Sipario

La Storia è un susseguirsi di giornate come quella di oggi.

Momenti spesso così cataclismatici da stravolgere lo status-quo e spalancare le porte ad un futuro completamente nuovo, impossibile da immaginare.

Oggi è morto Silvio Berlusconi.

Oggi, 12 giugno 2023, inizia per tanti versi un nuovo capitolo della storia d’Italia.

Che il Cavaliere fosse ormai vicino al traguardo della sua imprevedibile maratona di vita era noto a tutti. Che Silvio Berlusconi potesse morire era ancora tutto da dimostrare.

Oggi è morto Silvio Berlusconi.

Oggi è il giorno in cui giudizi positivi e negativi sulla sua vita si sospendono. Oggi è il giorno in cui bisogna solo riconoscere il peso che un solo uomo ha avuto nelle vite di tutti noi.

Nel bene o nel male, Berlusconi ha profondamente segnato un’epoca, non solo in Italia.

Questo blog, come anche il suo predecessore che oggi non trovate più online, ha contenuto tante delle mie riflessioni sugli eventi che hanno caratterizzato questo Paese. E molti di loro erano collegati a Berlusconi.

Per questo, nel salutare il Cavaliere, credo sia giusto riconoscere una volta per tutte come esaurito il compito di queste pagine.

Ciao Silvio, e un saluto grande anche a tutti voi che avete letto e commentato con me in questi quindici anni.

Luca

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29 Settembre

“Lapsus Freudiano” lo chiamerebbero là fuori.. come forse vi sarete accorti sono parecchi anni che “sfrutto” la data del 29 Settembre per fare gli auguri a Berlusconi e scrivere due righe sullo stato del “centrodestra”.

Non fatevi ingannare dalla data del post (è volutamente retrodatata): quest’anno me ne sono completamente dimenticato.

Auguri (in ritardo) Silvio!

Perché me ne sono dimenticato? Molti più impegni personali/lavorativi, certo.
Ma la ragione principale non è questa. La verità, caro Silvio, è che non c’è più nulla di cui parlare: tu non ci sei (politicamente) più e, per motivi prettamente politici, spero che le cose restino così (di una ri-ri-ri-ri-ri-ridiscesa in campo, senza più nulla di concreto da offrire, non sappiamo che farcene).
Anche il “tuo” partito non c’è più. Imploso. Ucciso da lotte intestine e dall’incapacità di gestirne degnamente le redini.
Quello che negli ultimi vent’anni abbiamo chiamato “centrodestra” è sparito. Abbiamo un bacino potenziale di venti milioni di voti dispersi, che aspettano e necessitano una alternativa. Non starò a spiegare (di nuovo) i motivi del fallimento del PdL (quello del 2008). Non mi interessa. Non interessa più a nessuno. Bisogna guardare solo avanti, perché il tempo è poco. L’unica certezza che abbiamo è che nessuno dei protagonisti del PdL può aspirare a posti di rilievo nella nuova, ipotetica, formazione che cercherà di recuperare questi voti dispersi. In realtà non è nemmeno detto che esisterà questa “alternativa”. Oggi, lo ammetto, guardo con interesse alle proposte di Giannino e di “Fermare Il Declino“. Ma è ancora presto per capire cosà diventerà questo movimento d’opinione.

E questo post? A cosa serve?

Serve, una volta per tutte (davvero, non intendo ripetermi oltre), per ringraziare te (e solo te) per quello che hai fatto in questi anni. Perché, nonostante tutto, qualcosa di buono l’hai fatto e la Storia te lo riconoscerà.

Ma da oggi si cambia. Non intendo più spendere una parola che non sia di cronaca politica sul PdL. Perché quello da troppo tempo ormai non è più il partito a cui guardo con interesse. E mi sono ormai convinto che non ci sono possibilità di redenzione.

My two cents, ovviamente.

Grazie di tutto,
time to go now..

PS: per quanto possa valere, il mio consiglio resta sempre lo stesso: goditi la tua immensa ricchezza, lascia la politica, vendi il Milan, cedi definitivamente le tue partecipazioni societarie ai figli e/o a nuovi investitori. Vai a fare quello che ti piace, quello che ti fa felice!

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Fermare Il Declino

“La classe politica emersa dalla crisi del 1992-94 – tranne poche eccezioni individuali – ha fallito: deve essere sostituita perché è parte e causa di quel declino sociale che vogliamo fermare. L’Italia può e vuole crescere nuovamente.”

Spiace doverlo ricordare ma, tra pochi mesi (o addirittura settimane), dovremo alzare il culo dal divano per uscire, al freddo e al gelo, ad eleggere un nuovo Parlamento.

Il panorama che ci si presenterà di fronte, una volta in cabina, avrà dello sconfortante: ci sarà il Pdl con Berlusconi che prometterà meno tasse per tutti e l’abolizione dell’IMU sulla prima casa (dov’è che l’ho già sentita?), ci sarà – o forse no ma probabilmente sì – la Lega Nord che ribadirà i soliti quattro slogan sul Nord, sugli indiani e sulle riserve (userà i cartelloni del 2008?), ci sarà l’UDC che sottointenderà “Al governo, con chiunque”, ci sarà una accozzaglia pseudo-centrista formata da Fini-Rutelli-Chi-più-ne-ha-più-ne-metta che non faranno altro che ricordarci che l’Italia ha bisogno di persone serie ma noi ricorderemo solo a chi vanno a finire i rimborsi elettorali, ci sarà Bersani alla guida di un tandem PD-SEL che sarà così sicuro di vincere che alla fine non vincerà veramente e poi ci sarà quella “nuvola” elettorale che gravita intorno all’IDV e al M5S che non si capisce bene cosa vuole fare una volta arrivati, per caso, al Governo. Ah, ovviamente non dimentichiamo tutti quei partiti “zerovirgola” su cui è meglio non esprimersi.

Capite bene anche voi che la voglia di abbandonare le calde dimore non ci assalirà (sarà inverno e farà piuttosto freddo, e poi c’è il Campionato!). Pensateci: tanta fatica per annullare una scheda (il non-voto non è contemplabile, così come il voto ad uno qualsiasi dei personaggi sopracitati)!

Ma forse, forse, c’è un barlume di speranza. Ho imparato, in questi ultimi sei anni, a non illudermi quando si parla di politica. Di aspettarmi il minimo sindacale e accontentarmi della metà. Ma, come dicevo, forse questa è la volta buona: come sicuramente sapete (e se non lo sapevate… informatevi!) Oscar Giannino ha lasciato intendere un suo impegno, in prima o terza persona, alla prossima tornata elettorale. Ha dato vita, insieme ad alcuni “amici” al movimento “Fermare il Declino” in cui ci spiega in parole povere (e liberali) di che cosa avrebbe bisogno il nostro malandato Paese. Sua è la citazione a inizio articolo. E già ci piace. Poi continui a leggere il manifesto e trovi scritte cose come “libera iniziativa”, “merito individuale”, “tagliare e rendere più efficiente la spesa”, “ridurre tasse su chi produce”, “liberalizzazione”, “concorrenza” e via dicendo. Una ventata di aria fresca in quel luogo stantio che è il Parlamento.

I promotori dell’iniziativa, che punta a diventare offerta politica, indicano 10 proposte:

1) Ridurre l’ammontare del debito pubblico

2) Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell’arco di 5 anni

3) Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni

4) Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali

5) Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti

6) Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d’interesse

7) Far funzionare la giustizia

8) Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne

9) Ridare alla scuola e all’università il ruolo, perso da tempo, di volani dell’emancipazione socio-economica delle nuove generazioni

10) Introdurre il vero federalismo con l’attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo

Sono tutte cose realizzabili in 5 anni? Improbabile. C’è da fidarsi dell’ennesima offerta politica? Forse. Può un liberale non sottoscrivere ogni parola di questi dieci punti? Impossibile

A questo punto bisogna aspettare e vedere come il progetto si concretizzerà a livello elettorale. Le potenzialità per arrivare intorno al 7-10% secondo me ci sono tutte. Sperando che almeno una piccola parte di queste belle proposte possa davvero entrare a far parte dell’agenda del prossimo Governo.

Per il momento auguro solo a Oscar e agli altri promotori “Buon Lavoro!”. L’Italia ha bisogno di voi!

[Omnia / Luca Zaccaro]

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A Silvio

Ciao Silvio, è un po’ che non ti scrivo.. e forse è un bene, viste le parole dure che, mio malgrado, sono stato costretto a “dirti” negli ultimi mesi del tuo quarto Governo. Ho apprezzato, a suo tempo, la tua decisione di farti da parte, anche se ti è stato praticamente imposto. E’ stata una occasione per cambiare. Sia per il Paese che per il Partito. Per quanto riguarda il primo qualcosa è stato fatto, ma non è detto che siano state tutte cose positive e comunque non sono assolutamente sufficienti. Per il secoindo, ahinoi, ormai era troppo tardi.

Tanto tempo, dicevo. Fino ad oggi. Sì perché in mezzo ai tanti “tormentoni” estivi della politica ce n’è uno in particolare che mi ha colpito, basato a quanto pare su un pizzico di verità: staresti realmente pensando ad un tuo ritorno sulla scena politica nientepopodimeno che come candidato a Palazzo Chigi nel 2013. Ancora.

A me sei sempre stato simpatico, malgrado tutto. E questo non è cambiato. Ti considero come una delle menti più geniali che questo Paese abbia conosciuto da molto tempo a questa parte. Hai vinto sempre, nella vita. Hai trasformato in oro tutto quello che hai toccato. Hai deciso di buttarti nel calderone della Politica quando lo spettro di una egemonia comunista era davvero vicino e reale. E hai vinto, di nuovo. Sbaragliandoli. Non sono così sciocco da credere che i motivi che ti hanno portato a questa scelta (come a qualsiasi altra) siano legati solo all’amor di Patria. Per l’amor di Dio. Ma l’hai fatta e hai anche fatto del bene. E non è una cosa da tutti.

Ma la scelta che (forse) stai per compiere non la posso in alcun modo comprendere né tantomeno assecondare. Per tanti motivi.

Il primissimo riguarda il PdL: se davvero te ne fregasse qualcosa della tua creatura (per quanto tu abbia amato molto di più il tuo primo “figlio”, Forza Italia) capiresti subito che la tua sarebbe una scelta deleteria. Hai incoronato “ad interim” un giovane (che a me non fa impazzire, ma questo è un altro discorso) e l’hai messo a capo del PdL nel momento più buio della sua storia. Il ragazzo, bisogna dirlo, non ha fatto faville in questo anno. Ma almeno sta provando ad andare avanti. Stava pure per organizzare per bene queste benedette primarie (che potenzialmente potevano rischiare di non premiarlo). Sarebbe stata una occasione per vedere un po’ di facce nuove e magari per salutare per sempre molti degli attuali “volti noti” che sinceramente non sono propriamente ben voluti dall’elettore medio. Ma nisba. Un tuo discorso (sempre presunto) e tutto è cancellato in un secondo. Che senso ha fare le primarie se si candida Berlusconi? E la cosa che più mi ha fatto male (per quanto il PdL non sia più da molto tempo il partito che mi rappresenta) è stato vedere come NESSUNO abbia osato contrastare con forza questa possibilità. “Ben vi sta” – verrebbe da dire. Ma non è il caso, visto poi che a rimetterci alla fine siamo sempre noi, il Paese.

Il secondo motivo riguarda cose più concrete: le riforme. Hai promesso tante cose negli anni, Silvio. E ne hai realizzate ben poche. Hai dato la colpa alle sfavorevoli congiunture internazionali (e avevi ragione). Hai dato la colpa alle lobbies e ai poteri forti (e avevi ragione). Hai dato la colpa ai pochi poteri a disposizione del Presidente del Consiglio (e avevi ragione). Hai dato la colpa agli alleati (e anche qui avevi ragione). Ma quando si decide di guidare qualcosa (tanto più se si tratta di un Paese) bisogna in primo luogo prendersi le responsabilità che questa carica comporta. Se hai fallito, in tre occasioni, è anche colpa tua. Dov’è la “Riforma Liberale”, dov’è il “Meno Stato, Più Mercato”, cosa ne è stato del “Meno Tasse Per Tutti”? The answer, my friend, is blowing in the Wind. Non ce n’è traccia. E niente, niente lascia presupporre che un nuovo incarico potrebbe cambiare le cose. Ci hai provato, ma ora non sei più credibile né tantomeno presentabile.

Il terzo ed ultimo motivo, non che me ne freghi in prima persona, riguarda il tuo Patrimonio. Dicono le malelingue che saresti pronto a tornare perché la galassia finanziaria che ti ruota attorno non se la passa bene. Serve tornare a ricoprire ruoli importanti per dimostrare a tutti che non sei sparito. Che sei ancora lì. Ma, di nuovo, sicuro che questa sarebbe la scelta migliore? A me non sembra che a Novembre, quando eri Premier, le aziende a te vicine navigassero nell’oro. E su questo punto mi interrompo perché, come ho già detto, non sono problemi miei.

Un’ultima nota riguarda te. Non il Politico. L’Uomo. Parliamoci chiaro: non hai (a meno di eventi clamorosi) la minima speranza di vincere le elezioni del 2013. Si dice che il vero obiettivo sia quello di portare il PdL a percentuali che gli permetterebbero di contare qualcosa nella eventuale “Grande Coalizione” da formare dopo le politiche. Io non contesto i tuoi sondaggi, perché spesso ci azzeccano. Ma oggi il rischio di una batosta è altissimo. Hai sempre considerato il voto come un referendum sulla tua persona. E hai sempre vinto. Ma questa volta è diverso. E’ davvero il caso di esporti in prima persona? Non ti ricordi cosa è successo, ad esempio, alle amministrative di Milano? Vuoi davvero rischiare di salutare tutti in questo modo? Non ti conviene (se davvero fosse questo il tuo obiettivo) aiutare davvero Alfano a “rivoltare il partito come un calzino” per invertire la rotta degli attuali sondaggi? I tuoi mezzi e il fatto di non avere nulla da perdere in questo momento te lo permetterebbero.

Pensaci Silvio. E non perché te lo sto scrivendo io. Ma perché sei un Uomo molto intelligente. Probabilmente non ti meriti tutto questo.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Lega Nord: Umberto Bossi lascia

5 Aprile 2012, ore 16:30. Umberto Bossi si dimette. Non è più Segretario della Lega Nord.

“Non ho alternative. Mi dimetto perché questa storia colpisce me e la mia famiglia. Chi sbaglia paga, non importa che cognome porta”.

Ora sì che, senza più possibilità di scampo, si può dire che la Seconda Repubblica è finita per sempre.

Era il giorno del Consiglio Federale, convocato in tutta fretta per sostituire il tesoriere Belsito, accusato di tutto e di più da tre diverse procure. Ma poi, nella serata di ieri, esce la notizia della cartelletta “The Family”, ritrovata durante le perquisizioni negli uffici di Belsito. La Famiglia è, ovviamente, quella del Capo. Si scopre che, in pratica, l’intera famiglia avrebbe usato soldi del partito per affari più o meno personali, senza che il “vecchio Leone” ne sapesse nulla.

A questo punto Bossi, non certo un novellino, capisce che è il tempo dello Showdown.
Senza le sue dimissioni, a vent’anni esatti dalla prima storica vittoria, la Lega sarebbe finita oggi. Adesso almeno guadagna qualche mese e qualche timida speranza.

La guida passa, in attesa del Congresso d’autunno, al triumvirato Maroni, Calderoli, Dal Lago. Umberto Bossi viene nominato invece Presidente del Partito.

Ma la notizia riguarda soprattutto l’uomo-Bossi. Leader indiscusso del movimento lombardo dal 1989 fino a quel tristemente noto 11 Marzo 2004 quando un ictus limitò in modo abbastanza evidente le possibilità di leadership. Da allora all’interno della Lega è iniziata una battaglia tra quello che è stato definito il “Cerchio Magico” (che vegliava su Bossi e, di fatto, prendeva molte decisioni in nome suo) e quella che tempo dopo sarebbe diventata nota come “l’ala maroniana”.

Adesso fa quasi effetto vedere come l’uomo, malato e affaticato, sarebbe stato “circumvenuto” da chi gli stava più vicino. In questo senso non è ancora possibile dare un giudizio complessivo sull’intera vicenda. Ma va dato atto all’Umberto che quello che ha fatto non è da tutti. Ha lasciato. E, intendiamoci, non è un capo qualunque. Bossi ha lasciato (e forse con un po’ di sollievo) e la Lega, se esisterà ancora, non sarà più la stessa.

Vediamo come vanno le cose. Per adesso voglio solo salutare l’Umberto perché, in fondo, ha sempre creduto fermamente in quello che faceva.

Ah, un’altra cosa. Secondo me si può fare un parrallelo, più o meno mirato, con quello che è successo a Berlusconi nella sua avventura politica per “colpa” (più o meno grande) del suo “Cerchio Magico”.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Appesi a un filo

— Aggiornamento: 12/01/2012 15:30 —

Nell’ambito dell’operazione #operationitaly (come da loro descritto su twitter), Anonymous ha lanciato un DDOS contro italia.gov.it (down da parecchi minuti)

— Aggiornamento: 12/01/2012 15:25 —

La Camera ha negato l’autorizzazione alla custodia cautelare nei confronti di Cosentino (PdL). Il risultato della votazione è il seguente: presenti e votanti 607 (ma Fini ha votato?), maggioranza 304, favorevoli 298, contrari 309. La Stampa calcola che, contati gli assenti, sarebbero circa 74 i voti “inaspettati” contro l’arresto provenienti da Pd, UDC e, soprattutto, dalla Lega. Considerazioni giustizialiste a parte c’è da dire una cosa: il grande sconfitto di oggi è Maroni. E la “Caporetto”, a mio parere, è talmente clamorosa da non escludere nulla. Restiamo a vedere. Solo una nota per tutti quelli che scrivono che Cosentino è “salvo”. Non è così: è stata negata l’autorizzazione alla carcerazione PREVENTIVA ma le indagini proseguono.

Da riportare inoltre la notizia che la Consulta ha BOCCIATO entrambi i quesiti referendari sulla riforma elettorale solo poche ore prima di questo voto. Naturalmente in molti hanno subito visto un “collegamento” tra questa decisione e l’esito finale della lotta intestina della Lega sulla votazione in Aula.. mah..

— Aggiornamento: 12/01/2012 12:55 —

Cosentino, appena arrivato in Aula, ha assicurato che si dimetterà dalla carica di coordinatore campano del PdL indipendentemente dall’esito della votazione che ci sarà tra poco. C’è molta incertezza in merito al risultato e soprattutto per quanto riguarda il comportamento dei leghisti, che sembrerebbero però voler seguire le direttive del “nuovo capo” Bobo Maroni.

— Articolo Originale: 12/01/2012 09:34 —

Oggi, verso le 12:30, la Camera vota sulla richiesta di arresto nei confronti di Cosentino, esponente di spicco del PdL ed ex sottosegretario del Governo Berlusconi IV. Non sarà soltanto un voto sulla persona ma, a mio avviso, quello che accadrà tra poche ore potrà avere ripercussioni future sugli equilibri politici.

Per prima cosa si testa la situazione all’interno della Lega: Maroni, ormai molto lontano da Berlusconi e dal PdL è in procinto di “prendere possesso” del suo partito, ha annunciato solo poche ore fa il voto positivo all’arresto della Lega in Commissione. Ieri sera invece è arrivato Bossi (formalmente ancora “il capo”) che ha lasciato libertà di coscienza sul voto di oggi in Aula. Chi la spunterà? Lo vedremo dai risultati. Certo, se il partito voterà compatto per l’arresto vorrà dire che Maroni ha definitivamente vinto la battaglia, mentre se ci saranno evidenti spaccature Bossi potrà ancora rivendicare per sè stesso ed il “cerchio magico” un posto importante al tavolo delle trattative.

In base a come si comporteranno i “padani” in Aula potrebbero anche cambiare in modo netto i rapporti futuri tra Lega e PdL: se la maggioranza degli uomini di Bossi (o di Maroni?) voteranno a favore dell’arresto, un accordo futuro tra i due partiti si fa sempre più improbabile e questo non porterà ad altro che all’accelerazione del movimento verso il centro di questo sfaldato PdL.

Berlusconi (o, meglio, il PdL) ha anche paura del comportamento degli altri partiti: se, tolta la Lega e lo stesso partito di Cosentino, dovessero arrivare solo “sì” all’arresto, la votazione di oggi potrebbe essere considerata una specie di “svolta”, di “cambiamento epocale” (La Stampa parla addirittura di “distruggere definitivamente il Berlusconismo” ma pare un po’ eccessivo). Certo è che però il significato politico sarebbe evidente e la posizione del PdL parecchio indebolita.

Per questi motivi credo che non sia solo il destino di Cosentino ad essere “appeso a un filo” ma quello dell’intero impianto politico attuale (e del prossimo futuro).

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Stessa (ultima) spiaggia

Ripenso al 14 dicembre scorso e rileggo quanto avevo scritto. In pratica riconoscevo come impossibile la possibilità che il Governo, dopo il voto di fiducia, potesse vivere una nuova “Primavera” e inaugurare una nuova stagione di riforme. “Facile dirlo, visto che si reggeva su 314 voti!” – direte voi.. In effetti i fatti mi hanno reso giustizia. In questi 10 mesi senza Fini il Governo non ha fatto quasi nulla.
Si è accorto che c’era una crisi (una delle tante) che bussava alla porta e ha deciso che quest’anno non era il caso di andare in vacanza.
Una manovra aggiuntiva a ferragosto e il colpo finale alle ultime speranze liberali che ancora venivano riposte in questo esecutivo. Litigi giornalieri con Tremonti senza avere la forza di mandarlo via. Doversi confrontare (ancora, nel 2011!) con Scajola e Pisanu per evitare una imboscata.

Ecco come si è arrivati a questo 14 Ottobre. Un voto di fiducia che rimanda di qualche settimana (giorno?) la sopravvivenza del “Berlusconi IV”. Un risultato che è arrivato in maniera oltremodo confusionaria, tanto che questa volta secondo me nemmeno quelli del PdL hanno capito cosa stava succedendo. Perché, da quanto ho visto, il rischio di non avere il numero legale c’era davvero. Ma le opposizioni (che figuraccia!) non hanno fatto i conti con gli eterni Radicali dell’eterno Pannella, che hanno deciso di entrare in aula sputtanando i piani di Casini, Bersani & Co.
Certo, hanno votato “NO”, ma la sensazione di vittoria se n’è andata in un attimo. A quel punto, dopo una così clamorosa dimostrazione di impotenza delle opposizioni, non è stato difficile per Berlusconi e i suoi convincere un altro paio di Deputati e raggiungere perfino la “quota 316”, impensabile solo qualche ora fa. Fiducia dunque. Questo vuol dire che domani il Governo Berlusconi sarà ancora in carica. Per fare cosa? “Le riforme” – ovvio. Sì, come no. Come 10 mesi fa. Ma non prendeteci per il culo. Almeno questo ce lo dovete!

Il “Berlusconi IV” è finito 10 mesi fa. Ed ogni giorno che passa in carica senza muovere un dito per cambiare le cose è un giorno in più perso dal nostro Paese.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Le Idi di Marzo

Questo è probabilmente il post più difficile che cerco di pubblicare da quando scrivo di politica. Si parla di Italia, di Futuro, di Giustizia e, ovviamente, di Silvio Berlusconi.

L’era Berlusconiana si avvia inesorabilmente al termine: nel 2013, data “ufficiale” delle prossime elezioni politiche, il Cavaliere avrà 77 anni. Decisamente troppi per pensare di amministrare un Paese complicato come l’Italia.

Il vero problema è che, a quanto pare, sono in molti a cercare in ogni modo di mettere fine prematuramente alla legislatura e conseguentemente all’avventura politica di Berlusconi. Illudendosi che questa sia la via maestra per ricostruire una Nazione finalmente libera dal malvagio tiranno.

Poveri! In diciassette anni non hanno ancora capito nulla del Cavaliere, del suo modo di fare politica e del Berlusconismo in generale. A quest’ora avrebbero dovuto realizzare che l’unico modo per liberare davvero l’Italia da Berlusconi è quello di vincere limpidamente (non come nel 1996 e nel 2006) una consultazione politica sulla base di un programma di governo solido e condiviso.

E invece eccoli di nuovo (il PD? E chi l’ha mai detto?), come in un eterna lotta tra gatto e topo, a cercare di “catturare” il Cavaliere con il supporto di alcune componenti (per loro stessa determinazione) fortemente politicizzate della Magistratura.

Berlusconi non si sconfigge mettendolo in galera. Anche perché, fatevene una ragione, non è una cosa semplice. In questa infinita lotta in corso da 17 anni tra Berlusconi e le Procure di mezza Italia (Milano in particolare) i risultati parlano chiaro. E non c’è bocciatura di Lodo che tenga, il Cavaliere continua ad andare avanti supportato da più di un terzo dell’elettorato.

Ci hanno provato con (presunte) iscrizioni a logge massoniche, (presunte) mazzette, (presunte) frodi economiche, (presunte) compravendite di Parlamentari, addirittura con (molto presunti) rapporti con la malavita. Niente. Ora sono tornati all’attacco. Con la Figa. Puntano tutto sullo sporco e falso moralismo che spesso abbonda nel nostro Paese.

Berlusconi è accusato di concussione (ma su questo non stanno insistendo, tanto alla “ggggente” non gli interessa) e di sfruttamento della prostituzione minorile. Apriti cielo! Un settantenne ha (avrebbe, in realtà, anche se i dubbi possono essere più o meno fondati) rapporti sessuali con ragazze minorenni, in cambio di aiuti economici, “sociali” o lavorativi.

Chiariamoci: si tratta di presunti reati ed è assolutamente necessario svolgere le relative indagini e accertare anche la più piccola violazione di legge (e a quel punto punire l’imputato in tutti e tre i gradi di giudizio). Ma quello che non posso proprio sopportare è la macchina da guerra messa (nuovamente) in moto dai “soliti” e con l’unico obiettivo di distruggere un cittadino. La Giustizia, quella con la “G” maiuscola, non si dovrebbe mai comportare così, nemmeno se si sta dando la caccia al Diavolo in persona. Indagini rivelate passo per passo a mezzo stampa, iscrizioni nel registro degli indagati (parlo di quella di Berlusconi) prima smentite categoricamente e poi sbattute in faccia all’Italia il giorno successivo alla parziale bocciatura del Legittimo Impedimento, indagini assegnate sempre agli stessi responsabili palesemente schierati da anni contro l’imputato, mezzi e uomini impiegati per sbirciare nella vita privata di un cittadino manco si trattasse del più sanguinario criminale della storia (roba che se usavano lo stesso schieramento di forze in altri ambiti oggi probabilmente non avremmo più mafiosi) e tante altre stranezze, o meglio “particolarità”, che non sono davvero degne di un Paese civile.

Volete arrestare Berlusconi? Indagate (in silenzio, please), trovate prove schiaccianti (ce ne saranno pure, è o non è un pericoloso criminale?) e condannatelo. Non buttate in aria ogni volta un puttanaio del genere!

Il guaio vero è che non si vuole arrivare all’arresto di Berlusconi, ma solo al suo totale sputtanamento all’Estero ma soprattutto agli occhi del “suo” elettorato. E qui mi ricollego al discorso fatto in apertura: non è questo il modo di battere il Berlusconismo (di cui, ricordiamolo, il Cavaliere è solo un esponente, seppur il più importante). Fino a quando non si riuscirà a mettere in campo una vera alternativa non c’è indagine che tenga.

PS: ho detto vera alternativa, quindi escluderei a priori il “Terzo Polo” e QUESTO Partito Democratico.

“Vabbé – dirà l’unico lettore capace di arrivare fino a questa riga – ma perché hai detto che questo era il tuo articolo più difficile? Fino ad ora non hai fatto altro che raccontare le solite stronzate da Berlusconiano!”.

Giusto, veniamo al dunque. Scordiamoci per un istante le escort, le feste e i “bunga-bunga”. Ammettiamo che niente di tutto questo sia mai accaduto.

IO, BERLUSCONIANO DA QUANDO HO LA TESSERA ELETTORALE (anche da un po’ prima in realtà), CHIEDO A BERLUSCONI DI RASSEGNARE SPONTANEAMENTE LE DIMISSIONI DA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, INDICARE AL CONGRESSO DI PARTITO UN SUCCESSORE E PORTARE CON LUI (O CON CHIUNQUE ALTRO VENGA DESIGNATO DAGLI ORGANI COMPETENTI) IL PAESE A NUOVE ELEZIONI.

Non perché va a letto con le (quasi) diciottenni. Non perché controlla una buona fetta dell’informazione. Non perché glielo chiede Fini (o Casini, o Bersani, o Di Pietro), non certo per certificare la sua sconfitta di fronte alla magistratura politicizzata (non è affatto così).

Io chiedo al Capo del Governo di dimettersi perché il Governo che amministra non sta dando (e nulla indica che sarà in grado di farlo nel prossimo futuro) all’Italia le risposte di cui un Paese come il nostro ha bisogno. Siamo ad un passo del federalismo, possiamo finalmente (forse) guardare al futuro dopo la disastrosa crisi economica che ha colpito l’occidente in questi tre anni, è tempo di fare dell’Europa qualcosa di vero e noi siamo qui, ogni giorno, a discutere di quanto sia cattivo Berlusconi e di quanto siano comunisti i giudici.

Analizziamo con occhi critici il quarto governo Berlusconi: (stra)vince le elezioni, si insedia in pompa magna e butta lì tre mesi di colpi di teatro (vedi Napoli) in cui tutti sono amici (vedi rapporti Berlusconi-Veltroni). Poi iniziano a circolare le prime voci su presunte telefonate “piccanti” tra Silvio e una esponente politica, forse addirittura una Ministra. Da quel luglio 2008 in poi si riaccende la lotta con una certa magistratura e i toni tornano ad essere quelli del periodo 2004-2006. Inizia la crisi e in Italia si pensa solo a come sputtanare il Presidente del Consiglio (da una parte) e di come scampare, almeno per un po’, a queste nuove accuse (dall’altra). Poi arrivano le Noemi e le D’Addario. I rapporti con Fini si fanno sempre più freddi, ma poi il PDL stravince anche le regionali. “Fase nuova” si diceva. E invece no. Caso Mills (da una parte) e legittimo impedimento (dall’altra). Poi arriva la separazione tra i due cofondatori e la risicata fiducia del 14 Dicembre. “Fase nuova” si diceva anche stavolta. E invece ecco puntuali il “Ruby-gate” (da una parte) e i videomessaggi “incazzati” (dall’altra).

Insomma, Silvio, c’è un Paese da portare nel futuro, che cazzo! Pensi di essere vittima di un accanimento giudiziario? Posso anche essere d’accordo. Invochi una riforma della Giustizia che ripulisca certi settori troppo politicizzati? Eh no! Questa benedetta riforma potevi farla nel 2008, in tempi non sospetti e soprattutto con decine di deputati di maggioranza. Oggi, forse, sarebbe stato il tempo di qualche riforma per l’Italia!

Sei stanco. Sei solo. Sei sconfortato. Pensi di essere ingiustamente vittima di un attacco senza precedenti nella storia del nostro Paese. Ti chiedi perché i tuoi nemici ti dipingano come un diavolo e come mai i tuoi presunti amici cerchino solo di spillarti un po’ di soldi, un lavoro o qualche regalo. Stai portando avanti un divorzio scaturito da accuse pesanti e a mezzo stampa da parte della tua ormai ex moglie. Hai perso in pochi mesi l’amata mamma, qualche altro famigliare e gli amici di una vita (Sandra, Raimondo e Mike su tutti).

Fossi al tuo posto probabilmente sarei già crollato da un pezzo. Evidentemente sei molto più forte di me. Ma mi sembra palese che non sei più nelle condizioni di guidare il Paese. Indica tu stesso il percorso da seguire per andare avanti e spiega come solo tu sai fare agli elettori, ai cittadini, che hai deciso di fare un passo indietro non perché vuoi riconoscere la tua sconfitta, ma anzi perché vuoi continuare la tua lotta (con la chiara intenzione di vincerla) senza però causare all’Italia altri mesi, forse anni di immobilismo in attesa del “verdetto finale”.

Cosa credi che impedirebbe la vittoria del “successore designato” a quel punto? Questo PD? il Terzo Polo? Di Pietro? E come, essendo venuto meno il punto principale dei rispettivi programmi elettorali (eliminare Berlusconi, ndr)?

A quel punto si tratterebbe solo di portare a termine la tanto agognata riforma della Giustizia, da esibire come l’ultimo trionfo. E poi, ma solo a processi conclusi (tanto non hai nessuna paura a presentarti davanti ai giudici, giusto?) e dopo una riforma semi-presidenzialista della Costituzione, potresti anche pensare di fare una “capatina” al Colle, giusto per far incazzare a morte tutti i tuoi detrattori.

Restare a capo di un Governo che non governa, continuando dall’ufficio di Palazzo Chigi questa sanguinaria guerra contro una parte della magistratura a discapito di una Nazione che non ne può più di questo immobilismo non è certo quello che si può definire il giusto comportamento per “il Paese che ami”.

Pensaci, perché queste parole e questi pensieri vengono da un tuo elettore e non da un “mangia-bambini”.

Ok, ci siamo, ho quasi finito. Manca solo un’ultima nota: cosa c’entra il titolo con tutto l’articolo?

Semplice.

Se Berlusconi dovesse per puro caso (sono un illuso..) ascoltare questi consigli, le elezioni in quel periodo sarebbero la fine, in un colpo solo, per PD, Fini, Casini, Rutelli e Toghe Rosse (oh, questo non è – ancora – un partito!).

Ma se questa guerra frontale dovesse continuare allora, portato a casa il federalismo, le Idi di Marzo saranno fatali per Silvio Berlusconi. Per il politico, per l’editore, per l’imprenditore. Ma soprattutto per l’uomo.

Ho finito davvero. Scusatemi il lunghissimo sfogo ma ho poco tempo e le riflessioni vanno condensate in un unico post. Abbiate pietà 😉

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Wikileaks: i segreti USA sono pubblici

Come era stato ampiamente preannunciato nei giorni scorsi, il sito WikiLeaks ha reso pubblici più di 200.000 rapporti “riservati” e/o “top secret” richiesti e diretti da/verso l’Amministrazione Americana.

Non mi sembra il caso di entrare adesso nel dettaglio perché ce n’è davvero per tutti e non ho voglia di leggermi tutto in questo momento.

Quello che vorrei capire, e per farlo giro la domanda a voi è: come interpretare una azione del genere?

A) Un atto di terrorismo informatico

B) Un pericolo per la stabilità dei Paesi e un ulteriore pericolo per i cittadini

C) Una sfida rivolta specialmente verso gli USA senza che altri Paesi siano troppo coinvolti

D) Un ammasso di cartaccia destinato a non avere alcun effetto

E) Un sacrosanto atto a favore della libertà di informazione che deve essere sempre garantita

Cosa ne dite?

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Governo a metà mandato. E domani?

Eh sì, il “Berlusconi IV” è arrivato a metà del suo mandato quinquennale. E’ tempo di dare qualche giudizio. Come ha scritto bene “La Stampa” di certo non si può dire che questo esecutivo non abbia combinato nulla. Nel bene o nel male i provvedimenti attuati sono stati molti. Ma c’è un problema. E non è per nulla un problema da poco: quello di Berlusconi è stato finora un governo Socialista, di centrosinistra. Colpa soprattutto della crisi finanziaria e della “super-forza” di Tremonti, il Socialista per eccellenza. Ma di misure di destra, liberali, neanche l’ombra. Neanche questa volta.

Berlusconi assicura che, eliminato il problema finiano e lasciata la crisi alle spalle, è finalmente giusto il tempo delle grandi riforme di cui ha bisogno il nostro Paese, dal federalismo alla Giustizia. E se così non fosse le elezioni sono sempre un buon deterrente.

Ci dobbiamo credere? Direi di no. Per prima cosa Fini non è affatto ininfluente: il voto di fiducia alla Camera ha chiaramente sancito che FLI è determinante per la sopravvivenza di questo esecutivo. In secondo luogo può anche essere vero che il peggio della crisi è passato, ma finché al Ministero dell’economia resterà Tremonti ho paura che non cambierà molto.. E poi, va bene la crisi.. ma perché dovremmo credere che tutte queste riforme verranno fatte negli ultimi due anni quando nulla o quasi è accaduto nei primi 24 mesi? E poi, diciamolo una volta per tutte, Berlusconi non ha il potere di minacciare elezioni: al Senato in fin dei conti (tolti i finiani) la maggioranza si regge su un pugno di voti (meno di 10) e sono sicuro che se la pensione dei neo-eletti venisse minacciata da una chiusura anticipata della legislatura non ci vorrebbe molto per “convincere” qualcuno a votare un Governo alternativo..

Alla fine dunque Berlusconi è “condannato” ad andare avanti almeno fino alla prossima primavera quando andare a votare non converrebbe neanche a lui visto che per allora FLI sarà ben organizzato per affrontare una tornata elettorale.

Obbligato a Governare, dunque. Ma con il forte rischio di trovarsi di fronte ad altri due anni senza nemmeno uno dei provvedimenti necessari per il Paese: perché infatti far passare leggi giuste e positive per l’Italia “firmate” da Berlusconi per poi troversele gettate in faccia nella prossima campagna elettorale?

Passiamo al PDL: Berlusconi critica il proprio partito e i tre coordinatori tacciono? Così, come ha scritto Della Loggia sul Corriere, non si fa altro che avvalorare la tesi che in fin dei conti questo PDL non sia altro che una nuova edizione di FI. In un partito si parla, si discute, si litiga. Non si sta zitti ad eseguire gli ordini del capo (ma non è nemmeno giusto prendere e sbattere la porta senza lottare, specie se di quel partito si è co-fondatore). Nessuna buona prospettiva per il futuro dunque: chi potrà prendere il posto di Berlusconi a capo del PDL? No davvero.. trovatemi un nome credibile! All’interno dell’organigramma corrente non c’è un futuro leader. Escludiamo per quieto vivere i vari Gasparri, La Russa, Bondi e per inesperienza le “Gelmini” e gli “Alfano”. Tremonti? No, punta a raccogliere i voti della Lega dopo Bossi.. Brunetta? Troppo “malvisto” per le sue crociate a favore della meritocrazia.. E pensare che nel PDL ci sono anche i “Martino”, gente che meriterebbe di stare al Ministero dello Sviluppo Economico e invece sta nelle retrovie..

Per il futuro le prospettive non sono davvero positive..

Se devo trovarci qualcosa di ottimistico posso solo dire che così sarà più facile stupirmi..

[Omnia / Luca Zaccaro]

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