dico “continua” perché ormai il M5S non è affatto una novità. Continuano a presentarsi come rappresentanti della protesta, come se non avessero ottenuto già nel 2013 ben 109 Deputati e 54 Senatori. Potevano essere determinanti nel gioco delle alleanze che ha dato poi vita al Governo Letta… e invece hanno deciso di non decidere. Cinque lunghi anni di opposizione sterile per quanto mi riguarda, e l’incarico di guidare due importantissime città come Roma e Torino che non mi pare siano riuscite a costruire macchine volanti fino ad ora. Come è possibile che una manciata di click on-line, su una piattaforma non impenetrabile, possano garantire un biglietto per il Parlamento? Non ci si improvvisa politici da un giorno all’altro! Come dite? L’abbiamo già fatto in passato? Beh, direi che abbiamo i risultati davanti agli occhi ogni giorno.

Cinque anni fa, almeno per quanto mi riguarda, ho intravisto una piccola luce in fondo al tunnel. Si chiamava “Fare” ed il suo leader era Oscar Giannino. Poi tutto è svanito in una notte per colpa (ufficialmente) di un curriculum non aggiornato. O qualcosa del genere.

Votare è un diritto ed un dovere di ogni cittadino e l’astensione per me non dovrebbe nemmeno essere contemplata tra le opzioni. Chi non decide non ha poi il diritto di lamentarsi per quello che è stato deciso. Detto questo, è possibile manifestare il proprio dissenso e la propria insoddisfazione nei confronti dell’offerta politica utilizzando gli strumenti disponibili nella cabina elettorale. Sto parlando della scheda bianca e della scheda nulla.

E poi, tutti insieme, a guardare la #maratonamentana con birra e pop corn.

Colgo l’occasione per fare i miei più sinceri e disinteressati auguri a Stefano Catone, candidato alla Camera per Liberi e Uguali. Una persona che merita davvero di portare le sue idee e le sue battaglie in un Parlamento che avrebbe tanto bisogno di gente così.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Prospettive

Dopo queste elezioni amministrative è utile fare molto velocemente il punto di quello che ci aspetta e che deve affrontare il (centro)destra italiano, orizzonte politico nel quale (a prescindere dai “volti”) mi sono sempre ritrovato e al quale (penso) continuerò a guardare con interesse.

Partiamo subito con il dire che la Lega di Bossi è morta e sepolta. Non so cosa farà Maroni, ma di sicuro non mi interessa da vicino. Neanche il Terzo Polo, al di là dei soliti proclami, se la passa bene. Sperava in tutt’altro risultato a queste ultime elezioni. Ora Casini ha sciolto l’UDC, lasciando a piedi Rutelli e il povero Fini e guarda con interesse a cosa proporrà da qui a breve il buon Montezemolo ma, anche in questo caso, non è che la cosa mi tocchi più di tanto, perché una D.C. 2.0 non è proprio nella mia lista dei desideri. Certo, poi c’è il PdL.. quella macchina da guerra messa in campo in un pomeriggio da quel genio di Berlusconi che, come previsto, a Berlusconi non è sopravvissuta. Queste elezioni erano il banco di prova non tanto di Alfano (cosa poteva fare?) ma della struttura del partito stesso e della sua tenuta sul territorio. Ha fallito. Miseramente. Adesso aspettiamo di vedere quale era la novità annunciata a suo tempo da A&B ma, ve lo confesso, non nutro molte speranze.

Cosa voglio dunque io nel 2013? Un Partito di Destra. Liberale. Senza socialisti e ombre oscure. E’ chiedere troppo? Probabilmente. Ma che ne è della (fantastica) proposta del grande Oscar Giannino? Noi siamo qui ad aspettare! Ah ecco.. un’ultima cosa.. non fate l’errore di credere che il centrosinistra sia oggi maggioranza nel Paese. Il vincitore di queste elezioni, seppur locali, è solo l’astensionismo. In più tutte le forze politiche dovranno affrontare a breve il fenomeno del M5S traslato a livello nazionale per cercare di capire cosa potrebbe succedere nel mese di Aprile del prossimo anno.

PS: ho scritto questo articolo lunedì (21/05). Ieri (23/05) ho appreso con piacere, sempre dall’amico Camelot, che un “uccellino” avrebbe spifferato l’effettiva discesa in campo di Oscar. Speriamo sia così perché, se è vero che l’Italia non ha bisogno di “deus-ex-machina”, è vero anche che serve qualcuno con lo spessore e la cultura del sopracitato, soprattutto in materia di economia. E chissà se riusciremo mai a vedere il grande Antonio Martino al Ministero dell’Economia..

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Auguri Silvio

E’ passato un altro anno ed eccoci di nuovo qui, il 29 di Settembre, a fare gli auguri a Silvio. Questa volta sono 75, anniversario importante. Come al solito c’è da sottolineare come, nonostante tutto, questi lustri siano portati ancora dignitosamente bene.

Ma, come da abitudine, questo post serve anche per fare il punto su quello che riguarda l’azione del partito (e del Governo in questo caso). Spiace essere cinici e concisi, ma non c’è molto da dire e in cui sperare. Il PDL come lo abbiamo conosciuto fino ad ora è morto e sepolto, anche se ancora non lo sa. Bene la nomina del Segretario Alfano.. il ragazzo può fare bene. Ma ancora qualche mese e non avrà più nulla su cui lavorare. La lotta di “successione” ha già fatto “morti” (politici) e moltissimi “feriti”. E, passando dal PDL al Governo, la situazione non fa che peggiorare: nessuno slancio, nessuna iniziativa. C’è la crisi? Ecco nuove tasse! Nessuna traccia, ad oggi, di quelli che potrebbero essere interventi molto più “giusti” come la vendita delle proprietà immobiliari dello Stato, la drastica riduzione delle spese dell’apparato Statale ecc.. Il brutto è che azioni in questa direzione non sembrano essere nemmeno all’orizzonte. Cosa ci fa allora Berlusconi a Palazzo Chigi? Doveva fare la riforma liberale e ha aumentato le tasse, doveva eliminare tutte le provincie e ogni tentativo è fallito miseramente, doveva portare avanti un programma elettorale che pare ormai diventato carta straccia. Il mio consiglio, lo stesso che sto dando da qualche mese a questa parte, è quello di fare un passo indietro. Si sfrutti questo momento di difficoltà per varare un esecutivo che faccia davvero fronte all’emergenza (e niente altro) e poi si torni a votare. O tutte le favole elettorali resteranno vane promesse. E, Silvio, pensa a come sarebbe bello organizzare tutti i party di questo mondo senza dover più rendere conto a nessuno del tuo comportamento da Primo Ministro 😉

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Anima spenta

In questa chiusura di Settembre, alla vigilia di un autunno politico più caldo che mai, volevo lasciarvi con una riflessione di Massimo Gramellini, su La Stampa.

L’editoriale, come potete vedere, è di qualche giorno fa. Si parla del Cavaliere (il riferimento è il discorso alle Camere in merito alla crisi finanziaria) e del fatto che non riesce più ad “attirare” come un tempo. Inutile dire che condivido ogni singola parola.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Disastro all’ombra della Madunina

Le vogliamo spendere due parole sul disastro elettorale di Milano? Sì: ben ti sta. Il soggetto, chiaramente, è quella massa informe e inanime chiamata PdL. Ma anche a Berlusconi un po’ gli sta bene. Primo: in molti hanno provato ad accusare il Premier per la troppa nazionalizzazione dell’appuntamento milanese. Dato che l’uomo non è stupido deduco che un suo intervento così diretto è causa soprattutto di sondaggi segretissimi che prospettavano, con settimane di anticipo, il cataclisma avvenuto nell’urna. Dunque, non è colpa di Berlusconi (perché a suo modo – e ha sempre funzionato – ha tentato di risollevare una situazione ormai disastrosa). Ma allo stesso tempo è decisamente colpa di Berlusconi: è colpa sua se la politica italiana è praticamente immobile da mesi, è colpa sua se non riesce proprio ad evitare di parlare di Tremonti come suo successore pochi giorni prima di un voto decisivo (scatenando probabilmente le ire del “Celeste” e della sua influente corrente ciellina), è colpa sua se a distanza di tre anni dalla sua fondazione il PdL è ancora in uno stato più che embrionale, guidato da personalità che semplicemente, a mio modo di vedere, saranno portate per fare altro, non certo per guidare questo tipo di movimento. E’ colpa sua se non ha ancora capito che a fianco degli yesmen deve avere anche persone capaci di andargli contro (quando le cose non vanno bene). Ma questi sono, come sempre, discorsi generali. Vagheggiamenti.

A Milano invece la colpa è soprattutto della Moratti, del suo parlare poco della città, di Expo, di grandi opere, del suo essere troppo “chic” e a volte troppo lontana dalla gente comune, del suo tentare di impostare una campagna “alla Berlusconi” senza essere Berlusconi. A Milano la colpa è della Lega (nessuno ha capito che fine abbiano fatto i suoi elettori milanesi). E’ colpa dei candidati, quella di non aver spulciato punto per punto il programma dell’avversario per evidenziarne le problematiche.

Insomma, se ci fosse ancora bisogno di una conferma ufficiale.. eccola: il PdL, questo PdL, non ha futuro. Oggi è Milano, domani saranno le politiche. Davvero ci aspetta un’altra campagna elettorale a base di “comunisti”?

In ogni caso, tra sette giorni si gioca lo spareggio. Pisapia è ora dato per favorito da chiunque. In effetti i punti da recuperare sono tanti. Ma per il bene di Milano spero che il “miracolo” avvenga. Non perché la Moratti mi piaccia, ma perché non è pensabile lasciare oggi (alla vigilia dell’Expo) questa città in mano alla sinitra.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Il Cav e l’età della pensione

Ho letto una interessantissima riflessione di gianni pardo su Affari Italiani riguardante, guarda caso, il futuro di Berlusconi. No, nessuna presunta esclusiva e nessuna “gola profonda” vicinissima al premier. Si tratta, calendario alla mano, di una analisi dell’Era Berlusconiana.
Già il fatto che si parli di “Era” (l’articolo cita l’età di Pericle in Grecia) fa intuire quale sia il centro della riflessione. Di certo Berlusconi è e sarà una delle pagine più importanti della storia dell’Italia unita (Pardo parla di un successo incomparabile). Del passato (e del presente) si dicono cose che in larga parte condivido: si spiega che il successo di Berlusconi è dovuto alla genialità dell’uomo più che alle televisioni e al denaro. e anche sul futuro mi trovo d’accordo con l’autore: nel 2013 Berlusconi avrà 78 anni e, in caso di vittoria, terminerebbe il mandato a 83 anni. Tralasciando la parte in cui si fa notare, in modo assolutamente didascalico, che c’è il rischio che l’Italia si trovi di punti in bianco senza un Premier, il succo del discorso è questo: Berlusconi deve farsi da parte perché sarebbe davvero ridicolo rischiare di perdersi il mondo “senza” Berlusconi. So che sto parlando del mio futuro, e che non dovrei gioire di fronte ai fallimenti del mio Paese, ma (fossi in lui) desidererei davvero vedere all’opera gli “anti” (ma anche i presunti ‘congiurati’). Ma ve li immaginate questi a portare avanti un Paese complicato come l’Italia? Del Cavaliere si può dire davvero di tutto: ha commesso molti errori politici e il suo conflitto di interessi è uno dei problemi più grandi della Seconda Repubblica. Ma, in qualche modo, ha portato il centrodestra (e il Paese) dalla “macchina da guerra” al bipolarismo. Ha tenuto insieme per diciassette anni anime diverse in un’unica casa comune, riuscendo così a fare in modo che la maggioranza del Paese (i moderati di centro-centrodestra) fossero finalmente anche la maggioranza in Parlamento e, se mi è concessa una opinione personale, le defezioni “eccellenti” degli ultimi anni sono da imputarsi in primo luogo all’allontanarsi di una prospettiva da successore. La mia conclusione è purtroppo la stessa di Pardo. Come ho già scritto, Berlusconi dovrebbe farsi da parte in primo luogo per favorire (dopo averlo creato dal nulla) l’evoluzione del centrodestra italiano e in secondo luogo per favorire un ritorno al dialogo che nella situazione odierna non è più possibile ritrovare. Ma purtroppo “chi ha il vizio del successo non può fermarsi”.

PS: a 3 anni esatti dalle ultime elezioni politiche cito, per dovere di cronaca, questo articolo in cui sembrerebbe che Berlusconi abbia dichiarato ad alcuni giornali stranieri di non volersi ricandidare nel 2013 ma di voler indicare Alfano come candidato, rimanendo capolista e “padre nobile” del PDL. Sembrerebbe, appunto.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Questioni “Popolari”

E’ iniziato il 2011, Berlusconi è ancora Presidente del Consiglio e siamo di nuovo qui con i buoni propositi della classe politica per l’anno nuovo. Ma io sono davvero stufo di alcune “incongruenze”.. del tipo:

“Eliminato” politicamente il fattore Fini, Berlusconi si è rimesso in moto per colmare anche il gap numerico che lo separa dalla maggioranza assoluta alla camera dei deputati. Dicono i suoi che ora ci sono i 10 voti necessari per creare il famoso “gruppo di responsabilità” alla Camera utile a catalizzare i voti di chi ha a cuore le sorti del paese e non vuole elezioni subito (tradotto: il gruppo di quelli che, in caso di elezioni, non verrebbero rieletti perdendo il lauto stipendio). Scusate, ma la prima mossa (all’interno di PDL e Lega) non dovrebbe essere quella di far dimettere alla Camera i Ministri-Deputati in modo da riassegnare quei seggi a persone che possono (almeno in teoria) essere sempre presenti alle votazioni?

Dopo Fini (o prima di questo ultimo, secondo alcuni) il problema più grande per Berlusconi resta Tremonti. Il “socialista di Dio” è “accusato” di non volere appoggiare misure popolari (come l’abbassamento delle tasse) in modo da non contribuire all’innalzamento del gradimento nei confronti di Berlusconi e magari ritrovarsi con più fondi nel portafogli quando vorrà fare il suo “showdown” e annunciare la sua corsa per Palazzo Chigi (ovviamente solo se sostenuto dalla lega). Che Tremonti aspiri a quel posto non è poi un mistero, ma è altrettanto vero che i pretendenti sono tanti (escluso Fini restano Formigoni, Frattini e altri ancora, ma soprattutto il “ggggiovane” Angelino Alfano). Forse Tremonti ha capito che le sue quotazioni sono in discesa, e avrebbe perfino minacciato il Cavaliere di fondare un proprio partito. In merito ci sarebbe da spendere almeno qualche parola, ma ci sono altri (certamente più qualificati di me) che l’hanno fatto, e io vi rimando a loro anche e soprattutto perché condivido molto queste opinioni. Vi invito per questo a leggere gli articoli di Camelot e Kuliscioff. Certo è che Berlusconi dovrebbe capire che è DAVVERO arrivato il momento di affrontare la questione della successione, magari con un bel congresso democratico in cui gli iscritti votano il loro leader e non si va per acclamazione (ma forse Mr. B. sta aspettando di capire se e quando si andrà ad elezioni anticipate, in quel caso sarebbe ancora lui il candidato Premier).

Ultima questione: la gestione del partito. Berlusconi ha più volte dichiarato di voler rivoltare il PDL come un calzino (è necessario soprattutto per evitare questioni legali con fini che sarebbe co-detentore del logo e del simbolo del pdl). Se dunque la necessità è reale è il caso di analizzare tempi e modi di questo cambiamento. Bisogna dire immediatamente che non si tratterà di una operazione indolore: FLI è nato come un nuovo partito per differenziarsi proprio dal PDL, mentre in questo caso si tratterebbe di gettare nel cestino una esperienza politica di soli tre anni. Impossibile (anche se sarebbe il massimo per il Cavaliere) tornare alla “sua” Forza Italia che per gli elettori è e deve restare morta e sepolta per non dare adito ad accuse di involuzione. Si dice che il Premier sia alla ricerca di un nome composto da una sola parola (per evitare anonimi acronimi), breve ed immediato: qualcosa come “Popolari”. Ma perché anche questa volta gli studi di marketing precedono inesorabilmente i progetti politici? Diavolo, si sta parlando (di nuovo..) di qualcosa che deve sopravvivere nel tempo, quando cioè Berlusconi non ne sarà più il leader. Non è il caso di badare prima ai contenuti, alla selezione dei candidati e all’organizzazione interna? O si vuole un ennesimo raccoglitore di voti in cui magari far confluire i vari Scilipoti, Razzi ecc.. (non ho nulla contro Scilipoti e Razzi, era solo per fare un esempio di politico che non proviene certo dalle fila del centrodestra)? E poi, Silviuccio, “Popolari” sarà anche corto ed immediato, ma puzza in modo insopportabile di anni ’50!

Sebrerebbe che la prossima mossa sia di Berlusconi. E invece, lo sappiamo bene, non è così: tutto, ma davvero tutto dipenderà dal pronunciamento di metà gennaio sul legittimo impedimento. In caso di riscontro negativo le elezioni non ce le leva più nessuno, mentre se la risposta fosse più “accondiscentente” si potrebbe ricominciare a riflettere su tante cose, a partire dai tre punti che ho evidenziato qui sopra.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Apocalypse Now

È finitaÈ finita questa lunghissima giornata politica. È finita questa vomitevole farsa di FLI a favore del Governo. È finita forse la storia stessa di FLI. Certo, direte voi, è finita anche la storia del Governo Berlusconi IVÈ finita in verità anche la supponenza di Di Pietro (uno degli artefici, più o meno indirettamente, della vittoria del Cavaliere). È finito tutto. È il giorno dell’apocalisse.
Come certo saprete, “apocalisse” non vuol dire solo “fine”, ma anche e soprattutto “nuovo inizio”. Sì perché oggi si chiude un giorno, una stagione, un’era. Ma da domani i dadi ricominceranno a rotolare veloci.
Verso quale futuro?
Oggi Berlusconi ha stravinto, ha stracciato tutti. Nessuno ha retto. Inutile cercare di portare il discorso sul fatto che il Governo non ha ottenuto i 316 voti corrispondenti alla maggioranza. Non facciamo gli stupidi: nessuno con briciolo di intelligenza poteva pensare che oggi in gioco ci fosse la sopravvivenza del Governo. Il Berlusconi IV, quello nato due anni fa, è finito oggi insieme alle aspirazioni politiche di Gianfranco Fini. Un Governo non si regge sui voti dello Scilipoti di turno.
Oggi è andata in scena la sfida finale (?) tra due avversari-ex-amici che di politico aveva davvero poco. Questo è quello che è successo oggi.
Almeno così è come la penso io. Il Paese non meriterebbe davvero di vedere di nuovo scene come quelle accadute oggi dentro e fuori dai Palazzi della Capitale.
Domani Berlusconi si sveglierà senza Governo, ma con un potere che forse non ha mai avuto dal 1994 ad oggi: ha dimostrato ancora, una volta per tutte, ai “palazzari” (concedetemi il neologismo) che i conti non si possono fare senza l’oste e, almeno in democrazia, nemmeno senza l’elettorato. Da qui si capisce che quello che si aspetta il sottoscritto ora non sono niente altro che le elezioni. Probabilmente, e per certi versi anche a ragione, Berlusconi tenterà per lo meno di tirare avanti ancora qualche settimana/mese con una maggioranza allargata. Ma questo scenario non può che essere giudicato in corso d’opera.
Fini, all’alba delle tre del pomeriggio, si è ritrovato a dover dichiarare al microfono della “sua” Camera la vittoria schiacciante del suo nuovo acerrimo nemico. In un pochi minuti è passato dalla prospettiva della poltrona di Palazzo Chigi e dalla guida del “Terzo Polo” al limbo politico. Difficile (anche se non impossibile) ritenere che le intenzioni di FLI (e di Fini stesso) non escano fortemente ed inevitabilmente ridimensionate dalla giornata di oggi. Come potrebbe Fini guidare una coalizione se non risce a tenere insieme una ristretta componente Parlamentare? Non dimentichiamo che la fiducia a Berlusconi è arrivata grazie alle decisioni di uomini vicini al Presidente della Camera. Mi spiace davvero per Fini. In linea di principio, l’ho ripetuto più volte, la sua era una battaglia giusta contro questo PDL che non era certo quello che tutti noi avevamo in mente. Ha però clamorosamente “cannato” i modi e soprattutto i tempi della sua protesta. E poi ha commesso un plateale e incredibile errore: quello di rimanere attaccato alla sua poltrona. Oltre all’effettivo fastidio nel vedere riunioni-fiume nello studio della terza carica dello Stato volte solamente a convincere gli indecisi, se Fini oggi fosse stato seduto tra i banchi della Camera, invece che sullo scranno più alto, l’esito della votazione sarebbe stato molto diverso. E poi, sinceramente, ci ha messo troppo odio.. non si può andare dalla Annunziata a fare certe dichiarazioni dopo che per 16 anni sei stato considerato da tutti come il delfino perfetto. Gianfranco, mi spiace ma hai dimostrato di non avere molto “tatto” in certe cose della politica. E per uno che fa politica da quando è nato non è bello.
FLI vuole lanciare un’OPA sul centrodestra? Benissimo: sia d’ora in avanti più chiara e coerente (a partire dal suo Presidente) e prometto che non avrò pregiudizi la prossima volta che sarò nella cabina elettorale.
Casini invece gongola: da oggi è ufficialmente il capo di tutti quelli che vogliono sfidare il bipolarismo (se ce ne sono rimasti), per non parlare del fatto che lui ora, al contrario di altri, può andare in giro a vantarsi di non aver perso pezzi per strada, nel giorno del giudizio.
La Lega di per sé non rientra nel discorso, agli uomini di bossi oggi andava bene qualsiasi risultato.
Il PD invece è ancora una creatura evanescente: ne è la prova il fatto che la mozione che poteva decretare la fine di Berlusconi non veniva dagli uomini di Bersani ma da Fini e Casini. Per non parlare della dichiarazione di Calearo (tutta da verificare naturalmente) che ha detto che dal PD gli hanno “chiesto” di votare per Berlusconi..
L’altro grande, grandissimo sconfitto della giornata di oggi è sicuramente Antonio di Pietro, l’inascoltabile padrone dell’Italia dei Valori che ha scelto le candidature dei due Deputati che oggi hanno salvato il suo arci-acerrimo nemico, il Diavolo di Arcore. Per non parlare dell’ennesimo discorso da querela rivolto alla quarta carica dello Stato.
Domani, dopo quello che ho detto, mi aspetto le dimissioni di Fini, Di Pietro e forse (ma non ci spero) di Berlusconi stesso. Perché forse alle urne c’è una alternativa percorribile: un Governo disposto davvero a lavorare per il bene del Paese prendendo un sacco di decisioni impopolari. Chiaro che Berlusconi non potrebbe guidare una iniziativa del genere. E ora che ha avuto, finalmente, la sua vittoria finale potrebbe pensare di farsi da parte da vincitore assoluto (momentaneamente o a titolo definitivo) a favore di soluzioni più moderate e condivise. Ma questa è davvero fantapolitica.
Adesso sta scendendo la sera, sta arrivando la notte. Perché è chiaro che prima della rinascita bisogna assistere al tramonto.
A domani, Italia!

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La Conta (Update 13/12/10 – 20:30)

=======UPDATE 13/12/2010 – 20:30============

Allora.. ci sono un paio di “ripensamenti” da segnalare: Calearo ha dichiarato che si asterrà ma alla seconda chiama, se il suo voto dovesse essere detetminante, voterà per Berlusconi. Scilipoti ha detto che tra poco deciderà come votare. Moffa e Siliquini a metà giornata sembravano orientati per il “NO” alla Sfiducia, poi hanno incontrato Fini e, dopo il rifiuto dell’ultimatum futurista da parte di Berlusconi, non si sa cosa faranno. Probabilmente non parteciperanno al voto. Guzzanti alle sette e mezza ha detto che voterà la mozione, salvo poi dichiarare che renderà noto il suo voto solo domani. Per quanto riguarda la Mogherini e la Bongiorno, TheDailyWeek da per certa la loro assenza per cause naturali (bebé in arrivo). Fare un pronostico è forse più complicato di ieri. Io ci provo, ma sappiate che si tratta di previsioni “too close to call”.

La mia sensazione è che Berlusconi la spunterà per due voti (senza ovviamente raggiungere la maggioranza di 316).

Voti favorevoli alla mozione di SFIDUCIA (contro Berlusconi): 310 (199PD+35UDC+30FLI+22IDV+6API+6RI+5MPA+Melchiorre, Tanoni, LaMalfa, Nicco, Giulietti, Guzzanti, Cosenza)

Voti contrari alla mozione di SFIDUCIA (per Berlusconi): 312 (235PDL+59Lega+11NoiSud+Catone, Grassano, Pionati, Nucara, Scilipoti, Cesario, Calearo)

Astenuti (non influenzano il Quorum): 2 (Brugger, Zeller)

Assenti: 5 (Mogherini, Bongiorno, Moffa, Siliquini, Gaglione)

Nota: il Presidente della Camera Fini, per prassi, non vota (310+312+2+5+Fini = 630)
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=======UPDATE 12/12/2010 – 23:00============

Anche se il pallottoliere resta apparentemente fermo a quello illustrato stamattina, non si può non segnalare il durissimo intervento di Fini che chiama “tutto” il “suo” FLI tra le fila dell’opposizione. Un’opinione personale? Pare la conferma del fatto che martedì Berlusconi avrà i numeri. Sempre parlando personalmente, credo che la mossa di Fini sia troppo rancorosa e “cattiva” per essere il risultato di uno studio approfondito: il capo di FLI ha visto nascere sotto i suoi occhi, a 48 ore dal momento decisivo (e tanto inseguito da luglio), dall’interno suo partito, una lettera-ponte in cui almeno sei dei suoi deputati (uno, Catone, l’ha già perso) cercano di mediare con il “nemico” in cambio dell’astensione e/o della non partecipazione. Proprio nel momento in cui Fini doveva dimostrare di essere diverso da Berlusconi (accusato più volte dallo stesso Fini di comandare un partito-dittatura), è in realtà tornata a galla l’indole dei tempi di AN. Poi magari mi sto sbagliando, magari Moffa&Co. voteranno compatti con Bocchino e Granata e Berlusconi andrà a casa, ma questo era il mio pensiero e dovevo dirlo. In ogni caso, a prescindere da come andrà a finire il voto, tornerò sull’argomento nel fine settimana.

Tornando a noi, questa mossa può non causare nulla, così come può scatenare la “guerra nucleare”. Le Colombe di FLI ora si trovano a scegliere tra un nemico-ex-amico dai toni concilianti e un nuovo-capo che blocca con autorità ogni loro iniziativa personale. Al momento non è possibile capire come andrà a finire. Di certo domani sera i numeri saranno più precisi.

Ultima nota, per ora “non ufficiale”, riguarda i 6 radicali che sembrano sempre più orientati per il “Sì” alla sfiducia.

A domani…

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=======UPDATE 12/12/2010 12:21============

Rispetto a ieri ci sono da segnalare gli spostamenti di Scilipoti (via TermometroPolitico) e Cesario (via DAW) da “Astenuti” a “Contrari” rispetto alla mozione di Sfiducia. Inoltre, sempre TermometroPolitico, sposta quattro Finiani (Moffa, Siliquini, Polidori, Patarino) nella cerchia degli “Indecisi”. Guzzanti sembra aver deciso per la sfiducia.

Ecco le nuove “quote” dopo gli ultimissimi aggiornamenti:

Voti favorevoli alla mozione di SFIDUCIA (contro Berlusconi): 301 (199PD+35UDC+28FLI+22IDV+6API+5MPA+Melchiorre, Tanoni, LaMalfa, Nicco, Giulietti, Guzzanti)

Voti contrari alla mozione di SFIDUCIA (per Berlusconi): 311 (235PDL+59Lega+11NoiSud+Catone, Grassano, Pionati, Nucara, Scilipoti, Cesario)

Astenuti (non influenzano il Quorum): 2 (Brugger, Zeller)

Incerti: 15 (6 Radicali+Mogherini, Moffa, Siliquini, Polidori, Patarino, Bongiorno, Cosenza, Calearo, Gaglione)

Nota: il Presidente della Camera Fini, per prassi, non vota (301+311+2+15+Fini = 630)

Rispetto a ieri la strada sembra più in discesa per Berlusconi, considerate le probabili assenze e il voto di calearo che potrebbe, alla fine, aiutare il Governo. Anche l’MPA cerca di inserirsi nella trattativa chiedendo più fondi FAS in cambio dell’astensione.. Aggiornamenti in serata!

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Difficile credere che il voto congiunto di Camera e Senato del 14 Dicembre possa dare indicazioni sul futuro a lungo termine del Governo d’Italia, ma è certo che avrà conseguenze (potenzialmente traumatiche) sul futuro a breve, brevissimo termine. Detto in parole povere, un voto a favore del Governo Berlusconi IV non metterebbe lo stesso Cavaliere al sicuro fino al 2013 mentre un eventuale vittoria della “Sfiducia” costringerebbe Silvio alle dimissioni immediate (con speranza di reincarico con maggioranza allargata).

Fatta questa premessa è necessario rispolverare il famoso pallotoliere. Lo faccio oggi (e riporterò eventuali aggiornamenti domani e lunedì sera) in quanto il giorno della votazione sarò al lavoro e mi sarà quasi impossibile aggiornare questo blog se non in tarda serata.

Partiamo da due dati: la fiducia al Governo nel 2008 (335/630) e, recentemente, a Settembre (342/630). Si tratta però di dati “viziati” dalla spaccatura tra Pdl/Fli che pare oggi più grave di quanto non lo fosse a Settembre (quando era chiaro che la fine del Berlusconi IV non era questione di giorni).

Per quanto riguarda i conti attuali, Termometro Politico offre queste stime (si parla sempre e solo della Camera):

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Voti favorevoli alla mozione di SFIDUCIA (contro Berlusconi): 303 (199PD+35UDC+31FLI+22IDV+6API+5MPA+Melchiorre, Tanoni, LaMalfa, Nicco, Giulietti)

Voti contrari alla mozione di SFIDUCIA (per Berlusconi): 309 (235PDL+59Lega+11NoiSud+Catone, Grassano, Pionati, Nucara)

Astenuti (non influenzano il Quorum): 2 (Brugger, Zeller)

Incerti: 15 (6 Radicali+Mogherini, Moffa, Bongiorno, Cosenza, Scilipoti, Cesario, Calearo, Guzzanti, Gaglione)

Nota: il Presidente della Camera Fini, per prassi, non vota (303+309+2+15+Fini = 630)

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Proviamo a spingerci un po’ oltre, non prima di aver fatto un paio di precisazioni:

1) Mogherini (PD), Cosenza (FLI) e Bongiorno (FLI) sono prossime al parto e/o hanno gravidanze a rischio che potrebbero causare assenze dell’ultimo minuto

2) Come dimostra la “Lettera dei 16” ci sono tuttora, dentro FLI, almeno 6 “mal di pancia” nei confronti della Sfiducia

3) Moffa (FLI) e Guzzanti (PLI) attendono il discorso del Premier per decidere come votare

4) I (6) Radicali avrebbero fatto alcune richieste al Governo che, se accettate, porterebbero alla loro Astensione

Testiamo quindi uno degli scenari peggiori per il Premier e vediamo che succede:

Voti favorevoli alla mozione di SFIDUCIA (contro Berlusconi): 314 (199PD+35UDC+31FLI+22IDV+6API+5MPA+6RI+Melchiorre, Tanoni, LaMalfa, Nicco, Giulietti, Mogherini, Bongiorno, Cosenza, Moffa, Guzzanti)

Voti contrari alla mozione di SFIDUCIA (per Berlusconi): 309 (235PDL+59Lega+11NoiSud+Catone, Grassano, Pionati, Nucara)

Astenuti (non influenzano il Quorum): 6 (Brugger, Zeller, Scilipoti, Cesario, Calearo, Gaglione)

Incerti: 0

Nota: il Presidente della Camera Fini, per prassi, non vota (314+309+6+Fini = 630)

Da questa analisi (forse la più negativa per Berlusconi) la Sfiducia esce vittoriosa. Ma potrebbero esserci grosse sorprese..

Ipotizziamo (non si tratta di un gioco, ma di realismo) che almeno una tra le 3 donne “incinte” non riesca ad essere in Aula. Mettiamo anche Gaglione (Noi Sud tra i “Sì”) e Guzzanti tra gli astenuti (viste le recenti aperture)

Voti favorevoli alla mozione di SFIDUCIA (contro Berlusconi): 312 (199PD+35UDC+31FLI+22IDV+6API+5MPA+6RI+Melchiorre, Tanoni, LaMalfa, Nicco, Giulietti, Mogherini, Cosenza, Moffa)

Voti contrari alla mozione di SFIDUCIA (per Berlusconi): 310 (235PDL+59Lega+11NoiSud+Catone, Grassano, Pionati, Nucara, Gaglione)

Astenuti (non influenzano il Quorum): 6 (Brugger, Zeller, Scilipoti, Cesario, Calearo, Guzzanti)

Assenti (nome scelto a caso tra le 3): 1 (Bongiorno)

Incerti: 0

Nota: il Presidente della Camera Fini, per prassi, non vota (312+310+6+1+Fini = 630)

Ancora numeri negativi per Berlusconi. Ma si tratta di uno scenario nel suo complesso più probabile rispetto a quello immediatamente precedente. E attenzione.. a quel punto basterebbe un solo “mal di pancia” per portare la situazione in parità e “qualificare” il Cavaliere…

Ribadisco che una eventuale bocciatura della mozione di Sfiducia non rappresenterebbe in nessun caso un assicurazione per il Governo. All’orizzonte, in ogni caso, c’è altro.. un Berlusconi V (allargato)? Un Governo alternativo? Elezioni? Presto per dirlo..

Intanto rimaniamo in attesa di spostamenti dell’ultima ora e di informazioni più dettagliate sulle 3 Deputate che aspettano un bambino

Eventuali aggiornamenti in cima al post.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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