È Finita

Berlusconi Crisi

Silvio,

in fondo mi stai simpatico, non l’ho mai negato. A livello personale posso anche essere dispiaciuto per quello che ti è capitato in questi ultimi giorni, ma ci sono comunque un paio di cose che devi sapere..

“Innocente fino a prova contraria” – Così si ripete spesso quando un’indagine (o anche solo un sospetto) prende di mira un cittadino italiano. E ci mancherebbe! Il garantismo è una cosa seria!

Ma, da cittadino italiano, bisogna accettare che se tutti e tre i gradi di giudizio previsti dal nostro Paese arrivano alla medesima conclusione questa è definitiva.

Un condannato in Cassazione è colpevole. Punto.

Non mi interessa cosa pensi tu o cosa penso io della Magistratura, di quel Giudice o di quella Toga. Colpevole. Punto.

Come un qualsiasi altro cittadino nella tua stessa situazione ora è tempo di accettare il verdetto e scontare la pena stabilita senza se e senza ma. Altro che chiedere la grazia!

In più, dato che non sei un comune cittadino ma un leader di partito e di coalizione, nonché Senatore della Repubblica italiana, ci sono un paio di cose in più che andrebbero fatte prima di decidere dove trascorrere il periodo agli arresti domiciliari o dove prestare servizi sociali:

– In primis dovresti presentare spontaneamente le dimissioni dalla carica di Senatore perché è semplicemente inconcepibile che un pregiudicato sieda in Parlamento

– In secondo luogo dovresti dimetterti, almeno ufficialmente, dalla presidenza del PdL (o di Forza Italia 2.0, o di come diavolo si chiama ora il partito) e smettere di annunciare candidature per la prossima campagna elettorale.

Secondo il mio modestissimo parere avevi imboccato la strada giusta a Novembre di due anni fa quando, nonostante tutto, avevi presentato spontaneamente le dimissioni dalla Presidenza del Consiglio e ti eri di fatto ritirato dalla politica attiva. Poi, mio malgrado, ho dovuto sorbirmi tutta la storia della “ri-discesa in campo” (per quanto, visti i risultati delle ultime politiche, non posso non riconoscere che si è trattato di una scelta vincente).

E invece eccoci qui.. per il momento quindi non faccio altro che riproporti quello che vado ripetendo da parecchio tempo ormai: goditi i tuoi soldi e il tuo successo, inizia a costruire i famosi ospedali in Africa ma ti prego, basta con i comizi e con i “Io sono innocente, riformerò la Giustizia e abbasserò le tasse”. Basta davvero.

Con affetto,

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Juventus 12/13: “In&Out”

Juventus

Di nuovo qui (in “leggero” ritardo) a commentare un’altra stagione della Signora

1 Gianluigi Buffon
Non decisivo come l’anno scorso. Sicuramente meno impegnato. Pur sempre uno dei migliori al mondo. Pesano (e non poco) i due errori della partita di andata contro il Bayern Monaco. Senatore: 6,5

2 Lúcio
Si sperava in un altro colpo “alla Pirlo” ma queste cose non ti capitano due volte. Mai parte del progetto, Conte gli concede qualche occasione ma le spreca quasi tutte. Rescinde il contratto appena ne ha la possibilità. Divorziato: 5

3 Giorgio Chiellini
Sempre insostituibile. Infatti, quando si fa male, la squadra ne risente parecchio. Da gestire meglio per quanto riguarda gli infortuni. Gladiatore: 7

4 Martín Cáceres
Non riesce sempre a ripetere le ottime prestazioni dello scorso anno, anche perché trova meno spazio (e non protesta). Quando gioca però fa (quasi) sempre bene. Un brutto incidente stradale lo tiene fuori per parecchio tempo. Diligente: 6

6 Paul Pogba
Il ragazzo (solo 19 anni) è la vera perla della stagione. Rubato al Manchester trova in Conte un ottimo allenatore/motivatore. Le qualità fisiche, tecniche e balistiche non si discutono. Non deve assolutamente compiere l’errore di perdere il controllo (ma non penso che Conte lo permetta). Potenzialmente un campione vero: 8

7 Simone Pepe
Stagione da dimenticare per il maratoneta dello scorso anno. Quasi mai in campo (solo una manciata di minuti) per via di numerosi infortuni e ricadute. Incerottato: S.V.

8 Claudio Marchisio
Stagione altalenante, con picchi di assoluta classe e partite un po’ anonime. Ma il lavoro che gli si chiede è davvero duro e non sbaglia quasi mai. A volta trova il gol. Principino: 6,5

9 Mirko Vucinic
Spesso fermato da una “influenza” che si è trascinato da Novembre ad Aprile. A volte, quando è in capo, sembra non abbia molta voglia di restarci. Ma quando è in giornata si vede e i suoi gol parlano chiaro. Rapace: 6,5

11 Paolo De Ceglie
Poco impegnato, ma quasi sempre con esiti positivi. Recluta: 6

12 Sebastian Giovinco
Riportato a casa a cifre (secondo me) astronimiche non riesce sempre a dimostrare il suo valore. Spesso è nervoso, quasi mai decisivo. Ma la classe c’è, bisogna solo cercare di esprimerla meglio. Scommessa: 6

13 Federico Peluso
Arriva a metà stagione per rinforzare la rosa. Forse il primissimo impatto è da rivedere ma poi prende confidenza e sbaglia raramente. Giovane: 6

15 Andrea Barzagli
Sempre presente, sempre affidabile, mai scavalcabile. Anche quest’anno prestazioni eccezionali. Colosso: 7,5

17 Nicklas Bendtner
Acquisto (si può dire?) di ripiego, ci mette impegno ma non trova mai il gol. Fermato per un brutto infortunio a metà stagione non ci sarà allo Stadium il prossimo anno. Meteora: 5,5

18 Nicolas Anelka
Non ne ho capito il prestito per sei mesi. Vede il campo due volte. Passato: S.V.

19 Leonardo Bonucci
Prosegue nella sua formazione. Ormai guida la difesa come se fosse un veterano, sbagliando pochissimo. Reagisce bene anche quando si trova a giocare senza Chiellini a fianco. Peccato non averlo sentito durante i festeggiamenti. Caparbio: 7

20 Simone Padoin
Buone le sue prestazioni quando conte gli da spazio. Sufficiente: 6

21 Andrea Pirlo
La classe non si discute, ma i numerosi impegni di quest’anno si fanno sentire. Dovrebbe limitare i palloni persi nella propria tre-quarti. Per il resto è sempre magia. Artista: 6,5

22 Kwadwo Asamoah
Grande acquisto, parte col botto e sulla fascia sembra “immarcabile”. Se ne va per la Coppa d’Africa e torna un po’ affaticato. Ci mette qualche settimana di troppo a ritrovare la forma ma nel finale si rivede al meglio. Locomotiva: 6,5

23 Arturo Vidal
Il “Re Artù” del pallone recuperato. Sempre più perno di questa squadra vincente. Non si arrende mai, mai. E’ l’unico a giocare davvero a Monaco. Simbolo della stagione il suo gol in Champions con la caviglia malconcia. Valutarne la cessione solo di fronte a cifre astronomiche. Top Player: 8

24 Emanuele Giaccherini
La scommessa di Conte paga anche quest’anno. Gol decisivo a poche giornate dalla fine. Giaccherino: 6,5

26 Stephan Lichtsteiner
Bis delle ottime prestazioni offerte l’anno scorso. Tolta qualche partita da “spompato” la fascia destra, avanti e indietro, è cosa sua. Sempre pronto. Svizzero: 7

27 Fabio Quagliarella
Nel ballo degli attaccanti si fa quasi sempre trovare pronto. Contati i minuti giocati è il miglior marcatore. Quando però le cose non vanno come devono diventa invisibile. Goleador: 6

30 Marco Storari
Sempre pronto a subentrare a Buffon, le sue restano prestazioni di livello. Qualche colpa di troppo nella partita con la Lazio in semifinale di ritorno di Coppa Italia. Usato sicuro: 6

31 Laurentiu Branescu
Invisibile: S.V.

32 Alessandro Matri
Prima parte di stagione in ombra, ma porta i gol nel momento in cui ce n’è più bisogno. Rapace: 6

33 Mauricio Isla
Non riesce a recuperare del tutto dal brutto infortunio dello scorso anno. Prova ad inserirsi nel gioco di Conte ma i risultati non sono per ora quelli desiderati. Rimandato: 5,5

34 Rubinho
Invisibile: S.V.

35 Stefano Beltrame
Invisibile: S.V.

39 Luca Marrone
Ragazzo in crescita. Ha futuro. Promettente: 6

Antonio Conte
Riesce nella difficile impresa di bissare il successo in Campionato. La squadra era tra le migliori a disposizione a livello nazionale, ma lui è bravo a tenere alti motivazione e contentrazione. Bene anche l’esordio in Champions. Supera brillantemente la brutta storia della sospensione. Miracoloso: 9

Società
Sembra che il legame con l’allenatore e con la squadra funzioni a dovere, bisogna vedere come gestiranno l’importantissimo mercato estivo. Vincenti: 7

Alla prossima!

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Di nuovo 5 Maggio (Parte Prima)

Solo un brevissimo aggiornamento per regalare il doveroso tributo a questa squadra chiamata a vincere “per contratto”, che ha rispettato alla lettera le direttive e ha chiuso la questione scudetto appena ha potuto, con imbarazzante superiorità rispetto alle avversarie in ambito nazionale.

Il 5 Maggio 2001 non si dimentica. Ma anche la giornata di oggi è da incorniciare per mille motivi. Che, non arrabbiatevi, tenterò di riassumere in un articolo domani o nei prossimi giorni.

Per adesso, di nuovo, complimenti a tutti!

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Waterloo Democratica

Prodi e Bersani

“Non dire gatto finché non ce l’hai nel sacco” – così recita un noto proverbio. Che il buon senso questa sera ci permette forse di non considerare troppo.

Visto che non tutti hanno seguito le maratone di 10 ore di Mentana su La7 riepiloghiamo in breve le perle di saggezza del Partito Democratico e del suo Segretario Bersani a partire da ieri mattina, quando sono iniziate le votazioni per l’elezione del dodicesimo Presidente della Repubblica:

Bersani partiva probabilmente dalla volontà di avere un PdR “di rottura”, che gli consentisse di avere un incarico pieno e andare in Parlamento a cercarsi i voti. Voleva Prodi.

Poi, mentre arrivavano i primi inviti di convergenza dal M5S sul nome di Rodotà, Bersani annunciava (un po’ a sorpresa) la volontà di eleggere un PdR condiviso con il Centrodestra e fa il nome di Marini. I suoi elettori scendono in piazza a protestare contro l’inciucio, Grillo e Monti si infuriano, il PdL gongola e non fa mancare neanche un voto. Peccato che metà dello stesso Partito Democratico affossa la linea del Segretario e fa mancare a Marini il supporto necessario. Il primo candidato viene bruciato in un modo così forte da non poter essere più ripresentato.

Sono circa le tre del pomeriggio. Bersani, forse un po’ frastornato, annuncia scheda bianca fino alla quarta votazione, quella  maggioranza assoluta.

Questa mattina, dopo una lunga nottata, Bersani cede, abbandona la linea del dialogo e candida in pompa magna alla quarta votazione Romano Prodi, incassando applausi e l’unanimità della riunione appositamente convocata.

I democratici arrivano in Aula e la trovano semi-deserta, dato che PdL e Lega decidono di non partecipare al voto (per testare la tenuta dei Montiani sul nome di Cancellieri). Dopo una mattinata di fitte trattative tra il Pd e Monti per cercare la più ampia convergenza possibile si arriva al voto del pomeriggio con la sensazione che Prodi ce la possa fare, o al massimo che tutto venga rinviato a domani mattina.

Invece succede l’inenarrabile: i Montiani votano compatti la Cancellieri, così come i Grillini continuano a fare con Rodotà. E Prodi, badate bene, ottiene solo 395 voti. Cento in meno di quelli che l’avevano candidato all’unanimità solo poche ore prima. Vendola annuncia che i voti dei suoi erano segnati. Questo vuol dire, incredibile, che le 100 defezioni sono TUTTE interne al PD.

Il partito corre in ritirata. Inizia, molto in anticipo sulla tabella di marcia, la notte dei lunghi coltelli.

Per qualche ora non si sa nulla. Poi iniziano ad arrivare le prime conseguenze, tanto importanti quanto clamorose:

+++ Ore 20:44 – Rosy Bindi si dimette dalla Presidenza dell’Assemblea PD con questa dichiarazione: “Il partito ha dato cattiva prova di se ma la responsabilità non è mia: non sono stata direttamente coinvolta nelle scelte degli ultimi mesi” +++

+++ Ore 20:50 – Romano Prodi ritira ufficialmente la sua candidatura con questa dichiarazione: “Chi mi ha portato fin qui si assuma le proprio responsabile” +++

+++ Ore 22:28 – Pierluigi Bersani annuncia ufficialmente le sue dimissioni dalla Segreteria del PD con questa dichiarazione: “Uno su quattro ha tradito, è inaccettabile” +++

Penso di non esagerare definendo la giornata di oggi la più disastrosa nella storia del Centrosinistra italico. Nel giro di una manciata di minuti un’intera area di pensiero ha perso Presidente, Segretario e ispiratore e collante politico. Il tutto, non dimentichiamolo, partendo da una situazione che faceva presagire, non più di quattro mesi fa, una larga vittoria elettorale con maggioranza solida e compatta sia alla Camera che al Senato, in grado di garantire una agevole elezione proprio del Presidente della Repubblica.

Ora non so cosa accadrà domani, alla quinta votazione. Né tanto meno posso immaginare quello che capiterà alle ceneri del PD. Quello che so per certo è che da queste ceneri potrebbe rinascere (senza grandi meriti, in realtà) il Centrodestra di Berlusconi che a questo punto si ritrova catapultato nuovamente in un gioco da cui pensava di essere stato tagliato fuori in maniera incontrovertibile.

Per quanto riguarda il discorso Quirinale sarei più propenso a dire Cancellieri, anche se devo ammettere che l’idea della Bonino non me la sento di buttarla del tutto. Rodotà mi pare un po’ troppo anziano, senza contare che ha la colpa di essere stato indicato da Grillo. Ma non mi sbilancio oltre perché si è ben visto che fine hanno fatto oggi i sondaggisti della domenica.

Ultima nota, per oggi, è la mia considerazione sulle dimissioni di Bersani: per quanto mi riguarda sono sacrosante, anche se terribilmente in ritardo: il Segretario, non-vincitore alle elezioni, avrebbe dovuto farsi da parte il giorno dopo il voto. Ma questa è un’altra storia. Di sicuro non potevano andare avanti dopo le pessime (ma veramente) figure degli ultimissimi giorni. Certo, ora ci sarà da riparlare anche della questione del Governo. Ma questo avverrà solo tra qualche giorno.

Per il momento mi fermo qui. Credo che una notte sia il tempo minimo utile per riflettere su questa clamorosa Waterloo Democratica.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Vita Veloce

Se escludiamo il telegrafico (e dovuto) messaggio di saluto a Margaret Thatcher e l’altrettanto dovuto “avviso di sfratto” agli utilizzatori di Windows Xp è passato un mese dall’ultimo articolo pubblicato su questo blog. Non era mai successo. Non mi so spiegare e non vi so dire il perché. Chiamateli impegni, cambiamenti o come vi è più comodo.. il fatto è che ho trascurato queste pagine (e voi, sparuti visitatori casuali) e, tutto sommato, non me ne sono nemmeno accorto.

Qualche tempo fa avevo espresso un pensiero simile, avevo promesso novità e mi sono inventato “Weekly+”: un riepilogo settimanale di tutto ciò che mi capitava a tiro.

Ora anche questo è diventato troppo impegnativo.

Non sto dicendo che voglio smettere con questa avventura. Solo che, di nuovo, è tempo di ripensarla. Ho effettivamente un paio di idee in mente e vi chiedo, di nuovo, di avere pazienza. News are coming..

Nel frattempo, va detto, non è che sia successo granché.. pensate, ho smesso di scrivere dieci giorni dopo le elezioni politiche perché non c’era ancora un Governo e oggi, quasi cinquanta giorni dopo, la situazione è esattamente la stessa.

A presto dunque.

Grazie per la fiducia,

[Omnia / Luca Zaccaro]

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L’ultimo anno di Windows Xp

Bliss Fall

Lo abbiamo conosciuto, lo abbiamo amato e spesso anche odiato. Ma è presente nelle nostre “vite digitali” da ben 12 anni, un’eternità nel campo dell’informatica.

Dopo un’infanzia problematica, ha raggiunto la maturità (e una certa stabilità) intorno al 2005 e da allora non gli hanno mai veramente permesso di andare in pensione, nonostante suo nipote abbia dimostrato in più di una occasione di essere un degno erede.

Stiamo parlando, ovviamente, di Windows Xp. Lanciato da Microsoft nell’Ottobre del 2001 vedrà la fine del supporto tra esattamente 365 giorni, l’8 Aprile 2014.

Nell’ambito domestico ormai Windows Xp è un lontano ricordo (dato che dal 2006 in avanti tutti i PC venduti montavano versioni successive del Sistema Operativo di Microsoft), ma in ambito aziendale e in alcune particolari situazioni il “vecchio” sistema la fa ancora da padrone, vuoi per la compatibilità, vuoi per i costi di aggiornamento.

Ma tra un anno tutto è destinato a cambiare: la fine del supporto implica il fatto che Microsoft non pubblicherà più Patch di sicurezza ed eventuali “buchi” verranno corretti solo dietro (lauto) corrispettivo. E a quel punto anche queste “nicchie” dovranno adeguarsi perché non penso proprio (o, almeno, lo spero) che queste macchine possano rimanere così, “nude”, di fronte ai sempre nuovi pericoli della Rete.

Se proprio Xp non potrà essere superato (esistono infatti applicativi che funzionano solo su quel Sistema) allora bisognerà prevedere dei layer aggiuntivi di protezione, per fare in modo che queste macchine non vengano mai direttamente a contatto con il “mondo esterno” (Internet).

Chissà se 365 giorni saranno sufficienti ad abbandonare definitivamente questo sistema per consegnarlo al libro dei ricordi o se Microsoft si vedrà costretta ad estendere, di nuovo, il supporto per Windows Xp, l’highlander.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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