Elezioni Regionali 2010: Vincitori & Vinti

Vince la Lega: come da un po’ di tempo a questa parte ci si aspettava un ottimo risultato della Lega Nord e puntualmente siamo qui a parlare del successo di Bossi&Co, anche se forse non è stato uno tsunami come qualcuno aveva predetto. La Lega ottiene ottimi risultati anche dove non era scontato, piazza due Governatori (di cui uno certo e uno a sorpresa) e realizza il sogno del suo fondatore. Se qualcuno non l’avesse notato ieri è nata ufficialmente la “Padania”: L’asse Piemonte-Lombardia-Veneto e il progressivo radicamento nelle zone settentrionali dell’Emilia. Non c’è stato il tanto ventilato sorpasso al PDL a parte in Veneto, ma comunque i risultati sono più che soddisfacenti per i dirigenti del partito che ora faranno valere questo nuovo peso acquisito per spingere sulle riforme care a tutto il popolo del Carroccio.

Vince Berlusconi: inutile negarlo, il suo partito era in estrema difficoltà, il suo Governo rischiava di finire come quello di Fillon in Francia, e la sua stessa immagine era offuscata da tutto il ciarpame che conosciamo bene. Ma restare passivi ad aspettare la sconfitta non è certo da lui. È sceso in campo, di nuovo, e di nuovo ha fatto ciò che di rado accade in politica: ci ha messo la faccia. Ha caricato queste elezioni regionali di significato politico, le ha trasformate, come sempre quando vuole vincere, in un referendum sulla sua persona. Ha “adottato” la finiana Polverini, lasciata a piedi dal partito che lui stesso ha fondato e l’ha portata comunque alla vittoria, una clamorosa vittoria. Quando c’è lui si vince (Lazio), quando lascia lavorare il partito è un disastro (Puglia). Verrebbe da dire che un uomo solo è più forte del partito di maggioranza relativa nel Paese, ma non è certo una bella immagine per la democrazia nostrana, quindi per ora faremo finta di sperare che il PDL resisterà anche dopo di lui. Ora il Premier ha una grande possibilità: ha davanti tre anni senza elezioni in cui può (deve) riformare da capo a piedi il Paese, gestendo al meglio il rapporto con la Lega ma anche con Fini che, in ogni caso, resta il più papabile pre la successione. La congiuntura economica e la volontà popolare gli permetteranno di portare avanti questo progetto. Ma attenzione, non possiamo più sbagliare.

Vince la Polverini: prima ancora dei risultati definitivi è scesa in piazza, si è fatta sollevare,ha stappato lo spumante e giù a canna. Certo non è l’immagine del politico liberale che vorremmo vedere vincere, ma questa lavoratrice tutta d’un pezzo ha sconfitto la sinistra anche se “azzoppata” politicamente. Certo, ha avuto dalla sua l’intervento personale di Berlusconi (e non è poco), ma se ha Roma la missione “travaso dei voti” è riuscita è anche merito suo. Auguri!

Vince Grillo: da persona intelligente quale è, ha capito che qui “c’era trippa per gatti” e si è messo all’opera. La sua lista “5 stelle” ha ottenuto risultati importanti in tutte le regioni in cui si è presentata. Emblematici i casi dell’Emilia (7%) e del Piemonte (dove ha sottratto a Bresso i voti che le servivano per vincere su Cota). Se è vero che questi risultati sono un sintomo sociale che riguarda tutto il Paese, è anche un dato di fatto che i voti intercettati provengono tutti o quasi dal PD. Un altro problema per Bersani.

Perde il PD: Fassino (mica uno qualunque) diceva ieri che il centrosinistra “ha vinto in più regioni”, quando non ci voleva certo il Di Pietro della situazione per capire che “questa tornata l’ha vinta il centrodestra” e che “l’Umbria non conta come la Lombardia”. Il PD come progetto politico è ormai fallito, o forse non è mai nato. Dopo la sconfitta in Piemonte, Lazio, Calabria e Campania Bersani potrebbe anche rassegnare le sue dimissioni. Io spero che ciò non avvenga, ma il segretario del PD è entrato ufficialmente nella lunga lista degli “sconfitti da Berlusconi”.

Perde l’UDC: ormai inutile quasi ovunque, è giunto il tempo di organizzare la missione “travaso massiccio di voti” senza inclusioni di sorta. Cesa e Casini hanno perso la scommessa contro Berlusconi e il Bipolarismo

Perde il PDL: vanno giù i consensi per il Popolo della Libertà, e questo è un problema. Come ho ripetuto più volte, se Berlusconi vince (o stravince) ma il suo partito non sfonda allora il problema è da ricercare proprio all’interno dell’organigramma della creatura politica. Io continuo a sperare che prima o poi ci si sieda attorno a un tavolo per definire bene persone, ruoli e programmi. Serve anche che chi aspira alla successione inizi a mettere in tavola proposte concrete. Perché se oggi il PDL viaggia intorno al 30% è merito solo e soltanto di chi incarna in una sola persona più della metà di questi consensi. Continuando così c’è il rischio che tra pochi anni il PDL-senza-Berlusconi si trasformi in una costola della Lega, la quale è stata capace di crescere dirigenti capaci e radicati nel territorio.

Perde Fitto: Vendola in Puglia ha ottenuto un ottimo risultato. Ma la sua vittoria è frutto anche (per non dire soprattutto) degli errori grossolani commessi dal PDL in quella regione. Lo “sceriffo” del partito in Puglia, Fitto, ha sbagliato per la seconda volta. Ci sarà un motivo se Berlusconi era contrario alla candidatura di Palese. Non capisco comunque perché Fitto ricopra ancora incarichi importanti all’interno del partito quando in passato c’è stato chi, come Pisanu, è stato punito pesantemente perché (come dicono i bene informati) ha catturato (con le forze dell’ordine ovviamente) Provenzano un giorno dopo le elezioni del 2006 e non un giorno prima.

Perde Fini: la Polverini era una sua idea ma la vittoria se l’è presa tutta Berlusconi. Dal suo scranno dorato, dall’Olimpo di Montecitorio, l’abile e intelligente Fini sta sprecando, a mio parere, tutte le chance di fare breccia nel cuore dei suoi futuri elettori. Che invece di “Chigi” punti ad altri Palazzi?

Per concludere ecco i risultati definitivi e una cartina riassuntiva della situazione italiana dopo questo turno. Per il risultato delle sole regionali 2010 fate riferimento al post di ieri:

Piemonte
Cota (CDX) 47,32% – Bresso (CSX) 46,90%
Lombardia
Formigoni (CDX) 56,10% – Penati (CSX) 33,27%
Veneto
Zaia (CDX) 60,15% – Bortolussi (CSX) 29,07%
Liguria
Biasotti (CDX) 47,85% – Burlando (CSX) 52,14%
Emilia
Bernini (CDX) 36,72% – Errani (CSX) 52,06%
Umbria
Modena (CDX) 37,70% – Marini (CSX) 57,24%
Lazio
Polverini (CDX) 51,14% – Bonino (CSX) 48,32%
Campania
Caldoro (CDX) 54,25% – De Luca (CSX) 43,04%
Basilicata
Pagliuca (CDX) 27,92% – De Filippo (CSX) 60,81%
Calabria
Scopelliti (CDX) 57,72% – Loiero (CSX) 31,39%
Toscana
Faenzi (CDX) 34,40% – Rossi (CSX) 59,70%
Marche
Marinelli (CDX) 39,71% – Spacca (CSX) 53,17%
Puglia
Palese (CDX) 42,20% – Vendola (CSX) 48,70%

Ok, io ho finito con questa prima analisi del voto. Voi volete aggiungere qualcosa?

[Omnia/Luca Zaccaro]

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Elezioni Regionali 2010: Liveblogging!

Eccoci qui, come promesso! In alto la cartina dell’Italia. In bianco le regioni in cui si vota. Quando inizieranno ad arrivare i primi risultati (anche provvisori) si colorerà in questo modo: azzurro per le regioni in cui è in vantaggio il CDX, arancione per le regioni in cui è in vantaggio il CSX, blu per le regioni certe (o quasi) al CDX e rosso per le regioni certe (o quasi) al CSX. Aggiornamenti vari nel form qui sotto in cui potete partecipare tutti.

Buon live-blogging 😉

PS: CoverItLive non funziona, proviamo quest’altro servizio..

[Omnia/Luca Zaccaro]

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Elezioni Regionali 2010: il tempo del voto

UPDATE 28/03/2010 22:40

Affluenza alle 22 ferma al 48% contro il 56% del 2005.

Crollo di 10% nel Lazio che certo non avvantaggia la Polverini che già non potrà avvalersi della lista PDL

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Come sapete oggi si vota nelle 13 regioni che sulla cartina non sono colorate di grigio. Sempre dalla cartina potete vedere qual è la situazione attuale: Lombardia e Veneto sono saldamente governate dal Centrodestra, mentre tutte le altre hanno amministrazioni “rosse”. Per votare c’è tempo fino alle 22 e domani dall 7 alle 15.

Subito dopo la chiusura delle urne, domani alle 15 circa (o forse un po’ più tardi), inizierà qui su Omnia un liveblogging per seguire exit polls e risultati in diretta.

Passiamo ai dati reali. A mezzogiorno aveva votato il 10,2% degli aventi diritto (rispetto al 13% della stessa rilevazione nel 2005). Appena arrivato, il dato delle 19 conferma il trend: ha votato il 35,4% contro il 42% di cinque anni fa. C’è da dire che molto probabilmente questi sono i dati provenienti dalle 9 regioni monitorate direttamente dal Ministero dell’Intero e che quindi i dati reali potrebbero essere leggermente diversi. Impossibile comunque avvicinarsi anche solo lontanamente ai dati registrati il 3 e 4 aprile 2005. Alla chiusura dei seggi avevano votato più di 2 aventi diritto su 3.

Personalmente non caricherei di significato il dato sull’astensionismo: le regionali del 2005 furono molto più “significative” di queste. La neonata Unione di Prodi cavalcò in quell’occasione il periodo di difficoltà dell’esecutivo di Berlusconi e si adoperò “per non lasciare a casa nemmeno un elettore”. I risultati li conosciamo: 11 a 2.

Vabbè, lasciamo le considerazioni sull’astensionismo al loro tempo. Ora vi do l’appuntamento a domani per il liveblogging qui su Omnia più o meno alle 3 del pomeriggio. A presto!

[Omnia/Luca Zaccaro]

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Elezioni Regionali 2010: lunedì il LiveBlogging!

Domenica e lunedì i cittadini di Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria andranno a votare per le Elezioni Regionali. Quella che vedete sopra è la cartina che mostra l’attuale colore politico delle regioni interessate da questa tornata, il cui risultato risale al 2005. In rosso ovviamente le regioni amministrate dal centrosinistra, in blu quelle del centrodestra. In grigio sono segnate quelle regioni in cui non si andrà a votare. Il risultato di cinque anni fa fu schiacciante: 11 a 2 per la sinistra.

Ora le cose sono un po’ cambiate.. se diamo uno sguardo alle corse clandestine (sapete di che parlo, vero?) capiamo che Lombardia, Veneto e Calabria sono decisamente colorate di blu così come Emilia, Toscana, Marche, Umbria e Basilicata restano dipinte di un rosso profondo. Liguria e Puglia tendono al rosaceo, segnale che potrebbero esserci sorprese dell’ultima ora. La Campania invece viene descritta (anche se non so perché) di azzurro chiaro. Chiudono Piemonte e Lazio con un “Too close to call” che rende possibile ogni risultato (qui i distacchi sono davvero calcolati sui decimi di punto).

Forse è il caso di parlare di vittoria e sconfitta prima di Lunedì. Partendo dai risultati del 2005 al centrodestra potrebbero andare bene i risultati di 3-10, 4-9, 5-8 fino al clamoroso 6-7. Resta sottointeso che il centrosinistra risulterà comunque vincente se si conta il totale delle regioni: non dimentichiamo che le roccaforti rosse sono tutte incluse in questa tornata e che, delle regioni escluse, 5 su 7 sono attualmente amministrate dal centrodestra (Friuli, Abruzzo, Molise, Sicilia e Sardegna). Bersani potrà considerare una vittoria il risultato di 9-4 (anche se perderebbe 2 regioni rispetto al 2005), ritenersi soddisfatto con 8-5, mentre tutti gli altri scenari possibili sarebbero disastrosi.

In caso di sconfitta in Piemonte o Lazio il futuro del PD sarebbe alquanto a rischio.

Con questi dati in mano (che non mi sono inventato io, sono quelli su cui si discute in questi giorni) vi do appuntamento a Lunedì 29 Marzo qui su Omnia a partire dalle 15 (più o meno) con un live-blogging sui risultati fino a tarda serata con i commenti dei diretti interessati.

Non mancate 😉

[Omnia/Luca Zaccaro]

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