Rifiuti Ingombranti

Ecco l’unica definizione possibile per le dichiarazioni di Spatuzza e per chi grazie ad esse stava costruendo fragilissimi castelli di carta.

I fatti: il sedicente pentito Spatuzza ha confessato che i Boss Graviano ebbero rapporti con “quello di Canale 5” e il “compaesano” Dell’Utri e che, grazie a questi contatti, si sentivano “con l’Italia in mano”. Qualcuno ha subito preso come oro colato le parole del killer e si è lanciato in richieste di dimissioni o cortei in piazza.

Poi, sette giorni dopo (sempre al processo Dell’Utri), capita che il Boss Graviano ed un altro mafioso smentiscano categoricamente e su tutta la linea l’aspirante pentito, dichiarando di non aver mai avuto rapporti con le persone a cui faceva riferimento Spatuzza.

“Patatrac!” Il castello è bello che crollato.

Ora, o decidiamo che i mafiosi, proprio perché criminali, non vadano ascoltati (e allora perdono valore le dichiarazioni di Graviano ma anche quelle dello stesso Spatuzza), oppure qualcuno deve riconoscere che tutte le dichiarazioni devono trovare un completo riscontro nei fatti, non solo quelle che sembrerebbero “scagionare” Berlusconi.

Ma l’ossessione, si sa, è difficile da estirpare.

[Omnia/Luca Zaccaro]

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Silvio, Lascia o Raddoppia!

Quello che è successo è chiaro a tutti: Gianfranco Fini, Presidente della Camera, si è fatto beccare mentre scambiava opinioni personali sul Premier con Nicola Trifuoggi (già odiato dal Cav. per un suo tentativo di spegnere le sue TV private nel 1984).

Riporto per completezza i passaggi più importanti del Fini-pensiero: “confonde la leadership con la monarchia assoluta”, “confonde il consenso con l’immunità”, “il riscontro delle dichiarazioni di Spatuzza … è una bomba atomica”.

Fini si difende: avrebbe semplicemente detto in tono colloquiale ciò che ha sempre detto in pubblico. Ha ragione.

Qui infatti non si tratta della persona-Fini, e neanche del Presidente-Fini. Se Fini oggi si presentasse alle elezioni con alcune delle sue recenti esternazioni scritte su una specie di programma, molto probabilmente non avrei difficoltà a votarlo (e nessuno, berlusconiano, dovrebbe averne, date le molte similitudini con il clima del ’94).

Qui il problema è che il vice capo del partito spara a zero sul suo capo, senza mediazioni e senza che questo sia presente. Se poi aggiungiamo che è merito di Berlusconi se ora Fini è arrivato alla attuale poltrona e se chiudiamo il discorso sull’ormai non troppo velato disegno di accerchiamento nei confronti del Cav. la situazione si fa pesante.

Cerco di ripetermi perchè so di non essermi spiegato: negli ultimi mesi Berlusconi è stato vittima di una massiccia campagna mediatica portata avanti dal gruppo Repubblica/Espresso e alcuni media internazionali. Fini non ha mai preso in modo chiaro le difese del suo capo-partito. Questo ci sta. Poi la Magistratura è tornata a confrontarsi con il Cavaliere: prima il Lodo Alfano, poi le decisioni sul caso Mills e infine il gioco di cifre sul processo breve.Neanche in questo caso dal Presidente della Camera sono arrivati messaggi di piena solidarietà. Anche questo ci sta, ma intanto le voci di un piano anti-Berlusconi iniziano a circolare. Ecco poi tutta la faccenda dei presunti rapporti tra Silvio e la mafia. In un clima del genere Berlusconi si aspettava dichiarazioni di vicinanza da parte di Fini. E invece ecco il fuori-onda.

Il problema non è cosa Fini pensi di Berlusconi, ma il modo e la tempistica con cui lo ha infelicemente e casualmente (?) fatto sapere agli italiani.

Al diavolo la dialettica interna al partito, e pure la libertà di espressione. Ci sono situazioni (soprattutto se non si è in clima elettorale) in cui PUBBLICAMENTE non bisogna lasciarsi scappare certe cose. Berlusconi ora è ufficialmente sfiduciato dal co-fondatore del suo partito.

Non che questo sia un problema per il Governo (Fini, nell’attuale scacchiere politico, non conta molto) ma è un danno di immagine incredibile per la maggioranza e un grande boccone amaro da digerire per il Cavaliere che difficilmente rivedremo al fianco dell’attuale Presidente della Camera, comunque vadano le cose.

Torniamo al titolo. Fini continua a rimanere il più papabile successore di Berlusconi alla guida del PDL. Ma oggi a mio parere ha perso la possibilità (molto importante) di una investitura diretta. Ma non è per forza così che andranno le cose. Il fatto che ora i dissidi tra i due siano divenuti di pubblico dominio scombina tutti i piani fin qui possibili. Forse, in casi estremi, si potrebbe addirittura arrivare allo scioglimento del PDL così come lo conosciamo oggi. Ok, è un’ipotesi abbastanza remota ma non da scartare completamente. Berlusconi, colpito nella sua umanità, è capace di colpi di testa difficilmente prevedibili (il predelino, ricordate?).

A mio parere così non si può andare avanti. Un Presidente del Consiglio con un mirino puntato addosso non può continuare a svolgere il suo lavoro senza rimetterci la sanità mentale. Urgono decisioni per uscire dall’empasse che dura più o meno da maggio. O dal 2005, se vogliamo essere cattivi.

Conferenza stampa a reti unificate? Dimissioni e fuga ai Caraibi? Espulsione di Fini? Elezioni anticipate? Nuova ricandidatura del Cav?

Non lo so, ma aspettare inerti che qualcuno prema (metaforicamente, nda) il grilletto mi sembra davvero poco saggio.

Silvio, lascia o raddoppia!

[Omnia/Luca Zaccaro]

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