Fini ripiomba nel 2005

Ho trovato il discorso di Fini molto istituzionale, pieno di buoni propositi e belle idee. Un po’ come era accaduto a Mirabello. Ma le buone notizie, ahime, si chiudono qui.

Per quanto mi riguarda sono infatti decisamente deluso. Non per quanto in futuro Fini potrà fare con il suo partito, ma per quello che è intenzionato a fare oggi: la conclusione, quella che tutti attendevano, è stata presa. Fini ha scelto la strada (impervia) del rimpasto di Governo.

Le possibilità erano 3: accettare la mano tesa di Berlusconi, chiedere un rimpasto o sfiduciare il Premier. La prima e l’ultima erano in qualche modo scelte di responsabilità, mentre quella intrapresa ha un sapore squisitamente politico.

Fini infatti ricade nella tentazione di criticare Berlusconi e il PDL e lo fa con toni decisamente più pesanti di quelli utilizzati a Mirabello. Per carità, ha una maledetta ragione quando si lancia contro la politica economica di Tremonti, contro l’eccessiva personalizzazione del partito di Berlusconi, contro l’arretratezza in materia di diritti civili e soprattutto contro la golden share della Lega (cita come esempio l’utilizzo dei fondi FAS per accontentare gli allevatori), ma commette di nuovo il gravissimo errore di dimenticare che il PDL (il partito finito, quello che va superato) è stata la sua casa fino a qualche mese fa. Nonostante abbia ricordato solo questa mattina ad un giornale tedesco come sia stato uno sbaglio fondare il PDL insieme a Berlusconi (a proposito, ma dove sarebbe oggi senza il PDL stesso?), Fini aveva il diritto ed il dovere di denunciare ufficialmente tutto questo senza aspettare l’inevitabile deferimento (che in verità è andato a cercarsi).

Che senso ha chiedere oggi, in questa situazione, un passo indietro a Berlusconi per ritrovarsi poi intorno ad un tavolo per ripartire sulla base di “4-5 missioni indispensabili” quando lo stesso Presidente della Camera ha passato gli scorsi due anni e mezzo a criticare senza mai proporre davvero qualcosa di concreto nelle sedi appropriate?

Fini poi si lascia andare e, forse a causa dell’ambiente a lui molto favorevole, abbassa la guardia e commette degli errori: il primo lo fa parlando della Lega. Muove delle giuste critiche al partito di Bossi ma la sensazione è quella di un complesso di inferiorità in quanto il suo partito non viene riconosciuto come interlocutore privilegiato del PDL come accade invece con gli uomini del “Senatur”. Il secondo errore è riferito al Bipolarismo e alla necessità che l’avversario non torni poi ad essere un nemico dopo le elezioni. Qui forse Fini si scorda di come era iniziata la legislatura e di come sia stato il PD a tornare a scagliarsi contro il solito Berlusconi (già dopo pochi mesi di Governo). Il terzo grave errore (ripreso, come vedremo, da Berlusconi) lo commette parlando proprio di rimpasto. Prima si lamenta del fatto che il Parlamento sia stato spesso esautorato per colpa del Governo e poi chiede l’apertura di una crisi passando direttamente la palla al Presidente del Consiglio. Ma senza dubbio la cosa sconvolgente, già segnalata da alcuni analisti, è che il Presidente della Camera (terza carica dello Stato), Presidente di un partito che minaccia di passare all’opposizione, chieda direttamente le dimissioni del Presidente del Consiglio (quarta carica dello Stato). Insomma, la “cadrega” di Montecitorio non sarà certo nelle disponibilità del Presidente del Consiglio, ma non vale nemmeno il contrario!

Ma a parte tutto, se è vero tutto quello che Fini ha detto, che senso ha chiedere un rimpasto? Che senso avrebbe un nuovo Governo con Berlusconi? Che senso ha ritirare Ministri e Sottosegretari da un Governo che si può far cadere in ogni momento? Nessuno crede davvero che la strada indicata da Fini sia percorribile. E tutti sanno bene che non sarebbe nemmeno (del tutto) colpa di Berlusconi se la situazione a questo punto precipitasse. Fini voleva rispedire il “cerino” nelle mani del Cavaliere ma a me pare solo che abbia evidenziato una sua NON-assunzione di coraggio e responsabilità. Forse il Paese non può permettersi elezioni, ma nemmeno un nuovo Governo di questo tipo!

Quanto a Berlusconi e al PDL non c’è ancora una risposta ufficiale ma da ciò che filtra dai soliti “ambienti vicini” Berlusconi avrebbe detto di non aver alcuna intenzione di dimettersi. Il Cavaliere avrebbe detto (come è nella sua natura) che se Fini vuole “andargli oltre” deve venire in Aula e avere il coraggio di sfiduciarlo, di fronte al Parlamento e al Paese intero. Il cerino quindi rimane nelle mani di Fini perché il Governo è intenzionato a continuare a lavorare e l’unico modo per mutare lo “status quo” è un voto di sfiducia.

Sembra avverarsi almeno in parte quello che avevo “predetto” qualche giorno fa. Fini vuole rivivere il 2005 e il Berlusconi-bis ma si ricordi che anche quella volta il Cavaliere era dato per spacciato..

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Fini chiede la Crisi e il Rimpasto: reazioni a caldo della Stampa

Corriere della Sera: Fini: «Berlusconi si dimetta, altrimenti noi siamo pronti a uscire dal governo»

Ansa: Fini premier si dimetta oppure Fli via da governo

Repubblica: Fini detta le condizioni a Berlusconi “Si dimetta, così inutile andare avanti, se non apre la crisi Fli lascia il governo”

La Stampa: Fini: “Berlusconi ora si dimetta. Nuovo patto o via dal governo”

Il Giornale: Fini: “Berlusconi si deve dimettere. Patto, sì con un nuovo programma”

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Caro Gianfranco, non si fa così

Prologo: come ho avuto modo di spiegare in tutti i post su Fini/FLI io NON sono contro Gianfranco. Se alle prossime elezioni presentasse un programma liberale e candidati credibili io non avrei problemi a dargli il mio voto.

Detto questo, Fini ha sempre detto giustamente che Berlusconi ha il diritto e il dovere di governare, ma è altrettanto vero che se potrà continuare o meno a farlo dipende essenzialmente solo da FLI, ovvero da Fini stesso. Inutile quindi “obbligare” Berlusconi a fare il capo del Governo se poi un giorno sì e l’altro pure si minaccia un altro esecutivo.

Parliamoci chiaro: attualmente esiste, sia alla Camera che al Senato, una maggioranza trasversale pronta a formare un esecutivo che non comprenda il PDL (o sarebbe meglio dire Berlusconi). Se non altro perché molti senatori “nordisti” del PDL temono di non venire rieletti a causa del maggior potere della Lega in quell’area.

Ad oggi l’unica cosa che ci tiene lontani da tale scenario è il voto di FLI a favore del governo. Capito il paradosso? Fini, capo di FLI, dice che se Berlusconi cadesse non sarebbe un golpe esprimersi a favore di un nuovo governo. Ma abbiamo capito che Berlusconi può cadere solo se FLI gli fa mancare l’appoggio. Ma sono solo io a vedere una situazione tragicomica?

E poi il fatto che qualcosa sia già successo in passato non basta assolutamente a legittimarlo: stia attento dunque il Presidente della Camera perché, stando alle sue ultime dichiarazioni, il ribaltone del 1995 fu una scelta “corretta”. Bisogna fare una distinzione in merito: un conto è la formazione di un nuovo governo durante una legislatura senza che vengano sostanzialmente cambiati gli equilibri interni (esempio: Berlusconi II / III nel 2005), tutt’altra cosa è stravolgere la volontà dei cittadini che durante le elezioni politiche hanno espresso una precisa volontà mandando al governo forze “destinate”, almeno per 5 anni, all’opposizione.

Numericamente, come ho già scritto, è possibile la formazione di un nuovo Governo con l’appoggio (o l’astensione) di tutte le forze tranne PDL e Lega. Ma come ci si giustificherebbe di fronte ai cittadini?

Se Fini vuole davvero smarcarsi da Berlusconi allora segua il mio consiglio: tolga apertamente la fiducia al PDL e chieda a Napolitano di sciogliere le Camere, in modo da presentarsi responsabilmente di fronte agli elettori con il suo nuovo progetto.

PS: giuste le critiche al “partito carismatico”. Ma il grande errore di Fini è quello di averle tirate fuori oggi, da oppositore, senza mai essere andato in passato oltre le “stoccate” televisive, chiedendo ad esempio la convocazione di riunioni straordinarie (o altre iniziative di questo genere).

[Omnia / Luca Zaccaro]

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Auguri Silvio

Auguri Silvio, 74 anni sono tanti e portarli così bene non è da tutti.

Spiace però notare come le cose, rispetto all’anno passato, siano di poco mutate. E i cambiamenti sono stati decisamente negativi.

Un anno fa parlavo della negatività dei continui contrasti con Fini, e sappiamo bene come è andata a finire.

Un anno fa parlavo della democrazia interna al PDL, e in questi 12 mesi il partito non solo non è migliorato sotto questo punto di vista ma sta rapidamente tornando ad essere quello che era Forza Italia fino a tre anni fa.

Un anno fa parlavo di un PDL che faceva il pieno di consensi, oggi siamo sotto al 30%.

Un anno fa parlavo dei troppi “vecchi” che c’erano in politica e oggi siamo qui a fare la conta, “acquistando tutto l’acquistabile” pur di arrivare a quota 316.

Un anno fa parlavo delle mancate riforme liberali, che sono oggi ancor più una chimera.

E’ passato un anno, e come al solito guardandoti in faccia non sembrerebbe così. Ma il Paese in questi 12 mesi ha vissuto, e non se l’è certo passata bene. E’ necessario un rilancio della vera azione di Governo, quella promessa nel 2008. Ed è necessario prima di tutto capire cosa fare un Fini e con il suo (futuro) partito. Sono decisioni che non possono più essere rinviate. A costo di andare a votare in primavera.

Forse per te il tempo scorre più lentamente, ma l’Italia ha urgentissimo bisogno di essere riformata “in toto”, rivoltata come un calzino. E questa azione va necessariamente iniziata prima del tuo settantacinquesimo compleanno. Perché se 12 mesi come quelli passati possono non farsi sentire su una persona vitale come la Tua, di certo sul resto della Nazione lascerebbero un segno incancellabile.

Auguri, Presidente!

PS: non perdetevi il live-blogging dell’intervento di Berlusconi alla Camera alle 11 (più o meno)!

[Omnia / Luca Zaccaro]

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PDL: il giorno del divorzio (forzato)

Gianfranco Fini, politico di professione che in futuro potrei anche votare senza problemi per vari motivi.

Ma oggi non è il futuro. Oggi è il giorno in cui tutto finirà. Fini, Presidente della Camera e co-fondatore del PDL è da un anno e mezzo che di professione sembra fare il bastian contrario nei confronti del suo partito, della maggioranza e del suo Presidente del Consiglio.

Per l’amor di dio, scelte più che legittime, a patto di essere pronti a subirne le conseguenze.

Chissà, forse credeva che Berlusconi non avesse il coraggio di andare fino in fondo. Invece sembra proprio che nella direzione di Partito, convocata questa sera alle 19, il Cavaliere chiederà (e farà votare all’unanimità) l’espulsione dal partito di Fini e dei suoi più stretti collaboratori.

Spiace, perché in alcuni casi le ragioni dei finiani potevano perfino essere condivisibili, ma le modalità con cui sono state sostenute e la precisa volontà di logorare il Governo e il suo Premier erano sotto gli occhi di tutti da troppo tempo. Non intervenire sarebbe un segnale di timore che una personalità come Berlusconi non può più permettersi.

Le cose, secondo i bene informati, andranno in questo modo: per prima cosa il provvedimento di espulsione verrà firmato da Verdini, Bondi e Larussa (con controfirma di Berlusconi), poi l’ufficio di presidenza confermerà la decisione all’unanimità.

E se non volete crederci, sappiate che in Aula (a Montecitorio) si mormora di un Bocchino infuriato che tenta di formare un gruppo autonomo e chiama gli “amici” invitandoli ad uscire dall’Aula per mandare sotto il Governo.

Pare ovvio che qualcosa sta per succedere davvero, questa volta.

Le scelte che verranno prese questa sera segneranno per parecchio tempo il centrodestra italiano. Da quindici anni si tenta di raggiungere l’unità completa tra tutti i moderati. Se Fini verrà espulso questo diventerà di colpo un obiettivo impossibile da raggiungere nel breve periodo.

In più c’è un problema legale, legato all’utilizzo del simbolo attuale del PDL: sembra infatti che per utilizzarlo serva il consenso congiunto si Berlusconi e Fini. In caso di espulsione servirà dunque un nuovo simbolo.

In tanti, Ghedini in testa, stanno sconsigliando a Berlusconi di intraprendere la via dell’espulsione. Troppo pericolosa e dalle conseguenze imprevedibili. E’ facile arrivare alla crisi di Governo. Se però questa volta il Cavaliere ha deciso di intervenire con azioni di questa portata (per lui convocare una direzione di Partito non è roba da tutti i giorni) vuol dire che forse, passatemi il termine, ne ha veramente le palle piene.

Potrebbe dunque cadere nel tranello dei finiani (perché di questo si tratta). Se i “dissidenti” fossero più di trenta, il Governo sarebbe spacciato.

E se fosse proprio questo l’obiettivo finale? Ammettiamolo, Berlusconi ha una grandissima autostima. E’ convinto di riuscire ad ottenere la maggioranza dei voti anche in caso di elezioni anticipate. Anche senza le macerie di Alleanza Nazionale (macerie perché molti ex-aennini sono oggi fedelissimi di Berlusconi).

I numeri sono in realtà risicati ma forse i suoi amati sondaggi dicono che una “nuova AN” consentirebbe comunque di raggiungere una maggioranza relativa. Non dimentichiamo che il PD non se la passa bene, è decisamente sotto il 30%. Se consideriamo che la Lega è al 10% (e che sosterrà un nuovo Governo Berlusconi perché vuole il federalismo), al PDL basterebbe un 25%. Risultato più che abbordabile, anche senza Fini. Soprattutto se il Governo dovesse cadere per mano dei finiani e Berlusconi riuscisse a far passare il messaggio che sono stati loro a tradire gli italiani, a dare instabilità all’intero Paese in un periodo difficile come questo.

Difficile però credere che gente che fa politica di professione non comprenda queste cose. Per questo le decisioni di questa sera e ciò che ne seguirà direttamente sono ancora avvolte nella nebbia.

Stay tuned.. aggiornamenti (molto probabilmente) in serata

[Omnia / Luca Zaccaro]

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2010 – MMX

Anno nuovo, nuovo decennio.. cosa ci aspetta, o cosa vorremmo ci aspettasse in questo 2010 appena iniziato?

Partiamo dall’alto, dalla situazione mondiale. Il 2010 potrebbe essere l’anno in cui, se riuscirà a lasciarsi alle spalle la crisi mondiale, l’America di Barack Obama tornerà ad essere grande, una guida sociale, economica, tecnologica. Certo, il Mondo non è più quello degli anni novanta, oggi c’è la Cina, c’è una Europa (almeno sulla carta) più forte ma l’assenza americana degli ultimi anni si è fatta sentire non poco. In questi 12 mesi seguiremo da vicino l’evoluzione della vicenda iraniana, sia dal punto di vista civile che militare (con la corsa all’atomica), il rapporto tra le due Coree sempre appeso a un filo e, perché no, un nuovo spunto di tensione tra USA e Russia sulla base di una nuova corsa allo spazio (Luna, Marte, Scudo Spaziale..).

Scendiamo un po’ più nel dettaglio: dopo la ripartenza del trattato di Lisbona, il 2010 potrebbe essere l’anno dell’Europa. Anche se ci credo poco, il nuovo assetto del Governo Europeo dovrebbe garantire più stabilità e più compattezza nelle decisioni. Ma diciamocelo, ci crediamo ancora a questa Europa?

Scavalchiamo le Alpi e mettiamo piede in Patria. Silvio Berlusconi potrà anche essere un criminale (come pensa qualcuno), ma ha ricevuto decine di milioni di voti dagli elettori sovrani e dovrebbe avere il diritto (come pensano decine di stati Occidentali e Democratici) di governare, rinviando alla fine della legislatura il confronto con i processi che lo riguardano. Durante questo anno abbiamo visto quanto sia inefficace la tecnica dell’attacco personale nei confronti del Presidente del Consiglio. i “proiettili” lanciati addosso al Cavaliere hanno solo danneggiato il nostro Paese perché non hanno contribuito a spodestarlo e gli hanno impedito di dedicarsi in toto all’adempimento del suo mandato. Le sedi competenti continuino il loro lavoro e, nel 2013, presenteranno i risultati a cui saranno giunti. Intanto Bersani e il PD dovrebbero isolare Di Pietro e iniziare a lavorare davvero insieme al PdL per le riforme istituzionali. Dopo le regionali di Marzo il terreno potrebbe essere fertile. E passiamo proprio al PdL. Sperare, si sa, non costa nulla. Speriamo dunque che nel 2010 il partito riesca a prendere più le forme di ciò di cui porta il nome, un partito politico. Chi pensa ad una fuga di Fini sbaglia clamorosamente. Fini è uno dei pochi che possono aspirare alla “Cadrega” di Berlusconi. Non piace alla Lega ma è molto apprezzato dagli elettori e da parte della sinistra benpensante. Dunque iniziamo a pensare al futuro. Non credo che Berlusconi, dopo la fatica che ha fatto per mettere insieme i pezzi, voglia davvero consegnare ai posteri (politici) un partito senza futuro. PdL >> Governo, il passo è breve. Dato per certo (l’abbiamo detto poche righe sopra) che sognare non costa nulla, vorremmo che durante questo anno venissero presi provvedimenti in grado di sfruttare davvero i timidi segnali di ripresa economica. Come fatto notare da gente più preparata di me, questo significherebbe assegnare a qualcun altro, non socialista, il Ministero dell’Economia. In realtà è molto difficile che accada questo. Pensiamo dunque a istituire una figura all’interno del Governo che possa lavorare e mediare con Tremonti per dare uno spruzzo (mica tanto) di liberismo all’azione dell’Esecutivo. Solo sogni, non trovate? Potrei continuare, parlando di Giustizia, Riforma Costituzionale, Riforma Elettorale, Par Condicio.. ma non possiamo certo aspettarci così tanto da soli 12 mesi 😉

Passiamo ora alle aspettative “tecnologiche e geek” che animano il 2010: sarà, nel bene o nel male, l’anno del Digitale Terrestre. Lo Switch-Off sarà completato in tutta Italia e finalmente potremo giudicare davvero i pro e i contro di questa tecnologia. Saremo poi invasi da piccoli dispositivi, faremo fatica a dire se si tratta di cellulari, smartphone o PC ultraportatili. Vedremo la diffusione degli e-book reader, del WiMax, del Cloud-Computing, del Web 3.0 (anche se non sappiamo bene di cosa si tratterà..). Se Windows 7 continuerà a vendere così bene, difficilmente vedremo una prima milestone di Windows 8 (dovremo attendere, a mio parere, gli inizi del 2011). Conosceremo Office 2010, Windows Mobile 7 e chissà cosa da Apple e Google (Chrome OS su tutti). Andando avanti in ordine sparso vedremo poi la nascita della TV-3D da salotto, l’arrivo di WordPress 3, le nuove versioni di Firefox (forse), la diffusione a prezzi umani dei dischi SSD e tante, tante altre cose.

Degni di nota saranno anche i giochi olimpici invernali di Vancouver, i mondiali di calcio in Sudafrica e forse (previsione molto azzardata anche secondo il sottoscritto) la mia laurea 😉

Avete altre aspettative? Commentate, commentate, commentate!

[Omnia/Luca Zaccaro]

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