Le Idi di Marzo

Questo è probabilmente il post più difficile che cerco di pubblicare da quando scrivo di politica. Si parla di Italia, di Futuro, di Giustizia e, ovviamente, di Silvio Berlusconi.

L’era Berlusconiana si avvia inesorabilmente al termine: nel 2013, data “ufficiale” delle prossime elezioni politiche, il Cavaliere avrà 77 anni. Decisamente troppi per pensare di amministrare un Paese complicato come l’Italia.

Il vero problema è che, a quanto pare, sono in molti a cercare in ogni modo di mettere fine prematuramente alla legislatura e conseguentemente all’avventura politica di Berlusconi. Illudendosi che questa sia la via maestra per ricostruire una Nazione finalmente libera dal malvagio tiranno.

Poveri! In diciassette anni non hanno ancora capito nulla del Cavaliere, del suo modo di fare politica e del Berlusconismo in generale. A quest’ora avrebbero dovuto realizzare che l’unico modo per liberare davvero l’Italia da Berlusconi è quello di vincere limpidamente (non come nel 1996 e nel 2006) una consultazione politica sulla base di un programma di governo solido e condiviso.

E invece eccoli di nuovo (il PD? E chi l’ha mai detto?), come in un eterna lotta tra gatto e topo, a cercare di “catturare” il Cavaliere con il supporto di alcune componenti (per loro stessa determinazione) fortemente politicizzate della Magistratura.

Berlusconi non si sconfigge mettendolo in galera. Anche perché, fatevene una ragione, non è una cosa semplice. In questa infinita lotta in corso da 17 anni tra Berlusconi e le Procure di mezza Italia (Milano in particolare) i risultati parlano chiaro. E non c’è bocciatura di Lodo che tenga, il Cavaliere continua ad andare avanti supportato da più di un terzo dell’elettorato.

Ci hanno provato con (presunte) iscrizioni a logge massoniche, (presunte) mazzette, (presunte) frodi economiche, (presunte) compravendite di Parlamentari, addirittura con (molto presunti) rapporti con la malavita. Niente. Ora sono tornati all’attacco. Con la Figa. Puntano tutto sullo sporco e falso moralismo che spesso abbonda nel nostro Paese.

Berlusconi è accusato di concussione (ma su questo non stanno insistendo, tanto alla “ggggente” non gli interessa) e di sfruttamento della prostituzione minorile. Apriti cielo! Un settantenne ha (avrebbe, in realtà, anche se i dubbi possono essere più o meno fondati) rapporti sessuali con ragazze minorenni, in cambio di aiuti economici, “sociali” o lavorativi.

Chiariamoci: si tratta di presunti reati ed è assolutamente necessario svolgere le relative indagini e accertare anche la più piccola violazione di legge (e a quel punto punire l’imputato in tutti e tre i gradi di giudizio). Ma quello che non posso proprio sopportare è la macchina da guerra messa (nuovamente) in moto dai “soliti” e con l’unico obiettivo di distruggere un cittadino. La Giustizia, quella con la “G” maiuscola, non si dovrebbe mai comportare così, nemmeno se si sta dando la caccia al Diavolo in persona. Indagini rivelate passo per passo a mezzo stampa, iscrizioni nel registro degli indagati (parlo di quella di Berlusconi) prima smentite categoricamente e poi sbattute in faccia all’Italia il giorno successivo alla parziale bocciatura del Legittimo Impedimento, indagini assegnate sempre agli stessi responsabili palesemente schierati da anni contro l’imputato, mezzi e uomini impiegati per sbirciare nella vita privata di un cittadino manco si trattasse del più sanguinario criminale della storia (roba che se usavano lo stesso schieramento di forze in altri ambiti oggi probabilmente non avremmo più mafiosi) e tante altre stranezze, o meglio “particolarità”, che non sono davvero degne di un Paese civile.

Volete arrestare Berlusconi? Indagate (in silenzio, please), trovate prove schiaccianti (ce ne saranno pure, è o non è un pericoloso criminale?) e condannatelo. Non buttate in aria ogni volta un puttanaio del genere!

Il guaio vero è che non si vuole arrivare all’arresto di Berlusconi, ma solo al suo totale sputtanamento all’Estero ma soprattutto agli occhi del “suo” elettorato. E qui mi ricollego al discorso fatto in apertura: non è questo il modo di battere il Berlusconismo (di cui, ricordiamolo, il Cavaliere è solo un esponente, seppur il più importante). Fino a quando non si riuscirà a mettere in campo una vera alternativa non c’è indagine che tenga.

PS: ho detto vera alternativa, quindi escluderei a priori il “Terzo Polo” e QUESTO Partito Democratico.

“Vabbé – dirà l’unico lettore capace di arrivare fino a questa riga – ma perché hai detto che questo era il tuo articolo più difficile? Fino ad ora non hai fatto altro che raccontare le solite stronzate da Berlusconiano!”.

Giusto, veniamo al dunque. Scordiamoci per un istante le escort, le feste e i “bunga-bunga”. Ammettiamo che niente di tutto questo sia mai accaduto.

IO, BERLUSCONIANO DA QUANDO HO LA TESSERA ELETTORALE (anche da un po’ prima in realtà), CHIEDO A BERLUSCONI DI RASSEGNARE SPONTANEAMENTE LE DIMISSIONI DA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, INDICARE AL CONGRESSO DI PARTITO UN SUCCESSORE E PORTARE CON LUI (O CON CHIUNQUE ALTRO VENGA DESIGNATO DAGLI ORGANI COMPETENTI) IL PAESE A NUOVE ELEZIONI.

Non perché va a letto con le (quasi) diciottenni. Non perché controlla una buona fetta dell’informazione. Non perché glielo chiede Fini (o Casini, o Bersani, o Di Pietro), non certo per certificare la sua sconfitta di fronte alla magistratura politicizzata (non è affatto così).

Io chiedo al Capo del Governo di dimettersi perché il Governo che amministra non sta dando (e nulla indica che sarà in grado di farlo nel prossimo futuro) all’Italia le risposte di cui un Paese come il nostro ha bisogno. Siamo ad un passo del federalismo, possiamo finalmente (forse) guardare al futuro dopo la disastrosa crisi economica che ha colpito l’occidente in questi tre anni, è tempo di fare dell’Europa qualcosa di vero e noi siamo qui, ogni giorno, a discutere di quanto sia cattivo Berlusconi e di quanto siano comunisti i giudici.

Analizziamo con occhi critici il quarto governo Berlusconi: (stra)vince le elezioni, si insedia in pompa magna e butta lì tre mesi di colpi di teatro (vedi Napoli) in cui tutti sono amici (vedi rapporti Berlusconi-Veltroni). Poi iniziano a circolare le prime voci su presunte telefonate “piccanti” tra Silvio e una esponente politica, forse addirittura una Ministra. Da quel luglio 2008 in poi si riaccende la lotta con una certa magistratura e i toni tornano ad essere quelli del periodo 2004-2006. Inizia la crisi e in Italia si pensa solo a come sputtanare il Presidente del Consiglio (da una parte) e di come scampare, almeno per un po’, a queste nuove accuse (dall’altra). Poi arrivano le Noemi e le D’Addario. I rapporti con Fini si fanno sempre più freddi, ma poi il PDL stravince anche le regionali. “Fase nuova” si diceva. E invece no. Caso Mills (da una parte) e legittimo impedimento (dall’altra). Poi arriva la separazione tra i due cofondatori e la risicata fiducia del 14 Dicembre. “Fase nuova” si diceva anche stavolta. E invece ecco puntuali il “Ruby-gate” (da una parte) e i videomessaggi “incazzati” (dall’altra).

Insomma, Silvio, c’è un Paese da portare nel futuro, che cazzo! Pensi di essere vittima di un accanimento giudiziario? Posso anche essere d’accordo. Invochi una riforma della Giustizia che ripulisca certi settori troppo politicizzati? Eh no! Questa benedetta riforma potevi farla nel 2008, in tempi non sospetti e soprattutto con decine di deputati di maggioranza. Oggi, forse, sarebbe stato il tempo di qualche riforma per l’Italia!

Sei stanco. Sei solo. Sei sconfortato. Pensi di essere ingiustamente vittima di un attacco senza precedenti nella storia del nostro Paese. Ti chiedi perché i tuoi nemici ti dipingano come un diavolo e come mai i tuoi presunti amici cerchino solo di spillarti un po’ di soldi, un lavoro o qualche regalo. Stai portando avanti un divorzio scaturito da accuse pesanti e a mezzo stampa da parte della tua ormai ex moglie. Hai perso in pochi mesi l’amata mamma, qualche altro famigliare e gli amici di una vita (Sandra, Raimondo e Mike su tutti).

Fossi al tuo posto probabilmente sarei già crollato da un pezzo. Evidentemente sei molto più forte di me. Ma mi sembra palese che non sei più nelle condizioni di guidare il Paese. Indica tu stesso il percorso da seguire per andare avanti e spiega come solo tu sai fare agli elettori, ai cittadini, che hai deciso di fare un passo indietro non perché vuoi riconoscere la tua sconfitta, ma anzi perché vuoi continuare la tua lotta (con la chiara intenzione di vincerla) senza però causare all’Italia altri mesi, forse anni di immobilismo in attesa del “verdetto finale”.

Cosa credi che impedirebbe la vittoria del “successore designato” a quel punto? Questo PD? il Terzo Polo? Di Pietro? E come, essendo venuto meno il punto principale dei rispettivi programmi elettorali (eliminare Berlusconi, ndr)?

A quel punto si tratterebbe solo di portare a termine la tanto agognata riforma della Giustizia, da esibire come l’ultimo trionfo. E poi, ma solo a processi conclusi (tanto non hai nessuna paura a presentarti davanti ai giudici, giusto?) e dopo una riforma semi-presidenzialista della Costituzione, potresti anche pensare di fare una “capatina” al Colle, giusto per far incazzare a morte tutti i tuoi detrattori.

Restare a capo di un Governo che non governa, continuando dall’ufficio di Palazzo Chigi questa sanguinaria guerra contro una parte della magistratura a discapito di una Nazione che non ne può più di questo immobilismo non è certo quello che si può definire il giusto comportamento per “il Paese che ami”.

Pensaci, perché queste parole e questi pensieri vengono da un tuo elettore e non da un “mangia-bambini”.

Ok, ci siamo, ho quasi finito. Manca solo un’ultima nota: cosa c’entra il titolo con tutto l’articolo?

Semplice.

Se Berlusconi dovesse per puro caso (sono un illuso..) ascoltare questi consigli, le elezioni in quel periodo sarebbero la fine, in un colpo solo, per PD, Fini, Casini, Rutelli e Toghe Rosse (oh, questo non è – ancora – un partito!).

Ma se questa guerra frontale dovesse continuare allora, portato a casa il federalismo, le Idi di Marzo saranno fatali per Silvio Berlusconi. Per il politico, per l’editore, per l’imprenditore. Ma soprattutto per l’uomo.

Ho finito davvero. Scusatemi il lunghissimo sfogo ma ho poco tempo e le riflessioni vanno condensate in un unico post. Abbiate pietà 😉

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Apocalypse Now

È finitaÈ finita questa lunghissima giornata politica. È finita questa vomitevole farsa di FLI a favore del Governo. È finita forse la storia stessa di FLI. Certo, direte voi, è finita anche la storia del Governo Berlusconi IVÈ finita in verità anche la supponenza di Di Pietro (uno degli artefici, più o meno indirettamente, della vittoria del Cavaliere). È finito tutto. È il giorno dell’apocalisse.
Come certo saprete, “apocalisse” non vuol dire solo “fine”, ma anche e soprattutto “nuovo inizio”. Sì perché oggi si chiude un giorno, una stagione, un’era. Ma da domani i dadi ricominceranno a rotolare veloci.
Verso quale futuro?
Oggi Berlusconi ha stravinto, ha stracciato tutti. Nessuno ha retto. Inutile cercare di portare il discorso sul fatto che il Governo non ha ottenuto i 316 voti corrispondenti alla maggioranza. Non facciamo gli stupidi: nessuno con briciolo di intelligenza poteva pensare che oggi in gioco ci fosse la sopravvivenza del Governo. Il Berlusconi IV, quello nato due anni fa, è finito oggi insieme alle aspirazioni politiche di Gianfranco Fini. Un Governo non si regge sui voti dello Scilipoti di turno.
Oggi è andata in scena la sfida finale (?) tra due avversari-ex-amici che di politico aveva davvero poco. Questo è quello che è successo oggi.
Almeno così è come la penso io. Il Paese non meriterebbe davvero di vedere di nuovo scene come quelle accadute oggi dentro e fuori dai Palazzi della Capitale.
Domani Berlusconi si sveglierà senza Governo, ma con un potere che forse non ha mai avuto dal 1994 ad oggi: ha dimostrato ancora, una volta per tutte, ai “palazzari” (concedetemi il neologismo) che i conti non si possono fare senza l’oste e, almeno in democrazia, nemmeno senza l’elettorato. Da qui si capisce che quello che si aspetta il sottoscritto ora non sono niente altro che le elezioni. Probabilmente, e per certi versi anche a ragione, Berlusconi tenterà per lo meno di tirare avanti ancora qualche settimana/mese con una maggioranza allargata. Ma questo scenario non può che essere giudicato in corso d’opera.
Fini, all’alba delle tre del pomeriggio, si è ritrovato a dover dichiarare al microfono della “sua” Camera la vittoria schiacciante del suo nuovo acerrimo nemico. In un pochi minuti è passato dalla prospettiva della poltrona di Palazzo Chigi e dalla guida del “Terzo Polo” al limbo politico. Difficile (anche se non impossibile) ritenere che le intenzioni di FLI (e di Fini stesso) non escano fortemente ed inevitabilmente ridimensionate dalla giornata di oggi. Come potrebbe Fini guidare una coalizione se non risce a tenere insieme una ristretta componente Parlamentare? Non dimentichiamo che la fiducia a Berlusconi è arrivata grazie alle decisioni di uomini vicini al Presidente della Camera. Mi spiace davvero per Fini. In linea di principio, l’ho ripetuto più volte, la sua era una battaglia giusta contro questo PDL che non era certo quello che tutti noi avevamo in mente. Ha però clamorosamente “cannato” i modi e soprattutto i tempi della sua protesta. E poi ha commesso un plateale e incredibile errore: quello di rimanere attaccato alla sua poltrona. Oltre all’effettivo fastidio nel vedere riunioni-fiume nello studio della terza carica dello Stato volte solamente a convincere gli indecisi, se Fini oggi fosse stato seduto tra i banchi della Camera, invece che sullo scranno più alto, l’esito della votazione sarebbe stato molto diverso. E poi, sinceramente, ci ha messo troppo odio.. non si può andare dalla Annunziata a fare certe dichiarazioni dopo che per 16 anni sei stato considerato da tutti come il delfino perfetto. Gianfranco, mi spiace ma hai dimostrato di non avere molto “tatto” in certe cose della politica. E per uno che fa politica da quando è nato non è bello.
FLI vuole lanciare un’OPA sul centrodestra? Benissimo: sia d’ora in avanti più chiara e coerente (a partire dal suo Presidente) e prometto che non avrò pregiudizi la prossima volta che sarò nella cabina elettorale.
Casini invece gongola: da oggi è ufficialmente il capo di tutti quelli che vogliono sfidare il bipolarismo (se ce ne sono rimasti), per non parlare del fatto che lui ora, al contrario di altri, può andare in giro a vantarsi di non aver perso pezzi per strada, nel giorno del giudizio.
La Lega di per sé non rientra nel discorso, agli uomini di bossi oggi andava bene qualsiasi risultato.
Il PD invece è ancora una creatura evanescente: ne è la prova il fatto che la mozione che poteva decretare la fine di Berlusconi non veniva dagli uomini di Bersani ma da Fini e Casini. Per non parlare della dichiarazione di Calearo (tutta da verificare naturalmente) che ha detto che dal PD gli hanno “chiesto” di votare per Berlusconi..
L’altro grande, grandissimo sconfitto della giornata di oggi è sicuramente Antonio di Pietro, l’inascoltabile padrone dell’Italia dei Valori che ha scelto le candidature dei due Deputati che oggi hanno salvato il suo arci-acerrimo nemico, il Diavolo di Arcore. Per non parlare dell’ennesimo discorso da querela rivolto alla quarta carica dello Stato.
Domani, dopo quello che ho detto, mi aspetto le dimissioni di Fini, Di Pietro e forse (ma non ci spero) di Berlusconi stesso. Perché forse alle urne c’è una alternativa percorribile: un Governo disposto davvero a lavorare per il bene del Paese prendendo un sacco di decisioni impopolari. Chiaro che Berlusconi non potrebbe guidare una iniziativa del genere. E ora che ha avuto, finalmente, la sua vittoria finale potrebbe pensare di farsi da parte da vincitore assoluto (momentaneamente o a titolo definitivo) a favore di soluzioni più moderate e condivise. Ma questa è davvero fantapolitica.
Adesso sta scendendo la sera, sta arrivando la notte. Perché è chiaro che prima della rinascita bisogna assistere al tramonto.
A domani, Italia!

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Fate ridere

Terzo polo, riunioni allargate, conte all’ultimo sangue. Fate entrare anche loro… e siamo a 317!

Dopo la riunione di oggi tra FLI+UDC+API+MPA+LD sembra essere nata ufficialmente una nuova maggioranza parlamentare che si dice pronta a votare in blocco la sfiducia a Berlusconi.

E poi via con i messaggi ridicoli, quelli del tipo “Berlusconi deve continuare a governare”, “Berlusconi deve dimettersi di sua spontanea volontà”, “Se viene sfiduciato non è riproponibile”, senza dimenticare i “Chi non vota la sfiducia verrà espulso da FLI”.

Ma la volete smettere? Mettetevi il cuore in pace: mancano 12 giorni al 14 dicembre. 12 giorni che passerete in vacanza visto che la Camera è chiusa fino alla votazione decisiva (quanta indignazione in merito!).

Non sfracellateci i coglioni ogni santo giorno con queste dichiarazioni in puro “politichese”.

E’ in corso l’ultimo (ma sarebbe più giusto dire l’ennesimo) tentativo in ordine di tempo nato con l’unico scopo di far fuori Berlusconi. Altro che governi di emergenza, di salvezza, di responsabilità.. se avete i numeri e il coraggio andate a Montecitorio, dite a voce alta un bel “SI” alla sfiducia, prendetevi davanti al Paese tutte le responsabilità del caso e poi ci spiegherete in tutta tranquillità cosa succederà dopo.

Pare abbastanza ovvio che in questa occasione Berlusconi non ha margini di trattativa: anche se otterrà la fiducia saranno pochi voti, molto probabilmente di convenienza.

Con Berlusconi (con questo Berlusconi) non si continua, un Governo tecnico non può durare dopo che l’obiettivo principale (mandare a casa B.) è stato portato a termine.

Quelli che accusano il Cavaliere di voler perdere tempo perché non vuole dimettersi di sua spontanea volontà mi spiegano perché non sono allo stesso tempo a favore di nuove elezioni subito (con questa legge elettorale)?

Ah già, “per il bene dell’Italia”..

PS: Fini, sulle alleanze ti avevo avvertito.. per quanto mi riguarda sarebbero “Zeru Voti”

[Omnia / Luca Zaccaro]

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La Maggioranza non c’è più

Ciò che è successo poco fa alla Camera ha reso formale una situazione ampiamente preanunciata: il Governo non gode più della maggioranza parlamentare a Montecitorio. Servivano 316 voti, la “maggioranza” ne ha espressi 299. Ergo, come si diceva ai tempi di Prodi, “la maggioranza non c’è più”. E non, sia chiaro, per le assenze di questo o quel Ministro impegnato in una missione diplomatica quanto per la precisa ed esplicita volontà di un gruppo di deputati eletti con la maggioranza che ora dimostrano di avere le mani libere e di potersi consultare con parte delle opposizioni con l’unico scopo di mettere in difficoltà il Governo.

Io non la farei troppo lunga, non starei qui a chiedermi o no se fidarsi di Fini e delle sue rassicurazioni circa la lealtà e la fedeltà. Quando un Governo non riesce più ad esprimere una maggioranza parlamentare (soprattutto se solo in una camera) non resta altro da fare che salire al Colle ed informare il Presidente della Repubblica il quale, verificata l’impossibilità di formare un nuovo “governo d’inciucio” (i numeri al Senato non lo consentono) dovrà dichiarare conclusa questa legislatura.

Era abbastanza probabile che ciò non sarebbe avvenuto oggi, in prossimità della pausa estiva. Ma i numeri comparsi oggi alle spalle di Fini portano dritti dritti verso il Quirinale. A settembre, alla prima occasione utile e dopo un’estate “in trincea”.

A questo punto ogni altra strada sarebbe solo una perdita di tempo.

PS: sia chiaro.. non ho scritto questo articolo in quanto Berlusconiano, ma da semplice spettatore.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Elezioni, e poi?

Portare il Paese ad elezioni anticipate, che siano queste in autunno o in primavera, è una idea sciagurata: in piena fase di ripresa da una crisi senza precedenti dal dopoguerra ad oggi la stabilità (soprattutto economica) dell’Italia, faticosamente riabilitata a suon di duri provvedimenti come la finanziaria appena varata, sarebbe di nuovo compromessa.

Ciò detto, Berlusconi non ha tutti i torti quando spera nelle urne: sa di non voler ripetere in prima persona l’esperienza di Prodi, ogni volta a fare i conti in Aula ma sa anche di non potersi permettere soluzioni “alternative” o “tecniche” come quella proposta oggi da Bersani. Il perché è semplice: nel dicembre del 1994 il suo Governo, eletto dal Popolo, venne sfiduciato dalla Lega. Si trovò una soluzione, il Governo Dini, che doveva appunto essere “tecnica” per poi dare di nuovo la parola ai cittadini. Sappiamo tutti come andò a finire.

Il ragionamento del Cavaliere è dunque lineare: ho ricevuto un forte mandato elettorale e cercherò di portarlo a termine con tutta la buona volontà.

Ma l’iniziativa finiana, più numerosa di quanto pronosticato, ha fatto saltare il banco. Berlusconi potrebbe trovarsi a dover mediare ogni volta con Fini, Casini, Rutelli e Lombardo. Senza contare, ovviamente, la Lega. Nella mente del Cav. si fa largo l’idea che non era questo il volere degli elettori. Se non potrà portare a termine la legislatura con gli equilibri parlamentari che ne hanno caratterizzato l’inizio allora l’unica via è ripresentarsi al Paese, a dispetto della Crisi e di quanto detto all’inizio. Meglio la chiarezza che i tentennamenti. Senza contare che se non si vota subito Fini riuscirà ad organizzarsi, mentre lo scopo di Berlusconi è proprio impedire che un politico di professione come il Presidente della Camera riesca a tessere la sua tela. Guardate cosa è riuscito a fare in pochi giorni!

Ammettiamo dunque che in una qualsiasi delle votazioni tra Settembre e Dicembre il Governo venga messo in minoranza dai finiani, specie se con la richiesta della Fiducia. Berlusconi, sperando nella lealtà della Lega (che d’altro canto non ha ancora ottenuto il Federalismo) andrà da Napolitano per ribadire di non voler accettare un nuovo incarico. Il Capo dello Stato allora si troverà di fronte ad un bivio: sciogliere le Camere o affidare un incarico ad un Governo sostenuto da PD, UDC, FLI e forse IDV. In pratica agli sconfitti delle ultime elezioni. In ogni caso, è il ragionamento di Berlusconi, si creerebbero le condizioni per “cavalcare” l’indignazione popolare.

L’ipotesi del voto è dunque molto più percorribile di quanto si possa credere ascoltando i discorsi dei nostri politici. Pare infatti che il Cav. dedicherà l’intera estate alla pianificazione della “sua” campagna elettorale.

Ma cosa (o meglio, chi) potrei mai votare ad Aprile 2011? Di certo, per incolmabili distanze culturali, nulla che stia a sinistra del PD. Nessuna chance nemmeno per l’IDV a causa soprattutto del comportamento del suo Leader e dei più alti vertici del partito. Discorso simile per il Movimento di Grillo, che ha dichiarato di volersi presentare alle prossime politiche. Non c’è niente da fare, di Grillo non mi fido. Il Partito Democratico di per sé non è votabile perché non sembra offrire proposte concrete per guidare il Paese. E, stando ai dati delle ultime tornate elettorali, non sono l’unico a pensarla così. Casini e il suo “Partito di centro”, eventualmente alleato con Rutelli e Lombardo, sono i fieri discendenti di quella casta politica che ha cannibalizzato il potere in Italia fino al 1994 e questo, unitamente al dimostrato e dimostrabile trasformismo dei suoi protagonisti, mi sembra una motivazione più che valida per cercare altrove. La Lega, di per sé, non è affatto distante da molte delle mie idee ma c’è qualcosa che non torna, qualcosa che mi impedisce di affidare a loro il mio voto: sarà forse l’abissale vuoto tra il Partito e il suo Simbolo, quel Bossi ormai consumato dal tempo e dalla malattia. Il mio voto, insomma, andrebbe ad un apparato politico (rappresentato dalla corrente di Maroni) o ad un centro di “aizzamento popolare” contro Roma Ladrona? Come avrete notato ne restano due. E qui iniziano i dubbi: potranno, vorranno quelli di FLI presentarsi da soli? In caso positivo, e se il loro programma sarà concepito dal “fulcro liberale” composto da quelli di Libertiamo, allora ci sono buone possibilità di orientarsi in quella direzione. Certo però che votare Fini in cerca di Liberalismo suona davvero strano.. Ma se così non fosse, se il neonato gruppo finiano valesse davvero meno del 5% (An valeva poco più del 9% due anni fa), con che faccia andrebbero a chiedere un patto elettorale a Berlusconi? E cosa vedrebbe un elettore, confuso dall’affossamento del Governo per poi corrergli appresso? Mah.. In teoria, comunque, il mio voto sarebbe “prenotato” dal PDL (o da ciò che ne resta). Ma qui Berlusconi deve avere chiara una cosa: eliminato Casini, eliminato Fini, i prossimi eventuali errori sarebbero esclusivamente affar suo. Sarebbe inconcepibile andare a votare PDL con la paura che venga riproposta certa gente ai vertici del neo partito Berlusconiano. Prima di conquistarsi il mio voto servirà dunque una profonda riorganizzazione del partito, un programma davvero coraggioso e liberista, più posti nel Governo per quelli come Antonio Martino e meno potere, molto meno potere ai signori del Socialismo. Dopo la finanziaria appena varata, è tempo di dare al Paese una spinta per ripartire. E’ l’ultima occasione, davvero l’ultima occasione per mettere in atto quella promessa di “nuovo miracolo italiano” che gli elettori della prim’ora attendono impazienti dal 1994.

Appunto, e se Berlusconi, spinto dalla situazione sfuggitagli di mano, decidesse di dare una virata all’esecutivo in senso fortemente liberista senza passare per il voto? Come si comporterebbe la maggioranza dei finiani di fronte a proposte addirittura migliori di quelle contenute nel famoso “programma di Governo”? Sarebbe La soluzione (con la “L” maiuscola) per incenerire le manovre di Palazzo che vogliono, metaforicamente, la sua testa.

Ma, lo sappiamo tutti, sto sognando ad occhi aperti. Iniziamo dunque a cercare la mia tessera elettorale, ben conscio del fatto che il voto nullo resta sempre una scelta percorribile.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Il gatto che si morde la coda

Tantissimi anni fa gli antichi popoli credevano che il tempo non fosse una linea retta, che va dal passato e finisce inesorabilmente nel futuro, ma una specie di “cerchio”: tutto ciò che succede a noi è già accaduto in passato, e un giorno accadrà di nuovo. Forse qualcuno storcerà il naso, eppure sembra che ci fosse davvero un pizzico di verità in queste vecchie credenze: guardate a quello che sta accadendo nei Palazzi del Potere.. Era il 2001 e Berlusconi (stra)vinceva le elezioni politiche. Nel 2004 Fini e Casini, ansiosi di prendere il suo posto, iniziano un lento lavoro di logoramento nei confronti del Cavaliere. Aprile 2005: il Governo Berlusconi II è costretto a rimettere il mandato a favore di un “rimpasto”. Poi, nel 2007, Casini se ne va sbattendo la porta, mentre Fini, zitto zitto, rinnega tutto e il contrario di tutto (ve lo ricordate il “Predelino”?) e diventa co-fondatore del PdL. Aprile 2008: Berlusconi torna trionfalmente al Governo. Fini va a scaldare la Poltrona del Presidente della Camera, lo stesso scranno da cui, quattro anni prima, iniziarono i “Casini” (con Casini, guarda un po’..). Poco meno di un anno dopo, ecco il copione ripetersi pari pari: Fini inizia a contestare ogni decisione del “suo” Governo, si fa sfuggire spiacevoli fuori-onda in momenti non proprio perfetti per il Governo, poi inizia a contestare il Capo, fino ad arrivare al faccia-faccia del congresso nel 2009. Da lì parte l’idea di un gruppo autonomo in Parlamento, ma si accorge di non avere i numeri e la sua diventa una “fondazione”. Il resto è roba di questi giorni: Bocchino, speaker dello stesso Fini, dice che i “fedelissimi” possono far cadere il Governo. E in tutto questo casino Berlusconi che fa? In apparenza sarebbe disposto a riaprire il portone proprio a quel Casini, quello del 2004. Non so cosa ne pensate, ma a me hanno insegnato che “lo scorpione che doveva attraversare il fiume, dopo aver chiesto aiuto alla rana, la punse ed entrambi affogarono nel fiume che insieme stavano cercando attraversare”.

[Omnia / Luca Zaccaro]

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