Smacchiature

Elezioni 2013

Mi immagino il brivido che corre lungo la schiena di Berlusconi mentre osserva il distacco sempre più esiguo che separa la sua coalizione da quella di centrosinistra.. “E ‘mo cosa m’invento per non tirar fuori i soldi del rimborso IMU”? Poi, fortunatamente per lui, la rimonta ha rallentato e il premio di maggioranza è stato assegnato a Bersani.

Permettetemi di iniziare proprio da questo risultato. E permettetemi di farlo, lo ricordo, da “spettatore esterno” (ho votato Fare, quindi non “tifavo” certo per questa rimonta). Sono giovane, è vero. Ma tutte le maratone elettorali di cui ho memoria hanno un leitmotiv comune: il Cavaliere e la sua straordinaria capacità di raccogliere voti. Il 1994 non lo scomodo neanche, tanto lo conoscete tutti. Nel 1996 la leggenda (ormai si tratta di questo) racconta che il voto popolare premiò Berlusconi ma la maggioranza andò a Prodi per via della legge elettorale. Nel 2001 fu una vittoria schiacciante, senza appello. Nel 2006 l’uomo di Arcore riuscì nella incredibile impresa di recuperare innumerevoli punti ad un centrosinistra già dato per vincente (ricordate il colpo di genio delle “tre punte”?) fino a risultare secondo per soli 24.000 voti (e un sacco di dubbi su presunti brogli) e costringere Prodi, ancora lui, a Governare senza una solida maggioranza al Senato. Nel 2008 assistemmo al “bis” di quanto accaduto sette anni prima, successo clamoroso. E poi ci sono le elezioni di ieri. Un distacco che solo un mese fa sfiorava i 10 punti. Un PdL, orfano del suo leader, osservare preoccupato la soglia del 10%. Ora sappiamo come è andata a finire. Inutile. Ha vinto ancora lui. E ha vinto non perché ha preso più voti degli altri (non è così) ma perché ha centrato IN PIENO l’obiettivo che si era esplicitamente prefissato: arrivare a tallonare il centrosinistra per sedersi al tavolo delle trattative in posizione di rilievo dall’alto di un risultato elettorale imponente seppur non vincente. Sarebbe stata una sconfitta (sto parlando SEMPRE E SOLO di Berlusconi, non del PdL né tantomeno del Paese) vincere queste elezioni. Non avrebbe potuto governare e non avrebbe saputo cosa fare. Così facendo avrà voce in capitolo su qualunque decisione, senza probabilmente mai metterci la faccia (qualcuno ha detto Alfano?). Inutile dire che questa rimane una vittoria esclusivamente personale. Il Paese, come è ovvio, non ci guadagna nulla. In quest’ottica, se permettete, va inquadrata la sua scelta di allearsi di nuovo con la Lega: sapeva benissimo di non poter più governare con gli uomini di Maroni. A lui servivano esclusivamente per “fare bottino”. Senza contare ovviamente il futuro della Lega stessa che ora riparte da un misero 4% senza avere più il sostegno della base. Il prezzo da pagare per questo “diabolico” piano? Solo la Lombardia. Una quisquilia.

E arriviamo, come promesso, a Grillo. Ha vinto, ha “fatto il botto”. Chi se l’aspettava? Tutti, fuorché i conduttori delle maratone elettorali in TV. Ammetto che il 23-25% era un risultato difficile da prevedere, ma si sapeva benissimo che il movimento avrebbe sfondato “quota 20%”. Grazie anche e soprattutto ai politici “navigati”, all’estabilishment della stampa e alla loro straordinaria capacità di fomentare nell’elettore medio un senso di smarrimento e ripudio che lo portava ogni giorno di più verso chi cavalcava (abilmente) questi sentimenti. Avete mandato in Parlamento più di 150 cittadini sicuramente motivati e spinti dalle migliori intenzioni ma inesperti, impreparati e forse alla mercé di quel sistema che cercavano di combattere. Andate a spiegare ai mercati che abbiamo dato la maggioranza dei voti ad un partito che vuole promuovere un referendum per uscire dall’Euro. Buona fortuna! Ora, a parte tutto, parte di questi neo-politici (quelli eletti al Senato) saranno determinanti per la tenuta di un qualsivoglia Governo. Cosa faranno? Rispetteranno il “diktat” del guru che non vuole assolutamente stringere alleanze o faranno prevalere il senso di responsabilità derivato dal voto ricevuto? Mistero..

Mi sto quasi annoiando da solo.. quand’è che arriva il turno del PD? Eccolo! Oh, per chi se lo fosse perso.. questi qua hanno buttato via una vittoria sicura come lo sono solo la morte e le tasse e lo hanno fatto proprio bene! Voglio dire, provateci voi! Non so se il risultato sarebbe stato tanto eclatante! Hanno indetto le primarie e lo scontro “vero” con Renzi aveva portato il partito a raggiungere valori altissimi nelle preferenze degli italiani. Poi sappiamo come sono state organizzate effettivamente le primarie, sappiamo come è finita quella operazione di “rottamazione” proposta da Renzi e desiderata da tantissimi elettori, abbiamo visto i candidati. E poi, soprattutto, non abbiamo più visto chi quelle primarie le ha vinte! Seriamente, dove è stato Bersani da capodanno a.. ieri? Dov’era mentre Berlusconi imperversava in ogni programma radio/televisivo? Dov’era il suo programma? “Puff”, spariti. Davvero, fatico a ricordarmi una batosta tanto eclatante. Direte, “ma alla fine hanno vinto”. Sì, vabbé, ciao 🙂

Monti, il simpatico tecnocrate che ha “salvato” il nostro Paese, a queste elezioni non voleva proprio partecipare. E come dargli torto? Dopo la caduta del suo Governo tecnico praticamente passava le giornate a prendere le misure del Quirinale per ordinare i mobili nuovi in vista del trasloco di Aprile. Avrebbe rappresentato la continuità e avrebbe continuato a “rassicurare i mercati” dall’alto della sua nuova posizione mentre Bersani governava saldamente il Paese grazie ad una vittoria elettorale netta. Poi, invece, le cose non sono andate così e io non so davvero spiegarvi il perché. Non so come abbiano fatto Casini, Fini e i vari Montezemolo a convincere l’uomo della Bocconi a fare quello che ha fatto. Voglio dire, Monti in campagna elettorale.. ma ve lo immaginavate? E in effetti è stato un disastro. Il Senatore a Vita non aveva (e non doveva avere) la minima idea di come si imposta un aspro confronto elettorale. Quello è l’habitat naturale dei politici navigati. E i risultati sono stati chiari fin dal primo giorno con continui errori mediatici e “gaffe” di non poco conto. Alla fine comunque porta a casa un risultato discreto, non tanto per i voti raccolti (non si sa ancora se sarà decisivo al Senato) ma più per aver reso possibile un mezzo miracolo: ha cannibalizzato l’UDC e FLI che con lui si erano coalizzati fino a spingere Gianfranco Fini fuori dalla Camera e a far eleggere Casini solo grazie al ripescaggio del “miglior perdente”. Scusate se è poco.

Adesso bisognerà aspettare ancora qualche ora per avere la ripartizione ufficiale dei seggi, dopodiché si potrà iniziare a pensare al futuro: le nuove camere dovranno riunirsi entro metà Marzo e subito dovranno eleggere i due Presidenti. Mai come ora servirà una prima mediazione.. impossibile pensare a due esponenti PD. Poi, a ruota, inizieranno le consultazioni al Quirinale e Napolitano dovrà dare una indicazione su chi avrà il compito di (tentare di) formare un Governo. Bersani, il prescelto, dovrà allora cercare un intesa con tutti, mentre Berlusconi se la riderà sornione. Non è escluso che alla fine l’ingrato compito non tocchi a qualche altro esponente del PD (Enrico Letta, tanto per fare un nome) oppure ancora che non vengano scelte altre esotiche forme di rappresentanza (Governo di Salute, Governo di Unità ecc..). Insomma, alla fine una soluzione si troverà per forza, perché Napolitano non può sciogliere nuovamente le Camere perché si trova nel “Semestre Bianco”. E infatti, di qui a un paio di mesi (Aprile, mi sembra), bisognerà riunire i mille e passa delegati per eleggere il suo successore. Qui, a quanto pare, Bersani e Monti, insieme, avrebbero i voti per mandare al Colle un candidato a loro gradito. Ma i giochi non sono così semplici. Non azzardo previsioni, ma vedo perdere quota le ipotesi più “politiche” che si facevano strada qualche giorno fa (Prodi). Se dovessi sbilanciarmi direi che il prossimo Presidente della Repubblica sarà un outsider gradito a destra, centro e sinistra (il M5S in questo caso non avrebbe praticamente voce in capitolo).

In ogni caso, dopo questa enciclica, ci tenevo a ribadire il mio più incredibile stupore. Non potevo nemmeno immaginare un esito finale come questo. Mi aspettavo, parlando in generale, un CSX sopra al 35%, un CDX di poco sopra al 20% e praticamente al pari del M5S. Il risultato di Monti, invece, l’avevo previsto abbastanza bene. Non riesco a capire cosa abbia portato così tanti elettori a dare di nuovo fiducia a Berlusconi, sapendo che NON AVREBBE GOVERNATO. Davvero, non ci riesco. Illuminatemi!

Quanto a Fare, purtroppo, non c’è stata “trippa per gatti”. Certo, si sono giocati quasi ogni possibilità di elezione con la vicenda Giannino ma anche senza quell’enorme passo falso dubito, visti i numeri, che avrebbe superato il 4% alla Camera. Di questo parlerò prossimamente in un altro post.

Ora vi lascio al live blogging dello spoglio regionale, con un testa a testa annunciato tra Maroni e Ambrosoli in Lombardia.

Venite a trovarmi su https://www.lucazaccaro.it/special/elezioni2013 se ne avete voglia.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Le Idi di Marzo

Questo è probabilmente il post più difficile che cerco di pubblicare da quando scrivo di politica. Si parla di Italia, di Futuro, di Giustizia e, ovviamente, di Silvio Berlusconi.

L’era Berlusconiana si avvia inesorabilmente al termine: nel 2013, data “ufficiale” delle prossime elezioni politiche, il Cavaliere avrà 77 anni. Decisamente troppi per pensare di amministrare un Paese complicato come l’Italia.

Il vero problema è che, a quanto pare, sono in molti a cercare in ogni modo di mettere fine prematuramente alla legislatura e conseguentemente all’avventura politica di Berlusconi. Illudendosi che questa sia la via maestra per ricostruire una Nazione finalmente libera dal malvagio tiranno.

Poveri! In diciassette anni non hanno ancora capito nulla del Cavaliere, del suo modo di fare politica e del Berlusconismo in generale. A quest’ora avrebbero dovuto realizzare che l’unico modo per liberare davvero l’Italia da Berlusconi è quello di vincere limpidamente (non come nel 1996 e nel 2006) una consultazione politica sulla base di un programma di governo solido e condiviso.

E invece eccoli di nuovo (il PD? E chi l’ha mai detto?), come in un eterna lotta tra gatto e topo, a cercare di “catturare” il Cavaliere con il supporto di alcune componenti (per loro stessa determinazione) fortemente politicizzate della Magistratura.

Berlusconi non si sconfigge mettendolo in galera. Anche perché, fatevene una ragione, non è una cosa semplice. In questa infinita lotta in corso da 17 anni tra Berlusconi e le Procure di mezza Italia (Milano in particolare) i risultati parlano chiaro. E non c’è bocciatura di Lodo che tenga, il Cavaliere continua ad andare avanti supportato da più di un terzo dell’elettorato.

Ci hanno provato con (presunte) iscrizioni a logge massoniche, (presunte) mazzette, (presunte) frodi economiche, (presunte) compravendite di Parlamentari, addirittura con (molto presunti) rapporti con la malavita. Niente. Ora sono tornati all’attacco. Con la Figa. Puntano tutto sullo sporco e falso moralismo che spesso abbonda nel nostro Paese.

Berlusconi è accusato di concussione (ma su questo non stanno insistendo, tanto alla “ggggente” non gli interessa) e di sfruttamento della prostituzione minorile. Apriti cielo! Un settantenne ha (avrebbe, in realtà, anche se i dubbi possono essere più o meno fondati) rapporti sessuali con ragazze minorenni, in cambio di aiuti economici, “sociali” o lavorativi.

Chiariamoci: si tratta di presunti reati ed è assolutamente necessario svolgere le relative indagini e accertare anche la più piccola violazione di legge (e a quel punto punire l’imputato in tutti e tre i gradi di giudizio). Ma quello che non posso proprio sopportare è la macchina da guerra messa (nuovamente) in moto dai “soliti” e con l’unico obiettivo di distruggere un cittadino. La Giustizia, quella con la “G” maiuscola, non si dovrebbe mai comportare così, nemmeno se si sta dando la caccia al Diavolo in persona. Indagini rivelate passo per passo a mezzo stampa, iscrizioni nel registro degli indagati (parlo di quella di Berlusconi) prima smentite categoricamente e poi sbattute in faccia all’Italia il giorno successivo alla parziale bocciatura del Legittimo Impedimento, indagini assegnate sempre agli stessi responsabili palesemente schierati da anni contro l’imputato, mezzi e uomini impiegati per sbirciare nella vita privata di un cittadino manco si trattasse del più sanguinario criminale della storia (roba che se usavano lo stesso schieramento di forze in altri ambiti oggi probabilmente non avremmo più mafiosi) e tante altre stranezze, o meglio “particolarità”, che non sono davvero degne di un Paese civile.

Volete arrestare Berlusconi? Indagate (in silenzio, please), trovate prove schiaccianti (ce ne saranno pure, è o non è un pericoloso criminale?) e condannatelo. Non buttate in aria ogni volta un puttanaio del genere!

Il guaio vero è che non si vuole arrivare all’arresto di Berlusconi, ma solo al suo totale sputtanamento all’Estero ma soprattutto agli occhi del “suo” elettorato. E qui mi ricollego al discorso fatto in apertura: non è questo il modo di battere il Berlusconismo (di cui, ricordiamolo, il Cavaliere è solo un esponente, seppur il più importante). Fino a quando non si riuscirà a mettere in campo una vera alternativa non c’è indagine che tenga.

PS: ho detto vera alternativa, quindi escluderei a priori il “Terzo Polo” e QUESTO Partito Democratico.

“Vabbé – dirà l’unico lettore capace di arrivare fino a questa riga – ma perché hai detto che questo era il tuo articolo più difficile? Fino ad ora non hai fatto altro che raccontare le solite stronzate da Berlusconiano!”.

Giusto, veniamo al dunque. Scordiamoci per un istante le escort, le feste e i “bunga-bunga”. Ammettiamo che niente di tutto questo sia mai accaduto.

IO, BERLUSCONIANO DA QUANDO HO LA TESSERA ELETTORALE (anche da un po’ prima in realtà), CHIEDO A BERLUSCONI DI RASSEGNARE SPONTANEAMENTE LE DIMISSIONI DA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, INDICARE AL CONGRESSO DI PARTITO UN SUCCESSORE E PORTARE CON LUI (O CON CHIUNQUE ALTRO VENGA DESIGNATO DAGLI ORGANI COMPETENTI) IL PAESE A NUOVE ELEZIONI.

Non perché va a letto con le (quasi) diciottenni. Non perché controlla una buona fetta dell’informazione. Non perché glielo chiede Fini (o Casini, o Bersani, o Di Pietro), non certo per certificare la sua sconfitta di fronte alla magistratura politicizzata (non è affatto così).

Io chiedo al Capo del Governo di dimettersi perché il Governo che amministra non sta dando (e nulla indica che sarà in grado di farlo nel prossimo futuro) all’Italia le risposte di cui un Paese come il nostro ha bisogno. Siamo ad un passo del federalismo, possiamo finalmente (forse) guardare al futuro dopo la disastrosa crisi economica che ha colpito l’occidente in questi tre anni, è tempo di fare dell’Europa qualcosa di vero e noi siamo qui, ogni giorno, a discutere di quanto sia cattivo Berlusconi e di quanto siano comunisti i giudici.

Analizziamo con occhi critici il quarto governo Berlusconi: (stra)vince le elezioni, si insedia in pompa magna e butta lì tre mesi di colpi di teatro (vedi Napoli) in cui tutti sono amici (vedi rapporti Berlusconi-Veltroni). Poi iniziano a circolare le prime voci su presunte telefonate “piccanti” tra Silvio e una esponente politica, forse addirittura una Ministra. Da quel luglio 2008 in poi si riaccende la lotta con una certa magistratura e i toni tornano ad essere quelli del periodo 2004-2006. Inizia la crisi e in Italia si pensa solo a come sputtanare il Presidente del Consiglio (da una parte) e di come scampare, almeno per un po’, a queste nuove accuse (dall’altra). Poi arrivano le Noemi e le D’Addario. I rapporti con Fini si fanno sempre più freddi, ma poi il PDL stravince anche le regionali. “Fase nuova” si diceva. E invece no. Caso Mills (da una parte) e legittimo impedimento (dall’altra). Poi arriva la separazione tra i due cofondatori e la risicata fiducia del 14 Dicembre. “Fase nuova” si diceva anche stavolta. E invece ecco puntuali il “Ruby-gate” (da una parte) e i videomessaggi “incazzati” (dall’altra).

Insomma, Silvio, c’è un Paese da portare nel futuro, che cazzo! Pensi di essere vittima di un accanimento giudiziario? Posso anche essere d’accordo. Invochi una riforma della Giustizia che ripulisca certi settori troppo politicizzati? Eh no! Questa benedetta riforma potevi farla nel 2008, in tempi non sospetti e soprattutto con decine di deputati di maggioranza. Oggi, forse, sarebbe stato il tempo di qualche riforma per l’Italia!

Sei stanco. Sei solo. Sei sconfortato. Pensi di essere ingiustamente vittima di un attacco senza precedenti nella storia del nostro Paese. Ti chiedi perché i tuoi nemici ti dipingano come un diavolo e come mai i tuoi presunti amici cerchino solo di spillarti un po’ di soldi, un lavoro o qualche regalo. Stai portando avanti un divorzio scaturito da accuse pesanti e a mezzo stampa da parte della tua ormai ex moglie. Hai perso in pochi mesi l’amata mamma, qualche altro famigliare e gli amici di una vita (Sandra, Raimondo e Mike su tutti).

Fossi al tuo posto probabilmente sarei già crollato da un pezzo. Evidentemente sei molto più forte di me. Ma mi sembra palese che non sei più nelle condizioni di guidare il Paese. Indica tu stesso il percorso da seguire per andare avanti e spiega come solo tu sai fare agli elettori, ai cittadini, che hai deciso di fare un passo indietro non perché vuoi riconoscere la tua sconfitta, ma anzi perché vuoi continuare la tua lotta (con la chiara intenzione di vincerla) senza però causare all’Italia altri mesi, forse anni di immobilismo in attesa del “verdetto finale”.

Cosa credi che impedirebbe la vittoria del “successore designato” a quel punto? Questo PD? il Terzo Polo? Di Pietro? E come, essendo venuto meno il punto principale dei rispettivi programmi elettorali (eliminare Berlusconi, ndr)?

A quel punto si tratterebbe solo di portare a termine la tanto agognata riforma della Giustizia, da esibire come l’ultimo trionfo. E poi, ma solo a processi conclusi (tanto non hai nessuna paura a presentarti davanti ai giudici, giusto?) e dopo una riforma semi-presidenzialista della Costituzione, potresti anche pensare di fare una “capatina” al Colle, giusto per far incazzare a morte tutti i tuoi detrattori.

Restare a capo di un Governo che non governa, continuando dall’ufficio di Palazzo Chigi questa sanguinaria guerra contro una parte della magistratura a discapito di una Nazione che non ne può più di questo immobilismo non è certo quello che si può definire il giusto comportamento per “il Paese che ami”.

Pensaci, perché queste parole e questi pensieri vengono da un tuo elettore e non da un “mangia-bambini”.

Ok, ci siamo, ho quasi finito. Manca solo un’ultima nota: cosa c’entra il titolo con tutto l’articolo?

Semplice.

Se Berlusconi dovesse per puro caso (sono un illuso..) ascoltare questi consigli, le elezioni in quel periodo sarebbero la fine, in un colpo solo, per PD, Fini, Casini, Rutelli e Toghe Rosse (oh, questo non è – ancora – un partito!).

Ma se questa guerra frontale dovesse continuare allora, portato a casa il federalismo, le Idi di Marzo saranno fatali per Silvio Berlusconi. Per il politico, per l’editore, per l’imprenditore. Ma soprattutto per l’uomo.

Ho finito davvero. Scusatemi il lunghissimo sfogo ma ho poco tempo e le riflessioni vanno condensate in un unico post. Abbiate pietà 😉

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Crisi di Governo (e di buonsenso)

In questi giorni, dipinti da molti come le “idi di Marzo” dell’avventura politica di Berlusconi, se ne sentono di tutti i colori. Probabilmente (si spera) la colpa è dovuta alla particolarità della situazione. Tutti i “giocatori” sono in qualche modo coinvolti e può darsi che l’emozione e l’incertezza su ciò che sta per accadere faccia loro dire cose che non stanno né in cielo né in terra.

La prima è una considerazione generale: oggi, come promesso, la compagine di FLI ha rassegnato le dimizzioni dal Governo. Tutti titolano che la Crisi è iniziata, evidenziando la convocazione per domani al Quirinale di Fini e Schifani (presidenti di Camera e Senato). In realtà sappiamo che Berlusconi è fortemente intenzionato a portare (legittimamente) la crisi in Parlamento quindi, finché non sentiremo il Cav gridare “Che fai, mi voti contro?” (e finché non vedremo i voti contrari di FLI) questa crisi non può affatto dirsi aperta.

In secondo luogo commentiamo la comica affermazione di Berlusconi in cui si dice intenzionato, in caso di fiducia dal Senato e sfiducia alla Camera, a chiedere lo scioglimento solo di questa ultima. Seppur si tratta di una ipotesi effettivamente percorribile secondo la tanto amata Costituzione, l’idea è tutt’altro che geniale. Ma ve lo immaginate il nostro Paese alle prese con una doppia elezione separata di Camera e Senato? Già il sistema è macchinoso di suo, se poi invece che migliorarlo andiamo in questa direzione.. per non parlare poi dei costi! No. E’ una strada decisamente improponibile. Il Cavaliere questo lo sa e farebbe meglio a concentrarsi sulle cose serie piuttosto che continuare a rilasciare dichiarazioni di questo tipo.

Terza osservazione per tutti i “futuristi” che ora sembra siano stati infettati di colpo dalla “Berlusconite”: cambiare idea è legittimo. Abbandonare un progetto perché non ci si sente più partecipi è assolutamente concesso se non addirittura una dimostrazione di coerenza (ma solo se in precedenza si è lottato per cambiare questo sistema dall’interno). Ma da qui ad affermare ai quattro venti di essere pronti a tutto pur di cacciare per sempre Berlusconi da Palazzo Chigi la strada è lunga! Vi siete accorti di colpo che Berlusconi è in realtà la reincarnazione di Satana? Benissimo, ma almeno non fate finta di aver vissuto nella reggia del Padrone negli ultimi sedici anni! Fini in realtà ha più volte cercato di porre rimedio a questa incoerenza non mancando di ringraziare il Cavaliere per alcune scelte fatte nel passato, ma se stiamo a sentire alcuni dei suoi “fedelissimi” sembra quasi che FLI non sia altro che una corrente dell’Italia dei Valori! Questo, scusate, ma non è tollerabile! E poi, almeno, mettetevi d’accordo: capisco che mettendo insieme FLI, UDC, API, PD e SL Berlusconi e la Lega li battete di sicuro, ma non mi sembra giusto nei confronti dei vostri (potenziali) elettori continuare in mezzo a tanta confusione. Ci fate capire quello che volete fare? Chiederete un Governo tecnico? Oppure le elezioni? E in tal caso correrete da soli o stipulerete un patto con l’UDC e l’API? Oppure siete seriamente tentati dal “Carrozzone – Unione 2.0”? So che forse non è il caso di parlare di queste cose prima delle dimissioni di Berlusconi ma per carità, fate un po’ di chiarezza perché dalla Terra si fa davvero fatica a capirci qualcosa!

Ultima osservazione rivolta a Bersani e a tutto il PD: prima la scena gli viene rubata (letteralmente) da Di Pietro. Poi ecco spuntare Fini. Ma volete comportarvi come se foste davvero il maggior partito di opposizione? Segnali come l’esito delle primarie di Milano (svoltesi ieri, vittoria del candidato ex PRC e sostenuto da Vendola su quello sostenuto dal PD) dovrebbero far riflettere! Dovete aspettare che sia Di Pietro a chiedervi di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del Governo? Se per voi è una strada percorribile dovevate avere per primi il coraggio delle vostre azioni!

Mi fermo qui, solo perché il resto bisognerà valutarlo in seguito a quello che accadrà in Parlamento.

PS: sembra che le cose stiano effettivamente andando avanti più o meno così.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Il PD è Morto

Credevo nel progetto del PD: per avere un sistema (quasi) bipolare era necessario che al PdL, prima ancora che questo venisse “formalizzato”, si opponesse una decisa componente alternativa su base programmatica, non quella Unione che purtroppo abbiamo conosciuto negli anni scorsi, tenuta insieme fino alla fine dall’antiBerlusconismo. Credevo addirittura che il PD potesse abbandonare l’antiBerlusconismo in generale, ma questa era un po’ un’utopia: se esiste il Berlusconismo deve esistere anche l’antiBerlusconismo. Veltroni in realtà ci aveva provato, con l’unico risultato di far balzare l’IdV dal 4% ai risultati di oggi. Perchè non mollare l’IdV allora? Perché Berlusconi è alleato della Lega Nord e questa situazione non è destinata a cambiare almeno nel prossimo futuro.

Quindi avevo accettato il Bipolarismo all’Italiana con 4 Partiti (Lega, PdL, PD, IdV) e un UDC ormai poco influente su scala nazionale.

Qualcosa però non ha funzionato. E dall’altra parte non possono dare la colpa solo agli effetti postumi del Governo Prodi. Fatto sta che con Veltroni e Franceschini il partito è crollato dal 33% del 2008 al misero 26% delle europee. E, badate bene, mentre al Governo c’era l’odiato Berlusconi perdipiù in una congiuntura economica disastrosa.

Ecco allora che il PD va alla conta e, guarda un po’, vince D’Alema.. ehm scusate, Bersani. Quel Bersani che come politico ed esperto di economia stimo, ma con le cui idee il PD immaginato da Veltroni è destinato, inesorabilmente, alla morte. Torneranno i comunisti? E Di Pietro? E la componente cattolica strizzerà l’occhio a Casini?

Che fine farà il precario Bipolarismo all’Italiana (soprattutto quando non ci sarà più Berlusconi)?

Forse sono un po’ pessimista in questa occasione, ed è giusto dare l’opportunità al nuovo Segretario di dimostrare con i fatti cosa vuole fare e soprattutto come è quantificabile la sua indipendenza da D’Alema.

Vogliamo trovare una cosa positiva? Forse ora c’è una figura chiara ed autorevole che, opponendosi duramente e democraticamente al Governo Berlusconi, spronerà i nostri a fare molto meglio di quanto abbiamo visto finora.

Spero riesca a sgonfiare il bacino elettorale di Di Pietro.

[Omnia/Luca Zaccaro]

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Berlusconi, la vittoria, il futuro

Dalla vacanza sarda qualche piccola annotazione sull’esito finale della tornata elettorale di giugno. Un primissimo giudizio va ai referendum che hanno fallito (e di molto) il quorum. Un risultato che non stupisce nessuno visto che la data del 20 giugno era stata fissata proprio per rendere quasi impossibile l’arrivo ai seggi di più della metà degli aventi diritto. La Lega, insieme ad altri, gridano al fallimento del referendum. Consiglio loro di non buttare benzina sul fuoco. Non sono certo io a dover far notare come, pur avendo votato solo il 23% dei cittadini, i “Sì” hanno sfiorato l’88%. Segno che la gente chiede cambiamento e se questa richiesta verrà ignorata sarà un danno per la democrazia tutta. Passiamo alle elezioni amministrative. Dario Franceschini (che oggi si è candidato alla segreteria del partito nel congresso di ottobre) parla di “tramonto della Destra”. Berlusconi risponde ironico: “Mi piacerebbe sempre perdere così”. Spiace fare la figura del solito berlusconiano ma qui Franceschini ha dato i numeri! Si fosse limitato a dire che la persona di Berlusconi non ha sfondato si poteva anche essere d’accordo (ci tornerò tra un attimo), ma affermazioni come quella dell’attuale leader del PD suonano davvero ironiche. I numeri del Cavaliere, come spesso accade, valgono più di mille parole: prima delle elezioni il PDL governava circa 5 milioni di elettori, ora sono ventuno. Viceversa il PD ha più che dimezzato questo stesso dato. E’ una sconfitta sotto tutti i fronti. Dal PD fanno notare come nei ballottaggi la tendenza si sia un po’ invertita rispetto alle europee e al primo turno delle amministrative. Insomma, il PDL ha conquistato Milano provincia (pur con gli imprenditori al mare), Venezia e altre roccaforti rosse come Prato. Il dato che esce dalla segreteria PD è in realtà un boomerang: l’inversione di tendenza, se c’è stata, è di nuovo a favore del PDL! Vero che in questa ultima tornata il PD ha subìto meno sconfitte, ma è pur vero che i ballottaggi riguardavano quasi esclusivamente roccaforti rosse. In pratica: il solo fatto di essere arrivati al ballottaggio in città come Bologna o Firenze, o la già citata provincia di Prato, è un risultato storico per l’accoppiata PDL/Lega. Poi i successi del PD erano quantomeno scontati! Spero di essermi spiegato a sufficienza.

Ma ora bisogna guardare al futuro. Il G8, l’agenda di Governo 2009/2010 e le regionali della prossima primavera. Berlusconi sembra voler allontanare l’idea di un “erede”. Buon segno. Non mollerà. Ma se ha scelto di non mollare deve essere cosciente che dovrà ricominciare a fare “l’istituzionale”. Niente più battutine o allusioni ma solo lavoro, lavoro, lavoro. Basta parlare delle inchieste in corso. Niente scuse (come gli ha consigliato Cossiga). Buonissima l’idea di un summit per fare il punto sul programma per il prossimo anno. La politica deve necessariamente tornare a parlare di politica. In questo modo il PDL e Berlusconi torneranno a volare nei sondaggi. Forse lo stesso Berlusconi non si aspettava una flessione del 3% in seguito agli attacchi ricevuti. Ha sottovalutato la meschinità di chi lo sta attaccando. Ora, ripeto, non bisogna dare respiro agli oppositori. Si torni a fare politica, si smetta di parlare di passera. Si faccia un bel G8 e, dopo una breve vacanza, si dia il colpo finale alla crisi economica. Ecco la ricetta per stravincere le regionali del 2010 e per iniziare a riformare questo Paese.

[Omnia/Luca Zaccaro]

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